Pietro Aretino, Angelica, 1535

mercé di cotali imagini; o, volendo vantarsi e meravigliarsi

lice ch'io scriva o ch'io favelle ¶ se

cielo empierà di maraviglia. ¶ 3 ¶ O de i gentili spirti

vorrai ¶ regger la terra o porre a l'acque

dice " che piú ami o segua ¶ donna che vive

ella fosse giamai bella o pudica. ¶ 18 ¶ L'ultimo a

erba giace ¶ disse ridendo: - O nobil saracino, ¶ voi riposate

nulla tema il preme o ingombra ¶ et il ferro

uno animo sí crudo? ¶ O nato de Lanfusa, ascolta

dí ch'incontrar lunge o presso ¶ ti facesse Medoro

di viola, ¶ che sole o pioggia affliga in loro

che il bel velo ¶ o tronco o sterpe fuggendo

bel velo ¶ o tronco o sterpe fuggendo le invola

su i fior Cupido o su per l'erba

nuvoletto alcun lo adombra o vela. ¶ 101 ¶ Poi nel serrar

ch'è in paradiso. ¶ 2 ¶ O beati color ch'hanno

ogni salma, ¶ né invidia o gelosia né avara sorte

le ginocchia e dire: ¶ - O magnanimo, sacro, invitto sire

i saluti gli favella: ¶ - O cavalier, per quel ch

scoprendo i membri dissi: " O ingrato, è questa ¶ l

alzando io la mano: " O Folle ", disse, ¶ " come ti

l'ombra di teatro o loggia: ¶ il fuoco è

ascolta ¶ e non piagne o sospira in luce tetra

di mia dolce madre: ¶ " O cielo, o abisso, che

dolce madre: ¶ " O cielo, o abisso, che puoi legge

mai a stagion buona o rea ¶ penetrando non vien

un rumor che direste, o cade il mondo, ¶ o

o cade il mondo, ¶ o il centro ha fin