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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Luigi Pulci, Morgante, 1483

concordanze di «più»

nautoretestoannoconcordanza
1
1483
ch'io vidi te, più star con meco. ¶ Che
2
1483
ch'io ho udito! ¶ Più sù sta mona Luna
3
1483
l tempo sia dover più starsi? ¶ Pàrti che 'l
4
1483
sicuro abbiam sanza operar più spade. - ¶ Quando Rinaldo si
5
1483
posso; ¶ io non son più il cugin tuo, com
6
1483
Iddio ci aiuteràe, ¶ né più la dama il mio
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1483
con Antea non giosterrai più tue: ¶ ch'io gli
8
1483
scampo: ¶ se fussi, Orlando, più ch'un muro saldo
9
1483
com'egli è malizioso più che volpe ¶ e più
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1483
più che volpe ¶ e più che Giuda tristo e
11
1483
e traditore; ¶ e quanto più potea gli fece onore
12
1483
farei in su' campi più dimoro, ¶ ma in Bambillona
13
1483
avea, ¶ ché riveder mai più non crede Antea. ¶ Non
14
1483
e tempo non è più d'essere amante. - ¶ E
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1483
presso non v'è più vicini. ¶ In una grotta
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1483
io t'ho detto più che non domandi; ¶ s
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1483
che mai fu il più gagliardo: ¶ nella città n
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1483
con sospetto; ¶ e quanto più potea gli confortava; ¶ ché
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1483
era presta, ¶ e quando più poté si facea bella
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1483
son venuto a piè più che di trotto; ¶ né
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1483
cavallo, ¶ ché 'n volto più non sofferia guardallo. ¶ E
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1483
padre allega ¶ che sempre più l'onor che l
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1483
a lui commesso hai più d'un fallo. - ¶ Rispose
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1483
por l'orgoglio, ¶ e più il Soldan non istarà
25
1483
che 'l nome tuo più oltre dica, ¶ se' quel
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1483
il destrier volse. ¶ Vanno più presto ch'uccello o
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1483
aspetta. ¶ Guicciardo ringraziò quanto più puote ¶ la damigella di
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1483
che 'l convito era più bello, ¶ sùbito venne un
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1483
mia. - ¶ E non poté più oltre dir parola. ¶ Colui
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1483
questo non narra: ¶ credo più tosto forte temperata; ¶ e
31
1483
a re Falcon mai più chiegga il tributo; ¶ ed
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1483
al re Falcon mai più, come solea, ¶ darebbe oppressïon
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1483
trarrà a te anco più d'un paio. ¶ Io
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1483
mai tributo al re più chiederai. ¶ E per me
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1483
che preso non fia più a mazzacchera. ¶ Questa fanciulla
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1483
per antico. ¶ Io vo' più tosto trovarmi alle mani
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1483
re Falcon non dia più ricadia; ¶ benché malvolentier ti
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1483
va ¶ ne' suoi paesi più il talacimanno; ¶ per le
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1483
ho a punir di più d'una malizia»; ¶ com
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1483
tavola rotonda, ¶ e se più ne volessi, anche altri
41
1483
gente si sbaraglia, ¶ ché, più che gente, era o
42
1483
e forbotta, ¶ ch'era più dura che quercia o
43
1483
che non ne fu più al tempo di Nabucco
44
1483
vanno, a non tenere ¶ più che bisogni lunga questa
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1483
Iddio. - ¶ Orlando non poté più sofferire, ¶ ché d'abbracciargli
46
1483
le parole sue: ¶ - Mai più fu tocca la persona
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1483
tanto magna? ¶ Non aspettar più, vien' col gonfalone, ¶ però
48
1483
non istette a dir più: ¶ addrieto col caval presto
49
1483
per due ore o più durò la zuffa. ¶ Rinaldo
50
1483
chiama il re Vergante, ¶ più crudele uom che forse
51
1483
superchio caldo, ¶ non può più il Ciel patir tanto
52
1483
che in Ciel sia più giustizia, ¶ malfusso, ladro, strupatore
53
1483
ritenne costoro, ¶ quanto poteva più gli ha ringraziati. ¶ Questa
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1483
e prestante, ¶ e quanto più potea si raccomanda ¶ che
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1483
non mi lasciar mai più portare spada; ¶ ma questa
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1483
ché di servirlo son più di te caldo. - ¶ Diceva
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1483
che sia quest'opera più degna. - ¶ Egli rispose: - Pel
58
1483
e Marte in aspetto più duro, ¶ dodici segni ed
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1483
rami non s'annidi, ¶ più non s'allegri e
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1483
