parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «per»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
la veste, senza collare per il caldo, sulla camicia
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la porta all’improvviso, per sbaglio o intenzionalmente, per
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per sbaglio o intenzionalmente, per vedermi. Giravano sempre molti
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fermavano a dormire, restavano per qualche giorno e poi
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vivendo stabilmente altrove. Venivano per lo più a incontrare
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parco si spegnevano poco per volta gli echi degli
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dell’autista, o condotti per mano da vecchie con
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appena nato accendeva loro per un istante le velette
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a volte mi arrestavo per un istante sbalordito, quando
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bambini si disperdevano correndo per il parco. Lo Ziò
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rotellina dell’apparecchio acustico, per poter udire enormemente amplificato
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avere scorrazzato a lungo per il parco, facevano irruzione
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fosse dalla serra, tenendo per mano i due bambini
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incandescente. I bambini saltavano per primi nell’auto, picchiando
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contro i finestrini affumicati per abbreviare i tempi dei
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le visite si sovrapponevano per caso. Piccole auto si
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baffi un po’ incollati per la nicotina, asimmetrici sul
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che venivano tirate su per l’occasione. Gli ospiti
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si rinfrescavano la faccia per togliervi la polvere del
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di entrare in piccionaia per la notte, Bortolana in
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Poi la cena, poco per volta, finiva, si spegneva
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fumare e a passeggiare per il parco. Piccole braci
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luminosi che vagavano ancora per il parco parevano diminuire
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da lavare, spolpava uno per uno tutti gli ossicini
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dalla testa, distendeva una per una le sue pieghe
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era gonfiato un po’ per la cena, la sovrapponeva
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quasi senza più respirare per rimpicciolirsi, mentre la sarta
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serra, a luci spente per via delle zanzare. Seguivo
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ferro, senza fare rumore per non svegliare le rane
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cominciavano già a salire per le scale. Anche nella
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si stava già preparando per la notte. ¶ Facevo un
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casa a sua volta per la notte. ¶ Nella villa
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la notte nella villa, per riprendere le prove la
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e due le braccia, per paura che potesse andarsene
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la luce nella stanza, per non essere scorto da
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occhi si stessero chiudendo per il sonno. ¶ «Quelli dell
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hanno avvisato che è per domani!» sentii che stava
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mi accostai alla finestra per avere un po’ di
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poterla controbilanciare. ¶ Mi fermavo per qualche istante, frugando con
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po’ inturgidito, ancora tumefatto per l’operazione. Dovevo tenerlo
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il più possibile scoperto, per il dolore che mi
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uno dei proiettili mancava per un soffio l’albero
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il passo, né Maciste per fuggire né Lenìn per
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per fuggire né Lenìn per inseguirlo. Non riuscivo a
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Era molto lontana e per di più era proprio
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scendendo di tre gradini per risalirne due, scendeva di
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e mi pareva che, per una serie di semplici
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mano. ¶ Si guardò attorno per scegliere il punto migliore
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si spostavano già danzando per il parco, man mano
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aveva afferrato la Dirce per la vita, senza neppure
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La cenere era caduta per conto proprio a terra
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boccata, osservò la brace per alcuni istanti, prima di
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po’ chinato in avanti per il peso. Le loro
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ferro Turchina aveva preso per mano l’uomo arrivato
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di tanto in tanto per non tranciare i fili
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piccola testa tutt’intorno per poter guardare. Un’altra
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arrampicati piano piano su per la scaletta a pioli
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il pomeriggio, mentre giravo per i viali e nel
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Sollevai entrambe le braccia per schermirmi, ma forse la
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rumori lontani di clacson, per richiamare le ultime coppie
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con il grande orologio per segnare il tempo. Fumava
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tempia con la mano per vedere bene all’interno
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in zone sempre diverse per la semplice pressione delle
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timore di vedere riformarsi per scissione due calli distinti
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trasparenti, volteggiare nell’aria per un po’ prima di
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dita. Le separava una per una rifacendo il taglio
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il primo giaceva irriconoscibile per terra. I trucioli erano
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dopo avere intagliato una per una anche le dita
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già i primi passi per conto proprio nella serra
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venivano giù in picchiata per beccarli, schizzavano qua e
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con una zampetta sollevata per la concentrazione, se li
