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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «poi»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
e da allora in poi vissero amandosi felici come
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1956
coda di volpe spelacchiata. Poi gli sposi partirono subito
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1956
in segno di minaccia, poi alzò l’altro braccio
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1956
uscire una vecchina, e poi un’altra vecchina, e
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1956
una parola l’ammazzo –. Poi riprese a contare: – Uno
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1956
a quello della Principessa, poi disse al Capitano del
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1956
po’ sul prezzo, e poi accettò. ¶ Giunta l’ora
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1956
immagine e somiglianza, e poi affacciati alla ringhiera con
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1956
e le fece riavere. Poi rivendicarono tutti i beni
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1956
una dote da principesse; poi prese marito anche lei
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1956
depose il primo uovo. Poi andò in cerca d
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1956
per metterlo in salvo. Poi scese dall’albero tutta
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1956
aspettata? ¶ – Faceva caldo. E poi pensavo d’incontrarti per
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1956
rubini e cherubini avrai –. Poi aperse un armadio con
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1956
bellissima veste di seta. Poi aperse uno scrignetto e
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1956
i diamanti alle orecchie. Poi le disse: – Che tu
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1956
cestello in acqua e poi lo rincorse. In giù
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1956
che fa schifo avrai. ¶ Poi le chiese se voleva
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1956
buttarcela dentro e ammazzarla. Poi voleva far indossare alla
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1956
campo. ¶ Da allora in poi, Quattordici lavorò coi fratelli
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1956
in una quercia e poi ci aveva riappiccicato la
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1956
frasca, su un ramo, poi tornava sulla testa del
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1956
fosse stata un tordo. Poi s’imbarcò, e ripresero
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1956
una dopo l’altra, poi ne deglutì cento, ne
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1956
a scolarsi una botte, poi un barile, poi una
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1956
botte, poi un barile, poi una damigiana; finì per
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1956
gli taglia la testa. Poi prende la testa con
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1956
corpo con una sciabolata. Poi prende testa, prende corpo
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1956
il capo di netto. Poi lo prese e lo
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1956
un giro in aria. Poi riprese la lanterna, guardò
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1956
la mise in tasca. Poi le diede un bacio
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1956
nudo e disse: – E poi, m’ha portato via
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1956
una cena da signori. Poi si sedette al loro
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1956
finché non cadde addormentato, poi disse al garzone: – Portatelo
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1956
gli abiti da Re. Poi gli portarono la cioccolata
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1956
stette a sentire distratto, poi sempre più interessato, e
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1956
un po’ in silenzio, poi disse: – Padre, qui bisogna
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1956
non la sentì stecchita. Poi accese il lume, spense
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1956
addormentato e lo svegliò; poi gli apparecchiarono la tavola
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1956
seconda finestra anche lui. Poi mandò i servi a
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1956
mise nelle trecce, e poi tutta ridente se ne
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1956
giorno su una sedia. Poi divenne grasso come un
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1956
mettere su una poltrona. Poi divenne grasso come un
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1956
sulla porta del palazzo. Poi fece uscire un editto
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1956
che gli dice: – E poi non ho ragione che
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1956
un palmo di lingua. Poi se lo prese in
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1956
e se Cicco Petrillo poi mi muore? Ah? Povero
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1956
e se Cicco Petrillo poi mi muore? ¶ – Ah! Povero
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1956
e da allora in poi stettero sempre tutti assieme
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1956
Fiorentino viaggiava per poter poi tornare a Firenze e
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1956
restare con me, – disse poi, – qui alla Cura mi
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1956
chissà quante potremo raccontarne poi! – e accettarono. Li portò
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1956
chinarsi sulle carte e poi la sciabola del Gigante
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1956
capo e collo, e poi lui decapitato finire nella
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1956
tutti e due: e poi, via, giù per le
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1956
loro. Di palazzo noialtri poi ce ne costruiremo un
