parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «più»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
parco, che diventava sempre più buio man mano che
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1998
centro del cortile. Accelerò più volte, vedendomi apparire. I
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1998
la moto prendeva sempre più velocità nelle strade deserte
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1998
addormentando di nuovo e più pesantemente ancora, sulla motocicletta
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che si avvicinava sempre più, non si vedeva bene
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La luce calava sempre più, i letti rimboccati sbalzavano
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si staccavano e salivano più in alto delle altre
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i finestroni diventavano sempre più neri e senza fondo
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ormai non si vedeva più, finché un rumore di
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1998
Li sentivo avvicinarsi sempre più, salivano recitando una preghiera
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camerata non c’era più l’uomo con gli
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quando non c’era più nessuno. Tornavo a coricarmi
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1998
occhi. Venivano per lo più nel tardo pomeriggio, quando
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1998
che non si distinguevano più i loro volti sul
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bicchiere capovolto. Qualche comodino più in là, quella madonnina
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mia camerata e sempre più mi assaliva il sospetto
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letto, non respiravo quasi più perché sentivo che le
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pulita. C’era sempre più buio nella camerata, neppure
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dormitorio non c’era più nessuno, eppure non doveva
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si strinsero ancora di più per farmi posto, si
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vedevo ritornare indietro ancora più forte, sollevata. Cercavo di
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dietro si irrigidiva sempre più. Si sollevava leggerissima, a
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indietro ogni volta con più forza, l’allontanavo un
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a girarmi ancora di più, il tavolo si era
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riuscivo a vederli quasi più. ¶ Sentii che stavo diventando
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stavo diventando leggero, sempre più leggero. ¶ Un istante dopo
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Si fermò sulla forcella più alta, guardò giù. ¶ «Fa
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non si vedeva quasi più. “Come farà a camminare
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carichi di cachi sempre più grandi, trasparenti...?” provavo di
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ma venivano giù sempre più invisibili e più fitti
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1998
sempre più invisibili e più fitti, a due a
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mi si annebbiava sempre più. Ma non è poi
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1998
acuta che non riuscivo più a vedere. ¶ La pallina
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giochi si saturava sempre più di aria respirata, mentre
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irrespirata. Il tempo passava più in fretta, mi pareva
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L’autunno avanzava sempre più. Il padre priore mi
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la città era ancora più sterminata, le sue case
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1998
pareva non avessi neanche più le spalle. In refettorio
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Il brusio cresceva sempre più. Non capivo bene se
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perfezionare?” mi chiedevo. “Non più parlare e neppure essere
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non si possa neanche più chiamare altrove, e lasciare
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padre priore diventava sempre più lenta sopra la sua
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padre priore nella saletta più grande, a pianterreno. Una
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a lungo, senza sapere più dove andare. I nuovi
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pareva di soffiare quasi più, eppure la pallina oltrepassava
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da sotto, bastava il più leggero dei soffi per
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consegnato biancheria un po’ più leggera. Il padre priore
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di sotto non venivano più canti durante le domeniche
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mia testa. Sollevavo ancora più in alto la foglia
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che non c’era più quasi nessun piolo. Ne
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Non si muoveva quasi più, non guardava neanche verso
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erano mossi dalle zone più lontane del parco, stavano
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Ora Turchina non parlava più. Stava quasi immobile e
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si stessero guardando senza più vedersi. La tavolata s
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1998
inclinava e oscillava sempre più, come se l’enorme
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Turchina. ¶ Poi voci ancora più alte cominciarono a venire
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sulla parte centrale e più sicura della tavola, dove
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1998
la poltroncina diventava sempre più leggera, come se avesse
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era spostato, salendo ancora più in alto con la
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intorno. Scorgevo un po’ più in alto la figura
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Provai a curvarmi il più possibile in avanti, all
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fiamme si scagliavano sempre più in alto nell’oscurità
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che si levava ancora più alta dalla cuspide, e
