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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

concordanze di «poi»

nautoretestoannoconcordanza
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della cena dei cappelletti. Poi se n’era andata
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roast beef francese, scialbo, poi mi domandò se l
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l’utero? ¶ Mi fissò, poi disse – Non ho figli
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da letto si spegnevano. Poi andai in bagno e
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non ne avevo voglia, poi mi sentii toccare da
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testa e mi fissò, poi disse piano – Grand, c
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il bicchiere sul tavolo. Poi lei disse – Vado un
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innumerevoli spasmi sfogati. E poi un comandamento di mio
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brasserie al Trocadéro e poi al cinema a vedere
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insistette per qualche tempo, poi capì. A scuola smettemmo
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prima a Notre-Dame, poi nella chiesa di Saint
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lui era molto bravo, poi rimanemmo a chiacchierare in
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Emmanuel non c’era. Poi mi ritirai in camera
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presagiva violente rivoluzioni. ¶ E poi il miracolo si completò
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era stata una goccia, poi due, poi indistinte. Anche
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una goccia, poi due, poi indistinte. Anche il piacere
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Borg che firmava autografi, poi gli addetti che coprivano
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che coprivano il campo, poi niente, poi ci chiesero
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il campo, poi niente, poi ci chiesero di uscire
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stipare tutto nella Peugeot 305, poi mi voltai e corsi
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l’indirizzo sullo stradario, poi uscii e presi la
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mia madre ed Emmanuel. Poi chiesi il permesso di
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e la zona bar. ¶ Poi mi chiamò e io
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passavo uno ad Antoine. Poi ce li scambiavamo, e
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che non andava. Tentennai, poi vuotai il sacco: – Perché
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e prendemmo il gelato, poi ci fermammo al Parc
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il movimento circolare e poi l’affondo. Le cinsi
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le mani sulla testa, poi disse Andiamo ai Deux
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e di un’epoca. Poi mi sentii chiamare, non
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a santificarne il mito. Poi accennammo a mio padre
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Caldo, e umido. E poi? Bellissimo. Antoine era diventato
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ma non rispondeva nessuno, poi mia madre ha detto
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avuto dei problemi ma poi è filato tutto liscio
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Aspettai che papà uscisse, poi mi trascinai all’Hôtel
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altro. ¶ Marie non fiatò. Poi disse – Se vuoi tra
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Mi strinse di nuovo. ¶ – Poi passa – disse. ¶ – Ti è
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dissi prima di guardarla. Poi la fissai. Era davanti
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per non essere sgarbato, poi me ne andai con
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papà gelido e calmo. Poi gli dissi: Voilà, je
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i passi leggeri salire, poi la vidi. Mi scusai
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qualche ricetta bella-figura. Poi andavamo al Louxor o
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di mondo: voi maschi. ¶ Poi sparecchiò e disse di
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baciai nei vagoni e poi in strada, aveva una
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mi accompagnò sulla poltrona, poi sedette sul bracciolo. Cominciò
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sfiorava con il palmo, poi disse Ta bitte est
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mi bloccava le mani, poi mi appoggiava una guancia
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ometto di mondo. E poi leggevo leggevo leggevo: fu
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falle della mia vita. Poi quelle colonne le oltrepassai
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si intrufolò sulle scale, poi nell’appartamento. Mi prese
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sì e prendevo tempo. Poi fu Lunette a insistere
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con incanto, a lungo, poi disse Tu es superbe
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aigre di Luciano Bianciardi. Poi l’accompagnò in camera
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si giustificava. Litigammo molto, poi lei acquistò una fierezza
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mise nel portafogli. ¶ E poi nella mia vita c
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puzzle di pochi pezzi. Poi mi sedevo sopra e
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so perché. ¶ Rimase sovrappensiero, poi mi baciò. Era una
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fino a mezzanotte e poi pezzi che movimentassero la
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la noia del jazz, poi attaccarono a suonare rock
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Central Park senza parlare, poi andammo al MoMA. Ci
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trattenni per metà pomeriggio poi cominciai a tormentarla su
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e sulle cosce e poi le aveva slacciato due
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bottoni della camicetta. E poi? ¶ Lunette si mise a
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Paris est ma vie, poi trascorremmo il resto della
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sasso ebraico sulla lapide. Poi gli dissi Avevi ragione
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proseguii verso la Bocconi, poi in viale Toscana, l
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di mamma per anni. Poi la segretaria mi indicò
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sedetti e rimasi immobile, poi presi un foglio bianco
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mi rivolse la parola. Poi il tipino di fronte
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di compilare un modulo. Poi l’ufficio si svuotò
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fissò, sollevò il pugno, poi disse Gli somigli. ¶ Gli
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dissi Ti voglio bene. Poi mi affidai ai ragazzi
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lei continuò a ignorarmi, poi una sera qualunque si
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servizio come un soldato. ¶ Poi la vidi piangere. Successe
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si soffiò il naso. Poi disse che stava mandando
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usato come ufficio temporaneo, poi come rifugio per la
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rifugio per la siesta, poi per rifiatare ogni ora
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me ne offrì uno. Poi, mentre si sedeva sul
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a catapultare due faldoni, poi vidi entrare Frida. ¶ – Libero
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mi baciò sulla guancia. Poi rovistò nelle tasche, prese
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veniva da Anne Frank. Poi stavamo zitti, socchiudevamo gli
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si prepara la tartare. Poi sentii che potevo. ¶ Eravamo
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loro che prima o poi li ritroverò. E adesso
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l’aiuto di Mario. Poi l’epilogo in questura
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finché era diventata avvocato. Poi ci chiudemmo al cinema