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1956
della Regina ritrovata e poi miseramente morta. ¶ Invece, non
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1956
tenne per sei mesi; poi pensò che era giusto
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1956
Si sedettero a mangiare, poi trovarono tre camere da
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1956
la testa di netto. Poi lo prese e lo
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1956
tirar su dai compagni. Poi una per una legò
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1956
un bel bacio, e poi gli lasciò una nocciola
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1956
corpo innalzarsi, innalzarsi e poi, tutt’a un tratto
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1956
si fingesse morto per poi far paura al nipote
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1956
portò via. ¶ Volò, volò, poi scese su una casa
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1956
la tavola per tutti, poi aperse la credenza e
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1956
cose senza chiedermi niente; poi tocca a me lavorare
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1956
casa; – mettetevi a tavola –. Poi disse alla scatola: – Pane
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1956
Fammela vedere. ¶ – Sì, e poi voi mi pigliate anche
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1956
cambio l’altra e poi qualcosa di giunta. ¶ – Be
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1956
digiuni fino a mezzogiorno, poi apro la scatola e
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1956
le tagliò la testa. Poi mise la testa in
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1956
nonno diventò una statua. Poi il giovane andò a
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1956
lavava e pettinava e poi tornava nella mela. ¶ Quel
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1956
manchi niente. Guarda che poi lei mi racconta tutto
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1956
e ti lascerà passare. Poi tieni questi due pani
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1956
e ti lasceranno passare. Poi tieni questo spago e
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1956
e ti lascerà passare. Poi tieni queste scope; troverai
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1956
in cantina a prenderla. Poi verrò io. ¶ Così le
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1956
Lei accese il fuoco, poi disse: – Ma non c
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1956
mi va a genio! ¶ Poi chiesero alla più piccina
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1956
zecchino. D’allora in poi, ogni giorno il barcaiolo
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1956
giù per il fiume. Poi pensò subito che coi
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1956
stava a galla. Se poi è andato a fondo
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1956
ha fatto tuo fratello. Poi troverai una porticina con
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1956
Acqua che balla e poi tocca tutte le statue
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1956
d’Acqua che balla, poi la passò sotto il
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1956
mossero e l’abbracciarono. Poi fecero lo stesso con
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1956
chiese perdono alla moglie. Poi fece comparire innanzi a
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1956
e tutto il necessario. Poi disse: – Prendete questo bel
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1956
conversazione per un’ora, poi si fece calare nel
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1956
far che? ¶ – Voi calatemi: poi vedrete –. Le convinse, e
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1956
così da sciuparla tutta. Poi corse via col paniere
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1956
ne mise nel paniere. Poi diede fuoco a tutto
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1956
si fosse ammazzato, ma poi si rialzò e se
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1956
banchetto, la cena, e poi venne l’ora d
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1956
Principe della Corona e poi Re. Con un colpo
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1956
alloggio così modesto, ma poi videro che la sua
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1956
traversando in barca e poi accompagnandosi per via. L
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1956
scimmie coi cappelli piumati. Poi l’accompagnarono con le
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1956
serpe. ¶ Da allora in poi Rosina non usciva mai
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1956
ammazzare la matrigna. Ma poi, gli dissero e gli
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1956
restò come di sasso, poi cominciò a gridare: – Correte
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1956
era come al solito. Poi puntò il cannocchiale verso
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1956
leprotto scappava lontano e poi si sarebbe detto si
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1956
un grido di richiamo, poi un altro, e un
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1956
un po’ di vino. Poi s’alzò, e passò
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1956
trovò già apparecchiata e poi scese nelle stalle. ¶ C
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1956
sul viso di Fiordinando. Poi rimontò in carrozza e
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1956
riveste da par suo; poi torna fuori. «Comunque sia
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1956
becca l’anello, e poi si posa sopra un
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1956
cresta del muro e poi saltò in terra senza
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1956
dito per non perderlo; poi andò a rifare la
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1956
