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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «per»

nautoretestoannoconcordanza
1
1950
sull’automobile del segretario per le ville, per i
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1950
segretario per le ville, per i castelli, fino in
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1950
Credo che Lugli fosse per lei quello che lei
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1950
sorella sarebbero potute essere per me – quello che poi
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1950
quello che poi fu per me Genova o l
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1950
abbastanza a quei tempi per figurarmeli insieme e immaginare
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1950
Allora prese il treno per Genova, portandosi dietro l
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1950
Tommasino. Diede gli ordini per i lavori, per i
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1950
ordini per i lavori, per i raccolti, per le
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1950
lavori, per i raccolti, per le semine. Nel Nido
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1950
venne allora in licenza per il grano, seppe tutto
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1950
e c’è posto per tutti. Sulle storie di
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1950
romanzi vicino al fuoco, per imparare. Dicevano di ragazze
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1950
sul terrazzo o passeggiava per la campagna. Il parasole
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1950
padre –. Ma quando fece per alzarsi e entrare nella
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1950
papà» a voce bassa. ¶ Per il funerale tagliammo tutti
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1950
beni. ¶ Irene lo accettò per andarsene, per non vedere
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1950
lo accettò per andarsene, per non vedere piú il
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1950
il Nido sulla collina, per non sentire la matrigna
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1950
fecero una gran festa per via del lutto e
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1950
parlava quasi piú. Partirono per Torino, e la signora
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1950
Irene non potevano andarci – per non so che questione
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1950
e tornavo dal paese per mangiare un boccone e
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1950
piccolo e rosa, forato per l’orecchino, la nuca
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1950
io scesi a terra per non stancare il cavallo
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1950
neanche di qui. Irene, per non offendermi, disse che
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1950
c’erano le stanghe per legare, staccai il biroccio
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1950
squittire, sbuffare, scherzare, ciascuno per conto suo. Trovai Nuto
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1950
bottiglia che scappò mezza per terra. Ma non era
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1950
terra. Ma non era per bersela. Versarono il vino
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1950
Nuto andò a suonare per la funzione della madonna
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1950
ridevano, cos’avrei dato per essere uno di quei
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1950
prese in casa Nuto, per fargli fare il falegname
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1950
dovevo ripartire l’indomani per Genova. Passai la mattinata
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1950
ne vai. Non ritorni per la vendemmia? ¶ – Magari m
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1950
imbarco, – gli dissi, – ritorno per la festa un altr
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1950
lui si mise avanti per i sentieri delle vigne
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1950
Capivo che Nuto stava per dirmi qualcosa – e non
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1950
Riprese a condurmi su per quei pianori. Di tanto
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1950
un biroccio condurre Santa per quei bricchi alla festa
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1950
si mettono sulle scorticature per chiuderle. E la collina
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1950
anch’io. ¶ Si mise per la strada quasi piana
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1950
lui passava a Canelli per quella strada dietro il
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1950
cercava di non vederla per le strade, ma passando
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1950
vita era finita anche per Santa. Nuto, ch’era
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1950
soldati arrivavano a casa per nascondersi, travestiti, affamati, scalzi
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1950
Nuto fece di tutto per capire se mentiva, le
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1950
dovuto chiederle di fare per loro la spia nei
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1950
chiedeva sempre le cose per favore, e a noialtri
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1950
la sarta da Canelli per vestirle. Io le condussi
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1950
di drizzarmi la cravatta per non sfigurare. ¶ Ma quando
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1950
pitture di fiori e per terra dei disegni di
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1950
sigaretta e venni giú per quella strada adagio, in
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1950
l’aspettava al paracarro per fare una passeggiata. Irene
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1950
dietro Silvia e partivano per quegli stradoni. La sera
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1950
che speranze Irene aveva; per bene che le andasse
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1950
magari Cesarino le parlava per metter lui le mani
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1950
interessata da darsi via per ambizione, cosí. ¶ Ma allora
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1950
Nido e stava seduto per terra mentre lei leggeva
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1950
Silvia non sprecava cosí per niente le giornate e
