Giordano Bruno, Il candelaio, 1582

come l’asino che porta il vino; ma che

e riconforta, quando ti porta o buona nova o

nova o ria, quando porta de polli magri o

speranza, mediatrice, via e porta, quella che volta l

generis: un che vi porta certi suavioli da far

di Dio. Veggiamo che porta di bel novo. ¶ Scena

una rima de la porta, e l’ho veduto

fiori di cetrangoli, e porta della malvasia di Candia

in giù, verso la porta, benché facessimo finta di

piedi fuor de la porta. Allora l’oste desperato

piè fuor de la porta. In conclusione: “Cappa’ cuius

crumene! Tenetelo, ché ne porta via gli miei aurei

che faremo de la porta, potrà essere che quella

bel paranimfo inamorato. Non porta più la bella cappa

toccai del primo cubiculo porta: dove mi fu risposto

sono entrati per quella porta, son usciti per questa

che venghi all’attolite porta, ma prima che gionga

camino verso la nostra porta che trovarete aperta. Tra

vedete questo mantello che porta, è stato rubbato a

ecclesiasticus. ¶ Sanguino Vedete che porta chierica? porta la forma

Vedete che porta chierica? porta la forma de l

come un asino che porta troppo gran soma, ed

ubligato. Ecco qua la porta della academia di marioli

Signore, che comandate? ¶ Sanguino Porta cqua, per legar quest

di ciò: vedi questa porta? ¶ Ascanio Signor sì. ¶ Gioan

Non bisogna toccar questa porta, sin tanto ch’io

Scena 22 ¶ Scarramuré Toccamo la porta. To, to, to. ¶ Corcovizzo

uscirete per quell’altra porta; e voi, m[esser

domino Magister? ¶ Sanguino Questo porta sua colpa su la