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con il grande orologio per segnare il tempo. Lo
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ogni tanto si girava per passarmi un piolo che
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dovevo a tratti afferrarlo per la giacca, perché non
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con le mani tremanti per l’agitazione. Cercava di
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raccoglievano e si univano per qualche istante, prima di
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e della villa vibrava per l’infinito pullulare di
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troppo con la mano per incitarlo a entrare, faceva
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fretta con la mano, per staccargli l’anellino che
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altro dopo avere indugiato per tempi differenti e alcuni
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volte nel condotto uditivo per essere certo che la
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mano l’intero padiglione per farne uscire fuori tutto
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la testa di lato per paura di vederlo sbriciolarsi
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ci eravamo slanciati su per la scaletta a pioli
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tornare indietro in silenzio per la stessa strada. ¶ I
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più grossi nella ciotola, per rifocillarsi finalmente dopo il
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Avevo trovato un posto per ogni cosa, nella mia
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letto prima di coricarmi per la notte, dopo avere
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in tempo a vedere per un istante lo specchio
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mie spalle. Sentivo ancora per un po’ dei passi
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fragore. La sentivo vibrare per molto sui suoi cardini
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camerata del seminario. Sentivo per qualche tempo il rumore
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Ziò che si preparava per la notte nella stanza
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stanza accanto, poi ancora per molto solo il suono
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delle mezze ore battute per tutta la notte dal
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mattina. Lucidavo le scarpe per un periodo di tempo
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luce del lampione, come per farsene accecare. ¶ «Andrai nel
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dei seminaristi che stava per aprirsi, la nuca dell
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alzato a tal punto per la pendenza della stradina
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bassi e molto distanziati, per scendere più velocemente in
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la testa, a tratti, per darmi qualche avvertimento. Da
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figura stupita si affacciava per vederci passare, tremando per
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per vederci passare, tremando per un istante dentro i
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velocità con altri motociclisti, per non farsi superare. Allora
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posteriore, mi scalzava poco per volta dal mio posto
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abbassarmi a mia volta, per non essere strappato via
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mi addormentavo di colpo per lo sfinimento. E nel
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trasparente, come quando sta per albeggiare. Ero seduto sul
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inseguimento. ¶ Spalancai gli occhi per riuscire a vedere un
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puntellai con i piedi per raggiungere di nuovo la
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la motocicletta si stava per fermare, segno che nel
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portone. La motocicletta rombò per un istante dentro un
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sollevare una gamba lucente per smontare. Scesi a mia
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artificiale il buio era per qualche istante così fitto
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in muratura. Mi fissavano per un po’ mentre passavo
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angolo dei raggi solari per la rotazione incessante della
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po’ gli occhi come per cercare di vedere più
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suo sguardo si arrestò per qualche istante sulla macchia
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ringhiera, reggeva una macchinetta per radere i capelli. ¶ Le
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la finestra, spenzolandosi fuori per ripiegare su se stesse
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di fronte al nécessaire per la pulizia del mattino
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sulla nuca. ¶ Mi fermai per pochi istanti nel vano
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porta doveva avere attirato per un istante lo sguardo
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camminavo sopra molto piano, per non frantumarla. Un’infinità
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tanto verso il basso, per controllare che la veste
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indietro. ¶ Chinai la testa per imboccare un basso corridoio
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del portone e arrivava per una strada diversa alla
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Mi girai di schiena, per non misurare l’altezza
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che accelerava un po’ per l’impazienza, mentre armeggiavo
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li sorreggeva. ¶ Mi appiattii per lasciarlo passare. Adesso era
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tanto alle finestre, come per un aumentato fabbisogno d
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loro rumore veniva amplificato per qualche istante dalla volta
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poca distanza dalla villa per imboccare il viale della
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ora del primo pomeriggio, per il rifrangersi della luce
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brusio mi seguì ancora per qualche istante lungo il
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degli invitati stavano girando per il parco, in coppia
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il suo tronco, sfiorarne per qualche istante i dischetti
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delle ospiti simulava spavento per farsi stringere le spalle
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Poi cominciarono a circolare per il parco alcune valigette
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avevano cominciato a girare per il parco. Li trasportava
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di quelli troppo corti, per collegarli ad altre matasse
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filo di rame brillava per alcuni istanti in un
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spostavano alzando i piedi per non strapparli, mentre Lenìn
