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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Montanaro, Tommaso sa le stelle, 2014

concordanze di «poi»

nautoretestoannoconcordanza
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una nebbia, una confusione; poi l’immagine diventa chiara
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i timpani, prima o poi – è Die young di
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in una padella antiaderente, poi le ha strapazzate con
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i dorsi allineati. E poi ce n’è un
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e di quella che poi, alla fine, non c
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la SORELLE CREMONINI FILATI. Poi le sorelle furono imbrogliate
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parte rimane lì, aspetta, poi si rassegna; non troverà
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scritta CRISTINELLI. È che poi, non si può far
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per una scena di 8 ½ poi tagliata. È per terra
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lo chiedono, è che poi nessuno si presenta all
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dei guai.” ¶ “Prima o poi salterà fuori.” ¶ Il Castroni
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di primavera inoltrata, e poi le insegne giallo-blu
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fino a California ma poi vola. Quella macchina fa
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come comportarsi con Pietro. Poi ci rinuncia e vola
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polvere bianco-rossa, e poi un pezzo di vetro
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le sfiora il collo, poi le labbra si cercano
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cercano le calze e poi le scarpe, i seni
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che aspetta, aspetta, e poi non viene nessuno. Solo
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fa un rumore, sgnek, poi però, proprio quando la
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si è vista. E poi, sarebbe fuori luogo che
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sono tutti così. E poi Pietro pensa a sé
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stasera può stare lì, poi chissà, si vedrà. Le
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cercando. Per un po’, poi, chissà, si vedrà. ¶ Pietro
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età,” dice Pietro, che poi gli fa cenno che
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spiega: “Pietro, Pietro” e poi “Tutto Pietro”, perché lì
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si fan sciocchezze che poi al mattino si rivelano
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Panda guadagna la provinciale, poi la tangenziale, la rotonda
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labbra. Tommaso annuisce e poi scende dalla macchina, sbatte
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Stop, Tommaso, ci notano. Poi succede un casino!” ¶ È
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small, ti va bene.” Poi un’altra con scritto
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braccialetto al polso e poi alza le mani. ¶ “Sei
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le dita intorno e poi gli copre la mano
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fa caldo. È caldo! Poi sudi e devi cambiarti
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alcune sono per terra. Poi ha chiuso gli occhi
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oppongono resistenza. Sgnek e poi scratch. ¶ Entrano. ¶ Il pavimento
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danno dentro col battipanni. Poi lo mettono sopra il
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guarda in basso e poi in alto, il cielo
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aver paura. Ti tengo.” Poi il ragazzino chiude gli
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toccandosi il petto e poi indicando l’acqua. “Tommaso
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viene dal Po,” ripete, poi si accorge che il
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son mica tutti uguali, poi però passa. Sì, vorrebbe
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Il sole era alto, poi la luce si è
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po’ senza fare nulla, poi si alza, passa da
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di notte sì. E poi si accorge che non
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minorenni. Ma prima o poi li rimandano a casa
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un certo punto in poi, quelle che se ne
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l’ultima volta!” ¶ “E poi vorrei un disinfettante. Delle
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cosa incastrata in gola. Poi si corica, spossato. Dalla
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gli chiede Pietro, e poi fa, ninonino, il rumore
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di una corsa, e poi fa intuire di essere
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arrivato all’autostrada e poi non ha saputo più
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delle bracciate a nuoto. Poi volta la testa, tossisce
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contro il petto e poi lo appoggia oltre i
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e scandisce le lettere. Poi aggiunge: Tommaso. “Prova!” ¶ Il
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estremità disegna una musicassetta, poi una sedia, “Berta”, e
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Pietro traccia una linea, poi la lascia vuota. Tommaso
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pensa un po’ su, poi fa un rettangolo, sul
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che è il Po, poi aggiunge Pietro, Tommaso e
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restano solo i fichi. ¶ Poi comincia una serie di
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l’uomo, per ultimo. Poi fa delle pistole, dei
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dietro l’orizzonte, arancione, poi una palma e un
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raffigura un sole, e poi una luna, e poi
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poi una luna, e poi un sole e ancora
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verde fa un semaforo. Poi, con la punta della
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basta. Li indica e poi accenna a sputare contro
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Eliminiamo questi baffi,” dice. Poi appoggia un dito sulla
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ritrae con una smorfia, poi si raddrizza, sposta indietro