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forse anche nelle zone più remote di Ducale, illuminava
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fiamma s’ingrossava sempre più, la sua base si
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mordendo in strati sempre più bassi delle foglie. Alla
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tese un po’ di più, come se il calore
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mattoni, rodevano punti ancora più profondi della cuspide, mettendo
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era cresciuto ancora di più, era diventato trasparente nel
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sfuocate in punti sempre più alti, e ingigantirsi per
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1998
gocciolina incendiata non riusciva più a trovare materia al
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verso la radice sempre più larga dell’incendio, dove
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gatti si sporgevano sempre più dalla muraglia, qualcuno cominciava
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1998
fuggire verso le zone più lontane del parco con
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1998
sfere sospese. Non vedevo più la Pesca, neanche se
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stesse espandendo ancora di più, aveva cancellato del tutto
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1998
spalancata, che non riusciva più in alcun modo a
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neppure camminando lungo i più lontani tra i viali
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la villa, e camminavo più in fretta quando passavo
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tutt’intorno. Qualche metro più in là la bicicletta
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poteva sentire ancora di più il rumore dell’incendio
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1998
spostando lungo un viale più grande. Riuscivo a vederla
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1998
perché una luce ancora più abbagliante aveva investito in
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1998
illuminato che niente riusciva più a proiettare la sua
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di momento in momento più abbagliante. Un animale in
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istante in zone ancora più alte dello spazio, quelle
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curve che diventavano sempre più veloci, a volte mettevo
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1998
avessero accelerato ancora di più la mia andatura. La
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1998
di una catenina annodata più volte attorno ai fianchi
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per rivoltare gli oggetti più voluminosi e farli ardere
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1998
stava rallentando ancora di più. Ora le ruote avevano
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1998
fiamma cominciava un po’ più decisamente a declinare. Li
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1998
far rallentare ancora di più la bicicletta, andando a
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strati di ghiaia erano più alti. Adesso la velocità
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1998
una scarpa, premendolo sempre più forte sulla ghiaia, e
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minuscole fiammelle un po’ più scure, quando rovesciava un
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1998
prendeva velocità nei tratti più larghi e senza ghiaia
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colombi si spostavano sempre più asimmetricamente molto al di
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1998
altro con le penne più lunghe delle ali, tanto
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1998
galline si allungava sempre più, mentre la Dirce correva
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1998
a spostarsi verso il più vicino dei viali. Continuava
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1998
padre priore non parlava più. Mi guardava la testa
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mano mi stringeva ancora più forte contro la spalla
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1998
padre priore pareva sempre più assente e concentrato, guardava
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1998
come se non vedesse più nulla mentre camminava. Ma
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1998
suo corpo non riuscisse più a bilanciare il peso
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1998
orecchie. Lo faceva girare più volte su se stesso
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1998
tempo non li vidi più. Non riuscivo a capire
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1998
erano salite ancora di più, l’intero edificio delle
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1998
nello spazio. Non staccavo più gli occhi dalla bifora
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1998
fatto un silenzio ancora più grande, all’improvviso. Avevo
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1998
cotonarsi, distendendo sempre di più le braccia verso l
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1998
la cima. Non riusciva più a vederla nello specchio
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1998
cui nessuno avrebbe potuto più dire se potevano considerarsi
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1998
la Pesca non riusciva più a vedersi nello specchio
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1998
in un punto ancora più alto, contro il muro
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1998
muro. Lo collocò ancora più in alto, molto inclinato
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1998
era sprofondata ancora di più dentro il terreno, slittando
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1998
da un punto sempre più lontano, mi resi conto
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1998
cresceva e ingigantiva sempre più. L’Albino attraversava i
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1998
che era diventato leggermente più umido e più freddo
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1998
leggermente più umido e più freddo. Nel parco crescevano
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1998
ghiaia, passare nei tiri più lunghi sopra la mia
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1998
quando incontrava una resistenza più forte del previsto, strappava
