Giacomo Leopardi, Canti, 1837

ria. ¶ Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive

attonito sembiante? ¶ Chi degli occhi il baleno? ¶ Qual può

onore ¶ Non sorser gli occhi tuoi; mercè, non danno

dono, ¶ Ch'abbella agli occhi tuoi quest'ermo lido

deserta notte ¶ Con gli occhi intenti il viator seguendo

il fato, ¶ Sembianze agli occhi miei; già non arride

ei travaglia! ¶ Che gli occhi al suol tuttora intenti

affannato e stanco ¶ Gli occhi al sonno chiudea, come

dolce imago, e gli occhi chiusi ¶ La contemplavan sotto

letto e, chiusi gli occhi, ¶ Strinsi il cor con

fea dimora. ¶ Né gli occhi ai noti studi io

impetro, ¶ Quando muti questi occhi all'altrui core, ¶ E

altro ¶ Non brillin gli occhi tuoi se non di

colei teneramente affissi ¶ Gli occhi negli occhi miei, già

affissi ¶ Gli occhi negli occhi miei, già scordi, o

mi disciolsi. Ella negli occhi ¶ Pur mi restava, e

rotto, ed a questi occhi ¶ Non altro convenia che

Più non vedrò quegli occhi, ¶ Né la tua voce

Vita, morte, sventura agli occhi tuoi, ¶ Fuggitivo Consalvo? Egli

al volto sbigottito, agli occhi, ¶ Ti fu: ma non

un paradiso ¶ Ai cangiati occhi miei. Fin la vecchiezza

sento, e dileguar dagli occhi ¶ Le dilettose immagini, che

Quando beltà splendea ¶ Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi

ti splendea, splendea negli occhi ¶ Quel confidente immaginar, quel

lontan sorrida ¶ Volge gli occhi bramoso il pellegrino; ¶ Tal

spero ¶ Altro che gli occhi tuoi veder più vago

primo effetto. ¶ Forse gli occhi spaura ¶ Allor questo deserto

alla luce omai ¶ Questi occhi tristi, o dell'età

contemplando i suoi begli occhi, ¶ Cupido ti seguii finch

cucchiai, viva rifulse ¶ Agli occhi miei la giornaliera luce

sollevar s'ardisce ¶ Gli occhi mortali incontra ¶ Al comun

E poi che gli occhi a quelle luci appunto

la fean batter gli occhi; ¶ E n'era il

e lassi ¶ Coprendo gli occhi, e stretti i panni