Vittorio Alfieri, Filippo, 1783

duro cielo, e non per anche ¶ corrotta il core

corte austera ¶ gli usi, per me novelli, ancor di

ti son: se osassi ¶ per l´innocente figlio al

anco abbandona; e fia ¶ per poco... ¶ Carlo ¶ Oh cielo

vista!... ¶ Finché qui stai, per te pur troppo io

Or di´; qual debbo ¶ per te affrontar periglio? ov

primo, ¶ io gliel dirò per te... ¶ Carlo ¶ Perez, che

oggi. ¶ Filippo ¶ A te per or fia lieve ¶ ciò

indagator tuo sguardo; ¶ quello, per cui nel più segreto

io volli appieno. Ma, per mia sventura, ¶ giunto è

certo men fanno. Ah! per te stessa il pensa

dritto omai si aspetti, ¶ per me tu il di

sempre amica, ¶ teco ei per certo altier non fia

Amor,... che poco ¶ hai per la patria tua, nulla

fosse il ferreo regnar, per cui tanti anni ¶ gemono

sola io ´l deggio. ¶ Per te il mio sdegno

or debbo, ¶ e tu per me, donna, ottenerlo, ah

fin grazia del padre. ¶ Per quanto io vaglio appresso

appresso lui, ti accerta, ¶ per te sempre parlai; più

affetti: il ver rifulga ¶ per loro mezzo; e sol

tregua ¶ non ch´io per voi ponga il mio

Filippo ¶ Il sei, fellon, per mia ¶ sventura ed onta

Il tuo regnar, giorno per giorno, in note ¶ atre

temer, ch´io mai ¶ per lui riapra a pietà

è forza altrove. Impaziente ¶ per certo ei sta di

non di Carlo sia per l´esser mai. ¶ Isabella

lo sa: ma ognuno, ¶ per sé tremante, tacendo l

che in quel cor, per indugiar di tempo, ¶ l

amor mestier fors´era, ¶ per farsi atroce, e snaturato

se m´ami. ¶ Cedi per poco all´impeto... ¶ Carlo

che adoprarsi voglia ¶ Gomez per me: più indarno ancor

mi udiva, ¶ ma sol per mia vergogna; e sol

mia vergogna; e sol, per trarmi ¶ la rea malnata

ambo innocenti,... ed ambo ¶ per mano tua... — Ti sieguo