cena tutt’allegro e poi va a letto. Al
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1956
per sentire il peso; poi passò agli schioppi e
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1956
catalogno, l’annuserà, e poi lo metterà all’orecchio
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1956
fiore, l’annusò, e poi lo mise dietro l
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1956
contrattare un bel pezzo; poi il becchino prese un
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1956
istruire alla Chiesa, e poi la battezzarono con una
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1956
coltellaccio gliele mozzò nette. Poi ordinò che la conducessero
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1956
desinare con quei frutti; poi tornava nel folto della
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1956
ne farà mai parola! ¶ Poi, la Regina vecchia scrisse
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1956
ai bambini, mangiò lei, poi andò in una stanza
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1956
tanto all’Uliva, ma poi vedendole le mani sane
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1956
continuava a chiedere: – E poi? E poi? – perché era
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1956
chiedere: – E poi? E poi? – perché era la storia
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1956
dei suoi rimorsi. E poi, povera vecchia, credeva di
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1956
da tutte le parti. Poi scosse il capo e
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1956
queste tre lische, e poi sarà servito come vuole
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1956
così arido, prima riderà, poi vi domanderà perché pescate
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1956
lo vede. Rise, e poi gli domandò se aveva
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1956
gli assegnò il vitello. ¶ Poi chiamò Caterina e le
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1956
s’annebbiò la vista, poi cominciò a farfugliare, e
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1956
mettere nel suo letto. Poi licenzia i servitori e
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1956
Regno, e il Re poi non sapeva consolarsi di
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1956
allocchito dalla paura, e poi il popolo faceva corteo
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1956
argento, e pietre preziose; poi per ultimo il baule
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1956
con la moglie per poi ritornare alla spiaggia alla
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1956
sorrise ancora agli Ambasciatori, poi disse: – Forno accenditi e
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1956
disse. Ci pensò su, poi chiamò: – Coltello, vieni qui
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1956
un buon ragazzo, e poi aveva quella bella cavallina
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1956
mandarono via in mare. Poi portarono in piazza tre
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1956
cavallina e Drago; e poi cominciarono la lotta. Il
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1956
il Drago morto e poi la cavallina pure morta
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1956
finché ce ne stava. ¶ Poi cominciarono a girare il
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1956
il piccolo mangiò e poi s’affacciò a una
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1956
Si raccontarono tutto, e poi la Regina lo accompagnò
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1956
fecero due chiacchiere, e poi la serva più vecchia
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1956
e riprendeva coraggio, ma poi vedeva che non era
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1956
far cascare i muri, poi disse: – Andate, andate dal
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1956
dal signor Arciprete, che poi verrò io a dargli
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1956
contro il vostro staio –. Poi andarono a cena, e
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1956
e cominciò a mangiare. Poi andò a una casa
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1956
sé pane e companatico, poi tornò a bere del
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1956
si mangiò la minestra. Poi prese il fiasco, col
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1956
che spuntava da terra. Poi scavò una gran buca
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1956
il ricciolo del codino. Poi cominciò a gridare: ¶ Corri
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1956
Pìrolo, e le baciò. Poi prese gli zoccoli e
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1956
staia di quattrini e poi me ne vado. ¶ Così
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1956
gliela porto. ¶ – E se poi gli può domandare come
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1956
E perché no? ¶ – E poi dovreste domandare all’Orco
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1956
ci sono, tento. Se poi mi mangia, amen. ¶ – Senti
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1956
diede la via, e poi di pesca ne ebbe
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1956
e rovesce ci riuscì. Poi con la spada tagliò
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1956
dentro le sette lingue. Poi rimontò a cavallo e
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1956
un mare di cocci. Poi via a gambe levate
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1956
e conclusero le nozze. Poi venne notte, e ognuno
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1956
color pesca per Carolina. Poi non gli era rimasto
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1956
si mise a mangiare. Poi prese il lume, passò
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1956
l’altro a Carolina, poi guardò Bellinda e scoppiò
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1956
disse che mai e poi mai ve l’avrebbe
