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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «piú»

nautoretestoannoconcordanza
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1950
casotto non era dunque piú cosí pezzente come noi
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aspettato di non trovare piú i noccioli. Voleva dire
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sparivano sulle cime. E piú in basso anche questa
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piazza del paese, dove piú nessuno mi conosceva, tanto
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fatta, – disse Nuto, – e piú nessuno osa parlartene; ma
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che ha tre anni piú di me sapeva già
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1950
tre giorni non chiudevano piú la bocca né gli
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ma chi le faceva piú ballare? La gente si
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che non mi piaceva piú da quando lavorava con
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gente non si muoveva piú, s’era dovuta rimandare
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mattino non mi avrebbe piú visto, ecco tutto. Ma
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di prima. Andando sembra piú facile. Si sentono tanti
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era soltanto un po’ piú spesso, un po’ meno
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faccia da gatto era piú tranquilla e sorniona. Aspettai
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dici che la spesa piú grossa tocca alle famiglie
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notte. Questa gente fa piú male che bene. Ci
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fatto presto a fregarlo, piú nessuno gli comprava i
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dimenticato. Qui il caldo piú che scendere dal cielo
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voglie che non sapevo piú d’avere addosso. Cosí
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cosa. Qui nel paese piú nessuno si ricorda di
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si ricorda di me, piú nessuno tiene conto che
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discorso mi piace. E piú mi piace quando andiamo
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i giorni… – Non scherzava piú, adesso. – Eppure non vi
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e dei figli i piú vecchi erano morti in
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decrepita e storta, una piú giovane e ossuta, mi
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1950
vidi il ginocchio non piú grosso del suo braccio
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1950
adesso non c’era piú tempo. E Mentina aveva
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quanto tempo non andavo piú scalzo? Per convincere Cinto
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alla vigna. Non riconobbi piú i filari; gli chiesi
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1950
tempi questa valle era piú grande, c’era gente
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1950
inverno quando non passavano piú i cacciatori era brutto
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adesso non ci sono piú – da Gaminella scendevano i
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1950
nei boschi non trovavano piú da mangiare, e la
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1950
di cane ma sono piú profondi. Io dormivo nella
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1950
colline. ¶ – Non si capiva piú come l’avevano ammazzato
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1950
campagna. Non la conoscevo piú, tant’era stata lavorata
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camino che non tirava piú – l’avevano poi rotto
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1950
che non c’erano piú. ¶ Allora parlammo della guerra
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Ciora. Per un anno piú nessuno aveva fatto niente
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1950
riva e ci sembrava piú buona delle nostre. Queste
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partivano sul biroccino e piú nessuno ne sapeva niente
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ci fosse un paese piú bello e piú ricco
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paese piú bello e piú ricco. Questa stanza dell
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avventori. Sapeva molte cose, piú cose dei giovani, del
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del Salto, sulle colline piú lontane oltre Canelli, c
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Altroché. Dicono ch’era piú forte del fischio del
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col nome d’ottone… ¶ – Piú lo svegli, – dissi, – piú
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Piú lo svegli, – dissi, – piú capisce le cose. ¶ – Ma
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di musicante, il discorso piú vecchio, di quando eravamo
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falò davano un raccolto piú succoso, piú vivace. ¶ – Questa
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un raccolto piú succoso, piú vivace. ¶ – Questa è nuova
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di storie, ma le piú grosse erano queste. Era
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c’è niente di piú bello di una vigna
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accorto, che non sapevo piú di saperla. ¶ X. ¶ Se
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cose non la finivo piú, perché mi tornavano in
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passate, non degli anni. Piú le cose e i
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di prima del mondo – piú mi facevano piacere. E
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1950
e le donne; la piú giovane era morta in
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1950
il vecchio non aveva piú nessuno in casa che
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palazzine. Dove c’era piú movimento era in piazza
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1950
Messico. Era il confine piú vicino e avevo visto
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1950
nessun posto. Non ero piú quel giovanotto che con
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di macchina dalla stazione piú vicina. E veniva notte