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1950
erano sposate e stavano per far battezzare. Il sor
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1950
Consiglio Silvia voleva andare per trovarci quel Matteo e
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1950
ancora a questo punto. Per quanto fosse come matta
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1950
era matta di capriccio per Matteo, ma cosí bella
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1950
Silvia – non era mica per salvare il nome a
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1950
nome a lei ma per non essere preso di
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1950
Silvia. ¶ Quella vendemmia fu per la Mora l’ultima
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1950
con Silvia dai parenti, per salvarle dall’infezione. Silvia
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1950
e venivamo da Canelli per medicine. Fin che un
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1950
noialtri, che cosa resta? Per tanti anni mi era
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1950
a noi. Dev’essere per forza cosí. I ragazzi
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1950
in giro e anche per loro sarà tutto passato
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1950
terrazzo, è stato qualcosa per qualcuno e, piú ancora
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1950
com’era stato imbarcarmi per andare in America, se
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1950
tutti mi avessero dato per morto di fame. In
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1950
gliel’avevo mai raccontata per non tirarlo su quel
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1950
meschino come mio padre, per aprirti gli occhi… Sono
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1950
tornavo in viale Corsica. Per quest’estate era finita
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1950
Cosa c’è? ¶ Lí per lí non gli credemmo
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1950
XXVII. ¶ Nuto lo prese per le spalle e lo
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1950
spento… ¶ C’incamminammo tenendolo per mano. La collina di
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1950
era entrata in casa per far parlare anche la
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1950
scarpe, Rosina era caduta per terra, e il Valino
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1950
voce che non era per batterlo, che lo chiamava
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1950
padre, e la scaletta per terra. ¶ Dovette ripetere tutta
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1950
la madama era furente per la sua proprietà, che
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1950
l’aveva dovuta ragionare per un’ora. Poi era
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1950
morti al camposanto raccogliendo per strada margherite e trifoglio
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1950
bestemmiare, di pensar bene, per aiutarla – cosí la Serafina
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1950
quel Cesarino era partito per Genova da un pezzo
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1950
una grossa delusione ma, per quanto tutti dicessero, ci
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1950
Silvia tornò con Santina per mano, dallo stradone: nessuno
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1950
metteva dietro la griglia per farsi guardare, o veniva
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1950
aveva un senso anche per me, adesso sapevo che
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1950
dove passava la strada per Genova. Sapevo che fra
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1950
che da lontano, ma per Silvia fu peggio che
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1950
mani sul piano solo per chiasso e cantava e
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1950
clarino, e io vedevo per la vetrata i fiori
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1950
altro, non era fatta per Gaminella né per le
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1950
fatta per Gaminella né per le albere di Belbo
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1950
albere di Belbo né per noi. Ma si vedeva
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1950
ci stava, era fatta per loro. ¶ – No! – gridò a
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1950
sor Matteo non erano per me, e nemmeno per
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1950
per me, e nemmeno per Nuto. Erano ricche, troppo
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1950
far grossa la dote per la sua Santina. – Sí
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1950
cameriera e mi canzonava per le parole che dicevo
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1950
parole che dicevo. Proprio per questo avevo fatto l
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1950
avevo fatto l’attendente, per non avere sempre intorno
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1950
e voleva sapere chi, per esempio. Allora ridevo io
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1950
casa. Lo diceva metà per ridere e metà sul
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1950
America – mi accorsi che per me quella gente era
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1950
grano, con una lettera per un giornale del cinema
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1950
chi sa dove, ma per lei una cosa sola
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1950
liquore del tempo clandestino, per chi ci avesse ancora
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1950
e l’unico modo per sapere chi fossimo, che
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1950
capace di tanto. Stavo per chiederle quanto sarebbe stata
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1950
tutto deciso, che andava per sempre dai suoi. Le
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1950
ne ho conosciute andando per il mondo, di bionde
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1950
non capivo ancor bene. Per tutta l’estate, dal
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1950
la vetrata, i coppi, per ricordarsi che le padrone
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1950
di attaccare il cavallo per loro, di vederle uscire
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1950
