Egisto Roggero, I racconti meravigliosi, 1901

Un lampo dei miei occhi forse gli rivelò l

guardarmi stranamente. I suoi occhi lampeggiavano. Sentii come un

e sbarrai tanto di occhi. ¶ — Cospetto! – gridai fra me

Difatti – se i miei occhi non mi avevano ingannato

addormentato. ¶ Questi aperse gli occhi. ¶ Il dottore gli fe

e distinta – alzò gli occhi al cielo, poi portò

nervosamente e ammiccando gli occhi inquieti e affondati di

Fa concorrenza ai tuoi occhi superbi, o mia bella

mi tenevano fitti gli occhi addosso. Speravano di farmi

mi fissavano con quegli occhi che mi trapanavano quasi

Il giovane, fregandosi gli occhi stanchi, stracciò la busta

subito appena gettati gli occhi su quelle piante. Un

staccar da esse gli occhi meravigliati.... ¶ Uno strano lezzo

me un momento gli occhi e parve alquanto contrariato

vivace, e i suoi occhi brillavano. ¶ Abituatomi alla scarsa

di me due grossi occhi lucenti, aperti, smisurati. ¶ Esso

strano vivente, i cui occhi aperti, scuri, lucentissimi non

emanava da que’ due occhi di fiore spaventoso, che

indietro. ¶ — Ha mossi gli occhi! – gridai impallidendo. ¶ Mastro Matteo

fece passare davanti agli occhi avidi e stupiti e

pallide, sparute, con gli occhi spenti sotto il livido

vino; scheletri viventi, tutti occhi lucidi e naso paonazzo

ancora indimenticabilmente chiudendo gli occhi: – una bizzarra creatura tremante

orecchie di fauno, dagli occhi di satiro lagrimosi e

giornali mi cadde sott’occhi il seguente articoletto, che

piuttosto magro. I suoi occhi – bellissimi e stranissimi occhi

occhi – bellissimi e stranissimi occhi – colpivano subito. Ardeva in

diversi era in quegli occhi indimenticabili. Calmo, tranquillo, sdegnoso

lui», era in quegli occhi. Talvolta, quando gli parlavate

così. Ma i suoi occhi non erano con voi

erano con voi: quegli occhi aperti, sbarrati – o ridenti

lontane tumultuavano in quegli occhi. Strane visioni dovevano in

dovevano ardere in essi. Occhi di allucinato, a volte

tratto davanti a’ suoi occhi lo specchio parve animarsi

animato. E davanti agli occhi dell’allucinato la sua

specchio?... ¶ Orazio Miralta, gli occhi sbarrati, le membra agitate

ardenti, ferivano i suoi occhi miti come la sua

un lampo ne’ suoi occhi. ¶ — Oh, mamma!... – mormorò. ¶ E

amara, quasi dolorosa. Gli occhi fondi avevano intorno una

Elisa pallida, rialzando gli occhi in volto al marito

cupa fiamma de’ suoi occhi febbrili si faceva d

nero rantolante – da’ cui occhi diabolici pieni d’odio

vittime sotto i miei occhi: dilaniava la pelle, squarciava

con que’ suoi larghi occhi ove una fiamma selvaggia

fatti innocui, i suoi occhi aveano perduto la fiera

Vidi accendersi ne’ suoi occhi – rapida e fulminea – l

il solo voltar degli occhi fa eseguire tutto ciò

proverai con i tuoi occhi, non solo, ma con

fissava con i grandi occhi lucenti. ¶ Mi avvicinai a

me. ¶ Sentii i suoi occhi posarsi con una strana

tenebre passò sui miei occhi. ¶ Mi parve che nella

dottore. ¶ — Eppure ho gli occhi aperti – mormorai, rabbrividendo mio

sempre sopra i miei occhi. ¶ Ad un tratto mi

voi diverrete cieco.... dagli occhi – mormorò egli – ma voi

prima – perfettamente cieco dagli occhi. ¶ Ma strano, meraviglioso, inaudito

quel momento. ¶ I miei occhi erano sbarrati nelle tenebre

nitidamente: ma non dagli occhi. ¶ La funzione visiva mi

l'uso de’ miei occhi io ero sbalordito. ¶ E

mandibole, di due enormi occhi lucidi e senza fiamma

molto. Chiudete pure gli occhi. ¶ Chiusi gli occhi e

gli occhi. ¶ Chiusi gli occhi e sentii il solito

al dottore, richiudendo gli occhi, come un bimbo. ¶ Ho

benda mi cade sugli occhi: sono cieco perfettamente. ¶ * ¶ * * ¶ Muto

cara donnina. I suoi occhi si erano fermati a

il volto sollevato, gli occhi aperti e vitrei, pareva

la mano. ¶ Alzò gli occhi turbati in volto al

gola recisa e gli occhi spalancati, davanti alla loro

là, davanti ai loro occhi, vivo, eterno, spaventoso. ¶ In

di lui i grandi occhi scuri. ¶ — Perchè dunque? – mormorò

tutto e abbassò gli occhi. ¶ E non disse altro

di donna, ora due occhi azzurro-chiaro, mentre tutto

alzò la testa: gli occhi arrossati e scintillanti pel

ancora. ¶ E alzati gli occhi sul freddo globo inconscio

guardandosi intorno con gli occhi incerti, confusa, nella poca

piena di vita, negli occhi corruscanti, nei capelli magnifici

Attilia cercando con gli occhi la porta per fuggire

vecchio violinista, alzando gli occhi per meglio respirare, scorse

sorsi. Alzò poi gli occhi al cielo: – Assassino! – gorgogliò

lodò, e alzò gli occhi al cielo soddisfatto; quindi

lasciato prendere dai suoi occhi ridenti e dalla sua

fiamme davanti ai suoi occhi. Che luce, che ardore

corpo di cartapecora!... ¶ Gli occhi vitrei, la bocca aperta

d’ombre; i miei occhi abituandosi alla poca luce

dalla pelle olivastra, dagli occhi obliqui – un’orientale, un

con gli strani obliqui occhi, poi mi disse: ¶ — Vi

la fronte nitida, gli occhi erano d’un verde

sopra di me gli occhi di smeraldo. La sua

momento: sollevare i maravigliosi occhi smeraldini e scorsi sgorgare

intenso che i miei occhi ne restaron per un

abbagliato. Quando alzai gli occhi la visione della Maga

sfilare davanti ai miei occhi stanchi e assonnati. ¶ Grandi

esse – risognai, chiudendo gli occhi, alcune delle vecchie e

come fascinato teneva gli occhi su quel feretro, intorno

lagrima spuntò da’ suoi occhi. ¶ Ah no!... egli era

che mi entrava negli occhi, nelle narici, nella gola

fulgore che acceca gli occhi. ¶ Intorno a me, dunque

professore con i piccoli occhi scintillanti, quasi a chiedergli

testa indietro e gli occhi fuori del balcone si

sue gotiche casucce. Gli occhi del professore correvano giù

su quelle rive, gli occhi del professore conoscevano bene

nebbia, mentre i suoi occhi, trasvolando sul velo luminoso

azzurro, davanti a’ suoi occhi gravi, al di là

Margarette. Hermann aguzzò gli occhi. Ed ecco in un

davvero!... Hermann chiude gli occhi per non vedere oltre

Quando Hermann riapre gli occhi per sincerarsi del dubbio

piccino che solo gli occhi pratici di Hermann possono

Hermann si stropicciò gli occhi e si guardò intorno

sorrise e stropicciandosi gli occhi mormorò, un po’ ridendo