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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «più»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
sette o otto, uno più vispo dell’altro. ¶ – Va
2
1956
e noi non abbiamo più niente da darti. Ma
3
1956
castello e non ritorna più. Prima hanno voluto le
4
1956
E nessuna ha fatto più ritorno. Ora il Re
5
1956
difendere, ma non torna più nessuno. Oh, se qualcuno
6
1956
sala erano ancora di più, e le giovani nerovestite
7
1956
giovani nerovestite entrarono ancora più numerose della sera prima
8
1956
stregoni che non finiva più, tutti coi lunghi nasi
9
1956
figliolo e gli voleva più bene che alla luce
10
1956
per i Turchi, il più gran castigo che Dio
11
1956
fico cascò un po’ più in là; lui non
12
1956
non stare ad andare più da quelle parti –. E
13
1956
un castello, ¶ Ma mai più bella donna visto avete
14
1956
d’ogni strumento era più dolce la sua voce
15
1956
con la moglie, il più ricco signore del mondo
16
1956
Non restava che il più piccolo, che si chiamava
17
1956
non mi vedrete mai più. ¶ E così fece: sellò
18
1956
vai laggiù - non torni più. Lui stava per imboccare
19
1956
Il cavallo non riusciva più a proseguire. Beniamino scese
20
1956
Forse non ci vedremo più –. Poi continuò la strada
21
1956
ci poteva star sotto più d’una persona. L
22
1956
con una Regina, la più bella delle due. ¶ Fecero
23
1956
che vangavano. Disse il più grande: – Di vangare non
24
1956
vangare non ne ho più voglia. Voglio andare a
25
1956
anche quello. ¶ Allora il più piccino disse che andava
26
1956
Anche tre, – disse il più piccino e gli porse
27
1956
del paniere, ma il più piccino batté la bacchetta
28
1956
Quando sentì questo, il più piccino ci restò male
29
1956
condurrai dal Re. ¶ Il più piccino suonò la trombetta
30
1956
fondo al mare. ¶ Il più piccino tornò dal vicino
31
1956
il sacco. ¶ Così il più piccino pascolò le lepri
32
1956
e andò via. ¶ Il più piccino aspettò che fosse
33
1956
vicina a casa, il più piccino suonò la trombetta
34
1956
erano finiti, e il più piccino tornò dal Re
35
1956
sacco si riempirà. ¶ Il più piccino tornò dal Re
36
1956
buio e non sapeva più dove andare. In fondo
37
1956
bene non mi sgriderà più se non riporto a
38
1956
ora che non abbiamo più bisogno delle pecore! ¶ La
39
1956
brontolare che non voleva più avere intorno quei cagnacci
40
1956
te non ci voglio più stare. ¶ Salì a cavallo
41
1956
che non c’era più nessuno, uno di loro
42
1956
la sua sposa, tanto più che il vecchio Re
43
1956
mesi che nessuno batte più a questa porta! Cosa
44
1956
si comportassero bene. ¶ La più piccola delle tre sorelle
45
1956
chiamava Giricoccola, era la più bella, e le sorelle
46
1956
padre fu partito, la più grande prese l’oro
47
1956
tutti si fissavano sulla più piccina. Venne sera e
48
1956
Quella dell’argento è più bella, ¶ Ma quella della
49
1956
fare un’altra ancora più bella! ¶ Ma lei volle
50
1956
tanto bella? Non posso più accompagnarti a casa. Qua
51
1956
che bella eri e più bella diventerai. ¶ La ragazza
52
1956
che bella sei e più bella diventerai –. E la
53
1956
come prima e ancora più di prima, tutto contento
54
1956
papà non ti condannerà più a morte; e neanche
55
1956
figlio mio, hai ragione; più bella di così non
56
1956
dodicesimo, che era il più vecchio di tutti, diede
57
1956
solite cose. Solo il più vecchio stava zitto. – Dica
58
1956
crescere e diventar sempre più bella, come era stato
59
1956
predetto dagli astrologhi, ma più cresceva e più capiva
60
1956
ma più cresceva e più capiva che non poteva
61
1956
manderò gli ambasciatori. Sono più potente io del Re
62
1956
domandò, – non c’è più? ¶ – Sta poco bene. ¶ – Voglio
63
1956
ad acchiapparlo, ma sul più bello sfondò le pignatte
64
1956
data non si poteva più ritirarla. ¶ La voce si
65
1956
padre non pensava nemmeno più a quell’idea del
66
1956
viso, e non era più una vecchia, ma una
67
1956
ridevano a crepapancia. ¶ Sul più bello della risata generale
68
1956
giovane non si riconosceva più: era tanto bello che
69
1956
innamorò e non vide più che per gli occhi
70
1956
la figlia del Re più potente della terra o
71
1956
della terra o la più povera contadina! ¶ – No, padre
72
1956
mondo venne la gente più istruita: filosofi, dottori e
73
1956
Re, che non stava più nella pelle dalla contentezza
74
1956
col morto. Chiacchierando del più e del meno arrivarono
75
1956
ora non glielo domando più», si fece coraggio e
76
1956
tomba, e non riconosceva più il cimitero. Era tutto
77
1956
tomba e non è più tornato, e la sposa
78
1956
io non voglio star più con te, voglio andare
79
1956
perdono, ma non farlo più. ¶ E Pietro promise… ¶ III
80
1956
in un’altra casa più povera, nera di fuliggine
81
1956
strada che non riusciamo più a tirarci dietro le
82
1956
andare, ormai, che fa più scuro che nella bocca
83