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1998
tempo non la vedevo più sul corpo della Pesca
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1998
di tempo rastrellando. Girava più volte su se stessa
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1998
angolo visuale. Non vedevo più la zampa di gatto
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1998
si andava prosciugando sempre più. La pompa risucchiava l
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1998
non capovolgersi, tirava con più forza ancora, pareva che
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1998
la Pesca avvicinarsi sempre più, camminando lungo il muro
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1998
di poterla vedere da più vicino ancora, per scoprire
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1998
bocca tappata sul ramo più alto di una pianta
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1998
perché non c’era più il cumulo di foglie
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1998
sua testa era molto più in basso del tetto
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1998
si allungasse sempre di più mentre la raccoglievo, cresceva
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1998
Staccavo la dinamo, correvo più forte per un po
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1998
fiammeggiando verso le zone più buie e più profonde
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1998
zone più buie e più profonde. L’inseguivo per
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1998
zampa di gatto scompariva più velocemente ancora verso il
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1998
una luce un po’ più scura, nella stagione che
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1998
e non avevano quasi più le foglie. ¶ Lenìn era
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1998
incendio ¶ Non si riconosceva più il parco. Lo guardavo
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basso. Non mi potevo più arrampicare sopra. Guardavo dentro
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per poterle vedere da più vicino ancora, molte erano
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1998
si era inclinato di più nello spazio, la sua
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1998
il tronco nella zona più mitragliata, la faceva insostenibilmente
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1998
da non poter essere più considerata mia. La feci
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stranamente silenzioso. Lo percorsi più volte sulla vecchia bicicletta
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1998
La fasciatura sbalzava sempre più nel buio. Mi assaliva
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1998
dentro la grotta, pedalando più piano e tastando con
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1998
dove il fogliame era più buio e più intricato
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1998
era più buio e più intricato, non capivo se
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1998
non si vedeva quasi più. Mi passavo ogni tanto
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1998
I tonfi crescevano sempre più d’intensità, in serie
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1998
vetro. ¶ Non riuscivo quasi più a respirare. I vetri
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1998
dei muri non stavano più fermi, vedevo le loro
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di mano, e scagliarli più volte dall’alto contro
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1998
Albino compiva giri sempre più stretti attorno alla macina
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allontanata un po’ di più sopra la macina di
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1998
Ma non guardavo ormai più da quella parte. Stavo
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accertarmi che non scottasse più. ¶ Veniva dal resto della
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il busto ancora di più, dovevo avere gli occhi
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per scollare il punto più secco e più ostinato
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punto più secco e più ostinato. ¶ Quando l’intera
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garza si sovrapponevano sempre più gli uni agli altri
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strati in modo sempre più incrociato, perché non sporgesse
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1998
ritornare in giri sempre più fitti verso la radice
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1998
arrotolai e l’annodai più volte attorno al pene
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1998
la Dea non sapeva più dove sistemarli all’interno
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1998
parco. Non c’era più nessuno lungo i viali
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1998
e nessuna luce veniva più dalle fessure delle ante
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1998
un ginocchio accavallato. Di più non era possibile vedere
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1998
alle pareti, meritati dai più veloci tra i colombi
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1998
aprirsi un’altra stanza più grande, molto in ordine
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1998
dormire durante i mesi più freddi dell’inverno. Scorgevo
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1998
girai verso gli angoli più bui, per vedere se
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1998
di Ducale non arrivava più il suono delle ore
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dell’Albino, reso ancora più accecante dal fascio di
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1998
vestaglia, che non faceva più attrito sul lenzuolo. Stavamo
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1998
nuovo verso zone ancora più lontane e inesplorate del
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1998
far passare il tempo più in fretta. Cominciò a
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1998
tutti, non c’era più nessun altro nel lettone
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1998
sotto non c’era più nessuno. Corsi giù dalla
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1998
animazione stava crescendo sempre più. Dovevano essere arrivate nuove
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1998
ragione. Mi avvicinai, poco più tardi, ormai disceso dalla
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una zampetta palmata, molto più in alto di quanto
