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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

concordanze di «più»

nautoretestoannoconcordanza
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per me l’idea più assoluta di libertà. Avevo
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presto ero stato molto più a mio agio sui
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erano i miei ricordi più felici. Il giovane uomo
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centri abitati e il più in alto possibile. Non
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di chilometri dal paese più vicino e a pochi
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aveva rimosso. Ma io, più che la rovina, ricordo
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altitudine, il cuore batteva più veloce del normale e
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ricorso alla mia parte più razionale per convincermi che
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pendio, penetrare fin nella più piccola gola. Come ogni
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verde di un abete più giovane. Poco più in
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abete più giovane. Poco più in alto gli alberi
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un altro torrente poco più giù. Scorreva su una
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bisogno di una stalla più spaziosa? Era la più
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più spaziosa? Era la più grande di tutte, ma
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tutte, ma anche la più austera. Finestre minuscole, tre
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baita infine era la più curata, forse anche la
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curata, forse anche la più recente. Aveva un balconcino
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cocci che non era più possibile rimettere insieme. Potevi
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stesso tempo, l’abitante più in vista e quello
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innaturale, e non apriva più gli occhi. Prima che
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a loro mi sembrava più giusto che seppellirlo in
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Quel giorno invece era più loquace. Lo invitai dentro
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buona definizione per lui. ¶ Più tardi tornò con una
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fagioli, benché fossero molti più di quelli che mi
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le mani le zolle più compatte. Poi scesi in
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andare a camminare. ¶ Salii più in alto di dove
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zoppo. Per terra segni più recenti: scatolette di carne
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ogni tanto sulle rive più scoscese. Avevo pensato di
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gracchi, meno nobili e più pietosi, sorvolavano gli alpeggi
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pilota acrobatico. Qualche metro più in basso spiegava le
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era una che sembrava più coraggiosa delle altre: mentre
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tanto tornava sotto, ma più che altro stava lì
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bene. Nonostante fosse passato più di un mese, mi
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mia vigilanza non era più richiesta. Allora, come una
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due fratelli non parlavano più, ora sbuffavano e basta
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tornare indietro. A poco più di metà strada, verso
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ci accompagnò alla porta. Più avanti sul sentiero lo
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mai trovato un compagno più intimo della solitudine. Molti
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Molti di noi sono più soli in mezzo agli
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transumanza a motore, i più anziani portavano ancora il
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passando a una vita più dura di quella invernale
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da alcune mucche nere più agili e muscolose. A
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finita. ¶ Ma il cambiamento più grande, nella mia vita
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ai fianchi le mucche più pigre e inseguivano quelle
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Lampo. Black era il più vecchio, un gran mastino
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accarezzare. Lampo era il più giovane, un border collie
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e non si vide più. Lampo scodinzolava lì vicino
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Trovai i vitelli poco più sotto, in una radura
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baita si trovava poco più su della mia, a
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la camicia a scacchi più elegante. Era abituato a
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convinto che fosse molto più anarchico di me: lui
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suo, era quanto di più sovversivo io riuscissi a
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un piccolo e molto più antico armadio a muro
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sveglio, riservato, affettuoso, il più intelligente che avesse mai
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polenta, non la poteva più mangiare). Bastavano pochi giorni
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era una catasta alta più di un metro. Verso
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minuto: poi si fecero più flebili e si estinsero
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ora non c’erano più le larve ma tutto
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ghiacciaio. Ma, da bambino, più che una scuola di
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cime non interessavano. Erano più divertenti le pareti e
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l’affiatamento dei passi, più nessun bisogno di chiedere
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nuvole e non avevamo più visto nulla fino a
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eppure era il ricordo più bello che conservavo di
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Nessuno come Renzo aveva più avuto la mia fiducia
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mi turbò in modo più profondo perché di quel
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che non avrei scritto più. Quando gliene domandai il
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macchina non l’aveva più toccata da allora. ¶ Mi
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spingendoli in zone sempre più impervie. Di questi gruppi
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li aveva allarmati. Il più prudente partì per primo
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ormai chi mi fermava più? Adesso ero in cresta
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di cui non reggeva più il peso, che lo
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mia infanzia non esisteva più da anni e mi
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mi chiese sua moglie, più gentile. ¶ No no, dissi
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il quaderno. Volevo spingermi più in là della zona
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profanata, ma era molto più probabile che fossi io
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provai a prolungarla il più possibile, masticando a lungo
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in quegli anni sempre più cupi che precedevano “la
