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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Il romanzo della fanciulla, 1886

concordanze di «o»

nautoretestoannoconcordanza
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1886
per non essere fraintesa o malintesa: i critici poi
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1886
contro il mio libro, o tra loro, o contro
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1886
libro, o tra loro, o contro la comune matrigna
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1886
il romanzo mantiene poco o nulla. Come va questo
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1886
mai a nessuno, madre o amica, fidanzato o romanziere
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1886
madre o amica, fidanzato o romanziere sperimentale! Chiusa come
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1886
doloroso: quegli occhi abbassati o distratti hanno sagacità di
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1886
sono entrate nella felicità o nella morte, alcune nella
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1886
s’allontana l’oggetto? o perchè la memoria fanciullesca
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1886
più alacre, più fresca? o per quella potente virtù
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1886
una impronta, un fantasma, o voi, creature femminili che
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1886
quante le vostre voci, o amiche, felici o infelici
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1886
voci, o amiche, felici o infelici, lontane, lontane tutte
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1886
che più non sono, o che non sono più
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1886
delle novelle senza protagonisti, o meglio, dove tutti sono
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1886
voce di un tempo, o bellezze. Avevo anche io
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1886
questa sua premura, quattro o cinque volte era giunta
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1886
mobile e altre due o tre che se ne
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cenere calda, e tre o quattro tazzine infilate alle
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nell’orecchio: ¶ — Vitale? Dormi o piangi? ¶ — Ecco, mammà, — borbottò
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1886
da un’altra, quattro o cinque da una terza
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1886
era una delle due o tre felici signorine, che
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meno povere, il ricamo o l’uncinetto: le più
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1886
uncinetto: le più studiose o le più romantiche, i
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1886
alte, acute, lente, frettolose o in ritardo, queste parole
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1886
trentenni, vissute in monastero o in educandato, in una
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un gruppo di due o tre, sogguardando verso la
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1886
una voce troppo forte, o una risata troppo alta
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1886
dei loro amori, più o meno sfortunati. Adelina Markò
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1886
la bellissima, aveva due o tre pretendenti che ella
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1886
e aspettare altri quattro o cinque per avere un
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1886
un po’ di clientela, o il posto di pretore
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1886
una, a restar due o tre ore di più
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1886
qualunque di questi sacrifici: ¶ — O Achard, te ne prego
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1886
un solo desiderio: dormire. O Achard, il lavoro mi
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1886
allora? Pazienza ci vuole. O Natale o un altro
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1886
ci vuole. O Natale o un altro giorno, non
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1886
del sequestro: per cinque o sei minuti l’ufficio
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1886
filo del loro discorso o dei loro pensieri. Il
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1886
tutte le ausiliarie, più o meno, chi trasalì, chi
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1886
che vi restava tre o quattro ore, leggeva tutti
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1886
vogliate troppo, Borrelli. ¶ Due o tre altre andarono a
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1886
forse, superba, sdegnosa, prepotente? O se fosse riescita Adelina
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1886
doveva maritarsi, un giorno o l’altro, era una
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1886
agonizzare sino alle nove. ¶ — O direttrice, quando viene il
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La direttrice non capiva o fingeva di non capire
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1886
Dopo averne ricevuti quindici o venti, ella lo interrogava
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1886
venendo giù, per due o tre ore, con una
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1886
terrore che la direttrice o il direttore venissero a
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1886
mai. ¶ La corrente partendo o giungendo, soffriva un morbo
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1886
faceva balzare, subitamente ringagliardita o la immergeva in una
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1886
guarire, per un’ora, o per una giornata. E
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1886
toccare uno dei reofori, o il manico del tasto
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1886
il manico del tasto, o un bottoncino esterno della
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1886
doveva fare tra cinque o sei mesi. Discorrevano di
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1886
un tratto; ma tre o quattro volte era stata
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1886
direttrice era stata tre o quattro volte in direzione
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dei lembi di tela o di mussola già cucita
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di mussola già cucita o semplicemente impuntita, aguzzando gli
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1886
cestino le sembrava ordinato o disordinato. Un bocciuolo di
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1886
a ferro di cavallo. ¶ — O caro, caro il mio