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1998
diretti verso il punto più alto. Maciste era balzato
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posizione, sorpreso nei gesti più impensati o con un
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1998
dei commensali erano sempre più irriconoscibili a causa della
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1998
guancia. Avvicinavo ancora di più gli occhi, quando si
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macchina rallentava ancora di più nelle curve più strette
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di più nelle curve più strette, le sue ruote
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conversazione si accendeva sempre più, la prolunga sulla quale
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1998
nuove portate che nessuno più si aspettava, l’ala
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riabbassava e rialzava sempre più. Dovevo tenere fermo il
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Finché un’animazione ancora più grande e incontrollabile si
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villa. La ghiaia diventava più fredda e più pesante
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1998
diventava più fredda e più pesante sotto i piedi
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1998
due sorelle un po’ più giovani che stavano fumando
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1998
levate e quasi senza più respirare per rimpicciolirsi, mentre
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1998
ghiaia e anche quelli più stretti e più intricati
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1998
quelli più stretti e più intricati dalle parti della
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1998
parti della montagnola, sempre più bui man mano che
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che si espandeva sempre più nel buio indicava che
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1998
aspettando immobile nel punto più alto della scala. ¶ La
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1998
del corpo non pareva più poterla controbilanciare. ¶ Mi fermavo
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1998
nell’oscurità. Nelle zone più inaccessibili del parco stavano
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1998
operazione. Dovevo tenerlo il più possibile scoperto, per il
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1998
lontana e per di più era proprio impossibile capire
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1998
ma certo doveva fissare più di un gradino nello
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di non perdere il più impercettibile dei suoi movimenti
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1998
persino dietro lo spigolo più nascosto della stessa villa
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1998
suoi capelli riempivano sempre più la cornice dello specchio
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1998
massa si espandeva sempre più nell’aria, le sue
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1998
piccole spalle non sembravano più in grado di sorreggerli
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in alto, facendo crepitare più forte tutta la massa
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arrivavano di continuo i più impensati fornitori, e a
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acqua tiepida nei punti più secchi e incollati, per
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sfrecciando fin nei viali più stretti e più tortuosi
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1998
viali più stretti e più tortuosi. Sobbalzava sulle radici
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1998
allargava in cerchi sempre più grandi e vaporosi, si
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1998
nuovo, s’irradiava sempre più evanescente sull’intero scenario
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li sbozzava restringendo sempre più il getto per poter
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1998
getto proprio sui punti più schermati, allargava la rosa
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1998
speranza di vederlo correre più in fretta. ¶ La Dirce
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1998
terreno si inzuppava sempre più, cominciava poco alla volta
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1998
stracolmo fin nelle zone più basse e più lontane
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1998
zone più basse e più lontane. Si pressava di
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1998
fretta verso le zone più basse ancora vuote, tenendo
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1998
sciolte. ¶ Sollevai ancora di più la veste prima di
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1998
di risalire una montagnola più alta e isolata, sulla
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1998
di foglie, nei balzi più alti si sbilanciava nell
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1998
aria assumendo le posizioni più impensate, si avvitava su
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1998
mi pareva non dovesse più ricadere sopra il carrettino
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1998
il carrettino, ormai molto più avanti o addirittura in
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rosso del pelo era più acceso. Cercava di spezzargli
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1998
potevo vedere mentre piegava più volte e in direzioni
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1998
in una zona ancora più lontana della fossa. ¶ Cercai
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1998
tendine sembrava allungarsi sempre più senza spezzarsi, scivolava e
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1998
dove doveva fregare con più forza. Li segnava nervosamente
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1998
seduto dietro il segmento più corto della tavolata, accanto
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1998
Si tendeva ancora di più, quando doveva abbassare di
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1998
Nervo stava accelerando sempre più il motore, per indicare
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1998
sedile mi lanciava sempre più in alto a ogni
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1998
molto distanziati, per scendere più velocemente in città. Girava
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1998
a oscillare un po’ più piano. Eravamo già nelle
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1998