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starnuto di un cane, piú vicino, e un rotolío
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abbastanza da non prendermela piú. Fiutavo quell’odore di
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1950
che fa per me. ¶ Piú avanti nella notte una
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fascisti alle spalle. (Sorrisetti). Piú nessuno se lo ricordava
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madre che ha fatto piú bene lei alla chiesa
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1950
e non c’erano piú sovversivi in paese, decisero
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1950
quanto tempo non sentivo piú la voce di un
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1950
Berta che non usciva piú dai beni. Mi soffermai
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per farmi conoscere – mai piú avrei creduto di ritrovarlo
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1950
aperto gli occhi ai piú tonti, costretto tutti a
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a quell’altezza sembrava piú grossa ancora, una collina
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dissi. – Non c’è piú il pino del cancello
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sor Matteo non vedeva piú che lei… Ti ricordi
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sfigurare? Ebbene Santa era piú bella di loro due
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me la sarei cavata piú. Ero tornato, ero sbucato
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riconoscermi, non c’erano piú. Da un pezzo non
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1950
pezzo non c’erano piú. Quel che restava era
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1950
troppo lontano – non ero piú di quella casa, non
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1950
quella casa, non ero piú come Cinto, il mondo
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cascina. Se non divento piú bravo di Nuto». Poi
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capra. Non c’era piú, l’avevano venduta anche
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imparai un mestiere. Qui piú nessuno mi parlò delle
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1950
dopo non pensavo già piú a Cossano – ero Anguilla
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i padroni eravamo in piú di dieci a mangiare
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1950
non era mai andato piú in là di Acqui
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Dalla Mora si scende piú facilmente a Belbo che
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allora e arrivò sul piú bello che il maiale
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1950
io ero già da piú di un anno alla
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faceva il verso ai piú ridicoli, raccontava delle storie
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1950
lavorare, di valere di piú di un contadino come
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1950
che tutte, anche le piú belle, anche le piú
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1950
piú belle, anche le piú signore, gli piacesse una
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stupiva. Allora ero già piú sveglio, ne avevo sentite
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1950
tutt’e due figuravano piú della matrigna. Avevano almeno
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Padrino non l’avevo piú visto, e chiesi perché
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mi disse, – e lavora piú di te. S’accontentano
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pezzo non le ho piú viste e chi sa
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Ma io lavoro per piú di cinque lire… Devo
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accordo coi carabinieri, e piú nessuno si muoveva. I
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in questo, Nuto era piú in gamba di me
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che non hai neanche piú voglia di sapere quel
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treno o in corriera. Piú che sul treno, mi
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stette a sentirmi senza piú guardare quei quattro che
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Nei beni non sentivo piú il chiacchiericcio dei passanti
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questo mi dava ancor piú rabbia e paura, avevo
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1950
era Silvia. Silvia era piú giovane di un anno
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vent’anni non lavoro piú di forza e scrivo
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Silvia, bruna come lei, piú grassottella e furba, con
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già stufo, volevo andare piú lontano – ma, se le
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rispose. Non ne seppi piú niente. ¶ XXII. ¶ Di donne
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adesso che non sono piú giovane mi cercano loro
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non erano poi le piú belle – forse Santina, ma
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e Silvia non erano piú contadine, e non ancora
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tre donne non lasciavano piú pace al sor Matteo
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e non ci pensai piú. Ma bastò quel fatto
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modo, c’era qualcuno piú importante, piú ricco, che
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era qualcuno piú importante, piú ricco, che nemmeno invitava
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c’era tanta ghiaietta, piú minuta e bianca di
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dei mazzi ch’erano piú belli dei vetri della
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solco. Sono i giorni piú belli dell’anno. Vendemmiare
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lavori; caldo non fa piú, freddo non ancora; c
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se perdeva non tornava piú a casa e invece
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susurrare, agitarsi, qualche sospiro piú forte. Alzando gli occhi
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degli altri, tanti altri piú pericolosi. I due ufficiali
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quella sera non passarono piú nei prati. ¶ Con la
