Pietro Aretino, Angelica, 1535

tu riconosca dal ciel poi ¶ le voci ch'io

di pianto un lago; ¶ poi con incomprensibile martíro ¶ prende

rivolga. ¶ S'ad Angelica poi te stesso rendi ¶ le

stolto, ¶ udito il tuon poi ch'egli ha visto

li cade appresso molto, ¶ poi, dal timor riscosso e

tanta ingiuria a Ferraú? - ¶ 48 ¶ Poi tutto assalse col suo

voi gli sacri e poi mia sorte pianga. ¶ 51 ¶ Il

e che si creda poi ¶ l'alta desperazion del

Medoro e darli morte, ¶ poi armi un che 'l

belle, ¶ perché a danno poi de la donna alma

misero e infelice, ¶ parlarem poi, perch'or chiamato sono

e quando il folce. ¶ 67 ¶ Poi che Medor con doglia

al real corpo essangue, ¶ poi ch'egli del fin

terren col giovin sangue, ¶ poi che gli diè la

che dovea dir prima -. ¶ 74 ¶ Poi, trapassati al campo, Medor

gran pietà nol soccorrea -. ¶ 77 ¶ Poi li mostra u' del

s'adorna e infiora, ¶ poi che seco ha scherzato

lo adombra o vela. ¶ 101 ¶ Poi nel serrar de i

labbra, si bevver dolcemente; ¶ poi lenti a un tratto

fe' sereno il cielo, ¶ poi col guardo gli accese

di lode, e vide poi, ¶ piena di desioso affetto

sua faccia suol, che poi balena e tuona, ¶ quetò

tenea pose l'assedio. ¶ 26 ¶ Poi, durando la guerra, Amor

padre, e 'l dito poi mi cinse ¶ de l

l'umíl tenero collo; ¶ 52 ¶ poi, chiamato un uom reo