non s'allegri e più non s'accompagni, ¶ e
61
1483
peschiere, ¶ però che son più i pesci che le
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1483
e vedevasi Ulisse ¶ come più là che' segni d
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1483
l'aspido sordo, freddo più che lastra, ¶ che con
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1483
che sì bel mai più vide Soria: ¶ trecento passi
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1483
Soria: ¶ trecento passi o più girava intorno; ¶ le corde
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1483
e d'oro, e più che 'l sol lucenti
67
1483
è Orlando; ond'io più a tedio ¶ non ti
68
1483
così m'ha promesso ¶ più e più volte, ch
69
1483
ha promesso ¶ più e più volte, ch'io gli
70
1483
qua passassi, ¶ acciò che più sicuro il fatto andassi
71
1483
ch'a veder fussi più degno ¶ alla città famosa
72
1483
di netto. ¶ E cominciorno più aspra battaglia ¶ che si
73
1483
tempesta, ¶ che si ficcò più d'un braccio sotterra
74
1483
parere, ¶ non vidi mai più a due tanto ardimento
75
1483
tanto ardimento, ¶ né mai più penso a' miei giorni
76
1483
che per paura nessun più s'arrischia ¶ a dieci
77
1483
è donzella degna di più onore? ¶ Né vo' che
78
1483
ed una arcata o più del campo tolse; ¶ poi
79
1483
passa: ¶ due braccia o più rïusciva la lancia, ¶ e
80
1483
io non ti pasca più di foglie e fiori
81
1483
calma. - ¶ E non poté più oltre Orlando dire, ¶ tanta
82
1483
e non sentia mai più né gel né caldo
83
1483
cavalieri. - ¶ Rinaldo non poté più tanto orgoglio ¶ sofferir del
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1483
raccolte in lei ¶ che più non è nel mondo
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1483
mai si vide il più bel corridore; ¶ e 'l
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1483
fornita d'oro, e più che 'l sol lucea
87
1483
e sconfitto; ¶ nessun baron più gli veniva avante, ¶ che
88
1483
sì destra, ¶ né cosa più mirabil ch'ella ha
89
1483
lor si ricordorno. ¶ Seguì più oltre Antea: - Ciò ch
90
1483
al padre mio mai più non vegni. - ¶ Rinaldo disse
91
1483
accordo: ¶ non ci è più giusta cosa che la
92
1483
insieme a riguardarsi ¶ ognun più che l'usato intento
93
1483
città, né creder le più brutte; ¶ e sempre di
94
1483
io fui non son più desso? ¶ Ella se n
95
1483
pur non vidi mai più bella figlia, ¶ s'io
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1483
e legato ¶ ch'omai più in Francia al mio
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1483
dèe morire: ¶ noi giugneren più a tempo che l
98
1483
è pietà nel mondo più né in Cielo ¶ pe
99
1483
Carlo Mano; ¶ e per più ingiuria il manigoldo è
100
1483
trïunfante, ¶ altri stendardi di più gloria e fama: ¶ or
101
1483
amor lo sforza, e più tenere ¶ non poté il
102
1483
pur guarda, ¶ e quanto più potea, di salir tarda
103
1483
sù, ribaldo traditore, ¶ che più le strade non assalterai
104
1483
spalle pel gran duol più gobbe; ¶ raccomandògli sopra ogn
105
1483
Diceva Astolfo: - Omè! che più non posso ¶ risponder, traditor
106
1483
aspettiàn che gli facci più ingiuria. - ¶ Così di San
107
1483
non facea di morir più parola! ¶ Avea mille vittorie
108
1483
Ricciardetto; ¶ ma poi che più fuggir non può il
109
1483
uscire. ¶ E quel che più mi dà perturbazione ¶ è
110
1483
voluto uccidersi lui stessi ¶ più tosto ch'altri vi
111
1483
stato in terra assai più avventurato ¶ che quel ch
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1483
questa condizione, ¶ che mai più in corte non istia
113
1483
ch'io non torni più in questo paese. ¶ Un
114
1483
ciglio ¶ che 'n corte più non lo vuol raccettare
115
1483
fuggissi per la via più piana; ¶ e molto pianto
116
1483
Rinaldo molto reputato ¶ e più che fussi mai contento
117
1483
con Terigi è cavalcato ¶ più e più giorni già
118
1483
è cavalcato ¶ più e più giorni già contra divieto
119
1483
forte ¶ con intenzion mai più tornare in corte. ¶ E
120
1483
ch'io non ispero più trovar conforto; ¶ e 'l
121
1483
dolea. ¶ Avea già cavalcato più d'un mese, ¶ e
122
1483
molto bella ¶ che luce più che stella mattutina ¶ l
123
1483
che non v'è più ignun che innanzi vada
124
1483
osso né nervo: ¶ a più di sette abbassato ho
125
1483
e corse il sangue più giù che 'l ginocchio
126
1483
m'ha veduto ¶ gittar più cavalier morti al terreno
127
1483
Rispose Orlando: - E' fia più bel presente ¶ la tua
128
1483
morto ¶ per man del più famoso uom che sia
129
1483
ch'io non istimo più di stare in vita
130
1483
conte Orlando, ¶ ch'era più fresca che incarnata rosa
131
1483
io vel darò, e più che volentiere. ¶ Costor venuti
132
1483
hai detto ¶ non temer più che in su l
133
1483
vada; ¶ non ti farà più danno, ti prometto, ¶ non
134
1483
e domandava pur per più certezza: ¶ - Di' ch'uccidesti
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1483
staresti saldo ¶ s'ancor più oltre stendessi la mano
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1483
suo mal futuro. ¶ Quando più fiso la notte dormia
137
1483
Non poté sofferir che più parlassi ¶ la damigella, udendo
138
1483
che mille volte o più t'ha già tradito
139
1483
e degno scetro, ¶ sanza più ricercar del tempo addietro
140
1483
Ulivieri, ¶ né riveder credea più il suo cognato; ¶ piangeva
