Giacomo Leopardi, Canti, 1837

I ¶ ALL'ITALIA ¶ O patria mia, vedo le

Chi di te parla o scrive, ¶ Che, rimembrando il

ti tradì? qual arte o qual fatica ¶ O qual

arte o qual fatica ¶ O qual tanta possanza ¶ Valse

auree bende? ¶ Come cadesti o quando ¶ Da tanta altezza

procomberò sol io. ¶ Dammi, o ciel, che sia foco

Italia, attendi. Io veggio, o parmi, ¶ Un fluttuar di

campi ¶ L'itala gioventude? O numi, o numi: ¶ Pugnan

itala gioventude? O numi, o numi: ¶ Pugnan per altra

sempre onorate e gloriose, ¶ O tessaliche strette, ¶ Dove la

trasse? ¶ Come sì lieta, o figli, ¶ L'ora estrema

andasse ¶ Ciascun de' vostri, o a splendido convito: ¶ Ma

le spose vi foro o i figli accanto ¶ Quando

nel mondo si favelli o scriva. ¶ Prima divelte, in

il vostro ¶ Amor trascorra o scemi. ¶ La vostra tomba

Ecco io mi prostro, ¶ O benedetti, al suolo, ¶ E

fatal non si rivolga. ¶ O Italia, a cor ti

Volgiti indietro, e guarda, o patria mia, ¶ Quella schiera

accende. ¶ Amor d'Italia, o cari, ¶ Amor di questa

vostra opra coroni ¶ Misericordia, o figli, ¶ E duolo e

di quale ornar parola o canto ¶ Si debbe, a

cui non pur cure o consigli, ¶ Ma dell'ingegno

rosa ¶ Fia vostra gloria o quando? ¶ Voi, di ch

si disacerba, ¶ Sempre vivete, o care arti divine, ¶ Conforto

ferro i marmi avviva. ¶ O dell'etrusco metro inclito

Qual tempio, quale altare o qual misfatto? ¶ Perché venimmo

il nascer ne desti o perché prima ¶ Non ne

non la vita ¶ Avesti, o cara; e morto ¶ Io

e per tuo bene, ¶ O patria nostra. Ecco da

nessuno ¶ Avrete in questa o nell'età futura. ¶ In

vostro smisurato affanno ¶ Posate, o di costei veraci figli

sì profonda ¶ La ritraesse! O glorioso spirto, ¶ Dimmi: d

Italo egregio, il fato? O con l'umano ¶ Valor

immortale: ¶ Ch'essendo questa o nessun'altra poi ¶ L

tarda ¶ Anco ti giovi, o patria, esser codarda. ¶ Di

codarda. ¶ Di noi serbate, o gloriosi, ancora ¶ Qualche speranza

tocco di tua destra, o sfortunato ¶ Amante. Ahi dal

ricetto ¶ D'ignoti abitatori, o del diurno ¶ Degli astri

vero appena è giunto, ¶ O caro immaginar; da te

Nova speme d'Italia. O torri, o celle, ¶ O

d'Italia. O torri, o celle, ¶ O donne, o

O torri, o celle, ¶ O donne, o cavalieri, ¶ O

o celle, ¶ O donne, o cavalieri, ¶ O giardini, o

O donne, o cavalieri, ¶ O giardini, o palagi! a

o cavalieri, ¶ O giardini, o palagi! a voi pensando

altro che il duolo. ¶ O Torquato, o Torquato, a

il duolo. ¶ O Torquato, o Torquato, a noi l

Non valse a consolarti o a sciorre il gelo

d'angoscia sei vago, o miserando ¶ Esemplo di sciagura

peggiorato il viver nostro. O caro, ¶ Chi ti compiangeria

noncuranza avviene ai sommi? o quale, ¶ Se più de

uom non è sorto, ¶ O sventurato ingegno, ¶ Pari all

Che il mondo agguaglia. O scopritor famoso, ¶ Segui; risveglia

Questo secol di fango o vita agogni ¶ E sorga

sorga ad atti illustri, o si vergogni. ¶ IV ¶ NELLE

petto alma si chiude. ¶ O miseri o codardi ¶ Figliuoli

si chiude. ¶ O miseri o codardi ¶ Figliuoli avrai. Miseri

di vile ¶ Timor gioco o di speme: onde felici

il rombo ¶ Della procella. O spose, ¶ O verginette, a