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limiti, misurarsi e migliorarsi; più oscuramente, sentiva il bisogno
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di mese in mese più vicino. ¶ Vedere Sandro in
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pioggia cessò e riprese più volte. Anch’io mi
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mattina. Non ne potevo più di stare lì a
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tutto rotto e ancora più stanco della sera prima
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del monte mille metri più in alto, già illuminata
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così nette. Avrei scoperto più tardi che si trattava
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l’altra si allungava più dolce verso est, e
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mondo era quanto di più selvaggio potessi desiderare: fatto
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cui avrei legato di più. Quando scendevo lui aveva
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altrettanto incantevoli, ma molto più malinconiche di quelle dell
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possibile. Davide aveva sempre più idee di quelle che
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da un alpeggio poco più in basso, ed era
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a distinguere le parole. Più tardi accendevamo una candela
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Ci entravo nel buio più completo. Dormivo dentro vestiti
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osservavamo allontanarsi, farsi sempre più piccoli e infine scomparire
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che non c’era più, sotto una piccola croce
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una slavina. Non pestavo più neve da settimane e
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corpo senza età - non più lo stesso che da
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di piccole, lunghe poco più di una spanna, gettando
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quarta volta la gettai più in là: feci in
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mattine e qualcosa di più. Ci assomigliavamo troppo per
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montagna non ne poteva più. Ma come?, dissi io
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di camosci che partivano, più facili, su entrambi i
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Poi la salita tornò più facile, un ampio dorso
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l’ultima fu la più buona: firmammo il libro
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E forse ci sono più stelle ¶ e segreti e
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un’ora andavo sempre più piano: salivo di qualche
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mi capitò un passaggio più difficile degli altri. Quando
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appoggio e caddi ritrovandomi più in basso, seduto senza
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quanti e non sapevo più dov’ero. ¶ In pieno
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spuntava fuori ogni volta più forte di prima. Avevo
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mani si era fatta più spessa, il corpo più
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più spessa, il corpo più forte e resistente, ma
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sempre gracile e malaticcio. Più che a una capanna
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testa. Tracciava cerchi sempre più stretti, come se stesse
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e una pausa, senza più guardare in alto adesso
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e non lo è più, e non sai se
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erano solo un po’ più gialli, e la ciotola
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sulla terra morbida. Io più gentilmente mi tolsi gli
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a casa puzzavano terribilmente. Più tardi, mentre stendevo il
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Rigoni Stern: io abitavo più in alto rispetto a
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per questo i rami più bassi si seccano, come
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di costruzione: le case più imponenti di questa valle
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mi sembra il servizio più nobile che un albero
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spezza. Ho trovato il più coraggioso degli alberi a
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leggeva di tutto, ma più di tutto i libri
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quando non ti piace più la vita che fai
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a un luogo molto più vasto, appartenere ai boschi
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che non si ricordavano più. Poi veniva giù il
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altro finché nessuno avrebbe più saputo dire come si
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che visitavamo erano ancora più semplici. Remigio mi indicava
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torrente che nasceva poco più in alto, e alimentava
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nuziale che non viene più via. Il piede sporgente
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non c’era già più. ¶ Più tardi, dopo che
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c’era già più. ¶ Più tardi, dopo che lui
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e mi rincorreva sempre più lontano. Finché mi rassegnavo
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al mondo gli interessasse più di quel lavoro. Erano
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affievolivano un po’: non più fieno, né resina, né
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vegetazione i suoni arrivavano più lontano: così mi capitava
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giorno e non sapemmo più niente di lui fino
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collo mi faceva sentire più in colpa che mai
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soglia della baita ero più preoccupato che contento. Pensai
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croste e qualcosa di più. Non avevo ancora posato
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quel campanello non serviva più a niente e allora
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contento di non avere più addosso quel ricordo di
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dove non c’è più nessuno, segnano l’abbandono
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catasta di legna alta più di lui. Lupo e
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Lupo e Lucky, non più costretti a fingersi fratelli
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quattro cunei e molta più fatica del normale. A
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anche i miei vicini. Più che per gli uomini
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stagione non fosse restato più nulla avrei potuto chiudere
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l’erba concimata è più grassa che nelle radure
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non riusciva a fare più strada di così. Un
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di schianto. Non ho più sentito il bramito del
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di quel blu reso più intenso dal contrasto coi
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ricordato che non avevo più gas. Nemmeno la luce
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di pane. Non sapevo più cosa fare con lui
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baracche non le aveva più, adesso lavorava già agli