Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

ma qualche bon capon o d'oca rosta. ¶ 3. ¶ Ti

vòi ch'i' canti, o bel missere, ¶ da' del

fiato a la piva o poco o assai; ¶ fiato

la piva o poco o assai; ¶ fiato di zancie

bevon anco le Camene! ¶ 4. ¶ O tempi grassi, o giorni

Camene! ¶ 4. ¶ O tempi grassi, o giorni fortunati, ¶ quando e

molti luoghi si rimove, ¶ o quatro o cinque stanze

si rimove, ¶ o quatro o cinque stanze v'incateno

nel mortaio; ¶ sia pur o non sia pur cotesto

cor stanco. ¶ 27. ¶ Saper vorei, o astrologhi e geomètri ¶ che

contrate ¶ piovono di Maganza, o pur quai metri ¶ de

fusse figliuol di Gano o d'altro tale, ¶ perché

san chi ancise Almonte o Chiariello, ¶ credono l'opre

scrive, ¶ acciò ch'abbi, o lettor, la storia vera

ti schive. ¶ Fattime dunque, o gente, intorno schiera ¶ et

senza passar tant'alpe o piano, ¶ con un trattato

il Taliano, ¶ il qual, o ricco o povero che

il qual, o ricco o povero che sia, ¶ desidra

volse già di carte o paglie, ¶ ma sí di

di mangiar non pan o vino, ¶ ma sol di

fingendo dol di madre o pur di testa. ¶ 44. ¶ Fugge

volto neghitosa e schiva: ¶ - O belle prove che vostre

capitan del nostro impero! ¶ O franchi cavallier, che con

se 'l sia ben o male ¶ quel che 'n

que' Scipioni, ¶ Corneli, Fabii, o d altra nominanza, ¶ che

bifolco e stringe paglie o feno, ¶ acconcia un laccio

ch'a l'orrechia o altrove dà di mano

Conclusione ¶ 71. ¶ Dunque ti dico, o savio e spuda senno

occhio sempr'è messaggio o lieto o torbo; ¶ e

è messaggio o lieto o torbo; ¶ e questo imprende

a lato spada, stocco o maccia, ¶ ma con le

stato ¶ sommerso in terra o 'n le maritime acque

La stella di Saturno o sia pianeta ¶ è quella

e madricai del Tamburino ¶ (o "merdagalli" gli appellàr alquanti

dinnanzi, or un Tedesco, ¶ o sia di Franza, Erasmo

la virtú dal vicio; ¶ o sante, o benedette, o

dal vicio; ¶ o sante, o benedette, o degne scorte

o sante, o benedette, o degne scorte ¶ a conoscer

hanno spade, brandi, mazze o stocchi; ¶ qual dà col

mostrò Rainer le piante. ¶ 39. ¶ - O belle prove - grida il

trovammo a lato mazza o brando. - ¶ 42. ¶ Mentre Bovo e

flagello ¶ di questo ritrovarmi, o cavalliero? ¶ Chi mi consiglia

costei? saria forse Costanza ¶ o pur di Namo la

d'arder mille Troie. ¶ 57. ¶ O misero chi segue la

luogo putrido e deforme. ¶ O misero chi darsi si

cani di cocina fora, ¶ o castigar un ostinato, quanto

mio gridar infermo, ¶ allenta, o Musa, il canto del

in mezzo a quatro o sei. ¶ S'io mangio

d'altre bestie entrato, ¶ o fa o finge far

bestie entrato, ¶ o fa o finge far del compagnone

Quivi usurari, preti, frati o schiavi ¶ non ponno far

s'arde e more. ¶ 18. ¶ O insidioso aspetto muliebre, ¶ quando

d'Elena, di Faustina o Deianira; ¶ e chi contempla

gli occhi gli occhi ¶ (o pensier dolce piú de

assotiglia ¶ prender il meglio o quel che meglio pare

non che la broda. ¶ 33. ¶ O misere dongielle, o stolte

broda. ¶ 33. ¶ O misere dongielle, o stolte madri, ¶ ch'avete

porta ben due fiate o tre; ¶ ode Frosina e

tal prova? ¶ 48. ¶ Non dubitate, o credula patrona, ¶ del vostro

fai, - tosto gli parla - o bel missere? ¶ Perché farti

che a lei venne. ¶ 58. ¶ - O sola, - Milon disse - o

O sola, - Milon disse - o sola quella, ¶ c'hai

Troia ¶ mentre che visse o qual vinse Acheloo; ¶ nasca

