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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

concordanze di «poi»

nautoretestoannoconcordanza
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verace via abbandonai. ¶ Ma poi ch'i' fui al
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già mai persona viva. ¶ Poi ch'èi posato un
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che venne di Troia, ¶ poi che 'l superbo Ilïón
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tenere altro vïaggio», ¶ rispuose, poi che lagrimar mi vide
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genti. ¶ A le quai poi se tu vorrai salire
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del papale ammanto. ¶ Andovvi poi lo Vas d'elezïone
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lui". ¶ Tacette allora, e poi comincia' io: ¶ "O donna
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gelo ¶ chinati e chiusi, poi che 'l sol li
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Così li dissi; e poi che mosso fue, ¶ intrai
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de l'intelletto». ¶ E poi che la sua mano
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vermi era ricolto. ¶ E poi ch'a riguardar oltre
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che son morti». ¶ Ma poi che vide ch'io
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e di lor nascimenti. ¶ Poi si ritrasser tutte quante
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o per altrui, che poi fosse beato?». ¶ E quei
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torna, ch'era dipartita». ¶ Poi che la voce fu
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parte, vidi 'l Saladino. ¶ Poi ch'innalzai un poco
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dicono e odono e poi son giù volte. ¶ «O
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al cener di Sicheo; ¶ poi è Cleopatràs lussurïosa. ¶ Elena
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de la tua pace, ¶ poi c'hai pietà del
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costoro al doloroso passo!». ¶ Poi mi rivolsi a loro
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agogna, ¶ e si racqueta poi che 'l pasto morde
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altra con molta offensione. ¶ Poi appresso convien che questa
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guardommi un poco e poi chinò la testa: ¶ cadde
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lo scender questa roccia». ¶ Poi si rivolse a quella
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gonfiate vele ¶ caggiono avvolte, poi che l'alber fiacca
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anche loro ontoso metro; ¶ poi si volgea ciascun, quand
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li sia fatto, e poi se ne rammarca, ¶ fecesi
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ne la barca, ¶ e poi mi fece intrare appresso
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altri cani!». ¶ Lo collo poi con le braccia mi
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con l'altro che poi venne, ¶ che fur parole
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mento e 'l gozzo». ¶ Poi si rivolse per la
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e men caldi». ¶ E poi ch'a la man
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guardommi un poco, e poi, quasi sdegnoso, ¶ mi dimandò
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un poco in suso; ¶ poi disse: «Fieramente furo avversi
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altri era meco; ¶ e poi che 'l sospecciar fu
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far nel nostro tempio». ¶ Poi ch'ebbe sospirando il
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Elli si mosse; e poi, così andando, ¶ mi disse
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al tristo fiato; e poi no i fia riguardo
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da cotesti sassi», ¶ cominciò poi a dir, «son tre
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spirti maladetti; ¶ ma perché poi ti basti pur la
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e quel ch'è poi aggiunto, ¶ di che la
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la sua seguace ¶ dispregia, poi ch'in altro pon
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e ne l'etterna poi sì mal c'immolle
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tua sempre sì tosta». ¶ Poi mi tentò, e disse
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Tamisi ancor si cola». ¶ Poi vidi gente che di
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le strade tanta guerra». ¶ Poi si rivolse e ripassossi
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Da che fatto fu poi di sangue bruno, ¶ ricominciò
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Un poco attese, e poi «Da ch'el si
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il tronco forte, e poi ¶ si convertì quel vento
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silvestra: ¶ l'Arpie, pascendo poi de le sue foglie
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giostre dal Toppo!». ¶ E poi che forse li fallia
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a brano a brano; ¶ poi sen portar quelle membra
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vista, ¶ que' cittadin che poi la rifondarno ¶ sovra 'l
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in questo preditto peccato.] ¶ Poi che la carità del
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tuo furor dolor compito». ¶ Poi si rivolse a me
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esce ruscello ¶ che parton poi tra lor le peccatrici
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braccia e 'l petto, ¶ poi è di rame infino
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Acheronte, Stige e Flegetonta; ¶ poi sen van giù per
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colpa pentuta è rimossa». ¶ Poi disse: «Omai è tempo
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s'arresta punto, giace poi cent' anni ¶ sanz' arrostarsi
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verrò a' panni; ¶ e poi rigiugnerò la mia masnada
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in dietro e riguardommi; ¶ poi disse: «Bene ascolta chi
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e più non cheggio». ¶ Poi si rivolse, e parve