Della procella. O spose, ¶ O verginette, a voi ¶ Chi

scioglia ¶ Vecchiezza i membri, o padre; a me s

e tu mi svena. ¶ O generosa, ancora ¶ Che più

imprese. ¶ Alla patria infelice, o buon garzone, ¶ Sopravviver ti

avete in Flegetonte albergo ¶ O su le nubi) a

nudo? ¶ Guerra mortale, eterna, o fato indegno, ¶ Teco il

fronte ¶ Ne' rudi tronchi, o da montano sasso ¶ Dare

contesa ¶ Legge arcana farebbe ¶ O tenebroso ingegno. A voi

fato ignavo pende, ¶ Soli, o miseri, a voi Giove

Ecco tra nudi sassi o in verde ramo ¶ E

Non io d'Olimpo o di Cocito i sordi

Cocito i sordi ¶ Regi, o la terra indegna, ¶ E

accoglia. ¶ VII ¶ ALLA PRIMAVERA ¶ O DELLE FAVOLE ANTICHE ¶ Perché

impara? ¶ Vivi tu, vivi, o santa ¶ Natura? vivi e

Nel doloroso amplesso ¶ Dafne o la mesta Filli, o

o la mesta Filli, o di Climene ¶ Pianger credè

aprica ¶ Terra s'alberga o nell'equoreo seno, ¶ Pietosa

VIII ¶ INNO AI PATRIARCHI ¶ O DE' PRINCIPII DEL GENERE

novella ¶ Prole de' campi, o duce antico e padre

Scampi l'iniquo germe, o tu cui prima ¶ Dall

eteree menti; e quale, o figlio ¶ Della saggia Rebecca

fianco ¶ Delle balze materne, o con le greggi ¶ Mista

Fuga de' greggi sbigottiti, o d'alto ¶ Fiume alla

Bello il tuo manto, o divo cielo, e bella

tuoi superbi regni ¶ Vile, o natura, e grave ospite

imprese, ¶ Per dotta lira o canto, ¶ Virtù non luce

non contendo, ¶ Che dicevi, o mio cor, che si

degli astri il riso, o dell'aurora ¶ Queta il

aurora ¶ Queta il silenzio, o il verdeggiar del prato

occhio a terra chino o in sé raccolto, ¶ Di

rivela ¶ Serena ogni montagna. O donna mia, ¶ Già tace

core. ¶ XIV ¶ ALLA LUNA ¶ O graziosa luna, io mi

è, né cangia stile, ¶ O mia diletta luna. E

risposi, e come ¶ Vieni, o cara beltà? Quanto, deh

cor. Dunque sei morta, ¶ O mia diletta, ed io

d'amore ¶ Favilla alcuna, o di pietà, giammai ¶ Verso

E quella: ti conforta, ¶ O sventurato. Io di pietade

dei nostri dì, concedi, o cara, ¶ Che la tua

occhi miei, già scordi, o caro, ¶ Disse, che di

E tu d'amore, o sfortunato, indarno ¶ Ti scaldi

alla reina ¶ Felicità servi, o natura. In cielo, ¶ In

Sol dipinge, ¶ Ed erba o foglia non si crolla

farfalla ronzar, né voce o moto ¶ Da presso né

membra mie, né spirto o senso ¶ Più le commova

vita come a danza o gioco ¶ Il misero mortal

Su la tacita aurora o quando al sole ¶ Brillano

vaga donzelletta il viso; ¶ O qualor nella placida quiete

soave al petto mio. ¶ O cara luna, al cui

vario lo svia; salve, o benigna ¶ Delle notti reina

fra macchie e balze o dentro ¶ A deserti edifici

cavalli ¶ Da lungi osserva o il calpestio de' piedi

mio. ¶ Or sempre loderollo, o ch'io ti miri

Veleggiar tra le nubi, o che serena ¶ Dominatrice dell

per le verdi rive, ¶ O seder sovra l'erbe

Ahi vision d'estinto, o sogno, o cosa ¶ Incredibil

d'estinto, o sogno, o cosa ¶ Incredibil mi par

Nel paventato sempiterno scempio. ¶ O Elvira, Elvira, oh lui

amore ¶ Lunge m'inspiri o nascondendo il viso, ¶ Fuor

Ombra diva mi scuoti, ¶ O ne' campi ove splenda

la gente ¶ Anima voli? o te la sorte avara