1956
telaio, per non dover più interrompere dopo, pensò d
84
1956
far svelta, non riusciva più a finire. «O bella
85
1956
Come mai non finisco più… Cosa m’avrà fatto
86
1956
con lui. – Così sei più riparato. Dormi e taci
87
1956
a mettersi al lavoro più lontano che poteva da
88
1956
sformato, scoppiato, non sembrava più frumento; ma per la
89
1956
te, mamma, verranno giorni più felici. ¶ Così disse, e
90
1956
rovina. E per esser più sicura che non lo
91
1956
quando non ne poté più di fantasticare, – tante volte
92
1956
un altro palazzo ancora più bello, con tutto quel
93
1956
palazzo era già lì, più grande e più bello
94
1956
lì, più grande e più bello dell’altro, e
95
1956
sia messo sulla cima più alta e più scoscesa
96
1956
cima più alta e più scoscesa di quella montagna
97
1956
Quando non ci sarò più fate così: andate dai
98
1956
stuoiaio. Disse Caterina, la più grande: – Zio, nostra mamma
99
1956
Rimase solo Marietta, la più piccina, e continuando la
100
1956
e non la finivano più con le riverenze, le
101
1956
nome: gamberi! Sei il più grande astrologo del mondo
102
1956
di corsa. Allora la più piccola disse: – Adesso ci
103
1956
tua sorte. ¶ Allora la più piccola prese una torta
104
1956
pelato: non si vedeva più neanche un albero. «Anche
105
1956
che non lo riconosceva più. Cerca casa sua, ma
106
1956
non c’è neanche più la strada. Domanda dei
107
1956
prese il suo fazzolettino più fino e profumato e
108
1956
di Re non torna più indietro –. Perché quel giovane
109
1956
io voglio sposare al più presto, non posso più
110
1956
più presto, non posso più aspettare. ¶ E lei: – Anche
111
1956
che tu diventi la più bella giovane che si
112
1956
La vecchia non gridò più: era già morta stecchita
113
1956
le piaceva ancora di più, e subito se ne
114
1956
suo e, non trovando più la Principessa, pensava d
115
1956
mandò a chiamare i più gran musici e cantanti
116
1956
lo buttò in mare, più lontano che poteva. ¶ La
117
1956
soltanto, perché non aveva più fiato, mentre il granchio
118
1956
combinare le nozze al più presto. ¶ (Venezia) ¶ 31 ¶ Muta per
119
1956
dopo non li aveva più visti. ¶ Allora la sorellina
120
1956
lui non voleva sentire più parlare della sposa; di
121
1956
preso canaglia! Ora vedrai. ¶ Più morta che viva, la
122
1956
non ve ne darò più altri! ¶ La vecchia allora
123
1956
E non si mosse più di là, tranne che
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1956
stanca che non posso più tirare avanti.» ¶ Andò al
125
1956
dormito un giorno di più aveva perso la sua
126
1956
tornò e non trovò più il Re, si disse
127
1956
di loro si parla più, ormai. ¶ (Venezia) ¶ 33 ¶ Pomo e
128
1956
del Mago non voleva più lasciarli andare. – Se vuole
129
1956
Mago. – Non voglio continuare più il viaggio con lui
130
1956
Scorzo, perdonami! Non raccontare più! – diceva la sposa. ¶ Ma
131
1956
che non c’era più neanche un filo verde
132
1956
finché non si vide più, e tutti dal palazzo
133
1956
Sarei contenta ancor di più, – disse lei, – se invece
134
1956
io venga intero e più bello di prima», e
135
1956
lo sarei ancor di più se invece che su
136
1956
Mezzo che non era più mezzo ma intero, fece
137
1956
madre con tre figlie, più povere che mai. Tanto
138
1956
bella sei e sempre più bella diventerai! Digli che
139
1956
bella sei e sempre più bella diventerai –. E la
140
1956
E la ragazza sempre più bella diventava. ¶ Il giorno
141
1956
bella sei e sempre più bella diventerai –. E lei
142
1956
diventerai –. E lei sempre più bella diventava. ¶ Va al
143
1956
bella sei e sempre più bella diventerai. ¶ Sempre più
144
1956
più bella diventerai. ¶ Sempre più bella, la ragazza salì
145
1956
in un cespuglio. La più grande si mise la
146
1956
a vendere e fece più di mille lire: così
147
1956
Regina ed era la più bella della festa. Il
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1956
ladri, e non è più peccato. ¶ Il ragazzo andò
149
1956
dare un colpo ancor più forte, e il pastore
150
1956
bocconi. Ma il pastorello, più svelto di lui, col
151
1956
Tirate con la frombola più lontano che potete: dove
152
1956
frombole e tirarono. Il più grande tirò e la
153
1956
di una tessitrice. Al più piccino la pietra cascò
154
1956
anello alla fidanzata. Il più grande trovò una giovinotta
155
1956
un filo, e il più piccino guarda guarda in
156
1956
a puntino; e il più piccolo, tutto mortificato, con
157
1956
pareva seta. E il più piccino? Andò al fosso
158
1956
aperse la noce del più piccino, e intanto i
159
1956
quello della tessitrice, tenuto più a stecchetto, era venuto
160
1956
un famelico mastino. Il più piccino arrivò con una
161
1956
e di gioielli. ¶ Il più piccino andò al fosso
162
1956
e regina diventarono il più piccino e la sua
163
1956
che era proprio sul più bello e disse: – Non
164
1956
le streghe non trovarono più la pietra e dovettero