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1956
era proprio immaginato. Ma poi, piano piano, si fece
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1956
po’ zitto, come sovrappensiero, poi chiese: – È vero che
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1956
chissà come la prende!» Poi si fece coraggio e
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1956
lo voleva sposare, e poi se n’andava via
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1956
lo sgridarono e picchiarono; poi lo cacciarono di casa
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1956
piangendo per la montagna, poi trovò un sasso cavo
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1956
smetti!, – disse, spaventato. E poi: – Me lo vendi? ¶ – Perché
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1956
ben discosto dalla Principessa. Poi disse: – Sposa mia, vi
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1956
rincantucciarsi lì sull’orlo, poi disse: – Cara, siamo sposi
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1956
genero del Re e poi Re lui stesso, e
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1956
Gugliermo dapprima si rincrebbe, poi la compagnia della dama
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1956
pesci d’ogni colore, poi in un villaggio con
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1956
gli s’oscurò e poi si spense del tutto
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1956
d’acqua fresca; e poi dichiararono che volevano tornare
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1956
voglia di piangere; ma poi si fece coraggio e
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1956
strada. ¶ Rifletté un po’, poi aggiunse: – Be’, per dire
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1956
il resto della pizza. Poi si riscosse ed esclamò
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1956
uno dei ladri morti. Poi tornò sull’albero e
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1956
Menichino esitò un po’, poi ripensò a quel che
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1956
ammazzati tre, uhm, e poi questi tre… Aspetta… ¶ Poggiò
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1956
ragazzo di fegato e poi sei sincero: ti meriti
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1956
per un incantesimo. E poi gli spiegò dov’era
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1956
la mela d’oro. Poi si voltò a guardare
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1956
mettersi sotto un’ala. Poi cominciò a volare giù
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1956
fuori dal pozzo e poi sopra boschi e montagne
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1956
vicino mangiò un fico, poi gli diede una bacchetta
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1956
giorni e tre notti, poi rimettile nel sacco e
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1956
arrivata quasi a casa, poi suonò la trombetta. La
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1956
Ancora un’ultima prova, poi sposerai mia figlia. Devi
201
1956
dei miei cani. ¶ – E poi cosa mi dice mia
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1956
faccio vedere io! ¶ Ma poi si persuase che per
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1956
legarli come lei diceva. Poi lei gli disse d
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1956
fedeli dietro al feretro: poi chiusero la porta e
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1956
Sono vicino a casa! – Poi si sentì un passo
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1956
mangio! Sono sul tetto! ¶ Poi si sentì un gran
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1956
argento e seta, e poi partì raccomandando che si
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1956
sotto la cenere, e poi andò a dormire col
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1956
Ringraziò il gobbo, ma poi gli disse: – Tabagnino, come
210
1956
Il gobbo ci pensò, poi chiese al Re un
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1956
gobbo ci pensò su; poi si fece preparare degli
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1956
Tabagnino di giorno, e poi lui, dopo un po
213
1956
Ci piantò un cuneo, poi un altro, poi un
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1956
cuneo, poi un altro, poi un altro ancora e
215
1956
dargli colpi di mazza. Poi cominciò a impazientirsi, facendo
216
1956
appesi ai finimenti! – Ma poi ci pensò su e
217
1956
riuscì a ficcarsi dentro; poi cominciò a dare delle
218
1956
legò fuori all’aperto. Poi tornò a dormire. Il
219
1956
le fasciò gli zoccoli. Poi la slegò, montò in
220
1956
più buona dell’altra, poi confetti, biscotti e tutti
221
1956
si riconosceva più, e poi una parrucca bionda e
222
1956
coperchio e lo inchiodò. Poi prese la cassa e
223
1956
e le diedero fuoco. Poi ci fu una gran
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1956
gioie. Venne spogliata e poi rivestita da gran signora
225
1956
tremare le gambe, ma poi pensò che aveva l
226
1956
Re degli animali. ¶ Trovarono poi un granaio pieno di
227
1956
Re degli animali, che poi se li mangiava uno
228
1956
ammobiliare tutto a nuovo. Poi fece foderare di ferro
229
1956
più riconoscere. Le unghie poi erano lunghe come pettini
230
1956
fece tanti complimenti e poi gli disse l’ambasciata
231
1956
di abbracciarla e baciarla. Poi chiamò l’Intendente e
232
1956
io non ci bado. ¶ Poi mandò da tutti i
233
1956
fu un po’ ammorbidita, poi saltò nell’altra tinozza
234
1956
cominciava a farsi riconoscere. Poi, saltò nell’altra tina
235
1956
tosò come una pecora, poi lo lavorò coi ferri
236
1956
da tutte le parti, poi domandò quanto costava. Il
237
1956
casa dagli strilli; ma poi disse: – Vediamo un po
238
1956
vicino la notte. E poi diede ordine che gli
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1956
portarono il caffè, e poi la colazione alla forchetta
240
1956
guardare a bocca aperta, poi il grande disse: – Già
241
1956
non se ne accorgessero. Poi tornò a nascondersi, ma
242
1956