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abbracciar mi facea ghiotto. ¶ Poi cominciai: «Non dispetto, ma
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mosche o da tafani. ¶ Poi che nel viso a
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avea faccia e contegno. ¶ Poi, procedendo di mio sguardo
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quindi si tolse; ¶ e poi ch'al tutto si
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mi raccoscio. ¶ E vidi poi, ché nol vedea davanti
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l'isola di Lenno ¶ poi che l'ardite femmine
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lo perfido assessin, che, poi ch'è fitto, ¶ richiama
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la bella donna, e poi di farne strazio?». ¶ Tal
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tutti storse i piedi; ¶ poi, sospirando e con voce
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braccia mi prese; ¶ e poi che tutto su mi
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tutte quante; ¶ e prima, poi, ribatter li convenne ¶ li
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corpo vano. ¶ Li uomini poi che 'ntorno erano sparti
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sopra la pegola soverchio». ¶ Poi l'addentar con più
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che m'oda, ¶ e poi d'arruncigliarmi si consigli
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disse: «Posa, posa, Scarmiglione!». ¶ Poi disse a noi: «Più
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quando fuorono eletti, ¶ e poi ch'e' si chiamaro
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e di sue cose. ¶ Poi fui famiglia del buon
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di quello un altro poi, ¶ che la prima paura
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e disse: «Aspetta, ¶ e poi secondo il suo passo
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rimiraron sanza far parola; ¶ poi si volsero in sé
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de la grave stola?». ¶ Poi disser me: «O Tosco
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poco a testa china; ¶ poi disse: «Mal contava la
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sa che si faccia; ¶ poi riede, e la speranza
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scheggia ¶ dicendo: «Sovra quella poi t'aggrappa; ¶ ma tenta
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l'ottava ripa, ¶ e poi mi fu la bolgia
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che cascando divenisse; ¶ e poi che fu a terra
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la fenice more e poi rinasce, ¶ quando al cinquecentesimo
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Lo duca il domandò poi chi ello era; ¶ per
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trista vergogna si dipinse; ¶ poi disse: «Più mi duol
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i Neri si dimagra; ¶ poi Fiorenza rinova gente e
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che più non duri, ¶ poi che 'n mal fare
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intendemmo pur ad essi poi. ¶ Io non li conoscea
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anterïor le braccia prese; ¶ poi li addentò e l
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membra avviticchiò le sue. ¶ Poi s'appiccar, come di
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un di lor trafisse; ¶ poi cadde giuso innanzi lui
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loro pene.] ¶ Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande
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forse del tuo detto». ¶ Poi che la fiamma fu
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sotto da la luna, ¶ poi che 'ntrati eravam ne
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qua, di là, e poi diè cotal fiato: ¶ «S
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uom d'arme, e poi fui cordigliero, ¶ credendomi, sì
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parole parver ebbre. ¶ E' poi ridisse: "Tuo cuor non
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alto seggio". ¶ Francesco venne poi, com' io fu' morto
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al dosso duro; ¶ e poi che per gran rabbia
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acquistar non saria leve». ¶ Poi che l'un piè
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venirli a parlamento seco; ¶ poi farà sì, ch'al
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vermo, ¶ cascaron tutti, e poi le genti antiche, ¶ secondo
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leoncini al varco»; ¶ e poi distese i dispietati artigli
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al testamento norma». ¶ E poi che i due rabbiosi
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Qui li trovai - e poi volta non dierno - », ¶ rispuose
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l'altra guancia, ¶ e poi la medicina mi riporse
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prima di trista e poi di buona mancia. ¶ Noi
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la lungi, ¶ avvien che poi nel maginare abborri. ¶ Tu
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più te stesso pungi». ¶ Poi caramente mi prese per
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gran petto ti doga». ¶ Poi disse a me: «Elli
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ch'io ti prenda»; ¶ poi fece sì ch'un
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piegaro i colli; ¶ e poi ch'ebber li visi
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un dubbio per costui; ¶ poi mi farai, quantunque vorrai
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avea di retro guasto. ¶ Poi cominciò: «Tu vuo' ch
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due dì li chiamai, poi che fur morti. ¶ Poscia
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dove 'l sì suona, ¶ poi che i vicini a
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un tal dificio allotta; ¶ poi per lo vento mi
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dipartir da tanto male». ¶ Poi uscì fuor per lo
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resurga, ¶ o sante Muse, poi che vostro sono; ¶ e
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oh settentrïonal vedovo sito, ¶ poi che privato se' di
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inferno mi nascose. ¶ Venimmo poi in sul lito diserto