141
1483
per cortesia, ¶ ché mai più vidi a uom tanta
142
1483
veder questa iddea ¶ che più che 'l sol m
143
1483
morti ha cinquecento e più persone ¶ un gran caval
144
1483
e balzò il capo più di dieci braccia. ¶ Pensa
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1483
palazzo Carlo s'invïòe, ¶ più che mai fussi in
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1483
suo onore. ¶ Poi che più colpi insieme si donorno
147
1483
Rinaldo: - Or non istiàn più al rezzo, ¶ che non
148
1483
e' fia Rinaldo, per più mio dispetto, ¶ e 'l
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1483
che tuttavolta si facea più stretta; ¶ pur sempre innanzi
150
1483
Avea cinque ore o più già combattuto: ¶ or pensi
151
1483
schiacciati, ¶ che non potea più aggiugner colle mani, ¶ tanto
152
1483
fuoco accesa, ¶ né potea più collo scudo coprirsi, ¶ tanto
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1483
quello ¶ ch'era il più fier pagan di nostra
154
1483
maladetta ¶ tua deïtà, Macon! - più volte disse; ¶ e giurò
155
1483
peccati, ¶ e come dianzi più non ti rispondo ¶ d
156
1483
e non sono ito più indrieto o più innanzi
157
1483
ito più indrieto o più innanzi. - ¶ Disse Rinaldo, ravveduto
158
1483
vien' ridendo; ¶ e perché più d'una volta m
159
1483
stato di ribaldo, ¶ e più che 'l fatto il
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1483
e 'l conte sia più forte, ¶ non una volta
161
1483
suoi dì non sarà più contento. ¶ Vennon pur ier
162
1483
secondo giorno. ¶ Rinaldo stava più che in orazione ¶ d
163
1483
abbraccia Orlando quanto può più stretto, ¶ ed Ulivieri e
164
1483
mi torrà di testa più Rinaldo», ¶ e stava nel
165
1483
festa, ¶ la qual cosa più ch'altro gli è
166
1483
sottilizzando ¶ dove e' potessi più metter la coda ¶ o
167
1483
la tua figlia, bella più che 'l sole, ¶ in
168
1483
diventata ¶ d'Ulivieri, anzi più che meretrice. ¶ Dove è
169
1483
inganni. ¶ Non rivedrai mai più tua figlia bella; ¶ e
170
1483
amistanza; ¶ questa non è più la figliuola nostra, ¶ poi
171
1483
sono stata ¶ da Ulivier più che d'altro onorata
172
1483
Per dio Macometto, ¶ questo più ch'altro la mia
173
1483
provarsi. ¶ Morgante non poté più sofferire, ¶ e disse a
174
1483
Non potea star Morgante più in guinzaglio: ¶ non aspettò
175
1483
smalto. ¶ Due ore o più bastonati si sono; ¶ ma
176
1483
suono. ¶ Benché Vegurto assai più alto fosse ¶ che 'l
177
1483
Morgante, e' non era più forte. ¶ E già tutte
178
1483
essere ingrato. ¶ Caradoro aspettò più tempo invano ¶ che ne
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1483
così si pòse ¶ sanza più dubitar di cosa alcuna
180
1483
mai, ¶ che di smentirmi più pigli baldanza: ¶ io vo
181
1483
a morte, ¶ né mai più intendo tenerlo in mia
182
1483
la gola. - ¶ Poi che più Astolfo non vide rimedio
183
1483
Carlo, ¶ si dipartì sanza più stare a tedio: ¶ a
184
1483
contento, ¶ acciò che Carlo più s'inanimassi, ¶ tanto che
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1483
Montalbano andassi. ¶ E perché più s'accendessi Rinaldo, ¶ diceva
186
1483
sopravvesta, ¶ a nessun mai più non veduta questa. ¶ Una
187
1483
pien d'ogni magagna ¶ più ch'altro Giuda o
188
1483
facea gran pianto. ¶ Uggier più volte fu tentato sciòrre
189
1483
traditor di Gan per più dispetto ¶ come un ladrone
190
1483
veletta. ¶ Ma per aver più salvo Ganellone ¶ che si
191
1483
allo scaglione, ¶ dicendo: - Quanto più si scosta Gano, ¶ tanto
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1483
si scosta Gano, ¶ tanto più salvo poi l'aremo
193
1483
sia abbastanza, ¶ poi che più oltre il Ciel non
194
1483
la donzella, ¶ che mai più fermo in dïaspro si
195
1483
Orlando disse: - Non far più, Morgante. - ¶ Allor più forte
196
1483
far più, Morgante. - ¶ Allor più forte combatté il gigante
197
1483
non tornerai in Soria più, poveretto. ¶ Che diren noi
198
1483
madre, ¶ o chi sarà più quel che la conforti
199
1483
andassi. ¶ Disse la dama: - Più non ti rispondo. - ¶ E
200
1483
e' ruppon la quaresima. ¶ Più e più volte questa
201
1483
la quaresima. ¶ Più e più volte questa danza mena
202
1483
celatamente: ¶ non si ricorda più di Forisena, ¶ che la
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1483
savia e bella. ¶ Avea più tempo questa donna eletta
204
1483
guardarlo, ¶ e non potre' più in odio avergli Carlo
205
1483
terra e le mura ¶ più sprovvedute e stien sanza
206
1483
que' dì parea maninconoso ¶ più ch'alcun altro di
207
1483
son de' paladini il più codardo, ¶ e non ti
208
1483
fu dilungato il saracino ¶ più d'una arcata, volse
209
1483
disse: - Or non vo' più che tu ti vanti
210
1483
ti vanti ¶ che mai più non cadessi del destriere
211
1483
corno, ¶ non fu mai più dolente alla sua vita
212
1483
viso? - ¶ Rispose Berlinghier: - Non più parole: ¶ e' ti parrà
213
1483
il pagano - o puoi più che 'l Danese, ¶ che
214
1483
in su la punta più di dieci braccia ¶ lo
215
1483
il paladin sanza far più dimora; ¶ e 'l brando
216
1483
scritto n'è in più d'un volume. ¶ Or
217
1483
era nel tempo che più scalda il Tauro; ¶ quando
218
1483
lor non sanno. ¶ Eron più tempo lietamente stati ¶ col
219
1483
gravida rimango ¶ sanza sperar più te riveder mai; ¶ però
220
1483
dintorno pagana, ¶ poi che più far non poté resistenzia