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buona stagione, specialmente Silvia piú nessuno la teneva. Adesso
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l’altra coppia veniva piú adagio, staccata, e a
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due facevano le cose piú con calma e non
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occhiate, ma erano già piú calde, maliziose. L’ultimo
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tardi, e non potevo piú far niente. ¶ Ma neanche
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quella sala ch’era piú bella di una chiesa
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da sotto non erano piú un boschetto ma ognuno
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nell’estate quando diventava piú bello, e piú facile
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diventava piú bello, e piú facile trovarsi? Invece era
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Silvia e ne sapeva piú di noi. Irene era
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Irene non suonava quasi piú. Pare che al Nido
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la vecchia non teneva piú servitori né domestiche in
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che forse Irene era piú ricca di lui e
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rabbia, mi piacque di piú – mi pareva impossibile che
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certe ragazze di Canelli piú giovani che già s
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mica cambiati. Non portano piú il parasole, la domenica
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e duri qualcosa di piú che un comune giro
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che non c’è piú, anche se loro mi
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qualcosa per qualcuno e, piú ancora che al danno
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volte se non avevo piú visto nessuno. Lui pensava
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essere nessuno, la smania, piú che di andare, di
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e aveva ancora stentato piú di un anno) e
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successe non sapevo nemmeno piú io che cosa credere
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era spaventata, non aveva piú voluto lasciarci entrare e
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quel discorso non tornava piú. Ma una notte venne
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America non si sente piú da un pezzo. E
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passo col nostro, stringendomi piú forte le dita. Gente
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aveva fatto un grido piú forte, era caduta la
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vigna non si sentiva piú nessuno, se non il
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Quando Cinto non aveva piú sentito né il cane
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Il prete la fece piú bella. Siccome il Valino
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io cercavo di non piú bestemmiare, di pensar bene
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che non avrebbe mai piú avuto la testa di
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aveva una testa anche piú bella d’Irene. E
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uomo e non succedeva piú che il massaro mi
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vecchio e non sapeva piú dominarsi, né comandare. Se
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studiare qualcosa. Non ero piú un ragazzo che si
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contento, fischiavo, non pensavo piú nemmeno a saltare sul
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Matteo non si oppose piú. Erano i tempi che
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Il parasole non usava piú, adesso le donne giravano
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Chi adesso non vedeva piú di buon occhio Arturo
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vecchio non le conveniva piú che Irene si sposasse
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sor Matteo non diceva piú niente, era assai se
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di scuro, non portava piú gli stivali, e provvedeva
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andarsene, per non vedere piú il Nido sulla collina
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Matteo non parlava quasi piú. Partirono per Torino, e
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ingrata. Al matrimonio la piú bella e vestita di
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e non m’importava piú molto della Mora. Arturo
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pareva di non essere piú un servitore. Ma quel
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di lassú, dalle aie piú sperdute, e da piú
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piú sperdute, e da piú lontano ancora, dalle chiesette
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fiori era proprio il piú bello. ¶ Con Nuto andammo
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queste signorine, – disse, – sono piú leggere di noialtri. ¶ Poi
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mangio, – dissi, – non fa piú danno a nessuno –. Presi
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la pena, valeva. Era piú bella d’Irene, aveva
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si vedevano i paesi piú lontani, le cascine, i
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non mi ricordo nemmeno piú chi l’ha vinta
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dicevano di tutti i piú delinquenti là intorno. Cosí
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a portarne, non aveva piú alzato gli occhi alle
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che non ne poteva piú. Alla Mora non poteva
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tornò, accompagnata. Non aveva piú la giacca a vento
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di condurla fuori. Erano piú stupiti i ragazzi che
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mitra che non finiva piú. Uscimmo anche noi, era
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davanti alle gaggíe. ¶ Io piú che Nuto vedevo Baracca
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maggiore aveva un anno piú di me; e soltanto
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municipio non ci pagava piú lo scudo, che io