Giacomo Leopardi, Canti, 1837

sul colle d'Antela, ove morendo ¶ Si sottrasse da

consiglio ¶ Non è ch'ove più lento ¶ E grave

appare. ¶ Nostri sogni leggiadri ove son giti ¶ Dell'ignoto

nel pensier mi fingo; ove per poco ¶ Il cor

Sarà per queste piagge, ove non altro ¶ Che lieti

quello ¶ Tenea dell'infelice, ove l'estrema ¶ Lacrima rilucea

scuoti, ¶ O ne' campi ove splenda ¶ Più vago il

india. ¶ Per le valli, ove suona ¶ Del faticoso agricoltore

e le sudate carte, ¶ Ove il tempo mio primo

finestre ¶ Di questo albergo ove abitai fanciullo, ¶ E delle

il raggio, ¶ È deserta. Ove sei, che più non

vita a voi? dimmi: ove tende ¶ Questo vagar mio

perigliar fu pronto: ¶ Ch'ove tu porgi aita, ¶ Amor

Misera onde si volga, ove ricorra, ¶ Questa sensibil prole

amorosa mano, ¶ Che spesso, ove fu porta, ¶ Sentì gelida

meno ¶ Le lontane speranze, ¶ Ove s'appoggia la mortal

gli eterni ¶ La vecchiezza, ove fosse ¶ Incolume il desio

che non superbe fole, ¶ Ove fondata probità del volgo

pur, ma questo ¶ Globo ove l'uomo è nulla

per le rotte ¶ Case, ove i parti il pipistrello