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correva sempre più. Spariva per un po’ dentro la
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cambiava direzione. Li sentivo per qualche tempo soltanto bisbigliare
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di richiuderlo. Mi accostai per farlo ma, un istante
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di lato, con spavento, per toccarlo. Era un oggetto
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respirare, giusto in tempo per non essere visto dall
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da un pezzo. Guardai per un po’ la lucina
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più, mentre stavo davvero per addormentarmi, mi resi conto
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e linguaggi di trovare per una frazione di tempo
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Lo potevo osservare rimanendo per brevissimi istanti sul bordo
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senza fare rumore, quasi per uniformarsi al generale silenzio
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la porta del refettorio per la colazione del mattino
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di informazioni talmente sconfinato, per l’azione autonoma e
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di una delle vaschette per il pediluvio, le gambe
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come quando, facendo tintinnare per sbaglio una delle ampolline
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santino su una pagina, per il desiderio improvviso di
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quale a sua volta, per una serie infinita di
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si chinava sull’ostia per operare in assoluto silenzio
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e cominciare a intagliare per prima la minuscola zona
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luminosa, che bisognava scolpire per pochi istanti soltanto e
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ferro, rosa e pulsanti per la vasodilatazione provocata dalla
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risposte che occorreva recitare per il Kyrie. Non avevo
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mi pareva di assopirmi per un po’, e di
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sul punto di cadere per terra addormentato. Le due
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chinate sulla grande ostia per pronunciare le parole della
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essermi alzato a tempo per seguirlo con la patena
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si annebbiasse di colpo per il sonno. Mi sembrava
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di ferro che serve per aprirla, guardandolo ancora una
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così lucida e filiforme per le numerose arrotature che
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già caricati sugli avambracci per portarli in un unico
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tale che potevo scorgere per la prima volta una
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una finestra e camminando per un po’ sulla pedana
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braccia, restavo a guardare per un po’ la superficie
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di carta e stracci per stanare le vespe che
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improvviso. ¶ Allargai le braccia per puntellarmi a quelle pareti
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il Nervo potesse afferrarli per le spalle, facendoli ondeggiare
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svolazzante, lo prendeva sottobraccio per condurlo a piccoli passi
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Mi guardai attorno ancora per qualche istante, prima di
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ancora serrato nella tuta. Per passare il tempo aveva
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il petto. ¶ «Starai lontano per qualche tempo...» sussurrò sopra
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a fermarsi in refettorio per la cena, prima di
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complesso con le braccia, per dire che era così
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rinunciarvi. Il pomeriggio stava per finire. Uscimmo dalla stanza
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metronomo continuava a ticchettare per conto proprio sull’armonio
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lucente che gli avvolgeva per intero la testa gli
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Rovesciava spericolatamente la testa per bere a lunghe sorsate
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due larghi alettoni svolazzanti, per proteggersi le scarpe. Ci
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occhi degli astanti, come per suscitare il loro applauso
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loro applauso. Stavo già per inerpicarmi sull’alto sedile
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sempre più il motore, per indicare di far presto
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con la mano, come per scacciare ogni perplessità. ¶ «Se
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potevo fare più niente per riprendermi il foglio. ¶ «Ti
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e allora mi chinavo per raccoglierlo. Ma se mi
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si lasciava scivolare giù per un po’, si sporgeva
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si sporgeva di lato per afferrarlo, staccando una mano
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veste rimaneva galvanicamente bloccata per un istante nel punto
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in cima, rimaneva immobile per un istante, reggendosi con
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anche in tasca senza per questo smettere un istante
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1998
passi, rimase a guardarmi per un po’, severamente. ¶ «Vuoi
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dire, ma non come per chiedermi qualcosa. «Vuoi per
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per chiedermi qualcosa. «Vuoi per caso un giudizio di
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punto?» ¶ Rimase in silenzio per alcuni istanti, poi girò
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girò su se stesso per allontanarsi. ¶ Mi passò accanto
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priore alzò il braccio per sciogliere il silenzio. La
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un irrefrenabile sussulto. Tremò per alcuni istanti, e frammenti
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padre priore si girò per guardarlo, facendo morire quasi
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neppure bisogno di guardare per rendermi conto che a
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già intento a ridere per motivi diversi si voltava
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alzava dal suo posto per raggiungere la giostra mi
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ficcava dentro la testa per sentire, e doveva scoppiare
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dall’altra parte, senza per questo staccarsi dal resto
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1998
