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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Oriana Fallaci, Penelope alla guerra, 1962

concordanze di «ora»

nautoretestoannoconcordanza
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e ogni quarto d’ora suonava col verso della
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voglia, ti sposerò. Ma ora parto. E parto volentieri
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Giovanna. Ci vuole mezz’ora per raggiungere l’aeroporto
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colpa mia se mezz’ora con un contadino di
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stare più di mezz’ora.» ¶ «Di male in peggio
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aereo decolla tra mezz’ora. Prego, il passaporto è
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cosa mi riguarda: per ora stia lì a rodersi
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già uno di loro ora che, ritta dinanzi alla
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si inventavano a casa, ora si manda qualcuno nel
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e richiede un miracolo. Ora non dirmi che ti
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Va bene, verrò.» ¶ «Perfetto. Ora telefono a Bill e
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ciò che desidera. D’ora innanzi, verrà a lavorare
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possa fare per lei. Ora torniamo nel mio ufficio
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scrutò con maggiore attenzione. ¶ «Ora eccoci al punto. Hollywood
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e di quel cervello. Ora risponda.» ¶ Stavolta Giovanna si
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Va meglio, grazie» mentì. ¶ «Ora voglio presentarti il signor
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misteriosa presenza cresceva, cresceva. Ora le mani di Giovanna
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le facevano male ed ora le faceva male anche
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un misterioso malanno. D’ora in poi, s’impose
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degli occhi. Gli occhi, ora lo ricordava, erano azzurri
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uno che canta, e ora diceva «Incredibile, davvero incredibile
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tu?» ¶ «No. Vivo sola.» Ora il terrore lasciava posto
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rammentava pallide, lisce, ed ora apparivano scure, nodose. ¶ «Faccio
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lì a dir loro: «Ora basta, bambini». I semafori
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le più belle, ed ora le spolverava un profumo
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un profumo di alghe, ora si alzava un sublime
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signora diventava vicina, vicina, ora era addosso e Giovanna
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ruppe l’aeroplano.» ¶ Ed ora giù, un’altra sibilante
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non te ne importa. Ora via, su un altro
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Porta bene, good luck.» ¶ «Ora facciamo la fotografia.» ¶ Sedettero
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ci piace di più. ¶ «Ora chiediamo il futuro alla
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stupore di lei. ¶ «E ora dove andiamo?» ¶ «A Radio
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di John Wayne che ora scendeva da cavallo e
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cordiali. Il negro era ora a due passi, un
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che desiderava, e che ora la conduceva con un
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taxi verso Washington Square, ora si fermava con lei
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avuto addirittura terrore. Pensavo: ora la mangiano. Dio! Ora
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ora la mangiano. Dio! Ora la mangiano.» ¶ Giovanna posò
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è un po’ tardi. Ora ti riaccompagno in albergo
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buon programma a quest’ora. Ma sì, forse hai
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film di terz’ordine. Ora Richard aveva spento la
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là in fondo: insistente ora come un male di
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una domanda angosciosa: “E ora che fo?”. ¶ «Ora nulla
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E ora che fo?”. ¶ «Ora nulla» disse a voce
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due. Uno, due. Ecco, ora si fermavano ma presto
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tramonto, quando veniva l’ora di tornare a casa
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È morto, mammy!» «Ed ora che tuo padre ci
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aveva perfino dormito: mezz’ora, nascosto in un buco
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Ma al suo posto, ora, era Bill. Ed a
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molto di più. Ed ora io parto: questo incontro
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dallo sgabello. ¶ «Scusami, Bill. Ora devo rientrare.» ¶ «Capisco, finiamo
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vedo, mio caro. Rilassati, ora.» ¶ Malgrado la faccia infastidita
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infastidendo. Vorrei pregarti, d’ora innanzi, di occuparti delle
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secco il ricevitore e ora si sentiva come la
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sua voce stentorea che ora diceva: «Sorry, ho fatto
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incominciato?». Nient’altro. Ed ora la spingeva nell’atrio
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la spingeva nell’atrio, ora porgeva i biglietti a
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non fosse avvenuto ed ora si ritrovassero estranei. L
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prigioniero un nemico ma ora deve portarselo dietro, nutrirlo
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facevano che ripeterselo, ed ora si abbracciavano con trasporto
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del Village. A quest’ora, invece, vi si muovevano
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e scrive pel cinema. Ora scusami: ho daffare.» ¶ Bevve
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fermò. «Lascia perdere Bill, ora. L’incontro con una
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lo champagne. ¶ «A quest’ora, Martine! Non sarebbe meglio
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è nessuno a quest’ora… Non sarebbe corretto.» ¶ «Che
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in casa, a quell’ora. Passerò io da te
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Dio, sembran dire: ed ora che mangio? Mi sento
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si abbottonava la camicia. Ora la infilava dentro i
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penso a un angelo. Ora dimmi, Giò: può un