221
1483
famiglia ¶ fuor della terra più di dieci miglia. ¶ Pur
222
1483
ché 'l suo partir più che 'l venir m
223
1483
e poi che furno più presso da fronte, ¶ furon
224
1483
quel che si faccia più basso, ¶ ché molto del
225
1483
non se ne parli più. - ¶ Fieramonte rispose rimbrottando, ¶ e
226
1483
il diavolo costui? ¶ Mai più smentito in tal modo
227
1483
o dovere; ¶ e per più chiar mostrar la sua
228
1483
siàn tutti baron de' più prestanti: ¶ sanza colpo di
229
1483
metter la corazza ¶ a' più fidati, che ne fien
230
1483
vadi ¶ subitamente, e che più non si badi. ¶ Orlando
231
1483
ché Erminïone ¶ a Montalban più giorni ha combattuto ¶ ed
232
1483
E poi che furon più presso, vedea ¶ Ulivier questa
233
1483
si perde. - ¶ Nella città più giorni si posaro; ¶ e
234
1483
e dice fra sé: «Più non posso! ¶ Non c
235
1483
E forse che mai più non lo facesti?». ¶ Disse
236
1483
sua gente bella ¶ sempre più inverso Montalbano è ito
237
1483
crudele e rio, ¶ mai più t'adorerò, così ti
238
1483
v'è altro diavol più oscuro. ¶ Che t'ho
239
1483
stava addolorato, ¶ né sa più che si far, tutto
240
1483
della sua famiglia, ¶ e più che prima fu fatto
241
1483
sia in aiuto! ¶ Credo più tosto sia la Befanìa
242
1483
e 'l baston lungo più di dieci braccia. ¶ Questo
243
1483
e non sentia mai più freddo né caldo. ¶ Rinaldo
244
1483
e salvatico ¶ ed aspro più che 'l sorbo che
245
1483
che par che riluca ¶ più che non fece mai
246
1483
al calcagno ¶ quanto poté più basso, all'unghia morta
247
1483
sicuro ¶ se 'l sasso più che porfir fussi duro
248
1483
e randellato, che mai più non fue ¶ gittato in
249
1483
questo passorno, e poi più là un collo ¶ d
250
1483
non circunscritto, ma per più amore ¶ ch'a' primi
251
1483
poco assente; ¶ di Giove più non si vedea la
252
1483
e destra ¶ che nessun più non arebbe richiesto ¶ tra
253
1483
io, non vidi mai più degna cosa! - ¶ Disse Ulivieri
254
1483
nuovo acceso. ¶ Non chiamerai più forse, come prima, ¶ la
255
1483
dintorno. ¶ Ulivier, quanto guardava più questa ¶ tanto l'accende
256
1483
questa ¶ tanto l'accende più il suo viso adorno
257
1483
dome. ¶ Non c'è più bello amar che nel
258
1483
mai si vide i più belli e maggiori. ¶ Orlando
259
1483
potrai nulla del lïon più dire. ¶ Oltre, provianci colle
260
1483
e proverremo chi arà più bontade: ¶ questo di grazia
261
1483
Orlando lesse, e sanza più dimoro ¶ a Manfredon la
262
1483
n'ho già gastigati più d'un tratto: ¶ così
263
1483
con seco dubitava. ¶ Seguì più oltre il suo ragionamento
264
1483
sua vita mai fu più doglioso, ¶ e poco men
265
1483
fa qui mestiero. - ¶ Morgante più non istette sospeso; ¶ disse
266
1483
questa risposta, ¶ a Manfredon più dappresso s'accosta ¶ e
267
1483
e chiamava soccorso; ¶ Dodon più volte l'ha graffiato
268
1483
fardello, ¶ ché non aveva più dintorno gente, ¶ e confortava
269
1483
Morgante vel gittò sanza più dire. ¶ Ma presto ritornâr
270
1483
pure a Roma per più strade. ¶ Ma traditor non
271
1483
condotta la trama, ¶ perché più in dubbio mi teneva
272
1483
andar, che mi par più sicuro, ¶ però che sempre
273
1483
e in mezzo a più di mille si trovòe
274
1483
Morgante soccorso; ¶ e tuttavia più la turba s'affolta
275
1483
paio ¶ quando e' menava più lento il battaglio; ¶ e
276
1483
lento il battaglio; ¶ e più di cinquemila n'avea
277
1483
e col battaglio riprese più ardire. ¶ E cominciava a
278
1483
e morto cadde che più non si mosse. ¶ Oh
279
1483
aria si levasse, ¶ ché più di dieci braccia andò
280
1483
quel popol fello ¶ che più di cento caccia a
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feroce ¶ non si ponea più le mani alle gote
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certe ruote ¶ ch'a più di sette domava la
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giuliva. ¶ Una ora o più combattuto insieme hanno, ¶ e
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Dama, non ti dar più affanno: ¶ lascia pur me
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ch'io non tornerò più nel mio regno; ¶ so
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regno; ¶ so che mai più non rivedrò Soria; ¶ so
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nostro Iddio». ¶ Non sa più che si far Meredïana
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Allor seguì la donzella più avante: ¶ - O Manfredon, di
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te, lasso, che farei più io? - ¶ ed Ulivier piangea
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vo' che facci mai più tradimento. ¶ O Carlo, Carlo
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andrà tosto, ¶ s'avessi più avvocati, argento o oro
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disse: - Mai vidi il più fero cavallo: ¶ io vo
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giù pel petto; ¶ guardò più volte, e torceva le
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mbratto. ¶ Rinaldo non poté più comportare, ¶ e 'l guanto
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le pietre sveglievano; ¶ hanno più volte rotte le campane
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passava; ¶ due braccia o più d'una buona misura