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di sedersi, lo fece, poi mi trascinò con lei
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fondo, dolce e accorto, poi con furia. Frida si
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i miei vestiti démodé. Poi se ne andò davvero
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ripetei: Mi hai lasciato. Poi feci quello che mi
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di entrare e sedermi, poi aveva ordinato due cappuccini
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aggiustò la cravatta, – Basteranno, – poi mi baciò sulla fronte
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solo, d’ora in poi, non ce l’avrei
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mio futuro da avvocato. Poi andò nella sua valigia
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consigliati a suo figlio, poi avevano chiacchierato di tutto
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atrio del palazzo, per poi tornare indietro e portarci
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di fronte alla Darsena. Poi entrò, si avviò al
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il distacco prima o poi ci sarebbe stato. Così
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e capisci, Grand, uno. ¶ Poi mi fece promettere di
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di una nuova palude. Poi successe. ¶ Il segno arrivò
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filo e per segno, poi decidemmo tutti quanti di
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disse – Ti sei deciso, – poi aggiunse – La Vespa è
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tavoli eravamo sul retro, poi lo accompagnò nella stanzetta
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Marika mi accarezzò, piano, poi si sfilò da me
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io sentii la tristezza. Poi capitò una donna sulla
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et merci pour ça. Poi mi buttai nella mischia
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ora di abbracciarmi. E poi c’erano il risotto
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agli altri, pura formalità, poi chiacchierammo io e lei
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la mano, rimanemmo indecisi, poi ci baciammo sulle guance
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quei mesi. ¶ Si ammutolì, poi disse – Mi aiuti Libero
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Le fissai a lungo, poi alzai la testa. A
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sfogliò alla penultima pagina, poi disse Andiamo all’Anteo
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scrissi: Ritrovare la purezza. Poi andai alla finestra e
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più bello, ometto mio. Poi fu il turno di
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l’acqua nei vasi, poi presi una gerbera e
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comme ci comme ça, poi disse Non dovevi già
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ancora per qualche settimana, poi tutto era finito. Anche
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sorseggiò il suo Pastis, poi disse che stava bene
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l’occhio, prima o poi la vedrai, n’est
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rue Pavée, un attimo, poi cominciai a correre, corsi
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Ricevetti un augurio collettivo, poi le raccontai di Anna
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vita le aveva riservato. Poi mi baciò, piano, Bon
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migliore amica, Marie. ¶ Tacque, poi mi fece giurare che
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dopo cinque squilli, tentennai poi le dissi che ero
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Mi buttai a letto, poi mamma bussò e chiese
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mio trauma. Restammo fermi, poi l’abbracciai e la
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all’illusione? Lo pensai, poi forzai qualche gentilezza, lei
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di lasciare l’archivio. Poi uscimmo e tornammo in
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sette esami da finire. Poi Giorgio mi chiamò nella
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gli mancava Libero. ¶ E poi c’era la mia
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di correggere l’elaborato, poi uscimmo in strada. L
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bambino ai suoi piedi. Poi, in un’altra parte
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bagaglio di letture, e poi serviva il francese. Accettai
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avrebbe fatta. ¶ Mario ammutolì, poi disse – Siamo fortunati ad
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che mi ero scelto. Poi qualcosa virò. ¶ Nelle tre
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schiena, come a sorreggerla, poi intorno al gomito, a
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e tre a lungo, poi Lorenzo lasciò le ragazze
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aveva vissuta otto anni, poi basta. Poi era tornata
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otto anni, poi basta. Poi era tornata nei racconti
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che faticavo a resisterle. ¶ Poi tacqui e anche lei
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distolsi mai dagli occhi, poi sì, le presi questo
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caricava di batticuore. E poi non riuscivo a pensarla
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accarezzò non so quanto, poi mi chiamò e rimanemmo
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Scalpitai, ero in disaccordo, poi pensai al motociclista di
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mon ami, tout marche. Poi telefonai a mamma, era
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sa? ¶ – Ancora no. ¶ E poi le passeggiate e i
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esame abbuonato da Giurisprudenza, poi indicai le mura del
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Le dissi anche questo. Poi le chiesi se le
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dei tavoli di lettura. Poi le invasioni nel cortile
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Libero. Marie si trattenne, poi no: l’abbracciò. ¶ Nel
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Non lessi una riga, poi Anna uscì: si muoveva
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lei accennò un interesse, poi la vidi sedersi sul
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e lasciò entrare Anna, poi le disse: Bienvenue. Le
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anni. Disse così: perentorio. Poi piccole cose: un trasloco
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occhi e la strinse. Poi disse, – Ricorda: sarà qualcosa
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un biennio di corso, poi il padre fu costretto
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come una mosca per poi concedersi la sera senza
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lei, senza pretendere altro. Poi sì, le aveva detto
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lui non aveva fiatato, poi aveva detto: Ho capito
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enoteca Ombre Rosse e poi a giocare alla sala
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ci liberarono dal presagio. Poi avemmo paura per il
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li trovarono all’ultimo. Poi ci dimenticammo e aspettammo
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e passeggiate col pancione. ¶ Poi arrivò la chiamata di
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da sola in Provenza. Poi c’era Milano, per
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carte gli eventi che poi sarebbero accaduti. Nelle loro
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alle caviglie, senza toccarla. Poi restavo con gli occhi
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film e i libri, poi con l’insegnamento, sempre
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che lo fece addormentare, poi gli disse Bienvenu ometto
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in camera da letto, poi ci raggiunse e disse
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Arles, visitare la cattedrale, poi affidarsi a un autista
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che ci avrebbero contattato poi. Registrò un breve video
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me, un attimo ancora, poi lo riportai nella culla