165
1956
il pappagallo non sapeva più come continuare la storia
166
1956
la ragazza diventava sempre più pallida. I fratelli se
167
1956
quello là che è più maturo, – disse la vecchia
168
1956
insieme, perché sono i più gran ladri che ci
169
1956
libbra, e nessuno comprava più carne. Finalmente gli dicono
170
1956
così non si capiva più niente. ¶ Portacalcina disse al
171
1956
è anche chi è più furbo di loro. Faccia
172
1956
e perché non avesse più da rubare, il Re
173
1956
ed ecco era già più in alto delle cime
174
1956
e non si vergognò più, ma non vedeva l
175
1956
disse: – Uh, non ho più sete, bevitela tu, eh
176
1956
vide il figlio senza più ferite, col viso tornato
177
1956
sposa, – non mi considero più figlia d’un uomo
178
1956
morta, invece la trovarono più ardita e allegra di
179
1956
un bel giovanotto, che più bello non si poteva
180
1956
e non mi vedrai più! O se mi vorrai
181
1956
di seta, una cosa più bella dell’altra. Vedendo
182
1956
facendola entrare nella stanza più tardi e uscire più
183
1956
più tardi e uscire più di buon’ora. ¶ Anche
184
1956
disse: «Stavolta non posso più sopportare. Troverò un nuovo
185
1956
Messa, e domandava ai più vecchi se sapevano dove
186
1956
avvicinò ai vestiti della più bella, e glieli portò
187
1956
a rivestire. Ma la più bella non trovava i
188
1956
cosa fai? ¶ – Non trovo più i miei vestiti! Aspettate
189
1956
e non li trovò più. Andò in scuderia e
190
1956
mancavano i due cavalli più belli. Allora mandò una
191
1956
lingue degli animali sono più difficili, e il maestro
192
1956
a me, non gioco più! Tu non la prendi
193
1956
leone che era il più grosso dei quattro e
194
1956
metterai diventerai il leone più feroce che ci sia
195
1956
naso diventerai il cane più veloce che si sia
196
1956
potrai diventare l’aquila più grande e forte che
197
1956
ci vorrebbe il cane più veloce del mondo. Ucciso
198
1956
Giuanin era il leone più forte del mondo e
199
1956
Giuanin diventò il cane più veloce del mondo e
200
1956
Giuanin diventò l’aquila più grande del mondo e
201
1956
uovo dentro, così è più sostanzioso, – e così dicendo
202
1956
quello del Re, ma più bello ancora di quello
203
1956
un’ambascia; non mangiava più, non beveva, non dormiva
204
1956
testamento. Non c’era più speranza: la figlia del
205
1956
Corse zoppicon zoppiconi dal più grande orefice della città
206
1956
Che tu non possa più crescere, finché non trovi
207
1956
smilzo e gramo, e più sua madre lo curava
208
1956
e lo teneva bene, più lui diventava gramo. Gli
209
1956
Che tu non possa più crescere se non trovi
210
1956
pastore tornò, non trovò più la bella Bargaglina e
211
1956
lui viveva solo, sempre più piccolo e gramo perché
212
1956
gramo perché non poteva più crescere. Tutti i giorni
213
1956
quattro a lavar roba più che potevano, ma pativano
214
1956
tutte le stanze, una più bella dell’altra, e
215
1956
la porta, scappò quanto più lontano poteva da quella
216
1956
Lucia ed era la più furba di tutte. Anche
217
1956
che mi fido, tanto più che io ho questa
218
1956
Ma cominciò a essere più in pena che mai
219
1956
il Diavolo non osò più avvicinarsi. ¶ (Langhe) ¶ 10 ¶ La barba
220
1956
vedrete chi raglierà di più, tra voi e noi
221
1956
noi. ¶ Masino era il più sveglio dei Pocapagliesi e
222
1956
dei Pocapagliesi e il più benvoluto da tutto il
223
1956
paese. Non era robusto più degli altri, anzi, a
224
1956
soldato non aveva fatto più ritorno al paese e
225
1956
si svegliava non trovava più né vacche né buoi
226
1956
pulirle non ci voleva più la spazzola ma un
227
1956
e costola. Nessuno osava più portare le bestie alla
228
1956
alla pastura, nessuno osava più entrare nel bosco, e
229
1956
alto in basso. ¶ Il più vecchio dei contadini si
230
1956
i contadini non sapevano più cosa fare. Ma il
231
1956
cosa fare. Ma il più vecchio, quello che aveva
232
1956
non mi fan far più niente. ¶ – Terza domanda a
233
1956
paesani, cercò di farsi più piccolo che poteva, si
234
1956
Micillina, che non riuscirà più a tenersi in ordine
235
1956
ci mise dentro la più piccina delle sue figliole
236
1956
vide uno dei palazzi più belli e grandi che
237
1956
biscia ogni giorno diventava più grossa; tanto che sotto
238
1956
letto non ci stava più. Andò via, ma prima
239
1956
l’incanto. E il più vecchio di tutti i
240
1956
anche le due figlie più grandi del contadino e
241
1956
più avanzati studi stranieri. Più in breve, una storia
242
1956
voglia vedere esemplificate le più suggestive interpretazioni etnologiche dei
243
1956
avrebbero accentuato ancora di più questo divario. ¶ 11. Dalla prefazione
244
1956
cui mi sono servito. Più precise indicazioni d’ogni
245
1956
Ma per notizie bibliografiche più precise, cfr. G. PITRÈ
246
1956
riassumendo uno studio del più importante esponente della scuola
247
1956