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modo arrandellollo ¶ ch'a più di sei levò il
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una chiana. ¶ Dodon pareva più bravo ch'un toro
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pagana, ¶ ché non potean più regger al martoro. ¶ L
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abate all'uscio per più loro angoscia ¶ s'era
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nome suo non tenessi più in bocca. ¶ Rispose: - Chiaramonte
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parte mia, ¶ di rivedervi più, ch'egli è ragione
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non crede. ¶ Ed Ulivier più volte aveva detto, ¶ sì
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perché il dosso era più che d'acciaio fino
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consiglia: ¶ a Ulivieri furioso più che orso ¶ addosso presto
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il riccio. - ¶ Disse Rinaldo: - Più non l'arrostiàno, ¶ ché
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squille. ¶ E poco tennon più oltre il camino ¶ che
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de' cavalier nomati ¶ il più savio, il più giusto
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il più savio, il più giusto e forte e
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molto caldo ¶ che nessun più della terra partissi, ¶ tanto
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ardo! ¶ Aiutami, Ulivier, ché più non posso! - ¶ e cadde
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l sol, quando è più lucente, simiglia, ¶ e tutti
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ché bisognòe, ¶ ch'ognun più giorni del suo mal
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Videgli ancor, poi che più a lui s'accosta
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ché poco la vita più prezza, ¶ e poco men
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fatto io ne sia più contento: ¶ s'io t
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ne sento ¶ che mai più simil ne senti' alcuna
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afflitto ¶ della ferita sua più non curando, ¶ ché da
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non curando, ¶ ché da più crudo artiglio era trafitto
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suo' artigli: ¶ non posso più celar questo desio; ¶ non
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adorando. ¶ Or, per seguir più oltre nostra trama, ¶ così
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pedate. ¶ Or ti dirò più oltre, o re Corbante
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dèi guardare, ¶ e molto più di te sono scusati
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per prora. ¶ Quanto è più offeso il foco, è
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il foco, è poi più caldo: ¶ così più sempre
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poi più caldo: ¶ così più sempre Ulivier s'innamora
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quanto Rinaldo il partir più sollecita; ¶ ed ogni scusa
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quel villano; ¶ ché mai più ebbe cavaliere ardire ¶ combatter
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ha ignun, per tenerla più a tedio, ¶ ch'a
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veggendo partire Ulivieri, ¶ avea più volte con seco disposto
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stran pensieri; ¶ né poté più il suo amor tener
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E in questo modo più dì cavalcorno. ¶ Un giorno
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come amico. ¶ Baiardo allor più le redine scuote ¶ ed
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vecchio avanzi, ¶ che sempre più gli spariva dinanzi. ¶ E
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come un leopardo, ¶ anzi più forte, s'egli avea
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ché mai si vide più sozza figura. ¶ Egli avea
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la Fede ¶ certo assai più che non si dice
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1483
corte ¶ Carlo, e 'l più savio e famoso era
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che diceva, ¶ ma molto più che Carlo gli credeva
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guardarci. ¶ Queste ci fan più tosto stare a segno
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ch'io non so più che far, s'altri
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che è Morgante, assai più fero, ¶ isveglie e pini
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che 'l mio caval più pasca: ¶ veggo che lo
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mazzafrusti: ¶ sai che' giganti più di noi gagliardi ¶ son
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ragion che sono anco più giusti; ¶ e pur se
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hai dispiacere: ¶ non può più comportarti, can meschino. - ¶ Questo
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la pena tramortito, ¶ ma più che morto par, tanto