alle sue spalle, uscendo per raggiungere i dormitori. Cercavo
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1998
e stavamo già salendo per le scale. Mi svestii
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1998
tanto ci passava davanti, per ritornare nella penombra verso
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al dormitorio. Si fermava per qualche istante, prima che
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anche con la testa, per non disturbare. Vedevo il
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giravo meglio di lato, per guardarla. Le sue pareti
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tempo passava, stavo già per prendere sonno quando i
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1998
e l’altro ancora, per un’intera settimana. In
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me lo aspettavo. Smetteva per un intero pomeriggio. Lo
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sua bocca da lontano, per accertarmi che la risata
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una mano sulla spalla, per suscitare la mia complicità
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1998
e mi pareva che per un po’ di tempo
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1998
sulla sua strada, saltava per colpire con la testa
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1998
con questo esercizio distrarre per qualche istante la sua
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del Gatto, da lontano, per accertarmi che la sua
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1998
fosse morta una volta per tutte. ¶ 5 ¶ Viaggio a Ducale
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terra sbudellate. Le gomme per cancellare rimbalzavano troppo contro
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1998
e, quasi invisibile, volava per conto proprio a fare
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volte in direzioni inaspettate per un tiro troppo tagliato
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1998
vecchia costruzione. Ci restava per ore. Quando ne usciva
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passava in rassegna una per una e mi pareva
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se qualche porzione arrivata per caso fino a lui
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1998
di formaggio, l’inclinava per poterne valutare meglio la
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1998
poi se la guardava, per constatare se si era
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1998
una grande fiammata illuminava per un istante la sua
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dall’afferrarlo di colpo, per il braccio. Se non
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aggrapparsi al suo braccio, per fermarlo. ¶ Poi il vento
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1998
l’ora di ritirarsi per la notte. ¶ Abbassai gli
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1998
picco. Strinsi gli occhi per vedere meglio, me li
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stropicciai con le dita per togliere quell’umidore un
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mani sul terreno gelato, per non rotolare giù dalla
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1998
braccia, a tratti, come per bloccare le loro onde
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i dormitori, ci preparammo per la notte. Ma nessuno
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1998
di prendere sonno. Ancora per molto vedevo figure trasognate
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i denti agli abbeveratoi, per cancellare l’odore della
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1998
tanto in tanto, vagavo per un po’ nel dormitorio
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1998
bordo di una vaschetta per il pediluvio, anche il
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1998
si ritroverà a incrociare per caso sopra lo stesso
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1998
la fiamma delle candele, per esempio, mentre stavo inginocchiato
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1998
in un istante come per un colpo di rasoio
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1998
intere e, a volte, per un movimento non abbastanza
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1998
un po’ di pressione per staccare di nuovo le
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1998
in modo intenzionale o per sbaglio, su altre basi
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1998
larghe o più sottili, per scoprire cosa accadeva negli
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1998
poteva geometricamente dilagare. ¶ Era per questo che le fiammelle
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1998
una seconda volta, una per ciascuna sezione della fiamma
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1998
di continuo. Mi aggiravo per un po’ nell’altro
261
1998
giravo da ogni lato, per cercare il pallone con
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1998
irrompeva talvolta nel nostro per un tiro improvviso e
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1998
stesso coi palloni scambiati per non perdere tempo, le
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1998
istante successivo. O viceversa, per un pallone estraneo capitato
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1998
un pallone estraneo capitato per caso sui piedi di
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1998
nessuno se ne accorgesse per un po’, e che
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1998
simbolica del campo. ¶ Indovinavo per alcuni istanti il pallone
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1998
della partita, eravamo rimasti per un po’ nello stanzone
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1998
fare altro. S’interrompeva per alcuni istanti, come per
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1998
per alcuni istanti, come per darmi la possibilità di
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1998
di respirare, saliva su per le scale ancora prive
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alzato dal proprio banco per abbassare le serrande. La
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1998
piano ribaltabile del banco per nasconderlo dentro. Ma, mentre
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1998
di fronte agli occhi, per cercare di scorgere almeno
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un lembo della veste per non fare rumore mentre
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1998
Gatto facesse di tutto per sfuggirmi. Ma già dalla
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1998
corrugava la fronte come per scacciare da sé qualche
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1998
rotelle si fossero bloccate per conto proprio, all’improvviso
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In chiesa si assentava per periodi di tempo interminabili
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gran numero di grani, per riportarsi al punto giusto
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Capisco... ti sei trovato per la prima volta di
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dentro di essa, come per riceverne consolazione. ¶ Tornò al
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delle quali rimase incollata per un errore di rotta
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gelido e sereno. Molti, per scaldarsi, si arrampicavano sul