i ricordi. ¶ 19. Una delle più suggestive, Il figliolo del
248
1956
perché si devono considerare più opera di letteratura creativa
249
1956
una raccolta toscana delle più importanti come quantità e
250
1956
lui stesso. Uno dei più illustri studiosi viventi della
251
1956
cinquanta e dei tipi più vari e d’ampio
252
1956
e di queste la più parte trattano di apologhi
253
1956
Corazzini. Ma le cose più interessanti si trovano nella
254
1956
a esser narrati senza più alcun rapporto con le
255
1956
o «motivo» è rintracciabile. Più in là non va
256
1956
fiabe; per le leggende, più legate ai luoghi, càpita
257
1956
legate ai luoghi, càpita più spesso – ma non quanto
258
1956
novelle di cui è più facile datare un’origine
259
1956
triglia non c’era più. Il gabbiano non poteva
260
1956
a tigna, aveva la più folta e netta testa
261
1956
uomo, e per di più vecchio cadente. ¶ Navigarono tre
262
1956
ci riuscirai non farai più ritorno. Vedi questa montagna
263
1956
aspetta una prova ben più difficile. Entro domani all
264
1956
pensare di salirci, e più impossibile ancora andarci con
265
1956
lo videro saltar fuori più sano di prima, e
266
1956
Re d’Inghilterra. – Il più crudele dei miei nemici
267
1956
bottega che non finiva più. Vennero anche tre giovanotti
268
1956
era vista una filatrice più veloce di quella vecchia
269
1956
bell’e filata. E più filava e più le
270
1956
E più filava e più le venivano lunghe le
271
1956
venivano lunghe le ciglia, più lunghe del naso, più
272
1956
più lunghe del naso, più lunghe del mento, s
273
1956
del mento, s’allungarono più d’un palmo e
274
1956
a filare ed era più veloce dell’altra, e
275
1956
veloce dell’altra, e più filava e più le
276
1956
e più filava e più le labbra le si
277
1956
terzo carico di canapa più grosso degli altri due
278
1956
a filare, presto, sempre più presto, e più filava
279
1956
sempre più presto, e più filava e più i
280
1956
e più filava e più i denti le crescevano
281
1956
nei preparativi, non aveva più pensato alle tre vecchie
282
1956
dopo non ne parliamo; più passavano i giorni più
283
1956
più passavano i giorni più la sposa era triste
284
1956
sposa non ci invita più al suo banchetto! ¶ Il
285
1956
risata che non finiva più e disse: – Ordina subito
286
1956
terza non si capiva più niente. ¶ Finito il pranzo
287
1956
camino. – Tu non filerai più per tutta la tua
288
1956
e nessuno ne sapeva più niente. I servitori andarono
289
1956
e Terra Luba, la più rinomata per bellezza in
290
1956
Inghilterra e Austria e più sublime per regio sangue
291
1956
già gran parte delle più importanti raccolte italiane erano
292
1956
che era un po’ più vecchio18 degli altri folkloristi
293
1956
dei colleghi: tra i più bei pezzi delle raccolte
294
1956
le montalesi vengano fuori, più che elenchi di varianti
295
1956
diretta «discesa» vernacola della più picaresca novella del Decamerone
296
1956
e la seconda, ancor più praticamente, in cambio d
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è quella che sa più fiabe (i tre quarti
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spesso con le immagini più suggestive, ma non c
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Pietro e nun vedendolo più, si messano a ricercarlo
300
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perfetta conoscenza,21 reso il più omogeneo possibile e il
301
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omogeneo possibile e il più rappresentativo degli usi linguistici
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presenta perciò – come dicevo – più come opera d’autore
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proprio perché sono le più belle, quelle che già
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stile» – che è stato più brutto lavorare. (Mentre invece
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siciliani della raccolta Pitrè, più belli erano meglio lavoravo
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La raccolta in cui più la fiaba diventa pretesto
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che ha i riscontri più ricchi e precisi che
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Molise.37 Ma la lacuna più grave è quella d
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gusto per le storie più complicate. La Sardegna non
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se l’Italia fosse più o meno povera di
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dal problema delle origini più remote – bisogna riconoscere l
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è limitata alle zone più settentrionali (si può già
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presentano molto variati nella più gran parte dell’Italia
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orientale,47 una sedimentazione molto più profonda della più recente