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tanto che truova Alabastro più basso, ¶ che si sforzava
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Sappi che freddo già più ch'un pilastro ¶ lasciato
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acciò ch'ognun sia più sicuro e certo ¶ come
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fresca, ¶ si rallegrorno, ma più de' cinghiali, ¶ ch'ogni
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d'antenna ¶ mi par' più tosto, e la gaggia
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Diceva Orlando: - Or che più dimoriàno? ¶ Morgante, qui non
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tempo preterito; ¶ e son più dì che licenzia arei
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di laude e paternostri, ¶ più tosto che da cena
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cuopra appunto, ¶ ché mai più gnun forse glien'era
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ché non poté tener più il viso asciutto, ¶ come
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Orlando pur chetare, ¶ ancor più oltre le parole mosse
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in sala, per esser più certo: ¶ le mense riccamente
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alza: ¶ ecco un dïavol più ch'un carbon nero
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si rappicca: ¶ allor Morgante più oltre si ficca. ¶ E
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aperta, ¶ non vi farò più noia o increscimento: ¶ ciò
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è sparito; ¶ allor cognobbe più certo l'errore: ¶ non
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e Belzebù farò fuggir più via ¶ ch'un dromedario
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tu vi vedresti il più bello spulezzo, ¶ pur che
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morte; ¶ e che mai più non tornerò in sua
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lo 'mperador non pareva più desso, ¶ vedovo il regno
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fanciulla, e non so più che farmi; ¶ due volte
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e non adora alcun più Macometto ¶ che sia sì
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sia sì forte, per più mio martoro. ¶ E la
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negar questo sare' villania ¶ Più tempo ho fatto in
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feroce Morgante, ¶ ed è più che non mostra poderoso
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corno ¶ alla battaglia, per più beffe e scorno. ¶ E
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abandonato: ¶ l'anima mia più non ti raccomando, ¶ ché
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saracino, ¶ e disse: «Se più oltre a costui dico
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battaglio ¶ e fa veder più lucciole che agosto; ¶ e
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fu porto, ¶ che luce più ch'ogni celeste spera
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pensi tu ch'onor più ti faccia io, ¶ o
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la dama: - Non far più parole: ¶ prendi del campo
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mai tal cavalier vedrà più il sole, ¶ né rifarà
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lance al vento in più pezzi volorno, ¶ e Rondel
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Andianne omai per la più piana. ¶ Io credea pur
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che non v'è più Orlando paladino; ¶ ma sopra
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Orlando. - ¶ E mentre che più oltre volea dire, ¶ sì
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mai convito si fe' più solenne, ¶ e d'ogni
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rimontorno, ¶ ch'era passato più che mezzo il giorno
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1483
alto, ¶ da dir: «Fetonte più basso ebbe il curro
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1483
della terra, ¶ chi va più oltre, e non truova
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le colonne» ¶ e che più là molti periti sonne
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oppinïone è vana, ¶ perché più oltre navicar si puote
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forma di ruote. ¶ Era più grossa allor la gente
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posti que' segni, ¶ perché più oltre passeranno i legni
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Disse Astarotte: - Non tentar più ora, ¶ perché più oltre
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tentar più ora, ¶ perché più oltre dichiarar non posso
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te piace di saper più addentro, ¶ da quella parte
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potea, ché si truova più alto, ¶ perché quel già
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sol non mi parea più desso, ¶ quand'io mi
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ed anche il Tago più oltre saltorno, ¶ presso a