vado a coricarmi; domani poi vedremo cosa salterà fuori
243
1956
No, niente, – rispose, ma poi andò a riguardare la
244
1956
bicchier d’acqua e poi ti darò le tre
245
1956
posi sul comò, e poi si nasconda sotto il
246
1956
e te le darò poi… ¶ La giovane tornò in
247
1956
tutto sul comò, e poi si nascose sotto il
248
1956
mise su un tavolino. Poi prese il coltello e
249
1956
anno e tre mesi, poi aveva preso una schiava
250
1956
tenne le scorze: e poi se le mangiò. ¶ Nacque
251
1956
un po’ a suonare, poi rientreremo nel nostro cavallo
252
1956
pietra di marmo diventerà. ¶ – Poi il Mago le ha
253
1956
diventerà, – disse la terza. ¶ – Poi le ha augurato che
254
1956
e chiusi dentro, e poi la botte fu gettata
255
1956
così bella. E vedrai, poi, che bella ragazza! ¶ La
256
1956
Margherita Margheritone aprì e poi mise sul fuoco un
257
1956
le diede un carantano; poi pensò che forse un
258
1956
porteremo nella stalla. ¶ – Questo poi no, – disse il tignoso
259
1956
ridere come una matta, poi chiamò suo padre, e
260
1956
si ritirarono a pensare, poi tornarono dal Re. – Maestà
261
1956
si hanno tante cose, poi si debba morire e
262
1956
gli devi dire. Sta poi a lui venire o
263
1956
chiesa per lo sposalizio. Poi ci fu il banchetto
264
1956
fino alla tomba e poi sparì. ¶ Il vivo uscì
265
1956
lepre, la squarta, e poi la butta in un
266
1956
e se la mangia. Poi chiama: – Signore, la lepre
267
1956
visto, Pietro? ¶ – Be’, Signore, poi direte che non sono
268
1956
un po’ a guardare, poi gli chiede: – Ma Signore
269
1956
alle travi del soffitto. Poi li portò a dormire
270
1956
Cambiarono di posto e poi si riaddormentarono tutti e
271
1956
dirglielo o non dirglielo; poi pensò: «È mia moglie
272
1956
la storia dell’anello. Poi tutti contenti s’addormentarono
273
1956
l’anello dal dito. Poi s’alzò, chiamò tutti
274
1956
Dapprincipio non capiva niente, poi a poco a poco
275
1956
ancora una partita, e poi gli dissero: – Hai vinto
276
1956
e fornaie e tessitrici, poi tutte le damigelle della
277
1956
Resistete, per carità! Liberateci! – Poi si sedettero a tavola
278
1956
e ci libererai tutte! – Poi mangiarono con lui e
279
1956
bocca e lo ingollava. Poi, di nuovo fermo come
280
1956
lo mandò giù, e poi riaprì la bocca. Un
281
1956
stiva prima Bella Fronte, poi la figlia del Sultano
282
1956
la figlia del Sultano, poi tutte le damigelle una
283
1956
Beniamino ascoltò in silenzio, poi disse: – Sapete chi v
284
1956
per imboccare la prima, poi ci ripensò e si
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strada era buona, ma poi cominciarono spini, sassi, serpenti
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non ci vedremo più –. Poi continuò la strada a
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toglierle tutta la fame, poi le raccontò la storia
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della Fata Alcina. E poi gli disse che insieme
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E così fu fatto. Poi Masino partì per il
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delle sue figliole, e poi la coprì di pere
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un po’ stettero zitte, poi cominciarono a cercar di
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al padre nel prato, poi tornò a casa e
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a vederci come prima. ¶ Poi, la Regina ebbe voglia
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diede che l’ammazzò. ¶ Poi gli tagliò le tre
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tutte di cristallo. E poi lo portarono a un
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mise sul cappello. E poi la sera lo diede
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preparò nei piatti, e poi andò a nascondersi sotto
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e li mangiarono. Ma poi cominciarono ad aver paura
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il capo di netto. Poi buttarono testa e corpo
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mano sul cuore e poi sventolarono a lungo i
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mano e di baciarlo, poi si ricordò che era
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giovane e si vergognò, poi se ne ricordò ancora
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si posò sul davanzale, poi sulla gronda, poi s
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davanzale, poi sulla gronda, poi s’affidò al vento
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per rendergli forma umana, poi sfogliato ancora per farlo
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d’acqua e zucchero; poi in fretta si tolse
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sentì un altro fischio, poi un terzo e un
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per le strade e poi a strofinarsi contro la
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per le strade e poi così com’era corse
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sei bell’andata –. Ma poi, presa dalla compassione, la
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fece finta di dormire, poi, quando fu ben sicuro
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e d’allora in poi felici e contenti continuarono
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Ora suoniamo la seconda, poi la terza, e poi
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poi la terza, e poi viene la Messa. ¶ E
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il Re del Sole, poi si stufò anche lui
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ad ascoltare alla finestra, poi disse: – Fate presto, mandate
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s’ode un fischio, poi un altro, un altro
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altro, un altro ancora; poi un muoversi di gente
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tasca l’ostia, e poi ritornando dalla chiesa, la
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cercare quest’ostia, e poi farla comunicare devotamente; allora
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Tese l’orecchio, e poi: – Sapete cosa dicono? ¶ – Cosa