che tutto si faceva per loro, per riempire le
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1950
si faceva per loro, per riempire le cantine e
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1950
Canelli e alla Stazione per una festa sotto i
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1950
Ma bastò quel fatto per aprirmi gli occhi. Anche
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1950
del Nido andavano su per la collina dietro, vigne
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1950
una volta era passata per andare alla Stazione. Anche
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1950
sapevano queste cose, e per loro essere ben trattate
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1950
ricevute, festeggiate, era come per me dare un’occhiata
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1950
addirittura ammattire. Era come per me vedere i falò
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1950
polenta e si va per funghi. ¶ Noialtri andavamo per
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1950
per funghi. ¶ Noialtri andavamo per funghi là intorno; Irene
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1950
a suonare il piano per non parlargli, Silvia stava
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1950
buone e trovava che per Irene andava benissimo anche
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1950
faceva giocare Santina soltanto per ingraziarsi la madre. Silvia
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1950
e Silvia s’abbracciavano per ballare e ridevano insieme
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1950
l’avrebbe nemmeno voluto per servitore ma non poteva
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1950
stagione e andargli dietro per i prati. Si sarebbe
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1950
da Lanzone che passava per caso sotto il portico
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1950
donne conoscono chi fa per loro. E tu, – gli
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1950
pericolosi. I due ufficiali, per esempio, quelli del giorno
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1950
giovanotti su e giú per lo stradone, e quando
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1950
si tendeva l’orecchio per sentire qualche parola. Partivano
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1950
con la mela e per dispetto strappava i fiori
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1950
per farsi un’idea, per capire come va questo
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1950
bastava leggere il giornale per saperne di tutti i
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1950
anch’io quel treno per andare chi sa dove
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1950
a cercare un ferro per suo padre e mi
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1950
Nuto capii ch’era per quelli che volevano viaggiare
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1950
donne facevano una passeggiata per le strade, andavano fino
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1950
Anna, su e giú per lo stradone, e prendevano
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1950
diversi posti – tutto questo per farsi vedere, per attirare
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1950
questo per farsi vedere, per attirare i clienti, era
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1950
anni e lui stava per andare soldato, che o
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1950
la luna c’è per tutti, cosí le piogge
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1950
raccolto e non scappassi per nidi coi ragazzi, bisognava
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1950
capace di uno sforzo. Per mio conto avevo imparato
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1950
e di là fischiavo per mio conto. ¶ Dissi che
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1950
l’ha fatto apposta, per confondermi, ma in quel
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1950
ma in quel momento per darmi coraggio pensai soltanto
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1950
aveva detto di Silvia: «Per quella lí. Dorme senza
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1950
ospedale pagava cinque lire per me. Da un pezzo
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1950
prende. Ma io lavoro per piú di cinque lire
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1950
lire al mese, tutte per me. La Serafina mi
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1950
Io non ero cambiato per niente, stesse braccia, stessa
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1950
davano cinquanta, lavoravo già per cento, e perché non
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1950
girava un po’ sovente per le piazze guardandosi intorno
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1950
a chi era pagato per farlo. Li faceva vergognare
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1950
padrone aizza un cane per interesse, per restare padrone
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1950
un cane per interesse, per restare padrone, ma se
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1950
i giornali di allora – per capire che il mondo
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1950
succede e soltanto andando per le strade vedi i
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1950
quegli occhi senza ciglia. – Per mio padre, – disse. – Se
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1950
era servito in campagna per segare i salici. ¶ Gli
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1950
allargava gli occhi. ¶ Stavo per dirgli «E tu non
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1950
sole. ¶ Cos’avrei dato per vedere ancora il mondo
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1950
mica compassione che provavo per lui, certi momenti lo
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1950
in mente mentre arrancava per la piazza. Non avevo
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1950
notte, tutta la notte, per la strada si sentivano
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1950
sassi contro la colombaia, per rompere le terrecotte, e
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1950
sul cemento del terrazzo. Per fare un dispetto a
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1950
rompendole alla giuntura. «Peggio per voi, – gli dicevo, – dovevate