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per leggere un libro o per ammirare un quadro
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1886
Siciliana altiera, scambiò due o tre saluti con Tecla
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1886
gradazione di sorrisi più o meno amabili, Eva stessa
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1886
donne: sempre un Cantelmo o una Cantelmo moriva di
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1886
ma che intanto otto o dieci delle fanciullette da
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1886
essere protestante, scismatica, turca o peggio: solo Maria Gullì
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1886
Anna Doria. — Tutte più o meno ci meritiamo di
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1886
di maritarci, tutte più o meno siamo buonine, carine
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1886
sport, sempre nelle scuderie, o a caccia, o al
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1886
scuderie, o a caccia, o al tiro del piccione
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al tiro del piccione o alle corse, — il fratello
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1886
fratello sempre in viaggio o a Montecarlo o a
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1886
viaggio o a Montecarlo o a Bàden o a
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1886
Montecarlo o a Bàden o a Parigi. Tutti questi
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1886
che piangiamo tutte insieme? O Eva, Eva, che hai
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1886
che vanno all’assalto o di pirati all’arrembaggio
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1886
con un tono carezzevole: ¶ — O Giulio, o Giulio, ti
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1886
tono carezzevole: ¶ — O Giulio, o Giulio, ti voglio bene
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1886
Dove? Ci vado subito. ¶ — O Tecla, lascia stare. Perchè
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1886
siciliano schermitore, e due o tre altri. E non
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1886
del colpo a quattro o cinque signore, che ascoltavano
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1886
Aragona, trascinandosi dietro due o tre suonatori, aveva formata
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1886
era comunicata a quattro o cinque coppie; il ballo
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1886
che non vuoi maritarti, o cognatella monaca. Perchè non
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1886
amore, tenendosi a braccetto o per mano, guardandosi negli
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1886
erano divisi in due o tre gruppi, chiacchierando, ridendo
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1886
altrove? — chiesero le quattro o cinque ragazze, prese dalla
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1886
avevano abbassato gli occhi o si guardavano intorno, come
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1886
si misero a piangere. ¶ — O care, care, non piangete
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desideri, Tecla! ¶ — Debbo ottenerlo o morire, — soggiunse l’altra
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1886
A gruppi di tre o quattro, salutandosi alla porta
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1886
le mani, e pregava, o piangeva, o pensava. E
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1886
e pregava, o piangeva, o pensava. E nella chiesa
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le ragazze vi morivano o vi si facevano monache
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1886
monache, le spose morivano o fuggivano come Maria di
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quello era un matrimonio o un funerale. ¶ Il cardinale
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1886
istintivamente alle ragazze ricche o meno povere che Enrichetta
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un cordoncino, facendo ala o circondando le ragazze. Il
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sorriso amabile: era vestita o piuttosto coperta da un
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1886
milioni, cantando a Londra o a Pietroburgo. ¶ Era Elisa
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1886
passavano a Napoli cinque o sei mesi dell’anno
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1886
ne aveva sempre due o tre imminenti, combinati da
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combinati da lei, tre o quattro in progetto, ella
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1886
parlato sottovoce con due o tre mamme, tutta sorridente
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un impiegato municipale, più o meno brutte, straccione, chiassose
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piumati, di cappellini eleganti o lungo la riva del
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1886
continua di abiti bianchi, o chiarissimi, su cui erano
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scialletti di lana azzurra o di un roseo molto
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frangetta di capelli bruni o di capelli biondi tagliata
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una nota musicale allegra o triste, un’occhiata fugace
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e dietro le accompagnatrici o gli accompagnatori vanno chiacchierando
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andavano le comitive, due o tre famiglie riunite che
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che aspettavano il fidanzato, o l’innamorato, o il
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fidanzato, o l’innamorato, o il corteggiatore con la
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che, forse, fra tre o quattro anni, quando avesse
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1886
con sè, in carrozza o al teatro. ¶ La circolazione
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sulla passione di Glauco o sul lamento desolato di
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teneva a bada due o tre, di corteggiatori, amandone
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della borghesia, ricche, agiate o povere, rimanevano in Napoli
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speciale di Enrichetta: due o tre scaffaletti di legno
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Gaetanino Ceraso, che cantava o declamava una scena in
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amavano i giovanotti malinconici, o almeno seri, quelli che
