Tomaso Monicelli, Il viaggio di Ulisse, 1915

fiorita di meravigliosi fiori, ospite gentile di un popolo

aspettarono il ritorno dell'ospite Ciclòpe. ¶ L'orco Polifemo

sorso solo. ¶ «Che delizia, ospite caro!» seguitò Polifemo, schioccando

meraviglioso vino. ¶ «Grazie, mio ospite bello, – bofonchiò infine il

prese congedo dal dolcissimo ospite. ¶ «Ospite caro, – disse: – a

congedo dal dolcissimo ospite. ¶ «Ospite caro, – disse: – a me

addio». ¶ Eolo rispose: ¶ «Torna, ospite illustre, alle tue case

così dolcemente deve essere ospite buona. Non abbiamo niente

ringraziando la bontà dell'ospite donatrice. ¶ «Grazie, illustre Circe

bel sorriso incantatore. ¶ «Entra, ospite nuovo» parlò, e la

sarai accolto come l'ospite illustre che sei». ¶ Risalì

si volse a Ulisse: «Ospite!» disse. «Chiunque tu sia

volse ancora la parola. ¶ «Ospite, – richiese – chi sei tu

patria». ¶ «Te lo prometto, Ospite» gridò alto Alcinoo. «Promessa

di grande onore all'Ospite che si era svelato

il suo antico padrone. ¶ «Ospite mendico, – gli disse – entra

e, sospirando, gli diceva: «Ospite mendico, tu guardi le

sta tessendo. E sai, ospite, come ella fa a

venuta la sera. ¶ «Dormiamo, ospite mendico, – consigliò Eumèo. – Distenditi

in casa. ¶ «Dove vai, ospite mendico?» domandò il servo

contro la sorte maligna. Ospite mendico, rimani nella mia

servo è stato un ospite buono. E io lo

Sagge parole tu dici, ospite mendico – fece Telemaco. – ma

un grido di stupore. ¶ «Ospite mendico: – disse – tu ti

tu esci con quest'ospite mendico e accompagnalo alla

vecchio mendico forestiero è ospite della reggia, lo fa