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1950
bastardi». Entrai in casa per mangiarmi un pezzo di
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1950
Tornai nella stanza, ruppi per terra la bottiglia davanti
185
1950
un po’ d’acquetta per fare il vino. Poi
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1950
Cirino che si alzava per andare al cancello, e
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1950
di veglia, o promettevano per l’indomani il bel
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1950
clarino, d’estate andava per i bricchi o suonava
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1950
avevano inventato una macchina per contare le pere sull
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1950
che ci si saliva per la scala grande, sopra
191
1950
quei libri, li sbatteva per levargli la muffa, ma
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1950
muffa, ma a toccarli per un po’ le mani
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1950
dei partiti che lavorano per voi, dei deputati, della
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1950
paese non andavano loro per il mondo, nell’anno
195
1950
costretto tutti a mostrarsi per quello che erano, io
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1950
tu di là, tu per sfruttare il contadino, io
197
1950
non basta la voglia per mettersi in guerra. Si
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1950
anche fossero stati fucilati per niente, – disse, – toccava a
199
1950
sono morti come mosche per salvare il paese? ¶ Mentre
200
1950
uscire con la matrigna per non sfigurare? Ebbene Santa
201
1950
quasi ammattito) di sbucare per quello stradone, girare il
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1950
un uomo come me. Per dire tutto in una
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1950
inverno, giorno e notte, per tutti quegli anni, magari
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1950
ultimo, e quando andavo per la vigna o nella
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1950
nocche dure – che comprò per qualcun altro, parlò col
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1950
quando venne il carretto per prendere l’armadio e
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1950
anche lei. Mentre piangevo per la capra, arrivò il
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1950
di traverso. Padrino girava per il cortile e si
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1950
cos’è questa casa per te? Sei giovane e
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1950
davanti. Pensa a crescere per ripagare questa gente del
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1950
casa e non uscivano per via del parroco. – Nella
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1950
mi trovasse una giacca per l’inverno. Il primo
213
1950
Mora ce n’era per tutti. ¶ Cosí venne l
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1950
o bagnavo i salici per Cirino, portavo l’acqua
215
1950
facevano attaccare il biroccio per andare a Canelli; una
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1950
i grandi li facessero per me. Il padre di
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1950
l’avevano già dato per morto, la parrocchia, la
218
1950
entrata in casa, e per quanto già vecchio scherzava
219
1950
quanto concime ci voleva per quel prato. Quando il
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1950
porta a vetri, io per un pezzo non ci
221
1950
a tenere la scala per l’uomo che aggiustava
222
1950
Irene disse qualcosa, ridevano. Per tutto il tempo che
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1950
e il cemento, e per sfogarmi pensavo ai discorsi
224
1950
quando Cirino mi mandava per roncare o far salici
225
1950
fu allora che Nicoletto per l’invidia disse che
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1950
dormire – Cinto cenava rosicchiando per le rive – il Valino
227
1950
strada e gli parlavo, per capire cos’era adesso
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1950
saltava come un matto per prenderli, e abbaiava, abbaiava
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1950
a venire in Gaminella per guardare quella tina. Non
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1950
e chi lo difende… ¶ Per strada gli chiesi se
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1950
una gola troppo stanca per alzare la voce. Fuori
232
1950
gli occhi e stavo per dire. «Questa muore, cos
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1950
è lamentarsi. Mi guardò per traverso. – Ci tocca a
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1950
padrone provvede la vettovaglia per la bestia, non la
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1950
altra vita sarebbe meglio per lui… ¶ Tutte le volte
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1950
Cinto alzò le spalle. – Per mio padre… – borbottò, – non
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1950
Doveva avere quindici anni, per me era già un
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1950
non si parla solamente per parlare, per dire «ho
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1950
parla solamente per parlare, per dire «ho fatto questo
240
1950
bevuto», ma si parla per farsi un’idea, per
241
1950
del falò sulle strade, per le rive, nei gerbidi
242
1950
con me si fermava per creanza o perché ci
243
1950
tutti. Di notte uscivano per vedere se bombardavano Canelli
244
1950
sporse il labbro come per imboccare il clarino e
245
1950
ci sono i banchi per i ricchi, col nome
246
1950
imparare un mestiere e per impararlo doveva uscire dalle
247
1950
era sveglio e che per lui ci sarebbe voluta
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1950
la Mora era stata per noi. – La Mora era
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1950
disse Nuto, – bisogna crederci per forza. Prova a tagliare
250
1950
luna e i falò per derubare i contadini e
251
1950
camminare la prima volta per le strade di Genova
252
1950
cos’è questa valle per una famiglia che venga
253
1950
e tutto quello che per tanti anni ti sei
254
1950
fiorami, tetti a colombaia. Per me, delle stagioni eran
255
1950
Canelli, lungo la ferrata, per la strada che ai
256
1950
via. ¶ A Canelli entrai per un lungo viale che
257
1950
Chi sa se anche per Cinto Canelli sarebbe stata
258
1950
cambiato. Canelli mi piaceva per se stessa, come la
259
1950
la strada che passava per Genova e portava chi
260
1950
il pretore col sindaco per riconoscerli, ma dopo tre
261
1950
