Giuseppe Parini, Il mezzogiorno, 1765

Perigliosa è la calma: oh quante volte ¶ Dall'immobile

riconforta allegra e abbella. ¶ Oh beati tra gli altri

beati tra gli altri, oh cari al cielo ¶ Viventi

gli altri, ¶ Brilli altramente. Oh come i varj ingegni

han pari le insegne. Oh come spesso ¶ La Dama

aperte ¶ Obliquamente il guarda! Oh come spesso ¶ Incauto amante

di ventre agita mole? ¶ Oh di mente acutissima dotate

Mamme del suo palato! oh da mortali ¶ Invidiabil anima

uopo ti par. Serbala, oh dio, ¶ Serbala ai cari

A lui primo concede. Oh lui beato, ¶ Che primo

preziosa ¶ Cura lo infiamma: “Oh depravati ingegni ¶ Degli artefici

dato ¶ A nobil mente? Oh letto, oh specchio, oh

nobil mente? Oh letto, oh specchio, oh mensa, ¶ Oh

Oh letto, oh specchio, oh mensa, ¶ Oh corso, oh

oh specchio, oh mensa, ¶ Oh corso, oh scena, oh

oh mensa, ¶ Oh corso, oh scena, oh feudi, oh

Oh corso, oh scena, oh feudi, oh sangue, oh

oh scena, oh feudi, oh sangue, oh avi, ¶ Che

oh feudi, oh sangue, oh avi, ¶ Che per voi

guardati, o Signor, guardati oh dio ¶ Dal tossico mortal

e quindi ¶ Pugnar contrarie. Oh cara a la Fortuna

nemico assalto ¶ Forte sostenga! Oh giocator felice ¶ Chi pria