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Benvenuto Cellini, Vita di Benvenuto di Maestro Giovanni Cellini fiorentino, scritta, per lui medesimo, in Firenze, 1562

concordanze di «opere»

nautoretestoannoconcordanza
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esso lavoravo di molte opere belle e grande; e
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avendo da fare grande opere di bronzo, in un
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a Firenze. Ripreso nuove opere, mi venne voglia, finite
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e avendo finite l'opere mia cominciate, volevo essere
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ferri per quelle tale opere, che lui aveva visto
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da loro innelle mie opere quanto e' potettono mi
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che io ebbi moltissime opere da questo vescovo, e
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qual casa era molte opere bellissime di pittura di
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ma che di quelle opere che io facevo, non
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e che in esse opere tali era non manco
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alla fine di tale opere si vedrebbe chi di
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dar fine alle cominciate opere; in modo che in
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dette da fare altre opere belle e buone. In
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da fare molte grande opere; al quale io dissi
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io li feci molte opere. Una infra le altre
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ben cognobbi le maravigliosissime opere sue; le quali in
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aùto molto onore nelle opere mie. Questo non praticava
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quante erano le molte opere, che a diverse sorte
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riusciva, ne feci parecchi opere. Queste tali opere erano
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parecchi opere. Queste tali opere erano molto più belle
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nella berretta. Di queste opere io ne feci assai
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lo aggiugnere appresso alle opere di un così gran
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contentavo, perché desideravo fare opere d'altra virtù che
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già maestro di levare opere a' tessitori di drappi
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mi messi a lavorare opere tutte da guadagnare e
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aveva da fare alcune opere d'importanza, le quali
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di molto valore d'opere e di gioie, d
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tali occasioni de l'opere della carne egli alcune
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si affatica ne l'opere virtuose; e perché, come
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bene, e finisca l'opere mie -. L'altra sera
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fussi tenuto a lavorare opere cotali -. Maggiormente alzato la
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farò vedere delle maravigliose opere sue, e lui con
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sono certissimo che le opere di questo Tobbia vi
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e verravi fatto dua opere in un medesimo tempo
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meco, e biasimava l'opere di colui, e chi
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che fanno le belle opere e buone, si cognoscono
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domandato per fare alcune opere d'oro, le quali
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io gli facessi certe opere; per questo andrei a
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ancora dell'altre belle opere -. Poi si volse a
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ben pagato. Delle quale opere in poco più di
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fatte e facevo alcune opere, di modo che gli
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aveva aiutato finir quelle opere del Papa, a questo
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tanto male de l'opere di Raffaello da Urbino
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a baiuccole di nostre opere -. Allora io dissi, che
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ragionerebbe di alcune belle opere, che Sua Maestà aveva
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io presi di molte opere da diversi signori, e
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nostro duca Cosimo. Queste opere erano molto vicine alla
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innanzi giorno in sull'opere della sopra ditta isposa
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il lavorare quelle tale opere; e solo mi lavoravo
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dicevano tutte le buone opere che faceva per me
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che avevo innanzi molte opere d'oro con gioie
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disse - tu dispregi l'opere sue, volendole guastare? Làsciati
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Roma, per ricominciare le opere mie. Giunti che noi
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giovani in su dette opere. Veniva il Cardinale ogni
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mi abbundava di nuove opere; e mi dette a
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gloria grandissima che l'opere mie sieno di tanto
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veduto tutte le miglior opere e dai miglior maestri
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con quel poco dell'opere il Re s'era
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di fare certe grandissime opere, che lui aveva in
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animo di fare molte opere grande, e che presto
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vi paga tutte l'opere che voi gli farete
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proposito per far tale opere, perché me la farebbe
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fare in esso tali opere; el ditto luogo si
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lavorassi, né manco l'opere non sarebbono di quella
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sadisfatto il Re delle opere mie, se ne tornò
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di queste cotale grande opere, io vorrei sapere quando
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sottilmente la fine dell'opere, non ne comincerebbe mai
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mostrando che quelle cotali opere non fussino materia da
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molte grande e meravigliose opere. - E io lo credo
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quella con l'altre opere facevo tirare innanzi. Di
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a perder così bell'opere. Fattolo intendere al Re
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mane le sopra ditte opere, cioè il Giove d
