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Gian Giorgio Trissino, Sofonisba, 1524

concordanze di «più»

nautoretestoannoconcordanza
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possete parlar con chi più v'ami; ¶ né che
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né che si doglia più dei vostri mali. ¶ SOFONISBA
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che tu mi porti, ¶ più che null'altra affinità
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Cirta. ¶ Però vo' ragionar più lungamente, ¶ e cominciar da
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si ruppe. ¶ Allora incomincior più dure offese; ¶ perché Annibale
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una ruina ¶ tal, che più non potrem levar la
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è rubello ¶ de le più salde e ottime ragioni
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sì amara, ¶ ch'assai più tosto elegerìa il morire
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O duro sogno; ¶ anzi più tosto vision, che sogno
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ma se v'annoia più, meglio è lasciarlo. ¶ SOFONISBA
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fien tai cose intese; ¶ più tosto vo' morir, che
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odo dire? ¶ SOFONISBA ¶ Che più tosto morire ¶ voglio, che
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donne; ¶ fuggite in qualche più sicura parte, ¶ che i
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e no. ¶ SOFONISBA ¶ Parla più chiaro. ¶ MESSO ¶ Io narrerò
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un giorno, ¶ e far più certi e più sicuri
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far più certi e più sicuri patti; ¶ ch'io
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moglie di chi fui, ¶ più tosto mi vorrei por
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esser non può cosa più vile, ¶ che offender donne
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ch'è da fuggir più che la morte. ¶ Sì
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quest'almo paese! ¶ I più leggiadri giovani e i
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leggiadri giovani e i più forti ¶ quasi son giunti
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le nostre piaghe. ¶ Ahimé, più non dovea ¶ con colpi
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di nimici: ¶ null'altra più ci resta ¶ cosa crudele
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tengo nel campo il più sublime onore. ¶ CORO ¶ Or
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MESSO ¶ Nel ripriegò con più soavi prieghi. ¶ LELIO ¶ Ed
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dapoi chiamato un de' più cari amici, ¶ mandò, di
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pregava che volesse ¶ interponer più tempo a questa cosa
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Fortuna. ¶ E poi con più ragione esser devea ¶ moglie
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fattosi a la donna più vicino, ¶ le pose in
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il ciel concesse, ¶ val più d'ogni mondano altro
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tesori. ¶ MASSINISSA ¶ Non è più di Siface, anzi ella
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de' mortali. ¶ MASSINISSA ¶ Voglio più tosto che il ben
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me sforzerò con qualche più parole ¶ di dimostrar ch
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costei, che m'è, più che la luce, cara
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lite, ¶ e non giunger più legne a tanto fuoco
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e quel, che ha più poter, deve aver cura
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questa cosa. ¶ CATONE ¶ Non più contesa, no; cessate omai
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vi ricordo ¶ di venirne più tosto che potete. ¶ LELIO
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mi giri ¶ la speme più, che omai troppo m
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ne vada ¶ per la più corta strada ¶ ad udir
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e quel che in più onorato ¶ luogo vien prima
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giorno! ¶ Ben quanto è più il favor de la
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la Fortuna, ¶ tant'e più da temer, che non
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ch'ei non sarà più forte ¶ di quel, che
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l'acceso amor forse più lieve; ¶ onde ne seguirà
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errore, ¶ vi potete mostrar più saldo amico. ¶ SCIPIONE ¶ Sempre
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né che ci annoie più, d'un mal amico
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le ferite, ¶ quella dà più dolor, ch'è più
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più dolor, ch'è più salubre. ¶ CATONE ¶ Ecco ch
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abbiam d'intorno, ¶ di più periglio che i nimici
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che fra voi stesso ¶ più tosto il ripensiate, che
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vostri meriti, con fallo ¶ più grave che la causa
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ancor m'indusse, che più volte ¶ m'avevate promesso
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mi fia renduta, ¶ che più debbio sperar che mi
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passò il mar con più di mille navi ¶ contra
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ne la mandate; ¶ né più cercate a così fatto
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vostra ¶ d'aver costei, più non farò contrasto; ¶ ma
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a quei che son più fieri, ¶ che porgon volentieri
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si rinforza. ¶ La tua più vaga, e più soave
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tua più vaga, e più soave stanza ¶ è ne
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è vero; ¶ so che più volte chiamerà la morte
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in vista, ¶ non state più di fuore; ¶ ma venitene
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forse quella, a cui più ch'altra accade ¶ Saperlo
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CORO ¶ O danno, ¶ danno più grave assai ch'io
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non vide mai cosa più bella. ¶ E mentre rassettava
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migliore. ¶ Ver è che più le aggradirìa il morire
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n'esch'io, ma più felice; ¶ e gli anni
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vaso. ¶ Ma quel che più mi par meraviglioso, ¶ è
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ti faccia di me più fortunato, ¶ e di tuo
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andata, dopo questo, ¶ nel più secreto luogo de la
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empie d'affanni? ¶ Chi più le fia pietoso? ¶ Qual
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SOFONISBA ¶ Ohimé, non son più forte; ¶ già si comincia
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celatamente ¶ saprai condurre in più sicura parte. ¶ ERMINIA ¶ Adunque
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O figlio, figlio, quando più bisogno ¶ hai de la
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non vi vidi; né più mai ¶ v'aggio a
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mio, tu non arai più madre; ¶ ella già se
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dimanda. ¶ CORO ¶ Lassa, che più non vede, e più
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più non vede, e più non ode; ¶ cuoprila pur
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tutte. ¶ Nessun altro soccorso più n'avanza. ¶ Meglio è
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sepelir già mai cosa più cara. ¶ Voi poscia, Erminia
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vo' che ne' suoi più cari si trasfonda. ¶ ERMINIA
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mia; ¶ però non porgerò più lunghi prieghi; ¶ ché chi
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ricever non potrei cosa più grata. ¶ MASSINISSA ¶ Andate dentro
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talor, quando il mar più si rinforza, ¶ e men