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invidia perché a quest’ora egli si trovava a
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Pel gran ridere.» ¶ Ed ora le quattro scarpine di
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stava per dire. ¶ «D’ora innanzi lavorerò.» ¶ «Scusa, Martine
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Hai capito benissimo. D’ora innanzi lavorerò. Oh, lo
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alle nove.» ¶ «Bene, d’ora innanzi accadrà. E quel
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alzata alle nove…» ¶ «Martine, ora non dirmi che l
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petit chou, niente interrogatori. Ora faccio un bel bagno
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Ci vorrà almeno mezz’ora per arrivarci». ¶ La voce
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ministressa di Dio disse: «Ora conoscete la strada. Tornate
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e Giovanna guardava allibita ora l’uno e ora
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ora l’uno e ora l’altro. Poi il
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E la colpa, concludeva ora Giovanna, era tutta di
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aveva telefonato di buon’ora, quella mattina, e poiché
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pupille fino a mezz’ora fa! Come osi impormi
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addormentò. ¶ Ci volle un’ora di noia per giungere
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ti ho detto. Ecco, ora. Guarda!». ¶ Non vide nulla
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solo il rumore, apocalittico ora come un esplodere perpetuo
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Canada solo mezza cascata, ora andavano in Canada. E
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dalla parte dell’acqua. Ora stava coi piedi sul
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anche l’altra. Ecco, ora mi butto. Ancora un
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radio ti dice l’ora esatta e il minuto
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America vogliono. E piangi.» ¶ Ora Giovanna taceva. Richard aveva
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scatole a Richard ed ora le rompi anche a
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questo braccio ti tengo. Ora andiamo a bere un
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al Signore. A che ora torni?» ¶ «Non torno. Richard
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accanto a lei ed ora le sue pupille avevano
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centimetri di diametro: che ora viaggiava migliaia di miglia
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per trattenerli. L’indifferenza, ora, sembrava gelarlo. E di
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posto di Richard ed ora dormiva nel medesimo letto
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questa stagione dell’umanità?» ¶ Ora l’automobile rossa correva
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a New York.» ¶ «Pazienza. Ora ci siamo.» ¶ «Vado a
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sostiene che a quest’ora lo sputnik dovrebbe passare
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te ne innamori: ed ora accetti di incontrare sua
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anni a capirlo ma ora, perdio, l’ho capito
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stava svolgendo a quell’ora tra Richard e Florence
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era sudore. Il sudore ora le appiccicava i vestiti
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e Richard, dividendoli, ed ora, abbandonata sul petto del
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alla morte. ¶ I giorni, ora che Richard era nuovamente
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lo reggevano e dondolava ora avanti ora indietro come
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e dondolava ora avanti ora indietro come una lama
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Ti ho fatto entrare. Ora dimmi cosa vuoi.» ¶ Senza
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strappata del libro giaceva ora sulle ginocchia di Giovanna
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le cose.» ¶ «Lo so.» ¶ «Ora non mi rendo più
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fino a casa ed ora egli ti invoca col
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Martine che vuole. Ed ora non so cosa darei
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piaciuto diventar vecchio: ma ora mi piace meno che
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quello che sono: ma ora mi piace meno che
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Un ventino. Un ventino.» ¶ Ora i vagabondi che le
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la manica erano due. Ora tre. Ora quattro, cinque
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erano due. Ora tre. Ora quattro, cinque. Ora erano
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tre. Ora quattro, cinque. Ora erano un grappolo, tanti
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nemmeno più a Bill, ora, né a Richard. Pensava
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tanto: poteva aspettare un’ora di più. Sbadigliò: non
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un panorama senza confini. Ora invece il suo mondo
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rumore, nel sonno, ed ora gli sembrava di sentire
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amarla, a desiderarla. Ed ora egli era qui, in
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aspettare. Aspettò ancora un’ora, due ore, tre ore
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testa a Martine che ora si lamentava, ora la
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che ora si lamentava, ora la rimproverava, ora la
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lamentava, ora la rimproverava, ora la supplicava di ripensarci
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sempre piaciuta pochissimo. Ma ora mi chiedo: è umano
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hanno amato qualcuno ed ora non lo amano più
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poco le sei: l’ora in cui, quella prima
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Ci giunsero con mezz’ora di anticipo. Ma solo
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sempre di più ed ora era quasi un chicco
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spazio che non conta. Ora l’aereo si abbassava
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era spiaccicata, gialla, tapina! Ora l’aereo sfiorava la
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di cui aveva fame, ora, con la stessa violenza
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Richard e Bill. Ma ora, concluse, tutto questo era
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tu non volevi me. Ora tu vuoi me ed
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come ricevere un fiore. Ora vorrei che tu non
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io li faccio sposare. Ora vediamo: se mi alzo