altra motocicletta veniva superata più volte, si arrendeva. ¶ Tornavo
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1998
vedere un po’ di più, mi puntellai con i
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1998
di un nuovo cortile più spazioso, in fondo al
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1998
la motocicletta non rombava più. Il Nervo l’aveva
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1998
e si stagliava sempre più nell’aria trasparente. In
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1998
si stava rischiarando sempre più, come se il sole
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1998
per cercare di vedere più lontano. Il suo sguardo
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1998
quello successivo o quello più in basso ancora, tanto
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1998
sorrideva. ¶ «Non mi riconosci più? Sono la Pesca!» ¶ 6 ¶ La
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1998
e appena un po’ più in basso, il muro
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1998
statuina di terracotta e, più in là ancora, all
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1998
mi accostavo ancora di più, anche il volto della
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1998
lungo il viale, sempre più indecifrabile e attutito, come
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1998
bambù. Scavalcavano a passi più lunghi le radici fuori
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1998
terra, riprendevano a camminare più piano sulle cunette, sulla
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1998
affannava e correva sempre più. Spariva per un po
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1998
alle prese nuovi e più complicati distributori di corrente
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1998
la musica si sentiva più distintamente, potevo seguire le
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1998
già terminando sul giradischi più vicino, credo che fossimo
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1998
pareva che crescessero sempre più d’intensità, si scurivano
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1998
Pesca non si vedeva più. La luce stava rapidamente
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1998
il motore prendere sempre più velocità mentre Turchina continuava
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1998
continuava a salutare sempre più piano con la mano
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1998
callista se lo rigirò più volte tra le mani
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1998
potevo sentire i nodi più duri e più compatti
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nodi più duri e più compatti spaccarsi sotto i
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cartoccio traboccare sempre di più tra le sue mani
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1998
accalcavano cercando i calli più grossi e trasparenti, con
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1998
fondo al cunicolo, sempre più lontano. ¶ I colombi erano
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1998
ne era gremito sempre più, l’aria ne era
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verso nasale che ripeteva più volte, a occhi chiusi
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picchiata dai suoi strati più alti e rarefatti, e
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1998
Si posò sul punto più lontano del davanzale schermato
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della bifora. Dalla parte più alta dello spazio continuavano
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1998
arrivo. Sembrava un po’ più disteso, adesso, anche perché
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La rigirò nel punto più cavo, la premette due
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che si accalcavano sempre più attorno alla ciotola, da
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a beccare i calli più grossi nella ciotola, per
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perché la vedevo ancora più lisa e lucida del
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altrove. Venivano per lo più a incontrare lo Ziò
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concentricamente fin nei cerchi più molli e più profondi
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cerchi più molli e più profondi, li trapanavano fino
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pendio cominciava a scendere più decisamente, quasi a picco
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correre verso le zone più illuminate del cortile, ma
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tempo un banchetto ancora più affollato, salivano sempre nuovi
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immenso frantoio. Le vedevo più nitide, sbalzanti, come se
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due o tre letti più avanti. Mi pareva che
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successivi sperimentai nuovi e più vertiginosi giochi dell’eternità
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accorgeva. Ne potevo tagliare più di una, anche tutte
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sbaglio, su altre basi più larghe o più sottili
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basi più larghe o più sottili, per scoprire cosa
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o addirittura in quello più lontano, e quello usato
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e persino in quello più lontano, senza accorgermi di
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pali, la traversa. E più ancora il priore doveva
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era questo un problema più intollerabile e sfuggente, se
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fare buio. Pochi banchi più avanti era scoppiata una
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si stava incupendo sempre più, si era in quell
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sé qualche pensiero. Scendeva più raramente in fondo alla
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la suora dovette battere più volte e con insistenza
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cosa non l’interessasse più. ¶ Il tempo era ancora
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palo, in punti sempre più alti, più lontani. Anche
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punti sempre più alti, più lontani. Anche il Gatto
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posto, non potevo fare più niente per riprendermi il
