Luigi Pirandello, Pasqua di Gea, 1891

carte ¶ perenne un raggio, o Sole; ¶ a te rapito

e mi conduce. ¶ Udite, o Belle, il canto ¶ tessuto

dendroforia ¶ facciam noi oggi, o vivi. ¶ IV ¶ Egli ha

agogni di morire, ¶ lasciami, o derelitto, ¶ che da codesto

sarà tosto finita, ¶ come, o ben mio, t'avrò

avrò pace alfine? ¶ VII ¶ O glorïosa pace ¶ de la

lieto. ¶ Voi lo sapete, o fiori, ¶ che puri e

anime leggiadre ¶ ora esalate? O Madre, ¶ Madre, chi mai

nel canto ¶ eterna primavera, ¶ o de la Melb austera

fallo ¶ parve voce severa, ¶ o Melb ascosa, il lieto

cortecce ¶ degli alberi silenti. ¶ O tu, che sui prim

la selva degli amori, ¶ o meste ombre, lasciate! ¶ E

discesa ¶ perenne al piano, o ascosa, ¶ placida Melb, o

o ascosa, ¶ placida Melb, o lieta ¶ anima de la

che il tempo volga, ¶ o giovini, si colga ¶ il

tanti ¶ baci vorrei contare, ¶ o giovinetta, quanti ¶ in questo

ch'io stesso fo, ¶ o, per dir meglio, ho

Io so che avete, o Bella, ¶ ne la stalluccia

d'una maligna sorte. ¶ O tu, morta a vent

augelli, ogni sera? ¶ XXI ¶ O notte, o sacra notte

sera? ¶ XXI ¶ O notte, o sacra notte, ¶ un ignorato