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la testa di colpo, per guardarmi. ¶ Un giorno, mentre
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penzoloni. L’aria vibrava per gli spari ai piattelli
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abbastanza forza nelle braccia per riprenderlo. ¶ Lo girò due
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volte nella mano, quasi per valutare se si poteva
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piatti, tendeva l’orecchio per cercare di capire ciò
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nel brodo, la sollevava per portarsela alle labbra, e
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pareva che ci guardasse per un istante tutti quanti
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che era stata allestita per lui nella vecchia costruzione
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lo chiamò a sé per guidarlo verso la propria
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intanto gli altri letti, per accertarsi del punto esatto
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lamiera, fermandosi a guardarlo per un po’ prima di
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molto staccata dal cuscino, per vedere come stavano facendo
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priore lo aveva preso per il polso e passeggiava
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stato assente diversi giorni, per raccogliere offerte e donazioni
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in fretta sulle vesti, per difendersi dal freddo. ¶ L
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gli occhiali si aggirava per il cortile col viso
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e le finestre sigillate per il freddo, finché voci
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un po’ le guance per accentuare la salivazione. Si
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pianterreno della nuova costruzione, per la rasatura. Il pavimento
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salendo su e giù per le nuche di chi
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Si fermava, ogni tanto, per far riposare la mano
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riposare la mano o per togliere piccole ciocche incastrate
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se il barbiere allontanava per un istante la mano
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a scattare in avanti per difendermi. Il Gatto aveva
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a sorridere, pareva stessero per diventare ciechi. ¶ Il resto
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mentre entravamo in chiesa per il Noctem quietam ed
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momento all’altro stessero per cadere a terra. ¶ Uscimmo
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da dietro, aveva uncinato per il mozzicone di ciuffo
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un po’ in fuori per la tensione, mentre molti
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con entrambe le mani per attenuare la violenza dei
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si stava già preparando per la notte. Si fermò
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priore li afferrò ciascuno per un braccio, trascinandoli verso
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sotto gambe e braccia per svestirci. Intravedevo appena la
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neanche bisogno di girarmi per poter vedere, e forse
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erano state alcune prove per la messa solenne di
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interrompevano quasi di colpo, per alcuni istanti, poi scoppi
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po’ più piccoli e per impugnarlo bisognava infilare le
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la mano nell’aria per suonarlo, soprattutto in quelle
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una parte sull’inginocchiatoio, per poterci vedere meglio mentre
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ad addobbare l’altare per la messa di mezzanotte
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ne occupava lei personalmente, per la sua maggiore agilità
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della chiesa rimaneva chiusa per ore e non si
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sull’altare, mi dicevo, per collocare i vasi dei
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cadere dal cucchiaio friggessero per un po’ sopra le
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odore. ¶ Rimasi a guardarla per un po’, senza riuscire
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lasciò ricadere a terra per il dolore. L’afferrò
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completa su se stesso, per ributtare la carbonella nel
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multiplo suonò più volte per l’adorazione collettiva, ma
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piegò ancora di più per spezzare la particola, e
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pareva avessero scartavetrato una per una le sue luci
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camminando sul suo fondo per un po’. Andai a
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declinare, a orecchie tese, per non farmi sfuggire il
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occhi un istante, come per ritornare indietro, dal silenzio
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l’operazione all’infinito per cogliere l’istante in
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di colpo la testa per guardarla, mentre ci passavo
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alle spalle dell’altare, per isolare una zona adibita
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un po’ di tempo per la vestizione. ¶ Infilavo la
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aperta in modo innaturale per ovviare all’asimmetria delle
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di colpo consacrata, come per un’improvvisa bruciatura. Lo
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o della nuova costruzione per poter meditare in modo
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di accelerarlo, e raggiungerlo per primo col piccolo breviario
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vento. ¶ Andavo a sedermi per un po’ sulla piccola
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si scordava di essi per un periodo di tempo
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dormitori ci aggiravamo ancora per un po’ lungo la
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oppure sotto i tigli per la meditazione della sera
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accorgersi di essere rimasto per tutto il tempo in
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ai limiti dei tigli, per poi scorgere solo all
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desiderati potevano rimanere disabitati per un’ora irripetibile solo
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qualcuno o da molti per una figura ritta nel
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una sosta in chiesa per il Noctem quietam. Mi
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finestrone senza serramenti guardavo per un po’, lavandomi le
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testa del seminarista sordomuto, per le piccole luci che