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vi ricordo non gissi ¶ più oltre un passo a
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cavarvi la sete, ¶ perché più acqua oggi non troverrete
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creduto gli arebbe, ¶ e più ch'io credo Rinaldo
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indïano, ¶ e non son più quel romito bugiardo: ¶ la
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la tua somma pietà più che mai fosse; ¶ manda
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venuto ¶ che Malagigi ha più tempo temuto. ¶ Carlo, omè
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il corno quanto puoi più forte, ¶ ch'ogni cosa
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contrario aspetta ¶ par che più porti dolcezza o terrore
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o terrore; ¶ e risonava più d'una trombetta ¶ per
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avessi creduto! ¶ Già è più tempo ch'io t
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uom che è di più lingue che Babel, ¶ da
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E' si sentiva i più stran naccheroni ¶ e tante
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pennoni, ¶ tante divise, la più nuova tresca, ¶ era cosa
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Falserone Orlando, ¶ parea quando più forte freme il mare
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Ed avean pur le più strane armadure ¶ e i
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strane armadure ¶ e i più stran cappellacci quelle genti
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Rondello, ¶ ché non potea più star saldo alle mosse
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gli attacca, ¶ tal che più oltre la punta si
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re Marsilio, per veder più scorto, ¶ recato s'era
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e cacciògli nel petto più che mezzo ¶ il ferro
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e' non sentia mai più caldo né rezzo; ¶ ma
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qui comincia a insanguinar più il piano, ¶ e nuove
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e se si fece più d'una moresca ¶ giù
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già prevaricorno, ¶ l'un più che l'altro capitano
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netto ¶ a venti o più, se chi scrive non
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furia, come e' fu più presso, ¶ giurato arebbe, al
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Ringrazio il Cielo e più altro non chieggio, ¶ ché
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ch'io t'ho più lettere mandate, - ¶ disse Rinaldo
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mi sono avvenuti i più stran casi, ¶ che la
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la Fortuna, che in più modi gira, ¶ tanti non
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gran peccato, ¶ del qual più tempo è ch'io
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non mi poté mai più bene incontrare: ¶ né creder
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Rinaldo: - Non ti dar più affanno. ¶ Ecco Marsilio che
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Dario: ¶ non c'è più tempo a tanto correlario
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ben notate; ¶ e ritentò più d'una volta e
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e non calare or più il timon latino; ¶ e
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maladetto ¶ che non cura più Iddio né suo decreto
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di sua natura, ¶ prescito più che Giuda Scarïotto; ¶ ma
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suole ¶ quando par Giove più crucciato sdegni; ¶ e vento
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s'impiccò Giuda: ¶ questo più ch'altro misse Gano
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onde Marsilio è poi più sbigottito. ¶ E poi che
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a Gan dètte terrore ¶ più che non fece il
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gli rispose: - Egli è più tuo interesso ¶ che ogni
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con un carbonchio mai più visto altrove ¶ che riluce
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ricamata: ¶ diecimila seraffi o più val questa. ¶ E poi
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mai non si vide più lieto, ¶ e nel consiglio
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non voleva a Parigi più stare, ¶ ed avea seco
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forse che no; ma più tosto verrà ¶ cogli altri
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cristiana: ¶ benché alcun dica, più dolce che mèle, ¶ che
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spirto folletto, egli è più nero. ¶ Malgigi scongiurò quello
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ch'a forza ma' più non ti chiamo o
