Vittorio Alfieri, Merope, 1782

a che pur vivi? Omai più forse ¶ tu non

vecchiezza ¶ quale ho sostegno omai? Che giova un regno

debbo. ¶ Queta ogni cosa, omai Messenia tutta ¶ mi obbedisce

tempi adatta ¶ te stessa omai: ben lo puoi far

ti avanzi ¶ più nulla omai, se ingenuo parli, spera

pur troppo: ¶ né posso omai del mio destin dolermi

Null´altro io bramo. Omai per me che temo

qui di tal nome omai?... Chi sei, buon vecchio

in vita, ¶ se madre omai non sono? Or di

vita, ¶ che spenta è omai, me sciogli. Altro non

te non biasmo ¶ pietade omai: ma della madre or

il cielo ¶ sa perché omai l´accolgo. O amato

altra si debbe ¶ vittima omai. ¶ Merope ¶ Che parli? Andiam

già più mia rabbia omai: già già mi adira

e i figli, ¶ tutto omai ti perdono: unico al

figlio, ¶ non l´irritare omai. Chi sa, qual volge

dono; ¶ sol ch´ella omai la destra a me

della vittoria mia. — Merope, omai ¶ da te soltanto io

Al vincitore ¶ piega tu omai la invan superba fronte

insegnarti io posso. ¶ Soltanto omai, col prevenir sue voglie

io pera. ¶ Polifonte ¶ Merope, omai questo indugiar soverchio ¶ m