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al figlio, per spirare poi tra le sue braccia
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è laggiù in cortile. Poi lasciate fare a me
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anni, ci metterò. ¶ – E poi dovrò morire? ¶ – E sì
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che cercavo! Ma lei, poi, è contento che stia
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fanciulla». Fece qualche passo, poi tornò indietro, e suonò
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un anello di diamanti. Poi, innamorato furioso, disse alla
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chiesa e si sposarono. Poi il Re voleva che
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senza parola dallo spavento; poi gli pigliò una rabbia
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ringraziò e compensò lautamente. Poi andò dal padre e
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mano della Principessa e poi raccontò tutta la storia
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che non sapeva niente, poi le raccontò della sua
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che fosse sordomuta ma poi capì che sentiva anche
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scendere di carrozza, e poi disse alla madre che
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portata via, ammazzata e poi buttata in mare, e
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Lascia che vadano via, poi va a vedere donde
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Schneller nel Trentino, e poi Laura Gonzenbach in Sicilia
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di spirito popolare.4 (Va poi ricordato che il Carducci
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per diventare adulto e poi maturo, per confermarsi come
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prima di conoscerlo e poi subito sofferto come bene
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del mio libro.9 E poi, insomma, non è il
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questo concetto). Nel libro, poi, sono sparse anche leggende
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resto della Calabria; e poi mi veniva bene di
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estetizzante; a Montale Pistoiese poi (donde proviene il bellissimo
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svantaggioso. Per molti testi, poi, dovevo (al contrario di
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e nel Nerucci, entrò poi nei canoni della raccolta
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si trasficurirno da omo; poi al camberieri gli dissano
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del re; le denominazioni poi degli esseri soprannaturali come
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gettata dalla finestra e poi bruciata). ¶ Invece corre, nella
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la si possiede e poi la si deve conquistare
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Toscana e Sicilia (e poi Piemonte e Toscana-Sicilia
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Curtatone e ne scrisse poi i ricordi. ¶ 19. Una delle
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qui tutto filava perfettamente; poi andai a guardarmi il
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Racconti popolari lucchesi (1889; e poi in edizioni via via
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storielle e aneddoti, e poi perché si devono considerare
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Molti «cunti» si trovano poi nella rivista «La Calabria
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pubblicata separatamente nel 1872, e poi inglobata nelle note alla
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suggestivo. La Sardegna ha poi una delle rare buone
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mie competenze è stato poi tradotto in italiano (STITH
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un bicchier di vino. ¶ Poi la voce disse ancora
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le funi di ormeggio. Poi la nave ripartì. ¶ Arrivarono
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ridere, ballare e saltare. ¶ Poi entrò in una bottega
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E lo cacciò via. ¶ Poi disse di sì a
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se è vero, e poi la sposerò. ¶ La portò
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da quel giorno in poi. ¶ (Riviera ligure di ponente
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momento pareva che riuscissero, poi li buttava tutti giù
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lo chiamò, lo carezzò, poi tutt’a un tratto
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da mangiare finché vorrai –. Poi tagliò le zampe e
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cane aquila formica e poi formica aquila cane leone
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aquila cane leone e poi aquila formica leone cane
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formica leone cane e poi cane formica leone aquila
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d’una finestra chiusa. Poi si trasformò in formica
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gli sarebbe venuta buona. ¶ Poi passò da un mulino
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terra, rifaceva i letti; poi apriva la madia, prendeva
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e son diventata pesce, poi sono diventata resche di
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seme d’albero e poi in albero che cresceva
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che cresceva cresceva, e poi in ciocchi da bruciare
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sorella la maggiore, e poi sua sorella la seconda
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la porta per bene; poi pensò come poteva salvare
