Antonio Pascale, Passa la bellezza, 2005

hotel Gabbiano, stanza 548, settimo piano. Accendo la luce e

qua non fanno un piano urbanistico nemmeno sotto tortura

attesa di un futuro piano urbanistico, insomma si mette

non c’è nessun piano urbanistico senza condono. Mo

lavorare bene, già andavo piano prima, adesso con la

non usarle piú… ¶ – Vai piano che lí c’è

è la possibilità che, piano piano, comincino a unirsi

la possibilità che, piano piano, comincino a unirsi e

leggera foschia, al rallentatore, piano piano, venissero fuori gruppi

foschia, al rallentatore, piano piano, venissero fuori gruppi di

ritardo, erano le 19:30. ¶ – Oh, piano. ¶ – Ma che piano e

Oh, piano. ¶ – Ma che piano e piano. Questo è

Ma che piano e piano. Questo è un periodo

e ho premuto il piano. ¶ – Non lo so, è

ascensore era arrivato al piano, con un rumore sordo

ho cominciato a grattarmi, piano però, senza unghie e

la luce. Il gas piano piano si è eccitato

luce. Il gas piano piano si è eccitato e

è sempre colpa mia). ¶ Piano piano, io e Piera

sempre colpa mia). ¶ Piano piano, io e Piera, superammo

ma su un altro piano: ¶ – Ti ricordi come ci

la loro vicina di piano, una molto ricca e

bisognava accettare, e cosí piano piano aveva cominciato a

accettare, e cosí piano piano aveva cominciato a fare

è partita la capa, piano piano, ma mi è

partita la capa, piano piano, ma mi è partita

Mio padre stava al piano di sotto. Era appena

Praticamente, da quel giorno, piano piano avevo, mo’ una

da quel giorno, piano piano avevo, mo’ una cosa

tu che stai dicendo? ¶ Piano piano, nella successiva spiegazione

che stai dicendo? ¶ Piano piano, nella successiva spiegazione, la

con la pelle che piano piano cominciava a bruciare

la pelle che piano piano cominciava a bruciare. Quel

adesso scendeva la luce, piano, proprio come un sipario

e via cosí, poi piano piano a scemare di

via cosí, poi piano piano a scemare di intensità

si guarda intorno e piano piano arriva la calma

guarda intorno e piano piano arriva la calma. Un

si teneva piú, e piano piano, camminando camminando, c

teneva piú, e piano piano, camminando camminando, c’aveva

problema? Ti accompagno io. ¶ – Piano, – avevo detto a mio

afferrato la pertica e piano piano ho sollevato le

la pertica e piano piano ho sollevato le gambe

mamma, sono salito al piano di sopra, dove ci

ma un uomo. Dal piano di sopra, lo vediamo

sua. Abitava al secondo piano, da sola, un bilocale

spiegare perché al settimo piano le stanze sono numerate