Vittorio Alfieri, Sofonisba, 1789

traggi? Or che più omai non debbo, ¶ né viver

Quind'io non altro omai farò, che trarti ¶ con

mia reggia, in Cirta, omai già forse ¶ dalle armi

stovvi ¶ non inutile arnese. Omai tu figlia ¶ più d

securo loco ¶ nel mondo omai non rimaneami nullo. ¶ Piacque

or mostrarti voglio. ¶ Sofonisba ¶ Omai secura ¶ nel tuo giurare

armi nostre, o Massinissa, omai ¶ fatto sei tu; di

mire ¶ il risorto Siface omai non fosse? ¶ Ah Massinissa

cor Siface; ¶ a lungo omai, son certo, all'onta

debellare affatto ¶ si debba omai; come possanza e lustro

No: dal tuo fianco omai ¶ non mi scompagno. ¶ Siface

tu mia sarai. Perigli omai, né danni, ¶ non conosco

merta ¶ nullo tuo sdegno omai. ¶ Siface ¶ D'un re

il dei, ¶ viver più omai: tu, di Siface moglie

da furie ben altre, omai tacerti ¶ il mio non

hai da ciò. — Ma omai, che speri? ¶ Ogni tua

tenda appresso ¶ vuol ella omai; d'Affrica intera agli

perpetua stanza ¶ fia questa omai: qui d'aspettarti io

a inutile rischio. È omai maturo ¶ il cader di

Massinissa, ¶ ti abborrisco se omai... ¶ Scipione ¶ Me sol, me

per te. ¶ Massinissa ¶ Lasciami omai: tu invano ¶ il furor