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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Vittorio Alfieri, Filippo, 1783

concordanze di «più»

nautoretestoannoconcordanza
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delitto. — ¶ Ma, riportare alle più interne stanze ¶ vo´ il
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vo´ il dolor mio; più libera... Che veggio? ¶ Carlo
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val di fortuna; e più nomar non lascia ¶ infelici
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e virtude era, e più che umano sforzo) ¶ altero
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che tutti vede ¶ i più interni pensieri. In pianto
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e del tuo spregio più si adira ¶ quanto più
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più si adira ¶ quanto più il merta, entro al
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non che pensarli. Crudo, ¶ più d´ogni crudo che
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Sfuggi me dunque, or più di pria. Deh! serba
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e fa´, ch´io più non t´oda, ¶ mai
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non t´oda, ¶ mai più. Del fallo è testimon
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se il puoi. ¶ Carlo ¶ Più non mi udrai? mai
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non mi udrai? mai più?...volendola seguire, ella glie
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crebb´io da´ tuoi più teneri anni? ¶ Amico ognor
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la mano ¶ poni a più certa prova. Or di
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è il nemico ¶ che più ti offende? parla. ¶ Carlo
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Carlo ¶ Perez, che parli? ¶ Più che non credi, il
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il ver; lo abborre ¶ più ch´ei nol sa
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io chieggo, e non più: qual altro resta ¶ illustre
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v´ha di te più generoso amico: ¶ e darti
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omai del mio destino ¶ più non mi dolgo; e
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Filippo! ¶ Tu, di pietà più che d´invidia degno
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il so, finora ¶ il più fedel tra i fidi
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udrai con essa: ogni più picciol moto ¶ nel di
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quello, per cui nel più segreto petto ¶ del tuo
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spesso anco i voler più ascosi ¶ legger sapesti, e
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dubbio? imparzial consiglio ¶ chi più di te potria sincero
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Io, consigliarti?... ¶ Filippo ¶ Sì: più il parer tuo ¶ pregio
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parlar, mi giova, ¶ se più tremendo, venerabil, sacro ¶ di
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forse, ¶ tal, che saper più ch´altri sel dovrebbe
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occhi miei ¶ già non più figlio il fa... Ma
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ben altramente poi. — Già più d´un lustro, ¶ dell
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afferma ¶ puoi tu? Chi più di me non reo
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figlio al padre, ¶ chi più del figlio il può
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in suo gran cor più debbe ¶ destar rimorsi, e
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accennar: tacerli, ¶ dissimularli, le più volte è forza. — ¶ Ma
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varco ¶ libero, intero. — Assai, più che nol pensi, ¶ chiara
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so padre anco mostrarmi; ¶ più che a lui mi
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se a te piace più, de´ falli miei, ¶ saper
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che tanti ¶ te insidian più, quanto hai di me
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quanto hai di me più possa. ¶ Filippo ¶ — Giovin tu
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tuoi pensieri, ¶ e i più nascosi, io so? — Regina
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parli? — Ascolta. — ¶ Là dove più sediziosa bolle ¶ empia d
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suo amore... A lei, ¶ più che a me, devi
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sua speme, a vie più sempre ¶ grato a lei
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E tu, regina, ¶ perché più ognor di bene in
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in meglio ei vada, ¶ più spesso il vedi,... e
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fallo) a tale ¶ vergogna più non mi far scender
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mi lasci? a che più tormi, ¶ la pace ch
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in lui sempre di più atroce sdegno. ¶ Grave oltraggio
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insolito. Deh! mai, ¶ mai più di me non gli
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Temo anch´io,... ma più il figlio assai, che
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per te sempre parlai; più ancor son presto... ¶ SCENA
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Gomez ¶ ... Superbo molto;... ma, più incauto assai. ¶ SCENA V
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gode ¶ ciscun di voi, più assai di me felice
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ai preghi, ¶ e vie più sordo alle minacce, all
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al colmo ¶ d´ogni più fero eccesso. Oggi, sì
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severo ad arte, ¶ turbato più che minaccevol volto, ¶ ben
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pur uno, ¶ troppo esecrabil più; tal ch´uom non
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cielo, e a noi più mite ¶ la rende poscia
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regno? — Ma, se pur più mite ¶ far con questi
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tentò in tal guisa, ¶ più che colpevol, forsennato io
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crescea del padre, dai più teneri anni: ¶ e tu
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pur mille volte anche più reo, ¶ che ognun qui
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omai; cessate: ah! forza ¶ più di udirvi non ho
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voi del chiaro dì più assai ¶ convenienti a questa
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esser mi avviso, ¶ ma più reo ch´io non
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discolpe son di me più indegne. ¶ Filippo ¶ L´ardir
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i vani oltraggi: ogni più cruda pena ¶ dammi; giusta
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sei di perfidia al più eminente grado? ¶ D´iniquità
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onta, ¶ che tardi or più? che non ti fai
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da gran tempo ¶ nullo più ne conosci; o il
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annessa torre ¶ entro al più nero carcere si chiuda
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tradimento pena ¶ dovuta avrà. Più non temer, ch´io
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no; racchiuso stammi ¶ nel più addentro del core... Eppur
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ti porta. Ei lieto ¶ più fora assai di un
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mai visto padre! Ma, più iniquo ¶ il consiglio che
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rimango... E non resta più speme? ¶ Ingiustamente ei perirà
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era in lui, né più indugiar potea. ¶ Ben venga
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il credessi ¶ amico mai, più di vergogna in volto
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di lui, di lui più vile, io fossi, ¶ a
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voglia ¶ Gomez per me: più indarno ancor tu speri
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pur troppo! — ¶ Non indugiar più omai: lasciami; trammi ¶ d
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e veggo. — Or, che più parlo? eguale ¶ fu in
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punta, ¶ che in lui più innaspra la superba piaga
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Tempo non è, non più, di scuse; omai ¶ è
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versare, e ognor versar più sangue, ¶ è il sol
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tremar tu sei; ma, più non tremo; io tacqui
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io te scorgo assai più ch´essa iniquo. ¶ Filippo