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molto più profonda della più recente spolveratura originata dalla
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diffusione di «tipi» di più larga fortuna. Il cantare
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o streghe attingono al più antico fondo pagano del
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come uno dei momenti più importanti della vita «storica
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tradizioni del periodo di più intense relazioni e minacce
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quando trattano dei «tipi» più elaborati, quelli in cui
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quelli in cui è più riconoscibile un piacere d
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avrei voluto trattare con più onore, ma tra le
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per rappresentare la forma più classica, e una ligure
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allegra logica cui la più misteriosa storia di trasformazioni
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sommaria del malvagio (o, più spesso, della malvagia): la
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lo schema per noi più facile ed elementare di
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maledizione. Ma gli innamoramenti più concreti e sofferti delle
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sé, trascurato dai narratori più ambiziosi, e perpetuato attraverso
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perpetuato attraverso una tradizione più umile, familiare, con caratteristiche
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s’esprime qualcosa di più profondo: l’intelligenza tecnica
331
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cunsigghiu mi dati?”»; oppure più rapidamente: «Lu Riuzzu grida
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Toscana, invece, dove, benché più colti in tante cose
333
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per minestra»; un cavolo più grosso degli altri sradicato
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virtù ostinata: sono fiabe più rare e sempre rozze
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va il mio ringraziamento più devoto: per primo al
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in Italia parallelamente ai più avanzati studi stranieri. Più
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il campo alla sua più anziana e rustica sorella
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una raccolta generale di più regioni, pubblicando nella collana
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un «problema della fiaba» più scottante. ¶ Stando così le
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se no perdercisi senza più tornare a riva, come
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per rappresentare le paure più elementari. E per tutti
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fiabe, e che dirò più in là. ¶ Intanto, cominciando
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al primo sguardo nel più ostico testo pugliese o
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fronte alla sua proprietà più segreta: la sua infinita
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invidiar nulla alle fiabistiche più celebrate dei paesi germanici
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uno straordinario novellatore orale – più spesso una novellatrice – o
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tipo di racconto. Così, più mi sospingevo nella mia
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sospingevo nella mia immersione, più il controllato distacco con
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di tipi) le versioni più belle, originali e rare
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in modo da renderla più piena e articolata possibile
351
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i giri di frase più espressivi e inconsueti. Questo
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non perché non esistano più in Italia «luoghi di
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aggiornate sulle esperienze straniere più nuove e interessanti compiute
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rappresentati da una o più versioni che mi sono
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mi sono sembrate le più rappresentative, le meno schematiche
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meno schematiche, e le più impregnate dello spirito dei
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dei luoghi (spiegherò meglio più avanti questo concetto). Nel
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parsa non solo la più bella o più ricca