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quel foglio nei posti più impensati, doveva avere cominciato
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sempre di colpo, sul più bello. ¶ «Te lo vorresti
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come se non riuscisse più a contenere dentro di
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Il Gatto sghignazzava ancora più forte a ogni colpo
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Gatto riprendeva con i più disparati e labili pretesti
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con una nota infinitamente più alta, e persino chi
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scoppio di risa ancora più esplosivo. L’altro prefetto
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le coperte, qualche letto più in là. La luce
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del corridoio e quella più lontana dello stanzone degli
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quando non si poteva più dire se era ancora
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che non si potesse più stabilire neppure questo a
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sulla testa del giocatore più lento nel ribattere, le
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camerata, si sentiva sempre più distintamente anche la sua
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con forza, lo colpiva più volte col palmo della
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città pareva brillare ancora più intensamente nella pianura, come
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non c’era quasi più nessuno. Tornai senza fare
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ormai non ci pensavo più, mentre stavo davvero per
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può inscrivere in una più generale regola dei silenzi
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prima dalle mani del più forzuto tra i muratori
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sorridere tra sé nel più indiscriminato dei silenzi. E
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parevano da quell’angolazione più smottate ancora, tanto che
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ancora mi parve che più di una volta la
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due dita dalle unghie più chiare lungo tutta la
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si stava accigliando sempre più, quel po’ che spuntava
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di colpo dalle zone più profonde e compresse della
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due fermagli non chiudeva più. Ma avevo appena terminato
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priore mi strinse ancora più forte contro il petto
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ci sparpagliavamo nei punti più nascosti del parco o
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poter meditare in modo più raccolto, scegliendo il posto
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diventava nel buio ancora più rischiosa perché si poteva
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troppo staccato dal crocchio più vicino, perché non si
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infine. «Non si può più tenerli fuori!» ¶ «Ma se
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che non ci fosse più nessuno. ¶ Il padre priore
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momento di capitolare. Ancora più risolutive erano quelle strisce
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tutto il tempo la più piccola parola di risposta
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lucente spiccavano le unghie più chiare, perché la suora
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accorto che non parlavo più. ¶ «Non c’è niente
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per passare dalla vasca più bassa a quella più
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più bassa a quella più profonda. Il Gatto si
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gli era andato ancora più vicino, la fronte quasi
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si era fatta ancora più limpida, più calda, veniva
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fatta ancora più limpida, più calda, veniva un profumo
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quella mano dalle unghie più chiare nella giostra del
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gesso profumato. Alcuni letti più in là, il Gatto
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si tendeva nei punti più lontani tra loro e
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lontani tra loro e più impensati, come se sotto
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lucine si accendevano molto più tardi, ora che il
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meraviglia, mentre alcune file più avanti il padre priore
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tavolata, accanto a quello più breve dove stavano seduti
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appariva adesso un po’ più pigiata e compressa delle
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gli stringeva il polso più forte, guardandolo nella penombra
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a uno dei banchi più lontani, il benefattore se
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ricreazione perché non sentivo più il vento spostato dalle
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funzioni si facevano sempre più solenni nello stanzone della
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irrigidiva e ghiacciava sempre più, i capelli gettati all
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pulsasse concentricamente dai segmenti più brillanti delle vie centrali
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e poi riformavano poco più in là galassie sempre
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in là galassie sempre più inaspettate, parevano spegnersi e
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collettivi. Si irradiavano sempre più attraversando i muri e
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le altre certe voci più stridule e più acute
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voci più stridule e più acute, inequivocabilmente femminili. ¶ Rabbrividivo
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nuca e le zone più basse delle tempie. Lo
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gli accorciava ancora di più il minuscolo ciuffo spiovente