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loco, ¶ sì che poi più tu non sarai costretto
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tenere. - ¶ Disse Malgigi: - Delle più famose ¶ notizia voglio, e
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t'incresca; ¶ ma di' più forte, acciò che 'l
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maraviglia, ¶ ché mai nessun più non v'era arrivato
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di Tommaso. ¶ Ma perché più non vollon soggiornare, ¶ Rinaldo
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accorti ¶ di non passar più oltre, e molte cose
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e quanto ell'eran più maravigliose ¶ tanto pareva più
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più maravigliose ¶ tanto pareva più che si conforti, ¶ e
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di non tornar mai più in Cristianitate. ¶ E so
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attento ¶ tre ore o più che quel demòne ha
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e disse: - Non dir più, ch'i' m'addormento
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posso in quello specchio più vedere ¶ dove apparisce or
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disse: - E' non amòe più Miccael ¶ che Lucifer quel
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un superbo è poi più che Nembròt, ¶ l'altro
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penitenzia; ¶ e non possian più in grazia esser redutti
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angelica corrotta ¶ non può più ritornar perfetta e intera
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assai sospetti ¶ e farebbon più danno che vergogna; ¶ e
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m'indovino. ¶ - Or non più! - disse Malagigi. - Vola ¶ e
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t'ho detto, ¶ quanto più presto lui con Ricciardetto
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qual molto laboravo invano, ¶ più tosto un cherubino o
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traditore, ¶ che l'abbracciòe più volte e pianse e
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Marsilio, avvegna che di più si disse. ¶ Ed èvvi
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veggo quel che far più deggio, ¶ da poi che
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ch'io possi appena più locarvi il seggio ¶ ch
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si noma, ¶ per mostrar più la mia grandezza degna
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magna; ¶ questo Apollino offende più d'un testo, ¶ e
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che e' v'era più d'un amostante, ¶ però
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tutti e nel centro più imo, ¶ poi ch'egli
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io fui già serafin più di te degno; ¶ or
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è chiamato; ¶ e poi più oltre, lasciata Cartago, ¶ a
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piovano Arlotto ¶ ch'avea più volte in su questo
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io ritorno ¶ in Francia più, t'appiccherò il capestro
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numero equestro, ¶ dugentomila o più si rassegnorno ¶ di Persia
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Non si ricorda Antea più di Rinaldo: ¶ sapea che
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n'hai pur fatte più che Giuda a Cristo
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che non c'è più Rinaldo, ¶ ch'e' ti
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poté per ira star più saldo ¶ e levossi turbato
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E dipartissi sanza dir più verbo. ¶ Carlo gridava: - Ah
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a Carlo era il più presso, ¶ dicendo: - Imperator, di
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il conte nostro. - ¶ E più fedel parea che il
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in Francia, ¶ forse che più non gittava la lancia
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bea ¶ s'egli avessi più giù chinato il muso
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come tordi, ¶ cosa che più non si vide ancor
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uom che parea stran più che Margutte, ¶ e zoppo
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scherza e ride e più giuochi fa quello ¶ ch
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intorno a lor la più strana moresca, ¶ e spesso
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gambe per dispetto, ¶ impronto più ch'una mosca culaia
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faccia di menzogna» ¶ è più senno tener la lingua
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non si può passar più là che i fregi
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Natura, ¶ e le imagin più oltre son di ghiaccio
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un altro in mar più reo, ¶ e come gentilezza