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la più bella o più ricca o meglio narrata
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terreno, ne ha tratto più succo, s’è fatta
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succo, s’è fatta più monferrina, più marchigiana, più
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è fatta più monferrina, più marchigiana, più otrantina. ¶ Ma
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più monferrina, più marchigiana, più otrantina. ¶ Ma non si
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raccolte in dialetto – segnalerò più in là quali tra
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Toscana sono dialetti né più né meno degli altri
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gli altri e talora più oscuri; e se nel
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toscani è stato il più difficile, quello i cui
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i cui risultati sono più discutibili, quello in cui
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confronto coi testi è più facile e quasi sempre
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vengono le due raccolte più belle che l’Italia
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di darne la documentazione più precisa possibile, zeppi di
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un mondo d’immaginazione più sofferto, d’un ritmo
373
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in tutte le raccolte più recenti, ma qui non
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Un gran numero dei più bei «cunti» del Pitrè
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non le dimenticò mai più. Vi son donne che
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centinaia, non ne ricordano più una; e ve ne
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di brava contatrice, e più la si udiva, e
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la si udiva, e più si aveva voglia di
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la narrazione della Messia più che nella parola consiste
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mediterranea sin dalla sua più antica testimonianza scritta, la
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territorio aperto agli influssi più diversi, un frutto più
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più diversi, un frutto più «colto» e ben aggiornato
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la Regina Marmotta, il più ariostesco racconto che sia
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giardini e palazzi (assai più estese e letterarie nel
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del paese lo riconosceva più. – Oh! Ma non sei
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veniva bene, non tornava più il verso. ¶ Si voltarono
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Ora non ci torna più il verso! – Finalmente lo
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Come matto? Io sono più savio di voi! Cosa
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I ladri, non vedendolo più tornare, scesero a cercarlo
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comodo! E per di più abbiamo perso tutti i
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adesso non l’avrò più, – pensò. – Andrò a mangiare
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è entrato non può più uscire. Io non vi
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cavalli, e ordinarono il più bel bastimento della flotta
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quel qualcosa gli fu più vicino, il marinaio entrò
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a disperarlo, ma ancor più l’amore per la
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che si sappia noi? Più ci pensiamo meno ci
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soldati, si mise il più bello dei suoi vestiti
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della nave non riuscirono più ad acchiapparlo perché era
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piangete; sono vecchia e più che vecchia non si
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scappò. Rosa, che era più coraggiosa di Maria gli
401
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io, – disse Nina, la più piccola, – e vediamo se
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me. ¶ La mattina dopo, più presto delle altre volte
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non m’abbandonerai mai più. ¶ E in quel momento
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non ce la faceva più. S’abbracciarono, si salutarono
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uovo non c’era più. L’ochina era disperata