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Passerò a prendere tutto poi, – disse in fretta, – ora
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li lasciò raccontare loro, poi si mise a raccontare
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storia della Maschera e poi disse: – Adesso faccio tre
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Maschera! – gridò Masino. E poi subito: – Dove l’avete
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perdere nei cespugli; e poi c’erano quelle impronte
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se facevano per scherzo, poi quando capì che facevano
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lino che aveva filato, poi le dice: – Lega un
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è lungo il filo –. Poi chiamò il maestro di
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Da quel giorno in poi non ebbe più bisogno
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goccia di sangue, e poi morì. Ma la goccia
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cadevano penne d’oro. Poi volava via. ¶ La mattina
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preparava la tavola; e poi tornava dentro la melagrana
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finché non era stanco, poi tirava fuor di tasca
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dalle cattive erbe, e poi lo mieté. E quand
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non ho visto nessuna. ¶ Poi si facevano i conti
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ne ho mai viste. ¶ Poi, al momento di fare
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non sapevano cosa pensare. Poi videro che a ogni
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un sapone, un pettine. Poi scendi nelle scuderie e
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un inferno nell’Inferno. Poi cominciò l’inseguimento del
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lasciò quasi raggiungere e poi buttò il setaccio: il
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figli di famiglie regnanti, poi tutti i baroni, poi
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poi tutti i baroni, poi tutti i cavalieri, poi
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poi tutti i cavalieri, poi l’artiglieria e poi
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poi l’artiglieria e poi i fanti. Ultimo degli
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del Re selvatico e poi d’ucciderla con un
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Non farlo nascere ora! ¶ Poi passò il Re e
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le tre Regine e poi il ministro. Il ministro
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suo bambino fu mangiato. Poi toccò al bambino della
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alla mamma da mangiare. Poi ritrovò le altre due
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dalle cieche a consigliarsi; poi si mise in via
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per la botola e poi ti tiro su. ¶ La
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quattrini li stendiamo morti. Poi mangiamo, beviamo e andiamo
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si mise a mangiare. Poi si sfilò da tracolla
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i miei bisogni e poi me ne andrò a
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sbarrò le porte, e poi, morto di sonno com
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gli mise un sacco; poi si vestì da prete
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figlio si risposò e poi morì. Il figlio restò
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cornice d’uno specchio. ¶ Poi, per vendicarsi del figlio
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faceva orecchio da mercante, poi perse la pazienza, prese
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aspettò che fosse uscito, poi si scrollò le penne
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le buttò nel fuoco. Poi tornò alla festa e
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uscirono. Prima uscì Crocche, poi Cricche col maiale in
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un po’ in faccia, poi scoppiò in una risata
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vino quanto ne veniva. Poi si rimisero per strada
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a mangiare, è naturale. Poi andarono da un barbiere
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la pietra dall’anello. Poi vediamo cosa sa fare
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pian piano: pf, pf, poi più forte: pfff!, che
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essere accecati dalla polvere, poi fortissimo: pfuuu! e si
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ne poté più, e poi andò a dormire. Il
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Si riempì ben bene, poi disse: – Tovagliolo mio, sparecchia
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un mucchio di quattrini. Poi tirò fuori il tovagliolo
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altro po’ di conversazione, poi si salutarono. Per due
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i cento ducati e poi fece entrare padre e
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mise a piangere; ma poi, fattosi animo, abbracciò il
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morì dalla paura, ma poi la curiosità fu più
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occhi di dosso; quando poi seppe tutte le sue
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e mise in ordine. Poi disse alla Mamma Gatta
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ficcaci le dita, e poi alza la testa in
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dita nei buchi e poi alza la testa in
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si misero a piangere. ¶ Poi si vestirono di nero