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lucente e maggior fatto. ¶ Poi d'ogne lato ad
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mutan come mortal pelo». ¶ Poi, come più e più
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salmo è poscia scripto. ¶ Poi fece il segno lor
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a sommo 'l petto. ¶ Poi sorridendo disse: «Io son
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il suol di sotto. ¶ Poi che noi fummo in
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un poco a riso; ¶ poi cominciai: «Belacqua, a me
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farsi in terra laco». ¶ Poi disse un altro: «Deh
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e per lo fondo, ¶ poi di sua preda mi
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le tue marine, e poi ti guarda in seno
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corretta da li sproni, ¶ poi che ponesti mano a
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tal parve quelli; e poi chinò le ciglia, ¶ e
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mente; ¶ e l'altre poi dolcemente e devote ¶ seguitar
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tra noi si tacque; ¶ poi dimandò: «Quant' è che
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Dio per grazia volse». ¶ Poi, vòlto a me: «Per
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suo significativo sogno; e poi come pervennero a l
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portarne suso in piede'. ¶ Poi mi parea che, poi
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Poi mi parea che, poi rotata un poco, ¶ terribil
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sue braccia, ¶ là onde poi li Greci il dipartiro
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belli quella intrata aperta; ¶ poi ella e 'l sonno
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in conforto sua paura, ¶ poi che la verità li
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piedi mi s'atterri». ¶ Poi pinse l'uscio a
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buono ¶ Metello, per che poi rimase macra. ¶ Io mi
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colpa de la superbia.] ¶ Poi fummo dentro al soglio
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vostro in alto galla, ¶ poi siete quasi antomata in
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a Dio si sodisfaccia, ¶ poi ch'io nol fe
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e va, sanza riposo, ¶ poi che morì; cotal moneta
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morto in Gelboè, ¶ che poi non sentì pioggia né
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si fuggiro ¶ li Assiri, poi che fu morto Oloferne
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ali per la fronte; ¶ poi mi promise sicura l
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d'indugio nostra eletta». ¶ Poi fisamente al sole li
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pietra non diversi. ¶ E poi che fummo un poco
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quel ch'i' vidi poi; ¶ ché, quando fui sì
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ivi a man dritta; ¶ poi fer li visi, per
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povero calle. ¶ Botoli trova poi, venendo giuso, ¶ ringhiosi più
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e sventurata fossa. ¶ Discesa poi per più pelaghi cupi
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turbarsi e farsi trista, ¶ poi ch'ebbe la parola
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fatto s'è reda poi del suo valore. ¶ E
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ché non fuggi via, ¶ poi che gita se n
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noi del cammin confidare. ¶ Poi fummo fatti soli procedendo
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a sentir ti dispuose». ¶ Poi giunti fummo a l
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è per noi condannato?». ¶ Poi vidi genti accese in
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mise fuor prima; e poi cominciò: «Frate, ¶ lo mondo
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battaglie col ciel dura, ¶ poi vince tutto, se ben
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allor da lei ricetta. ¶ Poi piovve dentro a l
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che s'abbui, ¶ ché poi non si poria, se
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cosa nel novo girone; ¶ poi mi volsi al maestro
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in voi si lega. ¶ Poi, come 'l foco movesi
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Ilerda, ¶ punse Marsilia e poi corse in Ispagna». ¶ «Ratto
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vita sanza gloria offerse». ¶ Poi quando fuor da noi
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vuol, così le colorava. ¶ Poi ch'ell' avea 'l
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macigno. ¶ Mosse le penne poi e ventilonne, ¶ 'Qui lugent
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la vista del disio. ¶ Poi ch'io potei di
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fé di Curradino; e poi ¶ ripinse al ciel Tommaso
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Del folle Acàn ciascun poi si ricorda, ¶ come furò
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due occhi del cielo. ¶ Poi cominciò da tutte parti
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cessò ed el compiési. ¶ Poi ripigliammo nostro cammin santo
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a ciò si conface. ¶ Poi cominciò: «Nel beato concilio
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cantai di Tebe, e poi del grande Achille; ¶ ma
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visitarli presi usata. ¶ Vennermi poi parendo tanto santi, ¶ che
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questo cibo avrete caro». ¶ Poi disse: «Più pensava Maria
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ombra e guardò fiso; ¶ poi gridò forte: «Qual grazia
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Sì disse prima; e poi: «Qui non si vieta
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fa chi guarda e poi s'apprezza ¶ più d
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in aere fanno schiera, ¶ poi volan più a fretta
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disio e nol nasconde. ¶ Poi si partì sì come