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e non aveva trovato più uova. Si mise a
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i sensi. Ma sì! Più saltava più la casa
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Ma sì! Più saltava più la casa di ferro
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Allora vieni alle nove. Più presto non posso, devo
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di ferro diventava sempre più forte. ¶ Per molti giorni
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volpe non si fece più vedere. Ma una mattina
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A scappare non faceva più a tempo. Vide in
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poponi per scegliersi il più buono. Dava un morso
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gli diede un morso più forte che agli altri
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non si scuoteva neanche più. ¶ Passò del tempo. Un
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La volpe per aver più appetito non mangiava da
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era un nodo scorsoio. Più tirava, più il nodo
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nodo scorsoio. Più tirava, più il nodo stringeva; più
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più il nodo stringeva; più sgambettava, più soffocava. Restò
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nodo stringeva; più sgambettava, più soffocava. Restò strozzata, con
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tutti le rispondevano: – Va’ più giù che lo trovi
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ragazza ammazzava bestioline a più non posso, ma per
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Mamma mia, dindò, dindò, ¶ Più ne taglio e più
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Più ne taglio e più ce n’ho. ¶ Alla
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altro uomo, così Quattordici più uno faceva quindici. Andarono
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Quando non ne poté più di stare all’ospedale
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Quando non ne vennero più le contò in terra
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il Gigante, non avendoci più legna, prese una corda
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una corda un po’ più lunga? Vorrei girarla intorno
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modo da non aver più da tornare per legna
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alla trottola: chi arrivava più lontano con un tiro
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trottola non la troviamo più, – e gli diede i
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Re non la volle più vedere. ¶ La sposa stava
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odor di fiori e più andava avanti più profumo
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e più andava avanti più profumo sentiva. Arrivò a
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modo da non vederla più. Ma dalla testa erano
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Chiamò il suo servitore più fedele e gli disse
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tutta la stanza, e più frugava meno trovava. C
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e nessuno ne seppe più niente. ¶ E lì se
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i genitori non pensarono più al patto con le
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vedendola tornare, era sempre più in pensiero. A un
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Ora non si può più tornare indietro! ¶ Le Fate
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e non si fermava più. Prezzemolina voleva farli tornare
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Adesso non c’è più rimedio. Ma se tu
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non c’è quasi più legna. ¶ – Va’ a prenderla
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solo un lume, il più grosso di tutti. – Questa
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genio! ¶ Poi chiesero alla più piccina, che restava zitta
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che era anche la più bella, disse: – Io invece
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di casa vostra. ¶ Loro, più confuse che mai, dicevano
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insistere fece ripetere alla più grande il discorso che
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E tu? – chiese alla più piccina. E quella, tutta
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fronte alla fortuna della più piccina, divenuta Regina tutt
