Ugo Foscolo, Tieste, 1795

spavento ¶ voce, e di pianto intorno. «A che ti

non ho che il pianto... Il Ciel non cessa

in Delfo, ¶ vivendo in pianto. ¶ IPPODAMIA ¶ In Delfo! O

de' miei sospir, del pianto ¶ furon essi dal dì

colpa ¶ dote e di pianto; io le funeree furie

stessa tu. — Duolmi, che pianto ¶ mi veggia intorno, e

IPPODAMIA ¶ Ahi tutto è pianto! ¶ EROPE ¶ A me non

non altro ¶ resta, che pianto e morte. Oimè, ch

nè delitto è il pianto ¶ credo. — Ma tu? pur

guai! Disturbatore ¶ suon di pianto qui trassemi. ¶ IPPODAMIA ¶ Gemea

ch'io torni ¶ al pianto; lascia. ¶ SCENA II ¶ TIESTE

Quest'è notte di pianto, ¶ e a noi di

fia di pro suo pianto: ¶ in tempo giunge. ¶ SCENA

fora ¶ misto il mio pianto al sangue suo: — pur

trassi cinqu'anni in pianto, ¶ pace sperando; ma sperar

ti guida: questo caldo pianto ¶ deh ti sia pegno