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li richiudevo. Guardavo ancora per molto tempo la lucina
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spigolo della vecchia costruzione, per due volte mi parve
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il cancello, guardava dentro per un istante, come spaventata
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sbarre del cancello, come per non cadere a terra
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il padre priore alzò per un attimo tutta la
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cancello, si guardò attorno per qualche istante, sporgendosi per
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per qualche istante, sporgendosi per vedere meglio fuori, stupito
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padre priore si avviò per salutare i parenti. Molti
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la mia risposta senza per questo averla dovuta pronunciare
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fosse rimasto in silenzio per tutta la durata della
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piscina. Facevano un saltello per passare dalla vasca più
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nascosta dalla vecchia, come per cercare di immaginare da
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serramenti, riuscii a guardare per un po’ certi accecanti
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di scendere in refettorio per la cena, passando accanto
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scuotere le teste, come per farlo ammutolire. ¶ Poi l
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con gli occhiali scomparve per un po’. L’aria
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dopo pranzo. Restavo sveglio per molto nel dormitorio immobile
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Mi sollevavo dal cuscino per controllare se non si
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non si stesse sciogliendo per il gran caldo quella
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di risalire in dormitorio per la notte. ¶ Uno di
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sorprendevo con la testa per aria e gli occhi
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riflesso si dilatava poco per volta sulle sue pupille
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che si era affacciato per un istante alla porta
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vecchia costruzione, dove rimasero per un paio d’ore
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fare un piccolo passo per sentire, o addirittura si
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indietro leggermente la testa per avere conferma che stavo
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anni, chiedeva di vivere per un po’ nel seminario
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seduti alla sua sinistra per gli abiti borghesi, l
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arrestava a sua volta per un istante. Avvertivo che
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aria invece che espirando, per avvicinarla a sé. Aspiravo
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Il Gatto smetteva poco per volta di inspirare, le
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più forte, faceva volare per un istante le vesti
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acuto su se stessa per poi rientrare capovolta in
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mi chiedevo. “Che sembrano per lunghi tratti scomparire, si
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delle vesti si stringeva per un po’ a uno
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ancora a distinguere una per una tutte le mille
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del Passio. Lo eseguiva per intero il solo celebrante
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Il celebrante si mordeva per un istante le labbra
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sui tetti delle case per vedere meglio, ma c
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Qualcun altro si sporgeva per un istante dagli usci
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un istante dagli usci per guardare, continuando ad arrotolarsi
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staccava, correva ad appendersi per gioco al palo della
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al palo della croce, per farsi trasportare in quel
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trasportare in quel modo per un po’. La strada
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salire. “Gerusalemme, Gerusalemme...” pensò per un istante Gesù, ma
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la testa di lato per controllare se riusciva ancora
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sua destra fosse stato per un istante sul punto
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girava col sottogola slacciato per il caldo. ¶ «Avrei sete
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di lato, la tenne per un po’ appoggiata su
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si stava soltanto addormentando per l’anestesia. ¶ Fece ancora
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la pelle del prepuzio, per scegliere il punto esatto
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chiesa era tutta sconvolta per le pulizie di Pasqua
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alzava addirittura in piedi per poter vedere più lontano
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tutto inclinato sul terreno, per poter correre più in
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muoveva le braccia come per afferrarla. Il glomere si
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si bloccava a tratti per qualche istante, mentre la
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suo inseguimento, correvano su per le scale a perdifiato
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le scale a perdifiato per vedere se andava a
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faceva a pezzi una per una le celle delle
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il vicario. ¶ Era parso per un istante che tutto
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tenendo la veste sollevata per non inciamparci con i
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aperti della chiesa, volando per un tratto in linea
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inginocchiatoi scomposti e rovesciati per le pulizie, e forse
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con la patena dorata per allontanarle, perché non pungessero
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occhi un po’ stretti per la luce. Il volto
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carne. ¶ L’angelo sollevò per un istante la testa
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crocchi sotto i tigli, per la visita pasquale dei
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era stata lasciata spalancata, per non doverla riaprire all
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fogli di cellophane gettati per lunghi tratti sul terreno
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Ci sono visite anche per te!» mi avvisò il
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vorticare in direzioni opposte per vederlo alzarsi, abbassarsi... e
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a svoltare l’angolo per vedere fino alle ultime
