Ada Negri, Il dono, 1936

senza la vita ¶ esser, né vita può senza di

E forse piú mai ne sorgerà ¶ un altro cosí

guida. ¶ Non piú grano né frutti ha ormai la

Dritto e casto era, ne' suoi ¶ tre calici di

tristizia il passo accelerai, né feci ¶ l'atto di

l'atto di carità, né mi rivolsi. ¶ Nera ondeggiò

se n'intride, e ne gonfiano le zolle ¶ verso

rido ¶ alla menzogna, ma ne godo; e ad essa

LAGRIME ¶ Pioggia non è: né mie son queste lagrime

segreto. ¶ Esser la prima: ¶ né darà il maggio rosa

Oh, tutto e sempre ne' miei occhi il cielo

piú pura ¶ di voi; né cosí lieve ¶ al cuor

di sole; e perdermi ne' tuoi ¶ vicoli che serpeggian

negli echi ¶ piú fondi ne vibrò: poi fu silenzio

non serve ¶ chieder perché. Né il tristo crollo offese

spira, ala non palpita, né vela ¶ cammina, né dei

palpita, né vela ¶ cammina, né dei salici piangenti ¶ curvi

Ma ruscel non vedo, ¶ né mandra scorgo. Prati e

vita ¶ per altre vite, né t'increbbe il rischio

t'increbbe il rischio, ¶ né temesti esser povera con

pianse. ¶ Mi portò via : né so come accadde, e

non vidi gli occhi ¶ né udíi la voce: io

non pel filo che ne allaccia a vite ¶ già

tieni, tu sola; e ne risplendi, ¶ chiara come la

tempo di tua vita, ¶ né sí candide: mai, quand

gelo, ¶ e il sol ne trae barbaglio di cristalli

Oh, quei giardini! Non ne dona il mondo ¶ di

eri ¶ da alcuno udita né veduta, il figlio; ¶ ma

sole. Non di croco ¶ né d'amaranto; ma il

di tanto dolor che ne circonda ¶ sí lieve parte

di gagliarda unità. ¶ Bello: né forse ¶ speran essi veder

e lor mal grado ne distilla ¶ la pena a

anime de' tuoi morti, ¶ né d'alcuno che amasti