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la moglie non riusciva più a esser come prima
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di lei non restò più alcuna traccia; il Re
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del Re, un palazzo più grande ancora, con un
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in questo giardino? Di più non ci può essere
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e stacca il ramo più alto: lo pianterai nel
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e prese il ramo più alto. Accompagnato dal suo
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ramo diventò l’albero più bello che ci fosse
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Manca una! ¶ Non sapevano più chi far venire. A
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chi è, il pezzo più grosso che lascerò di
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queste cose? – E la più costernata era Leonetta: – Ma
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tirar su nella cesta, più morto che vivo. – Che
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hanno rispettata, ma sul più bello della festa, quando
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rena sarà cento volte più grosso del pezzo più
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più grosso del pezzo più grosso che resterà di
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bruciato! Ora non darò più feste, non farò più
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più feste, non farò più niente, ho quasi voglia
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di tornare, e ancor più contento quando si sentì
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figlie la proposta. ¶ La più grande disse: – Io no
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è proprio lei la più sfrontata, quella che m
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quel giorno non dormì più nella soffitta. ¶ Dopo qualche
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in simpatia. Parlando del più e del meno, disse
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maestra, prendeva sempre di più nel folto, per oscuri
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casa svaligiata, e senza più la sposa. «Non può
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a correre le voci più strane: – Ha sposato una
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parti, anche dalle campagne più lontane. Apparve la sposa
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ministri, tutti bevevano a più non posso, e a
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gobbi, fratelli. Il gobbo più giovane disse: – Voglio andare
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casa che non era più gobbo e nessuno del
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ammalarsi, e non rideva più né mangiava; non si
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altre e non fece più cose strane. ¶ (Pisa) ¶ 75 ¶ Il
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né un’ora di più né di meno, prenderà
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regina e per di più da sposa; e in
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Eppure, mamma, sono persuaso più di prima: è una
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Principe non ci trovò più nulla da ridire. ¶ Lo
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maschio e femmina, i più belli che mai si
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sulla spiaggia galoppando a più non posso si vide
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lotta. Il Drago era più grande ma la cavallina
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me m’è venuto più volte questo desiderio: quasi
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il Fiorentino non poteva più muoversi perché non ce
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Gigante non lo trovò più. ¶ Arrivò a Firenze con
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non c’è ricordo più amaro per me che
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bussò, nessuno rispondeva. Tornò più tardi, già a buio
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figlio che non sapeva più se era vivo o
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sempre tra i piedi. Più s’accaniva a dar
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fine, a un calcio più forte degli altri, la
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videro che non tiravano più su il fornaio, si
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da farmi le pariglie più belle di tutti i
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come fosse la cosa più facile del mondo. ¶ Il