affanni di funerea vita; ¶ O s'altra terra ne

che pensieri, in quanto ¶ O gioconde o moleste opre

in quanto ¶ O gioconde o moleste opre dispensi ¶ L

degno ¶ Obbietto non intende, o che all'intento ¶ Giunger

industre ¶ Cui franger glebe o curar piante e greggi

veruno acquista ¶ Per cura o per sudor, vegghia o

o per sudor, vegghia o periglio. ¶ Pure all'aspro

Non di greggi dovizia, o pingui campi, ¶ Non aula

tempo. ¶ E chi virtute o sapienza ed arti ¶ Perseguitando

Conculcando e l'estrane, o di remoti ¶ Lidi turbando

mi fia ¶ Ogni beltate o di natura o d

beltate o di natura o d'arte, ¶ Fatta inanime

Tanto nostro dolor diletti o giovi: ¶ Con quali ordini

talor, fieno alle genti ¶ O mal grati i miei

grati i miei detti o non intesi, ¶ Non mi

Così quegl'ineffabili ¶ Giorni, o mio cor, traevi, ¶ Che

appar? ¶ Forse la speme, o povero ¶ Mio cor, ti

Ma se tu vivi, o misero, ¶ Se non concedi

Che speranze, che cori, o Silvia mia! ¶ Quale allor

doler di mia sventura. ¶ O natura, o natura, ¶ Perché

mia sventura. ¶ O natura, o natura, ¶ Perché non rendi

combattuta e vinta, ¶ Perivi, o tenerella. E non vedevi

disumano, intra gli affanni, ¶ O dell'arida vita unico

cosa ¶ Ch'io vegga o senta, onde un'immagin

celeste beltà fingendo ammira. ¶ O speranze, speranze; ameni inganni

qualvolta ¶ A voi ripenso, o mie speranze antiche, ¶ Ed

vi può senza sospiri, ¶ O primo entrar di giovinezza

primo entrar di giovinezza, o giorni ¶ Vezzosi, inenarrabili, allor

ahi giovanezza, è spenta? ¶ O Nerina! e di te

infra me stesso ¶ Dico: o Nerina, a radunanze, a

mai non ispera. ¶ Dimmi, o luna: a che vale

s'affretta, ¶ Senza posa o ristoro, ¶ Lacero, sanguinoso; infin

mio frale, ¶ Qualche bene o contento ¶ Avrà fors'altri

la vita è male. ¶ O greggia mia che posi

lunge ¶ Da trovar pace o loco. ¶ E pur nulla

Quel che tu goda o quanto, ¶ Non so già

io godo ancor poco, ¶ O greggia mia, né di

ad una ad una, ¶ O come il tuono errar

felice sarei, candida luna. ¶ O forse erra dal vero

che sia, dentro covile o cuna, ¶ È funesto a

a' suoi studi intende? ¶ O torna all'opre? o

O torna all'opre? o cosa nova imprende? ¶ Quando

Folgori, nembi e vento. ¶ O natura cortese, ¶ Son questi

E tu per certo, o mio pensier, tu solo

Amor, nasce il coraggio, ¶ O si ridesta; e sapiente

nol può forza mortale, ¶ O cede il corpo frale

fraterno poter Morte prevale; ¶ O così sprona Amor là

animosi ingegni ¶ L'uno o l'altro di voi

omai ¶ Questi occhi tristi, o dell'età reina. ¶ Me

Il tuo sembiante, Aspasia. O fuggitivo ¶ Per abitati lochi

lampeggia ¶ In altri volti; o per deserti campi, ¶ Al

vision risorge. ¶ Quanto adorata, o numi, e quale un

ch'ei con mano o con la voce adopra

tu. Grata la via ¶ O dispiacevol sia, tristo il

ricetto ¶ A cui movi o giocondo, ¶ Da quel tuo

Se misera tu debbi o fortunata. ¶ Morte ti chiama

compagnia? ¶ Come, ahi, come, o natura, il cor ti

suoi ¶ Che nostro male o nostro ben si cura

dee mortale ¶ L'uomo, o si può. Fra maraviglia

e me negletto ¶ Disse, o mal venturoso, e di

venturoso, e di piaceri ¶ O incapace o inesperto, il