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bene, sulle guance, ma poi prosegue sulla fronte ridacchiando
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aggrappa all’amo e poi si libera, è tutto
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Foglia morta,” dice. E poi indica lo specchio: “Foglia
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po’ di azzurro, e poi tutto lo specchio riflette
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e lo sente viscido. Poi indica il fiume: “Acqua
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solitudine”. ¶ E quante parole, poi, non esistono nemmeno, non
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arbusti. Afferra un ramo. Poi si china, fa buchi
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che non è che poi sia proprio un carro
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finisce con “North Star”. Poi tocca a Rigel e
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di me, Pietro. E poi l’ha deciso il
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la passa, che così poi se ne va?” ¶ Pietro
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corre alla finestra aperta. Poi sente uno starnuto. Pietro
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degli ombelichi scoperti. E poi: Derubato il commendator Tognazzi
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lo gira, ci gioca, poi si alza. Pietro fa
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guarda come una tigre, poi è lasciva. Ecco, ora
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Z di Zorro e poi scappa via. ¶ “Te la
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Combattono per un po’, poi Tommaso dà un colpo
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le mani nei capelli. Poi si mette seduto, sconsolato
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immagine: “Mamma, papà, bambino”. ¶ Poi si allontana. “Mamma, papà
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Tommaso a bassa voce. ¶ Poi anche lui va davanti
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piccolo e dice: “Tommaso”. ¶ Poi si mette di spalle
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mezzo ai due e poi, lentamente, con le mani
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mette a ridere. “Imbecille.” Poi fa come per abbassarsi
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Dai, sono seduto. E poi una sedia vale l
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spoglia intera, senza imbarazzo. Poi si infila la biancheria
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Uno dietro l’altro. Poi gli mostra il pollice
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si gratta il mento. Poi va verso di lui
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e piena di macchine. Poi, un numero di “Navi
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in testa, sorride: “Nur!”. ¶ Poi lascia la parrucca a
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dei ciuffi d’erba, poi non gli piacciono, trova
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una decina di metri; poi si volta e cammina
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gente prima di lui. Poi comincia a voltarsi in
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una manata sulla fronte, poi confabula con la statua
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dice: “Italia. Pietro. Po”. Poi, sempre con la rivista
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Si sentirebbe ridicolo. E poi, quanto ci impiegherebbe a
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per stordire gli insetti, poi un colpo secco con
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tutto in secca. E poi lui nuota bene. Si
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altro canto, un ragazzino poi rischia di annoiarsi in
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dito, e ripete “Calè”, poi però aggiunge “fratello Tommaso
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dolore. Quante parole, che poi valgono niente. E altre
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birra e delle uova, poi si volta sconsolato e
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qualche giorno fa. E poi il tempo non cambierà
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d’ore, si dice, poi sposto qualcosa. ¶ Si avvicina
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manciate. Sono tutti grattati. Poi sente il profumo dell
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scrive quello del deposito. Poi prende una busta bluette
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si fermano. Dicono qualcosa. Poi uno si rimette a
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i passi scendono veloci, poi non si sente più
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forte, più forte, e poi lo afferra, insaponato, corre
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di Tommaso!” esclama indicandosi. Poi appoggia la foto sulle
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indica i pioppi, e poi più in là, si
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nella stanza di Tommaso. Poi portano la scopa, l
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po’, gli copre tutto. Poi quei punti gialli tornano
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di vedetta. È che poi ha pensato di rischiarare
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un fiotto rumoroso. E poi Zurlini, scintillante, lì in
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timidamente, esce una gamba, poi un’altra, due scarpe
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che mi porti,” dice poi, quando sono nella stanza
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arrampica. ¶ “Tommaso!” grida lei. ¶ Poi un tonfo. ¶ È caduto
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andare, prendiamo le cose. Poi ci portiamo via lui
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cose che ci piacciono. Poi tu ci dici cosa
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che ti sleghi. E poi cerchi di disarmarmi. Ma
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dice lui. ¶ “Vai!” ¶ “Grazie.” Poi Tommaso si allontana, si
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metri e gireranno ancora, poi ci sarà solo il
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non riconosce il suono. Poi capisce che è proprio
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lascia squillare. Prima o poi, però, potrebbe fare una
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pensa un po’ e poi decide che va benissimo
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lettere ai giornali. E poi sono passati trent’anni
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confin del mare / E poi la nave appare / E
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la nave appare / E poi la nave è bianca