Fresno abbastanza messicani miserabili per sapere dove andavo. Poi
262
1950
avrei passato il mare per forza, e la vita
263
1950
che avevo qualche coperta per avvolgermi. «E domani?» dicevo
264
1950
whisky. E fumavo, fumavo, per calmarmi. Quando fu buio
265
1950
toccava terra se non per restarci. Quel filo sottile
266
1950
lo riaccesi quasi subito. Per passare la paura, mi
267
1950
avuto bisogno di passare per l’ospedale di Alessandria
268
1950
i piedi sulla strada per scaldarmeli. La pianura era
269
1950
intravedeva il fanale. Lí per lí avevo sperato che
270
1950
avessi dovuto scapparmene, nascondermi, per non farmi internare, mi
271
1950
il paese che fa per me. ¶ Piú avanti nella
272
1950
se questo fosse bastato per far chiudere in galera
273
1950
chiudere in galera, magari per far impiccare, qualche carogna
274
1950
partigiani erano degli assassini. ¶ – Per me, – disse il dottore
275
1950
avesse… ¶ Passai da Nuto per raccontargli anche questa. Lui
276
1950
gli dicono di cantare per salvarsi. Quello canta, seduto
277
1950
un colpo di zappa per uno, li stendono… Li
278
1950
a chiedergli una messa per i morti impiccati. Se
279
1950
sacramenti – e riparare, pregare per loro, drizzare una barriera
280
1950
indomani dicendo una messa per i poveri morti, per
281
1950
per i poveri morti, per i vivi ch’erano
282
1950
erano ancora in pericolo, per quelli che dovevano nascere
283
1950
a Canelli se non per affari, di non fermarsi
284
1950
il sangue era corso per quelle colline come il
285
1950
con la politica. Io per tutto lo stradone, dal
286
1950
dai piedi. ¶ Ci arrampicammo per il Salto. Da principio
287
1950
dai beni. Mi soffermai per dir qualcosa, per farmi
288
1950
soffermai per dir qualcosa, per farmi conoscere – mai piú
289
1950
sia mangiato ogni verde per andare tutto in tralcio
290
1950
Di cascine, un po’ per scherzo un po’ sul
291
1950
un carretto non suo, per delle strade dove non
292
1950
mio destino. Eppure io per il mondo, lui per
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per il mondo, lui per quelle colline, avevamo girato
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avevano messo delle pietre per scalini. Il salto dal
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Su una ruota stesa per terra era seduto un
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chiudeva le palpebre magre per guadagnar tempo. ¶ Io mi
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era, era andato su per la riva. ¶ La meno
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fatica, puntando la gamba per traverso, fu in piedi
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aveva le ossa buone per colpa di lei. Mentina
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tu. ¶ Cosí mi misi per il prato e costeggiai
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grano, cotta dal sole. Per quanto dietro la vigna
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un po’ di sereno per poterci tornare – neanche se
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qui non fossi uscito per caso a tredici anni
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non andavo piú scalzo? Per convincere Cinto che un
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parlassi cosí di Gaminella. Per lui Gaminella era il
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celesti, che si mettono per dare il verderame. ¶ – C
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il Valino. – Aspettavo Nuto per quella tina. Non viene
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spiegai ch’ero passato per caso da Gaminella e
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devono pensare. Guardò su per la riva in mezzo
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come tutte le campagne, per farla fruttare ci sarebbero
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la casa del Ciora. Per un anno piú nessuno
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a fascine. Si animò per un momento, poi disse
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il vecchio s’incamminò per la costa, coi salici
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pozze scoperte, al sole, per sentire l’afa e
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si fa sotto, felice. Per me tutte le piante
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di quelli che giocavano per vivere e si giocavano
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giro tutto il pomeriggio per le coste e le
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a fare l’erba per i conigli? – dissi. ¶ Cinto
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entrare in casa. Ma per Nuto questa strada è
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da casa si lavora per forza, si fa fortuna
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Lui non è andato per il mondo, non ha
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giocavo, chiudevo gli occhi per provare se riaprendoli la
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quando partiva sul biroccio per vedere il mondo, una
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dal paese, era andato per il mondo, ma non
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Cavaliere, s’era ammazzato per un pasticcio di donne
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stavano in casa soltanto per la comodità di esser
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una parte dei beni per andarci a caccia, o
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a caccia, o anche per capriccio. ¶ Tutti ridevano all
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io a dir qualcosa, per cambiare discorso. Il discorso
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parola e ci allontanammo per la piazza sotto gli
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non ero in paese per fare affari. – No no
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alberi… ¶ Ci andai subito, per levargli il disturbo di
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prepararmi l’accoglienza, e per la stradetta sopra i
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case, mi raccontò che per molte ragioni non poteva
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le volte che passavo per la strada di Gaminella
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e fatto l’erba per i conigli. Cinto si
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sull’aia. Capii lí per lí che cosa vuol
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li avevo veduti giorno per giorno, anno per anno