di piaceri ¶ O incapace o inesperto, il proprio fato

ducati; e già tenerla ¶ O per le chiome fluttuanti

per le chiome fluttuanti, o certo ¶ Per l'estremo

Auro secolo omai volgono, o Gino, ¶ I fusi delle

maraviglia fia se pino o quercia ¶ Suderà latte e

Suderà latte e mele, o s'anco al suono

fraterne schiere ¶ Di pepe o di cannella o d

pepe o di cannella o d'altro aroma ¶ Fatal

altro aroma ¶ Fatal cagione, o di melate canne, ¶ O

o di melate canne, ¶ O cagion qual si sia

forze, ¶ Quanto più vogli o cumulate o sparse, ¶ Abuserà

più vogli o cumulate o sparse, ¶ Abuserà chiunque avralle

forma ¶ Di comun reggimento, o presso o lungi ¶ Sien

comun reggimento, o presso o lungi ¶ Sien l'eclittica

lungi ¶ Sien l'eclittica o i poli, eternamente ¶ Sarà

secol nostro ¶ Patto alcuno o giornal. Ma nelle cose

giorno diverran le vesti ¶ O di lana o di

vesti ¶ O di lana o di seta. I rozzi

Meglio fatti al bisogno, o più leggiadri ¶ Certamente a

di fuscelli, in forma ¶ O di tempio o di

forma ¶ O di tempio o di torre o di

tempio o di torre o di palazzo, ¶ Un edificio

oppresso e spento. ¶ Queste, o spirto gentil, miserie estreme

che potesse ¶ La decima o la nona, e non

sicuro ¶ Filosofar, che sapienza, o Gino, ¶ In più sublimi

orecchio ¶ Quasi comica voce, o come un suono ¶ Di

guancia, enorme il pelo. ¶ O salve, o segno salutare

il pelo. ¶ O salve, o segno salutare, o prima

salve, o segno salutare, o prima ¶ Luce della famosa

Cresci, cresci alla patria, o maschia certo ¶ Moderna prole

riso ¶ Gl'ispidi genitori, o prole infante, ¶ Eletta agli

de' cari aspetti. ¶ Ridi, o tenera prole: a te

Dietro Apennino od Alpe, o del Tirreno ¶ Nell'infinito

avanzar si sente ¶ Meta o ragione; e vede ¶ Che

sepoltura. ¶ XXXIV ¶ LA GINESTRA ¶ O IL FIORE DEL DESERTO

involve, ¶ Dove tu siedi, o fior gentile, e quasi

colui ¶ Che sé schernendo o gli altri, astuto o

o gli altri, astuto o folle, ¶ Fin sopra gli

E di splendida vita o di valente ¶ Persona infra

insiem, le nostre stelle ¶ O sono ignote, o così

stelle ¶ O sono ignote, o così paion come ¶ Essi

mio ¶ Che sembri allora, o prole ¶ Dell'uomo? E

allora, ¶ Mortal prole infelice, o qual pensiero ¶ Verso te

so se il riso o la pietà prevale. ¶ Come

infusa ¶ Di bollenti ruscelli ¶ O pel montano fianco ¶ Furiosa

Dell'uom più stima o cura ¶ Che alla formica

se appressar lo vede, o se nel cupo ¶ Del

cui di terra ¶ Avarizia o pietà rende all'aperto

Tue stirpi non credesti ¶ O dal fato o da

credesti ¶ O dal fato o da te fatte immortali

rimaso ¶ Come un barlume, o un'orma, anzi una

è cader l'una o l'altra ¶ Di loro

in ciel fosse ridesta. ¶ O care nubi, o cielo

ridesta. ¶ O care nubi, o cielo, o terra, o

care nubi, o cielo, o terra, o piante, ¶ Parte

o cielo, o terra, o piante, ¶ Parte la donna

mondo un infelice amante. ¶ O turbine, or ti sveglia

fate prova ¶ Di sommergermi, o nembi, insino a tanto

più grande. ¶ Come fuggiste, o belle ore serene! ¶ Dilettevol

in poter, di Giove, o figlio, ¶ Che giusta suo

consunto ¶ Da negre cure, o tristo nodo al collo