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già da miseri guadagni. ¶ Poi, rallargati per la strada
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potert' io far nego». ¶ Poi cominciò: «Se le parole
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die. ¶ Sangue perfetto, che poi non si beve ¶ da
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operare ¶ coagulando prima, e poi avviva ¶ ciò che per
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a riva, ¶ tanto ovra poi, che già si move
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che ristette; ¶ e simigliante poi a la fiammella ¶ che
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ombra; e quindi organa poi ¶ ciascun sentire infino a
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non par corpo fittizio»; ¶ poi verso me, quanto potëan
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a sua lussuria corra». ¶ Poi, come grue ch'a
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in sua paruta; ¶ ma poi che furon di stupore
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là più m'appressai. ¶ Poi che di riguardar pasciuto
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non è più nostro». ¶ Poi, forse per dar luogo
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temps de ma dolor!». ¶ Poi s'ascose nel foco
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è vinto al pome. ¶ Poi dentro al foco innanzi
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ch'ad ogne passo poi ¶ al volo mi sentia
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aura impregna ¶ e quella poi, girando, intorno scuote; ¶ e
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Non parrebbe di là poi maraviglia, ¶ udito questo, quando
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avëan l'ultimo costrutto; ¶ poi a la bella donna
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rio mi fé paura. ¶ Poi vidi quattro in umile
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da li venti schiavi, ¶ poi, liquefatta, in sé stessa
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li etterni giri; ¶ ma poi che 'ntesi ne le
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fosse dischiusa. ¶ Poco sofferse; poi disse: «Che pense? ¶ Rispondi
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qual cosa mortale ¶ dovea poi trarre te nel suo
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la cagion mi porse. ¶ Poi, quando il cor virtù
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Così cantando cominciaro; e poi ¶ al petto del grifon
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esser mi fée. ¶ Ma poi ch'al poco il
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mormorare a tutti «Adamo»; ¶ poi cerchiaro una pianta dispogliata
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lasca, ¶ turgide fansi, e poi si rinovella ¶ di suo
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com' mal se' carca!». ¶ Poi parve a me che
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capo infin le piante; ¶ poi, di sospetto pieno e
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si cambiò Maria. ¶ Ma poi che l'altre vergini
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et vos videbitis me'. ¶ Poi le si mise innanzi
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segno fuor dischiusa; ¶ così, poi che da essa preso
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Ella sorrise alquanto, e poi «S'elli erra ¶ l
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strali ¶ d'ammirazione omai, poi dietro ai sensi ¶ vedi
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che disiri, ¶ sì che poi sappi sol tener lo
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il tuo püeril coto, ¶ poi sopra 'l vero ancor
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la sua setta. ¶ Uomini poi, a mal più ch
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Iddio si sa qual poi mia vita fusi. ¶ E
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le sacre bende. ¶ Ma poi che pur al mondo
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possanza». ¶ Così parlommi, e poi cominciò 'Ave, ¶ Maria' cantando
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seguio ¶ quanto possibil fu, poi che la perse, ¶ volsesi
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d'un modo sospinto, ¶ poi ch'era necessario, né
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primo vero appresso; ¶ e poi potesti da Piccarda udire
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me com' ïo scrivo; ¶ poi si rivolse tutta disïante
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tu nascesti parve amaro. ¶ Poi, presso al tempo che
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pieno. ¶ Quel che fé poi ch'elli uscì di
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Spagna rivolse lo stuolo, ¶ poi ver' Durazzo, e Farsalia
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fatto avea prima e poi era fatturo ¶ per lo
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umìle e peregrina. ¶ E poi il mosser le parole
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mezzo distilla ¶ non ha poi fine, perché non si
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giuso ¶ con umiltate obedïendo poi, ¶ quanto disobediendo intese ir
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di sé sì che poi sempre la disira. ¶ E
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Osanna' sì, che unque poi ¶ di rïudir non fui
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si lava ¶ di Rodano poi ch'è misto con
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che 'l Danubio riga ¶ poi che le ripe tedesche
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così mi fa chiaro, ¶ poi che, parlando, a dubitar
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vescovo d'essa.] ¶ Da poi che Carlo tuo, bella
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aspetti quindi le novelle. ¶ Poi, sì cantando, quelli ardenti
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verace amore e che poi cresce amando, ¶ multiplicato in
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cielo ¶ cotanto glorïosamente accolto. ¶ Poi che ciascuno fu tornato
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sigillo a sua religïone. ¶ Poi che la gente poverella
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d'esto archimandrita. ¶ E poi che, per la sete
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a l'intima rispuose. ¶ Poi che 'l tripudio e
