Vittorio Alfieri, Sofonisba, 1789

in mezzo ¶ Siface stassi; ogni fuggir gli è tolto

SCIPIONE, SIFACE ¶ Scipione ¶ Resti ogni uomo in disparte. All

infelice ¶ re fora insulto ogni corteggio mio. — ¶ Siface ove

cui novella ¶ piaga sarebbe ogni pietoso detto. ¶ Quind'io

in battaglia: ¶ arbitra d'ogni cosa or vuol fortuna

re tacitamente sempre ¶ da ogni libero popolo; qual ira

amistà, di pietà, d'ogni sublime ¶ umano affetto, al

gloria sordo il rende ogni altra ¶ sua passione. A

si den, cui tardo ogni rimedio è poscia. ¶ Di

dal tuo cor disgombro ¶ ogni sospetto fia. ¶ Sofonisba ¶ Né

quind'io, nemico d'ogni velo ed arte, ¶ tale

distrutta; ¶ rotto e disperso ogni guerriero avanzo ¶ del morto

ad un amante oltre ogni dire ardente, ¶ qual io

prima è questa ¶ d'ogni mio danno; e in

pur sola io posi ¶ ogni mio affetto. Non mi

crudo ¶ da tutta Italia ogni pietà sbandisca, ¶ non io

non pietà, destare. ¶ Scipione ¶ Ogni alma eccelsa, ¶ ch'abbia

la patria sta, sovra ogni cosa al mondo, ¶ fitta

mio, ben veggo, ¶ ad ogni mira tua solo e

non dubitarne, altri rimane. Ogni uomo ¶ il suo dover

fido ¶ Guludda, intanto ad ogni evento in pronto ¶ tieni

il solo usbergo ¶ d'ogni re, che nemico o

a ridestare in noi ¶ ogni alto senso, è troppa

che sottrarten voglio, ¶ ad ogni costo, io stesso. ¶ Sofonisba

alto dovere: ¶ ma, da ogni mal sottrarmi, in me

fra ceppi ¶ stolto fora ogni sdegno. A me davanti

spento non cado. Ad ogni costo ¶ salvare io voglio

rispetterà miei dritti: ad ogni guisa, ¶ mercé i ratti

Ambizion, vendetta, ¶ gelosa rabbia, ogni furor mio ceda ¶ al

Itene; e queta ¶ passi ogni cosa. ¶ SCENA II ¶ SCIPIONE

Ma omai, che speri? ¶ Ogni tua trama è a

l'han tratta, ¶ ch'ogni disegno tuo scoprir mi

di Roma agli occhi, ogni dover suo crudo ¶ ella

dolor... mi è tolta... ¶ ogni mia possa... Io... respirare