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giorno per giorno, anno per anno, seduto sul trave
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gli occhi dai campi per vedere sotto il cielo
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sono nato, ho creduto per molto tempo che fosse
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di molto. Uno gira per mare e per terra
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gira per mare e per terra, come i giovanotti
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vuole, non fosse che per il gusto di andarsene
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mente che sono tornato per comprarmi una casa, e
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fanno vedere le figlie. Per uno che è partito
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di passaggio sullo stradone, per me le collinette di
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dal Salto, dice che per farcela a vivere in
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si viveva sulla strada, per le rive, nelle aie
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mie colline. ¶ Ero venuto per riposarmi un quindici giorni
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processione; tutta la notte per tre notti sulla piazza
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a Canelli, aveva poi per dieci anni suonato il
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i balli della vallata. Per lui il mondo era
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volte scappavo dai beni per correre con lui nella
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mi diceva come fare per essere rispettato alla Mora
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leggeri e spediti; poi per due tre giorni non
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di no, – disse lui. – Per uno come te, quanti
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e il mandolino, andando per lo stradone nel buio
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aver traversato tanto mondo, per vedere della gente come
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gente come me, che per giunta mi guardava di
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di traversare il mondo per vedere chiunque. Ritornai sulle
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che fermassimo una macchina per scendere al mare, per
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per scendere al mare, per andare al cinema. Appena
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in un altro locale. Per lasciarsi toccare – avevamo una
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i ballabili, bevevano soltanto per farcela, a mezzanotte suonavano
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che quella stessa notte, per farla vedere agli ignoranti
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le automobili di buttarsi per la discesa accelerando, né
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grande, ce n’era per tutti. C’erano donne
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ne aveva abbastanza, nessuno per quanto ne avesse si
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e dire agli altri: «Per male che vada mi
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che vada mi conoscete. Per male che vada lasciatemi
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toccate con le mani. Per questo un ubriaco lo
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mettevano dentro, lo lasciavano per morto. E avevano non
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il giorno che uno per toccare qualcosa, per farsi
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uno per toccare qualcosa, per farsi conoscere, strozzava una
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mi chiamò dalla strada, per andare in città. Aveva
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le montagne. ¶ IV. ¶ Nemmeno per la Madonna d’agosto
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saltano e come bestemmiano. Per farli venire a pregar
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lasci sfogare. E loro per potersi sfogare bisogna che
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si rompono la schiena per quattro palmi di terra
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cristiani. Ma non basta per rivoltarsi. La gente ha
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morti, su quelle strade, per quei boschi. Sapevo molte
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Era Nuto. Soltanto ieri per strada incontrando due ragazzi
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lucertola. Vent’anni passano per tutti. ¶ – Se il sor
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si equivalgono, ma è per questo che uno si
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erano dei dannati che per vedere uno scudo d
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chi prendeva una bambina per averci poi la servetta
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morí la Virgilia, seppi per caso che non ero
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di girare con noi per la riva e per
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per la riva e per i boschi; accudiva alla
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o vagabondo e rispondevo per le rime. Ma ero
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schifo non fosse stato per le notizie che cosí
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nera passò e buttò per aria la casa. ¶ Venne
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anche lui nelle bande per aiutarla. ¶ Ma Santa non
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rastrellamento di giugno e per quei sentieri ne morirono
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che li conosceva uno per uno tutti e non
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l’aveva fatto chiamare per dargli una notizia, brutta
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giorni quassú, un po’ per sfogarsi a parlarmi di
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di Santa, un po’ per esser certo che non
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portato tutti quei mesi. Per uscire da Canelli s
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l’avevano fermata su per Gaminella era cascata dalle
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di quanti avevano disertato per istigazione sua, quanti depositi