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madre, lei fece profeta. ¶ Poi che le sponsalizie fuor
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ti fascian ventiquattro piante. ¶ Poi, con dottrina e con
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Di lui si fecer poi diversi rivi ¶ onde l
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e l'altro al poi; ¶ e avrà quasi l
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punto dov' io era: ¶ poi ch'è tanto di
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sotto 'l segno ¶ idëale poi più e men traluce
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in falsa parte, ¶ e poi l'affetto l'intelletto
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se rimane, dite come, poi ¶ che sarete visibili rifatti
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ali al voler mio. ¶ Poi cominciai così: «L'affetto
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sopranome tuo si feo. ¶ Poi seguitai lo 'mperador Currado
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ad Ubertin Donato ¶ che poï il suocero il fé
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quei che fier presente. ¶ Poi giunse: «Figlio, queste son
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punir di lor perfidie». ¶ Poi che, tacendo, si mostrò
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gusto, vital nodrimento ¶ lascerà poi, quando sarà digesta. ¶ Questo
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a sua nota moviensi; ¶ poi, diventando l'un di
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a sé le move. ¶ Poi, come nel percuoter d
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chi là sù gaude. ¶ Poi cominciò: «Colui che volse
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il nido si rigira ¶ poi c'ha pasciuti la
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etterno a voi mortali». ¶ Poi si quetaro quei lucenti
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Cristo, ¶ né pria né poi ch'el si chiavasse
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spazia ¶ prima cantando, e poi tace contenta ¶ de l
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coruscar vidi gran feste. ¶ Poi appresso, con l'occhio
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scaldar le fredde piume; ¶ poi altre vanno via sanza
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sé come veloce mola; ¶ poi rispuose l'amor che
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il terzo sermo; ¶ e poi, continüando, disse: «Quivi ¶ al
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la mia voglia contenta. ¶ Poi dentro a lei udi
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l collegio si strinse; ¶ poi, come turbo, in sù
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l'aere tosco; ¶ e poi, quando mi fu grazia
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mamma ¶ tende le braccia, poi che 'l latte prese
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luce onde spirava questo; ¶ poi mi volsi a Beatrice
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tra le sustanze, e poi tra li argomenti». ¶ E
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pare ottusa». ¶ Io udi' poi: «L'antica e la
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per voi che scriveste ¶ poi che l'ardente Spirto
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si dilata in fiamma poi vivace, ¶ e come stella
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quivi intra' io, e poi ¶ Pietro per lei sì
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sù li prande. ¶ Ma poi che 'l gratular si
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pria col troppo pondo. ¶ «Poi che per grazia vuol
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suo, ¶ ne la pistola poi; sì ch'io son
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mei che dinanzi vidi poi; ¶ e quasi stupefatto domandai
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transito del vento, e poi si leva ¶ per la
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ella diceva, ¶ stupendo, e poi mi rifece sicuro ¶ un
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o così, natura lascia ¶ poi fare a voi secondo
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e El si chiamò poi: e ciò convene, ¶ ché
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patì la supprema possanza. ¶ Poi procedetter le parole sue
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reperte ¶ solo ne' parvoletti; poi ciascuna ¶ pria fugge che
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balbuzïendo ancor, digiuna, ¶ che poi divora, con la lingua
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con loquela intera, ¶ disïa poi di vederla sepolta. ¶ Così
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terzo, e 'l terzo poi dal quarto, ¶ dal quinto
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quinto il quarto, e poi dal sesto il quinto
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Così la donna mia; poi disse: «Piglia ¶ quel ch
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paroffia; ¶ così fec'ïo, poi che mi provide ¶ la
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ver si vide. ¶ E poi che le parole sue
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dee: ¶ prima Dominazioni, e poi Virtudi; ¶ l'ordine terzo
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Ma Gregorio da lui poi si divise; ¶ onde, sì
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che m'avëa vinto. ¶ Poi cominciò: «Io dico, e
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fatta lettura. ¶ Queste sustanze, poi che fur gioconde ¶ de
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rubin che oro circunscrive; ¶ poi, come inebrïate da li
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sua lunghezza divenuta tonda. ¶ Poi, come gente stata sotto
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un cammino. ¶ Ma poco poi sarà da Dio sofferto
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ne la sua gloria; poi pone una orazione che
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parea, sorrise e riguardommi; ¶ poi si tornò a l
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l martiro ¶ sofferse, e poi l'inferno da due
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fede d'i parenti; ¶ poi che le prime etadi
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circuncidere acquistar virtute; ¶ ma poi che 'l tempo de