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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Vittorio Alfieri, Ottavia, 1783

concordanze di «più»

nautoretestoannoconcordanza
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repudio di Ottavia, e più dal crudo ¶ suo bando
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e scorta ¶ a ben più dubbie, dure, ed incalzanti
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perda, ¶ mai nol riacquista più; giovami, il puoi. ¶ Me
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me non fai, che più di te nol facci
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soggiace. ¶ Torne a te più, che non ten resta
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reso a ogni uom più vile, ¶ serbo a te
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deggio? ¶ Ciò che al più vil de' servi miei
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pur sempre ¶ ciò che più aver non puote. ¶ Poppea
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ove pur basti, ¶ qual più securo? e qual deserta
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nuocermi le venga, ¶ stanza più assai per me secura
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già fei; quanto a più far mi appresto. ¶ Ma
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la mia securtà: che più? s'io 'l voglio
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tema ignudo. ¶ Chi me più teme ed obbedisce, sappi
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ch'ei m'ama più. ¶ Poppea ¶ ... Troppo mi rende
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d'opporti. Abborro, ¶ io più che tu, colei che
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poco. — Or, credi, a più compiuta ¶ vendetta ei tragge
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Tigellino ¶ Ottavia trarre ¶ potran più tosto ove Agrippina, e
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io? favella. ¶ Poppea ¶ Ogni più lieve ¶ cosa esplorar, sagace
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sul suo cor; ma, più che amor, può in
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saggi, ¶ parer giustizia ogni più ria vendetta. — ¶ Signor del
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Al mal oprar qual più ti resta impulso; ¶ qual
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te repudiata a dritto, ¶ più consorte non t'è
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ella s'era vile ¶ più d'ogni vil rea
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sue donzelle ¶ conscia è più d'una; e il
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genitori nostri ¶ fin da' più teneri anni. Ognora poscia
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io 'l volli ¶ soffrir; più forse anco il soffria
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festi; ov'altra, ¶ troppo più ch'io nol fui
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misera!) che abborri ¶ me più assai, che marito odiar
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Oh me infelice donna! ¶ più ognor ti offesi quant
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ti offesi quant'io più ti amai. ¶ Ma, che
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un fratello non hai, più ch'io nol fea
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la pena, ¶ a qual più vuoi, ti appresta. ¶ Ottavia
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appresta. ¶ Ottavia ¶ Oh non più intesa ¶ scelleraggine orrenda! Ov
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Ottavia ¶ Misera me!... Che più mi avanza? In bando
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Iniquo molto, ¶ ma tremante più assai, Neron per anco
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non dobbiamo... ¶ Ottavia ¶ Ognor più cresce ¶ il tumulto. Ahi
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Di me, Neron, come più il vuoi, disponi. ¶ Ma
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strascinate ¶ giacciono infrante. Ogni più infame scherno ¶ di lei
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nostro ¶ sepolcro avrai. Perché più indugi? or questo ¶ mio
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Tigellino ¶ Ma il tempo ¶ più stringe ognora. Odi tu
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mai ne avrebbe ¶ benigno più? Qual potrei dare io
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a te, qual fia più lieve? il vile ¶ tuo
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è velo ¶ a iniquità più vil di lui. Ma
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fa minor d'ogni più vile ancella ¶ tua turpe
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Ottavia ¶ Tu il sai più ch'egli: ei lo
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stanze: va'; ch'io più non t'oda. ¶ SCENA
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ti fia fatto oltraggio più (tel giuro) ¶ per cagion
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ch'ella temer vie più si fa? Poppea, ¶ trema
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non farti lusinga: assai più in conto ¶ (e di
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Poppea ¶ Ed io Neron più assai ¶ tengo in conto
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non fia; ¶ a chi più l'ama più crudel
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chi più l'ama più crudel la morte. ¶ Poppea
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suo. ¶ Seneca ¶ Bada, Neron; più che ingannar, t'è
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io sciolgo a non più intesi detti ¶ libera lingua
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di nuovo, e a più furore, io posso ¶ la
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empi maneggi: io, trarti, ¶ più che nol credi, ad
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reputati; e reo ¶ di più volte serbato avertel, Burro
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ma, reo stimai me più di tutti, e stimo
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sola. ¶ Nerone ¶ A me più cara ¶ sei, quanto più
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più cara ¶ sei, quanto più mi costi. ¶ Poppea ¶ È
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io tutti i tuoi più interni affetti ¶ nel volto
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lenti; e il paion più: ma il venir tarda
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a salvarti, ¶ o a più tempo acquistar, giovar può
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ultimo addio... ¶ Nerone ¶ Non più: troppo m'irrìta... ¶ Poppea
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esser vuole: io fei più grida ¶ sparger fra 'l
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schieransi; proscritte ¶ già son più teste. Il nuovo sol
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a compier mie vendette, ¶ più mestier non mi fia
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del pari, ¶ nulla ei più crede ad un lontan
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mi abbandona?... Ah, forse ¶ più non respira... Oh cielo
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vita? ¶ Vieni, o mio più che padre... E che
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a virtude hanno i più bassi ¶ servili cori. Infra
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che basti? ¶ Seneca ¶ Or, più che pria, ¶ scabro a
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tua virtude; or giura ¶ più a grado aver e
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atro stupor compreso. Ognor più fero ¶ ch'altri nol
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tu mel dicesti. I più segreti affetti ¶ del travagliato
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con infamia, morte. ¶ Seneca ¶ Più non mi pento, e
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è questa, e la più orribil trama ¶ per far
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timor, né il simular più giova, ¶ ov'io pur
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un dì costei. — ¶ Nerone ¶ Più la conosco, più l
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Nerone ¶ Più la conosco, più l'amo; e più
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più l'amo; e più sempre ¶ di amarla io