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si formavano, prima due o tre, timide; poi sino
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ballo con l’innamorato o col fidanzato, era la
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la persona che amavano o che piaceva loro: ella
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timida, resisteva debolmente, tre o quattro coppie la circondavano
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il pianoforte. Furono due o tre minuti di grande
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della, festa. ¶ Dopo due o tre altre figure, Enrichetta
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trascinare. Agli amori conosciuti o sospettati vi era un
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infranta; alcuni davano due o tre colpi, brevi, furiosi
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cura di ferro, signorina! ¶ — O la china, un poco
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di compassi in mano o un rotolo di carta
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un rotolo di carta o un cartoccetto per la
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legati con un nastro o con una stringa di
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nulla, ridendosi dell’esame o non pensandoci, istupidite più
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la facesse vivere cinque o sei anni, ancora, per
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ve ne prego, tacete! ¶ — O decuriona, amica mia! — strillò
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banchi; quelle che leggevano o scrivevano, si levarono. Era
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improvvisava un discorso brioso o sentimentale che partiva dalla
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di leggere il testo o il manuale di aritmetica
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tutte quante, innamorate felici, o innamorate desiose di amore
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innamorate desiose di amore, o miserabili creature che non
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a proposito di Mosè o di Cristo. Le ragazze
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e scandolezzate; queste ragazze o molto infelici o molto
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ragazze o molto infelici o molto intelligenti o molto
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infelici o molto intelligenti o molto povere, erano prese
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verità. Ma dopo tre o quattro minuti di spiegazione
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macchina, la tastò due o tre volte con la
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si dilatavano, crescevano: due o tre altre, salendo su
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in fila di quattro o cinque o in coppia
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di quattro o cinque o in coppia di due
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non mi vuoi bene o impazzisco o muoio. Le
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vuoi bene o impazzisco o muoio. Le sante, in
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Le spregiudicate in sei o sette, avendo fame, avevano
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lasciava scrivere e leggere o disegnare, purchè poi all
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il lavoro di due o tre che avevano lo
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sulla radice quadrata, tutte o quasi tutte la sapevano
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nervosità. Riunite in due o tre gruppi, sedute a
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ripeterono in coro quattro o cinque, di cui lo
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è vero, — mormorarono due o tre. ¶ — O dovrebbe andarsene
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mormorarono due o tre. ¶ — O dovrebbe andarsene agli asili
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mai, mai, — risposero tre o quattro, guardandosi fra loro
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Casale e di due o tre altre. Ora scrivo
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tutto è andato bene. O povera mamma, questo la
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Poi, tutte quante, felici o infelici, pensierose o allegre
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felici o infelici, pensierose o allegre, guardandosi in cagnesco
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nel cortile. Tutte, più o meno, lo sapevano, questo
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si puliscono i banchi o le lavagne. Ed è
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nervi: ha fatto due o tre volte la domanda
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giorno che, dopo tre o quattro tentativi inutili per
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datele dal marito, otto o dieci braccialetti pesanti e
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suo pretendente in piazza, o su qualche balcone, o
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o su qualche balcone, o alle finestre del Circolo
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luce rossa, come Fausto o Mefistofele. A quel chiarore
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cinque femmine tutte smorte o livide sotto la grande
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le due sorelle Caputo, o indifferenti come donna Irene
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fatto il giro largo: o la mamma li avrà
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che erano già madri, o dovevano esserlo, o desideravano
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madri, o dovevano esserlo, o desideravano profondamente di diventarlo
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rosea, approvando col capo o negando con un cenno
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odore di cuoio conciato o di canapa in macerazione
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intorno a loro, puzzo o profumo, canto di cicale
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profumo, canto di cicale o ronzìo greve di mosconi
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dietro la persiana verde. ¶ — O Mimì, con chi sei
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reale, la settimana scorsa, o di Carluccio che è
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Federico. — Aveva novant’anni o centoventi, forse. ¶ — Chi piglia
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poteva darle una speranza o un rimpianto.