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Gian Giorgio Trissino, Sofonisba, 1524

concordanze di «o»

nautoretestoannoconcordanza
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ciel, come pensate. ¶ SOFONISBA ¶ O che felice stato ¶ è
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che in stato buono o reo nessun s'eterna
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presso a le porte? ¶ O pur debbio aspettar che
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non molesti ¶ suo riposo, o turbi la sua pace
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aver per tempo inteso. ¶ O meglio è non aver
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simil diletto apporta noia. ¶ O fuggitiva gioia, ¶ o speme
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noia. ¶ O fuggitiva gioia, ¶ o speme, sogno de la
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ciò per lunga via, ¶ o per altro disturbo, par
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voglia, pessime novelle. ¶ SOFONISBA ¶ O duro esordio! è vivo
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cosa, è ferit'egli, o rotto il campo? ¶ FAMIGLIO
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de' suoi nimici. ¶ SOFONISBA ¶ O sventurata me, che gran
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voi mi duole! ¶ SOFONISBA ¶ O misero Siface, ¶ dove, dove
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tenesse il pianto? ¶ SOFONISBA ¶ O sventurata altezza, ¶ dove m
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m'hai tu condotta? O duro sogno; ¶ anzi più
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meglio è lasciarlo. ¶ SOFONISBA ¶ O padre, o caro padre
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lasciarlo. ¶ SOFONISBA ¶ O padre, o caro padre, ¶ come fallace
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SOFONISBA, CORO ¶ MESSO ¶ Fuggite, o triste e sconsolate donne
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abbiamo ¶ che ci conservi, o da lor ci asconda
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per accordo, per forza, o per inganni? ¶ MESSO ¶ Può
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e disse: ¶ "Qual speme o qual pensier vi reca
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pensier vi reca ardire, ¶ o qual vostra sciagura vi
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man di Massinissa. ¶ SOFONISBA ¶ O duro caso; ahi come
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in queste membra. ¶ CORO ¶ O risposta cortese, o parlar
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CORO ¶ O risposta cortese, o parlar pio, ¶ degno di
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deserto scoglio, ¶ né valle, o selva offusca, ¶ che non
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par che c'impiaghe. ¶ O nostre menti vaghe ¶ d
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gentilezza e di bontate. ¶ O cara libertate, ¶ quinci prender
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non ragiono indarno. ¶ LELIO ¶ O nuovo caso, o smisurato
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LELIO ¶ O nuovo caso, o smisurato ardire! ¶ MESSO ¶ La
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chiedea, tutto promesse. ¶ LELIO ¶ O pensier vani, or come
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promesso avea; però prendesse ¶ o questa, o l'esser
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però prendesse ¶ o questa, o l'esser serva de
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e disse este parole: ¶ "O sommo Giove, e tu
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costà ne vengo. ¶ MASSINISSA ¶ O Lelio, ancora non avea
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l'error suo scusa o difende, ¶ è da pensar
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suo sangue vermiglia. ¶ LELIO ¶ O che arroganza! Adunque voi
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che polve e ombra. ¶ O come il vidi in
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un giorno solo. ¶ CATONE ¶ O Scipion, quest'è la
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ti diparte ¶ rugosa fronte, o pel canuto e bianco
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volte chiamerà la morte. ¶ O dolorosa sorte ¶ di chi
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Saperlo, ancor l'intende. O nostra vita ¶ piena sempre
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averanno un doloroso fine? ¶ O dura sorte! Or io
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da me tutte disgiunte. ¶ O misera regina, ¶ mentre che
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sposo, arai nuovo dolore. ¶ O che dura ambasciata sarà
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in sì feroci mani. ¶ O Dio, fa' che sian
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CORO ¶ SERVA ¶ Ohimé meschina, o trista la mia vita
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cosa hai tu veduto? O come io temo! ¶ SERVA
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abbia a morire. ¶ CORO ¶ O danno, ¶ danno più grave
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disse divotamente este parole: ¶ "O Regina del cielo, anzi
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io v'abbia offerta, ¶ o se mai cura d
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cose ¶ senza gittarne lacrima o sospiro; ¶ e senza pur
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sospirò forte, e disse: "O letto mio, ¶ ove deposi
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in braccio, e disse: "O figliolino, ¶ tu non conosci
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la mano, e disse: "O donne mie, ¶ quest'è
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struggo e piango. ¶ CORO ¶ O speranza fallace, o mondo
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CORO ¶ O speranza fallace, o mondo cieco, ¶ ahi come
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gravi punture ¶ Son queste, o donne mie, ¶ che abbiam
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sono congiunte in una! ¶ O stelle, o sole, o
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in una! ¶ O stelle, o sole, o luna, ¶ o
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O stelle, o sole, o luna, ¶ o Dio, che
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o sole, o luna, ¶ o Dio, che le governi
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l'ultim'ora. ¶ CORO ¶ O sventurato figlio di Gisgone
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cosa or ti consola. ¶ O madre, o madre sola
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ti consola. ¶ O madre, o madre sola ¶ sopr'ogni
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è pur la regina: o quanta pièta ¶ mi muove
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entr'al mio cuore! O morte avara, ¶ ci spogli
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chi ben nasce deve, o l'onorata ¶ vita volere
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l'onorata ¶ vita volere, o l'onorata morte. ¶ Ond
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la mia mano. ¶ ERMINIA ¶ O da che cara man
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voi fia privo. ¶ SOFONISBA ¶ O figlio, figlio, quando più
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la morte mia. ¶ ERMINIA ¶ O fortuna crudel, di che
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che mi spogli! ¶ SOFONISBA ¶ O madre mia, quanto lontana
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solamente s'ode. ¶ SOFONISBA ¶ O caro padre, o dolci
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SOFONISBA ¶ O caro padre, o dolci miei fratelli, ¶ quant
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vi faccia lieti. ¶ ERMINIA ¶ O quanto quanto ben perderann
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ne vengo teco. ¶ ERMINIA ¶ O che pietate, o che
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ERMINIA ¶ O che pietate, o che dolore estremo! ¶ SOFONISBA
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l mio petto. ¶ SOFONISBA ¶ O figlio mio, tu non
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ERMINIA ¶ Deh lasciatela alquanto: o donna cara, ¶ luce de
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m'avete, tosto abandonata. ¶ O dolci lumi, o dilicate
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abandonata. ¶ O dolci lumi, o dilicate mani, ¶ come vi
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come vi vedo stare: o felice alma, ¶ udite un
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Ohimei. ¶ CORO ¶ Ohimé, signora, o sola mia speranza, ¶ che
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ed io qui sono: o misera mia vita! ¶ ERMINIA
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reca intolerabile dolore. ¶ ERMINIA ¶ O signora mia cara; ¶ O
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O signora mia cara; ¶ O signora mia dolce, ¶ come
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mai senza vedervi? ¶ CORO ¶ O sorte, sorte amara, ¶ che
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mai non si rindolce; ¶ o fallaci diletti, o mal
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rindolce; ¶ o fallaci diletti, o mal protervi. ¶ Ben mi
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starò dove si suoni, o canti; ¶ ma viverò tra
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n'è passata. ¶ MASSINISSA ¶ O misera regina, O sventurato
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MASSINISSA ¶ O misera regina, O sventurato, ¶ anzi infelice matrimonio