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anzi ricominciato a farlo più furiosamente ancora, da quando
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addormentarmi e a risvegliarmi più volte. ¶ La mattina dopo
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ne era rimasta quasi più, solo qualche piccola chiazza
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cinque campanelli un po’ più piccoli e per impugnarlo
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diversi anelli. Era infinitamente più difficile, con quel complesso
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in alcuna circostanza, facendolo, più che ondeggiare, quasi schizzare
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Era finita sul gradino più alto dell’altare, incandescente
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Il campanello multiplo suonò più volte per l’adorazione
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si piegò ancora di più per spezzare la particola
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vidi di nuovo e più distintamente ancora le bruciature
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del tutto nella zona più alta del palato, o
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di tempo non vedevo più l’uomo con gli
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dei bordi che andava più forte, che saliva. “Devo
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Sembra che non esista più neanche il Centro!” ¶ Fuori
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vie sembravano slittati ancora più in alto contro i
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le strade erano diventate più ampie, piene di riflessi
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pavimento non c’era più quel pullulare di topi
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una vecchia porta a più ante, smerigliata. C’era
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file di stanze sempre più lontane, dalle porte tutte
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tratto. ¶ La luce del più vicino lampione filtrava attraverso
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telaio di ferro senza più vernice. Si vedeva dall
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mi cominciava a battere più forte. “Ma allora, forse
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durante l’urto. Era più trasparente dell’altra, non
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della frutta diventavano sempre più nere in fondo al
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riuscivano a vedere quasi più. Gli spigoli della cucina
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stelle si allargavano di più contro la vetrata, orbitavano
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delle quote!” ¶ Avevo ritentato più volte di telefonare al
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cabina la sera diventava più sfavillante, scompariva. Posavo il
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il portone col lato più corto di una cassa
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perché non c’era più lo scrocco. Qualche topo
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in certi cassetti ancora più remoti e persino nei
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di un’altra ragnatela più spessa e tutta già
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toccavo altre un po’ più sottili e meno ammassate
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cuore ricominciava a battere più forte. Anche le punte
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una settimana, mi pare, più o meno...” mi risposi
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continuavano a squillare sempre più forte a ogni piano
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dove il muro era più staccato, i nodi delle
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qui non c’è più nessuno!» ¶ L’uomo si
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vedevo l’acqua scendere più nera ogni volta che
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buia, non si vedeva più niente oltre i suoi
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Centro? Ma non esiste più il Centro! Siamo a
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uno partendo da quelli più vicini alla zona della
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che non sono neanche più periferie eppure appaiono incredibilmente
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per cogliere anche il più lieve passaggio d’aria
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topi avevano rosicchiato in più punti la sua guaina
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non si sentiva neanche più il rumore dei topi
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a cadere due piani più in alto, sopra il
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cisterna. La pioggia batteva più forte sui tetti, mi
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se qualche infiltrazione ancora più recente cambiava il percorso
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tetti bagnati di pioggia, più lontano. ¶ La vetrata era
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volto dovevano slittare in più punti e apparire inevasi
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a sfiorare una ragnatela più tenera del previsto, appiccicosa
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tutto svasato e senza più gommino, saltarci sopra finché
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angoli, attraversavo vie molto più grandi, mi vedevo di
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neppure gli spazi molto più vasti della sala. Mi
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impuntava, mi ributtava sempre più verso l’alto per
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motocicletta saltava, scricchiolava. Afferrai più forte la manopola dell
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occhi. Non si vedeva più niente nello sgabuzzino saturo
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manovravo slittando nelle curve più strette. ¶ Rasentai l’armadio
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L’aria diventava sempre più azzurra, per i gas
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rigiravamo per farlo andare più a fondo. Scendeva la
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non si vedeva neanche più la rete dei fili
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già non ci pareva più di ricordarle, mentre eravamo
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unto, era stato fissato più saldamente nel terreno con