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insegnassero da signori; e poi teatri, e così via
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patito. D’ora in poi comanderai e ti godrai
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da quella musica, e poi slanciarsi nelle onde. Alla
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mandria di porci, e poi un’altra, e un
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gli pendevano dagli abiti, poi Maestrale, Grecale, Libeccio e
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ci fosse differenza, e poi ebbe anche invidia di
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stringendo i denti. Ma poi disse: – Caro fratello, ho
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tavola e cenarono insieme. Poi andarono a riposare, ognuno
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nelle braccia dell’altro. Poi in gran cavalcata con
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sarai il mio sposo. ¶ Poi chiamò un’altra fata
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sposa e vivete felici. ¶ Poi, rivolta alle altre Fate
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sarai la mia sposa –. Poi le regalò un sacco
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giovane, tutto corrucciato, e poi subito sparire, col finestrino
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ammazzasse ¶ E cuccurucù, ¶ E poi ci bruciasse, ¶ E cuccurucù
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colombi si fossero addormentati, poi piano piano s’arrampicò
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questo canestro di fichi. Poi va’ sotto le finestre
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suo Filo d’Oro. Poi le farai vedere che
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Fiume della Bile, e poi entrando in casa dell
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così non moriva; però poi doveva ricominciare e sentir
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e un «Ooo!» e poi più niente. Lo scatolino
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le tasche della giacca, poi le tasche dei calzoni
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le tasche dei calzoni, poi si strinse bene in
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I briganti morirono spellati. Poi andò a servire i
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aprì la lettera, lesse, poi prese un pugno di
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disse la Regina, – e poi ti butterò nella pece
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mise a letto, e poi disse alla donna che
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gli volevano bene. Lui, poi, era tanto contento che
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danari del solito, e poi disse alla giovane: – Butta
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per segno gli riportasse poi il cuore e le
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far stagnare il sangue. Poi la invitò sul carrozzino
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da una donna, che poi nemmeno sapevano da dove
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allattarli tutti e due. Poi il buon vecchio la
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a un certo punto. Poi s’è persa. ¶ E
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Lo triturò fino fino; poi lo mise in una
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scosse, fece qualche movimento, poi tirò le cuoia per
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prima di tutti, e poi re, principi, conti e
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prese la più grande; poi toccò a un Principe
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si prese la seconda, poi un altro Re e
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benedizione non ci mangio. ¶ Poi il padre chiamò il
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mi vedrai più. Se poi, mettiamo il caso, tu
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il mondo. Ci penserò poi io a farmi ritrovare
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lasciate fare a me. Poi mi ci vuole una
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una parte all’altra; poi chiamò il carrozziere, che
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po’ di consolarla e poi, tutt’a un tratto
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grande ammazzò la piccola; poi andò a strappare un
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dire? ¶ La fece arrestare, poi ordinò di far bollire
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la prima pelle. E poi dirai ancora: «Una veste
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inviti di tutti e poi metterti a ballare con
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questo scorno? – le dissero poi i suoceri, – così obbedisci
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prima cercò di ripararsi, poi non riuscendoci, tutt’a
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le mozzò le mani. ¶ Poi volò via, fin sul
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pensò un po’ su, poi disse: – Se è così
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fa cascare da cavallo. Poi gli taglia la testa
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vino da ogni bottiglia. Poi andò a cercare un
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gli tagliò il cannarozzo; poi lo buttò di sotto
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prese una gran paura; poi bevve il latte e
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a cuocere sulla graticola, poi andò a chiamare i
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sputò il mezzo granchio. Poi le diedero quell’erba
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acqua un giorno intero. Poi ritornò a galla e
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Cola scese giù e poi raccontò che aveva trovato
500
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prima l’acqua fredda, poi l’acqua calda e