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di bronzo, sollecitamente innesse opere si lavorava. Ancora detti
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avevo fatto di molte opere. Tornando al mio gran
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innanzi benissimo queste sue opere, in questo tempo lui
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si maravigliò delle tante opere che io avevo innanzi
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Veduto il Re tante opere innanzi, disse a madama
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essere tutto intento all'opere; e' bisogna fargli qualche
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gran sollecitudine intorno all'opere mie cominciate, e di
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e tornai alle mie opere. ¶ XXIII. ¶ Volse la mia
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avessi mostro le belle opere sue, m'arebbe dato
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e delle mie grande opere fattegli. ¶ XXV. ¶ Avevo in
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potrebbono finire tante grande opere, quante questo valente uomo
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e lui e l'opere -. Queste con molt'altre
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io potessi finire quell'opere cominciate, perché presto le
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Consideriamo bene le grande opere, che son qui cominciate
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uomo dabbene, fanno le opere loro che per quelle
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io gli facessi dell'opere che stessin bene; e
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dappoi veduto quelle meravigliose opere, allora saprebbe ragionare dell
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cercando di svilire l'opere mie facendosi formatore di
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cognobbi. ¶ XXXVIII. ¶ Sollecitavo l'opere mie, e l'avevo
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e trovato quelle tante opere innanzi, tale che gli
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sattisfece tanto le ditte opere quanto desiderar possa uno
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erano diverse sorte d'opere, e cominciando alle cose
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mostrai molta quantità d'opere di bronzo, le quali
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menai a vedere altre opere d'argento e d
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altri modegli per inventare opere nuove. Di poi all
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d'altra valuta d'opere, infino a tanto che
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tutte le sopra ditte opere antiche, fatte di bronzo
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non tanto che l'opere sue restino al paragone
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per le sue buone opere, per essere uomo di
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a gettare queste grande opere. Quanto alle base, io
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che vostra Maestà alle opere mie aveva destinato, solo
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licenzia, che, dipoi l'opere commessemi da Sua Maestà
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domandò di tutte l'opere che io aveva fatte
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finite quelle tante grand'opere che io avevo cominciate
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Duchessa mi dimandorno dell'opere che io avevo fatte
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fare le più mirabile opere che ad altro artefice
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resterai maravigliato, purché l'opere tue mi piacciano; della
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in piazza sono l'opere del gran Donatello e
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gli dissi che l'opere mie deciderebbono quella quistione
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bisogno in queste mia opere, io non arei aùto
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in voler fare delle opere e sì nel dar
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io riesca con l'opere mie a quanto io
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e da lavorarvi l'opere di terra e di
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che egli vedessi l'opere mie, avevo portato di
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attanto che con l'opere e con le mie
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mi promettevo che le opere mie sarebbono molto più
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da poi vedute l'opere mie, e rimesso tutto
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non arei finito l'opere mia in cento anni
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narrai tritamente tutte l'opere che io avevo fatte
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erano ispesi in dette opere, i quali tutti s
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borsa, e che delle opere mie finite io non
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nulla altro delle mie opere, che certi salari ordinatimi
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vedendomi lavorare quelle grand'opere. E sì come io
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figliuole, e ripreso l'opere mie, con quanta sollecitudine
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aveva fatto le sue opere di bronzo, quale aveva
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vedevo condotte le sue opere. Così, come io dico
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non aveva mai veduto opere di mia mano di
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e per questo le opere loro sono tutte piene
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sia come sono le opere -. Or, veduto quei visi
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le grandi e difficilissime opere che io ho fatte
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feci tanta quantità di opere in così breve tempo
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sotto le dette belle opere, di sorte che, per
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infra queste tante belle opere si farebbe un grande
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maggior parte di quelle opere che lor facevano si
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servirla; e perché queste opere, che mi ha ordinato
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bene che queste tue opere nonnabbino mai fine -. O
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quale egli allegò delle opere d'Andrea del Verocchio
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e allegò molte altre opere, insino al mirabil Davitte
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di tutte le mie opere, di sorte che ogni
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quegli sarebbono due grande opere e sarebbono gloria di
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una delle più faticose opere che mai si sia
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come io avevo grande opere alle mane. Per la
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una delle più difficile opere che mai per altri