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suo volto diventava ancora più abbagliante accanto alla goccia
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si restringevano sempre di più, la cornice di ferro
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del cane pendeva sempre più verso il selciato, mentre
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dalla stessa parte, il più lontano possibile da Sonnolenza
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faccia bianca non riusciva più a stare fermo. ¶ «Che
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smazzarla. La faceva oscillare più volte, in modo che
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spigoli e li scuoteva più forte perché tutta la
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Non c’erano neanche più le lucine accese, nei
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braccia, non la lasciava più camminare, da un po
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un paio di passi più avanti del resto della
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cieco non sembrava neanche più in grado di sentire
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non si poteva quasi più respirare. Il cane faticava
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si fa ogni giorno più grande la sua fama
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come per poter guardare più da vicino ancora quelle
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segno che non riuscivo più a controllare i movimenti
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la mente, “sentiranno ancora più forte i miei colpi
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di tanto in tanto più in alto, col volto
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occhiali perché non avevo più forza nelle braccia. ¶ «Cosa
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mano, perché non avevo più la voce. Mi girai
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fin dove non era più possibile vederlo. ¶ Un gruppo
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non osassero avvicinarsi di più o temessero che la
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si allungava sempre di più alle nostre spalle, ma
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perché il guidatore fissava più lo specchietto retrovisore che
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come se non riuscisse più a tenerla sveglia. La
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e pareva non volersi più distaccare da quel gioco
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varco nella successione sempre più fitta delle teste. L
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ripiegato. Non c’era più la vecchia, non poteva
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la vecchia, non poteva più esserci la vecchia. Di
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fare un giro ancora più lungo, entravano nelle frazioni
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scoperchiato. ¶ Provammo e riprovammo più volte, perché il cane
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c’era per di più quella grandissima chiave nell
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di nuovo, un po’ più in là. ¶ Sentii che
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spostarti in una zona più nevralgica ancora, a questo
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pieno... Devi partire al più presto, laggiù sono stati
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a uno dei piani più alti e molti correvano
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alla ringhiera per svoltare più in fretta ai pianerottoli
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niente fosse e sempre più forte a vorticare. La
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il parabrezza non contava più nulla, i bordi delle
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che non c’era più la cornice, né la
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Potevo vedere dentro la più vicina delle finestre un
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di colpo, un po’ più in là, perché da
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forse non mi aspettavano più per oggi pomeriggio, avranno
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sfaldata. ¶ Non c’erano più i vetri della finestra
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finestra, non c’era più neanche il telaio. E
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attorno. ¶ «Non ci sono più quei guerrieri!» ¶ «Sono scappati
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fine. ¶ Imboccavo strade sempre più serpeggianti e più lontane
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sempre più serpeggianti e più lontane, altre strade segnate
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altre strade segnate sempre più in piccolo sulla cartina
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specchietto retrovisore non riusciva più a contenere i bordi
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avere nel frattempo acquistato più volume perché ci si
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si stava dentro ancora più stretti. Il cielo slittava
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barbiere si faceva sempre più lenta, la forbice si
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clacson per farmi rientrare più in fretta nell’auto
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ruote, non si vedeva più dove finiva e dove
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cinque non ci sono più turni d’uscita dalle
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luce si assottigliava sempre più, stava passando poco per
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possiamo lasciarla giocare ancora più liberamente all’interno della
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Sonnolenza, avvicinandosi ancora di più all’operaio dalla faccia
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luce che rendeva ancora più lanuginosa e trasparente la
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piedi sul baldacchino, molto più in alto del filo
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punti sempre diversi, sempre più lontani. ¶ «Abbiamo un nuovo
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denti. Scaturiva ancora di più, finiva in qualche spazio
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ripreso a scintillare ancora più forte dietro il parabrezza
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volte incastrato nelle zone più lontane dell’auto. Lo