Vittorio Alfieri, Antigone, 1783

tuo; l'urna del padre! — ¶ Ma dove, incauta, il

morto, né vivo, cieco padre. ¶ Per lui sofferta ho

misero! egli, in somma, ¶ padre è del nostro Polinice

che, lungi appena il padre, ¶ degli insepolti la inaudita

nulla ho che il padre al mondo, ei mi

mendico, ¶ non colpevole, il padre: il ciel più mite

fa' lieto il disperato padre, ¶ che nulla sa di

Adrasto; ei gli fia padre. Al pianto ¶ il crescerei

trono ¶ vedi il tuo padre; e tuo retaggio farsi

che svenansi; fratelli ¶ del padre lor; figli d'incesta

a regnar salisti. ¶ Ahi padre! esser puoi lieto? ¶ Creonte

lo sdegno ¶ bensì temer, padre, n'è d'uopo

Emone ¶ Oh ciel! del padre, del fratel pietade ¶ vuoi

pretesto, ¶ nel torle il padre. Esuli uniti entrambi, ¶ potean

in Tebe ¶ dell'esul padre, e del rapito trono

forse ¶ farti al tuo padre, innanzi tempo, ingrato? — ¶ Ma

sua virtude. ¶ Emone ¶ Ah! padre, ¶ lo sdegno tuo rattempra

Oh! di un tal padre ¶ non degno figlio tu

a morte infame?... Oh padre! ¶ nol credo io, no

morte, ¶ fratelli abbominevoli del padre, ¶ mestier non eran tradimenti

d'infame prole. ¶ Emone ¶ Padre, a te chieggo pria

io ti scongiuro, o padre, ¶ di usar pietade. A

tu, di me sei padre?... ¶ Creonte ¶ Ingrato figlio;... o

crederti a me giova: ¶ padre ti sono: e se

non vuoi. — Se al padre ¶ qual figlio il dee

parli. ¶ Emone ¶ Misero me!... Padre, .. perdona;... ascolta;... — ¶ oh ciel

Creonte ¶ Iniquo figlio!... Il padre ¶ ami così? ¶ Emone ¶ T

se tu costretto, o padre, ¶ non mi v'avessi

sublimi doti; ammirator tu, padre, ¶ sì, ne saresti al

ardia sol ella. ¶ Il padre cieco, da tutti diserto

il potesse? A un padre, ¶ che tanto t'ama

io stimi: ¶ amor di padre, più che amor del

Emone ¶ Questi m'è padre: ¶ se a lui favelli

me. ¶ Antigone ¶ Ti è padre; ed altro ¶ pregio ei

Il dì, che il padre ¶ toglievi a me, ti

io viva, ¶ rendimi il padre. ¶ Creonte ¶ Il trono; e

più, che il proprio padre, assai. ¶ Antigone ¶ Se non

lei: ¶ giusto in te, padre, anco è lo sdegno

core, ¶ coll'insultarmi il padre. ¶ Creonte ¶ Ancor del tutto

io t'otterrò dal padre. Intanto, lice ¶ tutto aspettar

riveder fors'anco ¶ il padre, e a lui forse

oh!) che diria? Quel padre, ¶ che del più viver

l'orribile novella. ¶ Misero padre! il so, pur troppo

Si tenti ultima prova. ¶ Padre inuman, re sanguinario, udrai

che trami? ¶ ribelle al padre tuo?... Sì orribil taccia

son io?... ¶ Emone ¶ Deh padre!... ¶ così tu m'ami

è lieve ¶ promettitor Tesèo. — Padre, previeni ¶ l'ire sue

egli sia, t'è padre. A fera morte ¶ già

te giovare... Un infelice padre ¶ di me farai; null

cale ¶ di re, di padre, d'uomo, ogni più

del figlio contro al padre!... ¶ Emone ¶ Or me si

tua... Son sempre io padre ¶ di tal, che omai

io vo', perché il padre infelice ¶ dura per lui

tu dunque a scellerato padre. ¶ Creonte ¶ Il suo furor

voglio ¶ in Argo al padre: inaspettato il dono, ¶ gli

cadente, ¶ ti rimenino al padre in Argo l'ombre

Creonte ¶ La patria, il padre, ¶ il pargoletto tuo, veder

forza in Argo, al padre. ¶ Antigone ¶ Respiro. ¶ Argia ¶ A

Argo ratta; al desolato padre ¶ reca quest'urna... Ah

fai? ¶ Emone ¶ Che figlio? ¶ Padre non ho. D'un

Creonte ¶ Contro al tuo padre,... ¶ contra il tuo re

tuo, pur caro al padre! — ¶ Ma di': che cerchi

don la mando al padre: ¶ e a ciò finor

ti aspetto, io vilipeso padre, ¶ qui fra tuoi forti

figlio in vita... ¶ tu, padre a me,... mai non