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spazio riuscii a distinguere per alcuni istanti la forma
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occhi con la mano per riuscire a vedere dietro
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dell’armonio si era per un attimo interrotto, aveva
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marmo o in giro per le camerate coi parenti
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la testa sul cuscino, per vedere anche l’altro
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di alluminio o sostando per un po’ di tempo
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la testa sul cuscino, per vedere anche l’altro
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il refettorio. Ero rimasto per un periodo di tempo
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che salivano molto ammassati per le scale mi fece
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su un comodino. Stavo per girarmi di nuovo verso
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alzarmi, e a camminare per un po’ nel corridoio
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altro seminarista doveva restare per un paio di giorni
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gli occhi di colpo per non mostrare di vedere
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nuovamente gli occhi. Venivano per lo più nel tardo
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essere tutti in chiesa per la meditazione, perché dal
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a girarmi di schiena, per tenere gli occhi semichiusi
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dormitorio, si arrestò. Sostando per qualche istante di fronte
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file di letti, reggendomi per sicurezza alle testiere. Sulla
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una ringhiera che correva per l’intera lunghezza delle
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e le colline circostanti, per vedere se erano usciti
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vano senza infissi. Stavo per mettere la testa nella
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tutti la testa girata per guardarmi. ¶ «Fate un po
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strinsero ancora di più per farmi posto, si liberò
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continuamente con la testa per soffiarla via in direzioni
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leggerissima, a volte, mulinava per qualche istante tra due
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spari, mentre scendevamo giù per la collina fradicia, fangosa
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il tempo di chinarmi per metterli nei secchi, me
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forte né troppo piano, per non schiacciarli o farli
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schiacciarli o farli cadere per terra deflagrati, ma venivano
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due o anche molti per volta, mi si rompevano
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a me svanivano poco per volta pur rimanendo ai
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stessa, rimaneva quasi ferma per un po’, quando le
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sollevava e restava sospesa per alcuni istanti. Qualche testa
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Qualche testa cambiava posizione, per investirla col soffio da
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un volto tutto gonfio per l’aria e quasi
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La partita proseguiva ancora per molto. La sala giochi
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fretta, mi pareva, forse per via dell’ossigenazione insufficiente
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Mi toccavo le labbra per accertarmi che fossero ben
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questo che veniva scambiato per parole. ¶ Camminavo molto piano
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altri erano stati poco per volta eliminati. Il suono
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la sfida riprendeva. Continuava per giorni e giorni, mentre
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più leggero dei soffi per farla ruotare un po
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gote, e di investire per qualche istante la pallina
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un po’ la veste per non farla diventare lucida
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tutto in modo differente per la scarsità d’ossigeno
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velato e il soffietto per il fumo. Manovrava i
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toglieva il cappello velato per raggiungere la sala studio
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corpicini mentre si posavano per un istante su una
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quello delle sue labbra per capire in che direzione
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si accostavano in molti per vedere da più vicino
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avvenendo. Il Gatto smetteva per qualche tempo di soffiare
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gran massa d’aria per poi farla uscire di
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braccia nello spazio come per dirigere i movimenti improvvisi
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nel fiume che passa per Ducale e venduto a
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dal letto della massa per farlo volare via strappato
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improvviso, si distinguevano uno per uno i peli incandescenti
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radice del fuoco, come per cominciare a farli sciogliere
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crepitanti, salivano rimanendo incendiate per molto nello spazio. Gli
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più alti, e ingigantirsi per un solo istante prima
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la vanga nelle fiamme, per rovesciare la cuspide rovente
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muso tra le fiamme per addentare le budelle roventi
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frammenti molto lunghi, rimpiccioliti per la combustione oppure tutti
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che sprofondava un po’ per l’estrazione. Fuggivano trascinandoseli
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fiamme si diffondeva rapidamente per il parco. ¶ Vedevo le
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della veste. Stavo già per allontanarmi dalla massa quando
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automobile parcheggiata in cortile, per riportarla a casa a
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braccia dello sposo spuntarono per chiudere le ante a
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proiettile con gli occhi, per vedere se rimaneva intatto
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vedevo qualcuno fuggire incendiato per il parco. Dal primo
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Molti ospiti si staccavano per un po’ di tempo
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ante a fisarmonica, forse per permettere a Turchina di
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un po’ spegnendosi poco per volta lungo gli esofagi