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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Lettere d'una viaggiatrice, 1908

concordanze di «ove»

nautoretestoannoconcordanza
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1908
stessa linea di muro, ove vi sia un libro
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1908
catene: con impetuosa gioia, ove trionfa la ferocia della
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caratteristiche seduzioni dei paesi ove nacquero, donde vennero: il
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taciturna e pensosa visione, ove Roma s’infiamma di
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fermarsi alle belle vetrine ove l’arte antica e
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della Trinità, la scala ove ascendono tutti i desiderii
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vento, verso Cecilia Metella, ove è l’appuntamento di
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busso, nelle piccole case ove giovani artisti sognano e
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lassù di villa Pamphily, ove l’occhio si spazia
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che è una città, ove un gracile vecchio, vestito
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grande stendardo di amoerro, ove è lo stemma, talvolta
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il grande antenato e ove è il Crocifisso, immenso
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Toscana e di Umbria ove ride, sempre, la tenue
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vie bruciate dal sole, ove rari passanti appaiono, accasciati
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poche carrozze da nolo ove un cocchiere sonnecchia sulla
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tragica nelle piazze larghissime, ove niuno si aggira, innanzi
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anima, che sono sorte, ove erano i rosai e
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dadi, ancora dei dadi, ove la gente si ammassa
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la gente si ammassa, ove non respira, ove muore
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ammassa, ove non respira, ove muore di caldo e
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muore di caldo e ove maledice il suo destino
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lasciare questa terza Roma, ove è venuta superbamente, per
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Firenze! In una reggia ove era ed è impossibile
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ponti, sotto gli archi ove cento figure diverse sono
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voi che nel paese ove le più arcane figure
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un’anima tutta nuova, ove nessuna eredità di gusto
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segrete influenze può manifestarsi, ove nessuna sovrapposizione di studii
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a questo sacro altare ove, in un mistico coro
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un paese del mondo ove tutto fosse dolce ai
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fosse dolce ai sensi, ove tutto cullasse chetamente l
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anima e le fibre, ove infine regnasse quel solenne
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bagnano nelle acque oscure, ove le grandi lampade elettriche
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multicoltori delle grandi barche ove si suona e si
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diradare le belle tenebre ove le chiese e i
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agli scalini dell’albergo, ove fiotta appena l’acqua
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altre verande, dalle loggie, ove ascoltano altri. Più lontano
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in quella mirabile città, ove ogni linea dei suoi
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in quella stupenda città, ove a ogni mutamento di
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basse come in quelle ove il cielo sembra una
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moderna in quel paese ove, dalle antiche sale degli
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di certe grandi epoche, ove lo spirito umano cerca
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alla linea di orizzonte ove il Lido vi chiama
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sale, in questa folla ove ogni ceto accorre, dai
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dai forestieri agli indigeni, ove ogni età e ogni
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rappresentata, in questa folla ove sono le persone che
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piace, in un paese, ove basta che il sole
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singolarissime opere di arte, ove, spesso, la bruttezza, la
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moderne. Nei paesi nordici ove la immaginazione ha una
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come nei paesi meridionali ove la vita tutta si
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noi dei volti muliebri ove, volta a volta, vive
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fra ciglio e ciglio, ove le labbra suggellate si
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del più invincibile silenzio, ove la tenuità delle linee
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di un’ombra fosca, ove i loro occhi bruciano
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dai volti singolarmente mobili, ove il mistero dell’anima
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dei paesi più lontani, ove non andremo giammai, questi
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di persone, la vaporosità ove ogni artista ama di
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snello, dalla fine carnagione ove corre un sangue generoso
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vi è quest’uomo ove son riunite tutte le
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divotamente a un portone, ove una buona donna che
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apposta, qui, per inginocchiarsi ove Romeo cercò di rianimare
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profondi, fra le balze ove salta il camoscio, fra
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della villa, sulla veranda, ove noi li aspettavamo, muti
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i tedeschi adorano Sanremo, ove si svolse la tragedia
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il piccolo appartamento separato, ove ella trascorre la sua
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solo e i fazzoletti ove tutte le corone della
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quelle regioni d’Oriente ove le anime alte si
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Gesvres, la spettrale Senna ove stanno immobili barconi, e
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larga strada, in mezzo, ove ogni genere di veicolo
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vera ora del boulevards, ove la vita di Parigi
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depongono sulla barella-carroccio ove deve essere esposto al
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certi piatti tradizionali francesi, ove si va per mangiare
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è un vero bosco, ove, nelle ore successive, mutano
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le sue vie secondarie ove spariscono le carrozze che
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le sue mille viuzze ove si calpestano le foglie
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delizioso bosco di Boulogne, ove ogni alito della verde
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quadro bizzarro e suggestivo, ove la politica si fa
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1908
obliando la sua essenza, ove la mondanità partecipa alla
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d’Italia, altre giornate ove parve a me, parve
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Dalle erbe dei prati ove si erano sedute, si
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una sua bizzarra nenia, ove freme una ingenua e
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parla di un paese ove fiorisce l’arancio, di
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di un lago incantato, ove corrono mille schifi leggieri
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di un magnifico edifizio ove persino le bianche statue
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viaggiatori, in sleeping-cars, ove si soffoca di caldo
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silvestri, le vaste praterie ove s’immergeranno i vostri
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andate, andate, nei prati ove le genziane ammiccano con
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loro delicate tinte violette, ove ride la vainiglia delle
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la vainiglia delle Alpi, ove il timo esala fragranze
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timo esala fragranze delicate, ove il fieno è stato
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sino a un punto ove potessero tornare alle loro
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profonde e di rugiade, ove le innocenti mani colgono
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con frasi brevi, sagaci, ove non manca la poesia
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solo con un sogno, ove tutto è estremo periglio
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andando al capoluogo lontanissimo, ove si dice messa, ogni
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comunicazioni col Signore. ¶ * ¶ Ma ove il cuore trafitto ed
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di un paesaggio maestoso, ove non sono né villaggi
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vuoti e muti, ma ove è presente il Signore
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spalle del bianco santuario, ove Maria Vergine prende il
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montagne, smarriti sulle altezze ove niuno può riconoscere sentiero
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niuno può riconoscere sentiero, ove tutto diventa periglio, il
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sino a un punto ove potessero tornare alle loro
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sono anfrattuosita di terreni, ove restano dei nevai, intatti
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treno diretto, per andarsene ove egli vuole, a Torino
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sceglievano i passi alpini, ove la via è per
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paese, all’altro alberghetto, ove dovete pranzare e dormire
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verso le alte valli ove vissi, con profonda ed