portò piena la panza. ¶ 66. ¶ O Ciel benigno, assai qui

l villano. ¶ QUINTO CAPITOLO ¶ 1. ¶ O donna mia, c'hai

fra le qual ninfe (o fate altri l'appella

man, s'una Sicambra ¶ o Mora fusse stata; ch

egli destrutto ¶ non resti o morto per affanno estremo

in fin al dente ¶ o fin al petto, e

un cervello; ¶ ma nulla o poco fa la sua

In quella istessa notte (o crudel rabbia!) ¶ cadde Milone

parea, ¶ ma Filide, Neera o Galatea. ¶ 49. ¶ Qui poi di

pur dove qualche poggio o via petrosa, ¶ per cui

pani ¶ fu di letame o d'asin o di

letame o d'asin o di bove, ¶ insurrexerunt totidem

non ha de campi o feudi redito, ¶ se non

ne la vostra ¶ presenzia, o miei patroni, ho qui

è chi lui conosca o che 'l dimande, ¶ e

saltella, ¶ fa nove miglia o dieci in men d

mosso non da Levante o da Volturno, ¶ ma del

mai seppe d'erbe o piante, ¶ non d'aconito

ruina non fia schermo. ¶ 27. ¶ O stelle, o punti, o

fia schermo. ¶ 27. ¶ O stelle, o punti, o troppo tardi

O stelle, o punti, o troppo tardi segni, ¶ che

detto ¶ era quel duca o conte calavrese) ¶ lassivamente Berta

evento ¶ fu di Milone o di quel mago Atlante

su per l'onde. ¶ - O sommo Dio, - parlava lagrimando

c'ho in ventre, o Padre Eterno, rassicura! ¶ 41. ¶ Da

grande vindemia de dinari; ¶ o co l'altare di

accolse; ¶ onde ne vegna o vada o che si

ne vegna o vada o che si sia, ¶ in

né passo per taverna o per botega ¶ che Plinio

qual durezza di monte o fin azzale ¶ porrà star

confido ¶ - disse - nel Ciel, o padre mio, ch'ancora

chiara di uovo sempre o qualche biacca. ¶ 22. ¶ Vive sett

ch'encontra egli tracanna, ¶ o sia ne' boschi o

o sia ne' boschi o sia ne la capanna

lattuca; ¶ beve di fonte, o fermo o corridore, ¶ né

di fonte, o fermo o corridore, ¶ né cessa ber

Orlando ¶ che non vada o ritorni al suo commando

chi l'ha rotta, o gamba o testa, ¶ e

ha rotta, o gamba o testa, ¶ e sempre piú

sempre de cani sente o pare ¶ sentir le voci

e chi mi rumpe o pur mi torze un

chiama in alta voce: - O gente bona, ¶ fatimi ben

per Dio, qualche minestra, ¶ o mi la trati giú

col bastone ¶ e dice: - O fra Sguarnazza, dammi un

piantat'ho il chiodo. ¶ 51. ¶ - O Iesú Cristo! - disse suspirando

gran prelato molto grasso, ¶ o fusse abbate o qualche

grasso, ¶ o fusse abbate o qualche altro vicaro: ¶ cascavali

piazza comparea di pesce o carne ¶ che 'l padre

peccato originali; ¶ 10. ¶ ma sempre o qualche lonza o scannatura

sempre o qualche lonza o scannatura ¶ o lombo o

qualche lonza o scannatura ¶ o lombo o testa o

o scannatura ¶ o lombo o testa o petto di

o lombo o testa o petto di vitello; ¶ poi

ascoltare. ¶ Nimis sollicita es, o Marta, Marta, ¶ circa substantiam

tal pastura ¶ mangiaron forse? o lecer con ragione ¶ quel

gir altrove per montagne o piani, ¶ un bastoncello, o

o piani, ¶ un bastoncello, o sia caval di legno

putte, cani e sparaveri. ¶ O stolti, pazzi, sciocchi e

aver lasciati a preti o frati! ¶ 31. ¶ Qual impietade usar

frati esser le fabe o giande. ¶ 33. ¶ Rispose alor l

pur s'in Scotto o san Tomaso ¶ lo coco

lui disse: - Volete ¶ cenar, o monsignor, che 'l rosto

retornaranno fabe e giande; ¶ o magnum tibi et durum

che, se né Sfinge o Edipo torna in terra

Miraris quod amem, puer o placidissime, te! Cur ¶ non

de la fede nostra o sia de la Sacra

de la Sacra Scrittura o de li relligiosi appaiono