Vittorio Alfieri, Oreste, 1782

non venga ¶ il mio pianto, che al cenere paterno

or ti possa, ¶ di pianto, o padre, e di

giorno, ¶ che tu, non pianto, ma sangue nemico ¶ scorrer

fosse anco eterno il pianto, ¶ nulla saria. Nol vedi

con lei sbandirne il pianto. ¶ Elettra ¶ Me caccia pur

fia reggia ognor di pianto ¶ quella, ove stai. Qual

voce ¶ altra che il pianto, ove un Egisto ha

orgoglio: ma il tuo pianto ¶ vuol ch'io l

vuoi, ripiglierai tu il pianto. ¶ ATTO II ¶ SCENA I

rimbombo di voci di pianto, ¶ che mi fean pianger

il volto ¶ d'amaro pianto; e alla romita spiaggia

Oreste; ¶ al duolo, al pianto, all'amor mio, conosci

livide di morte ¶ il pianto, e il sangue ancor

detti ¶ di madre il pianto esacerbare ardisci? ¶ Lasciala; vieni

tuo, nell'ore ¶ di pianto estreme, un sol de

né sorella, col lor pianto ¶ lavato il morto corpo

Egisto ¶ Che fia? qual pianto? onde cagion novella?... ¶ Clitennestra

cagion novella?... ¶ Clitennestra ¶ Di pianto sì, d'eterno pianto

pianto sì, d'eterno pianto, or godi, ¶ nuova ho

iniquo? ¶ Se al mio pianto nol credi, al furor

cener suo; ¶ ei di pianto il bagnava: ultimo, infausto

empiea di rabbia ¶ quel pianto infame. Ah padre! uom