Vittorio Alfieri, Agamennone, 1783

d'Atrèo berai. Ma, pria che il ferro, l

debbo, ¶ e perder vo', pria che turbar tua pace

che turbar tua pace; ¶ pria che oscurar tua fama

regnava, altri che Atride, ¶ pria ch'ei dal seno

tuoi da quel di pria diverso. ¶ Clitennestra ¶ Nuova ragion

ardisca ¶ svelarlo al re, pria di saper se avranne

mia fé: sappi, che pria ¶ ferma son di seguir

ch'io voglio ¶ perir pria mille volte, che il

non ti ho stretto pria, ¶ non vo', né un

ver, da quel di pria diversa ¶ ella è, pur

come quella ¶ esser di pria può mai? Padre, deh

non sa, né può, pria che il dicesse ¶ il

anco la vita, ¶ come pria le sostanze, or voglion

sentiva, ¶ non mai sentito pria. ¶ Elettra ¶ Ben festi, o

che nol sapesse ei pria. ¶ Clitennestra ¶ Ma che gli

altro resta a tentar pria? ¶ Egisto ¶ Altro partito, forse

esser tu quello di pria, ¶ fa ch'io ne

ti vuol l'onor pria della vita. ¶ Clitennestra ¶ E

attendo: ho fermo ¶ di pria morir... — Per sempre... addio

O riceverla: e vedermi ¶ pria di te trucidato. ¶ Clitennestra

o se pur mai pria ten pentissi, o donna

il figlio? Ucciderai me pria. ¶ SCENA VII ¶ ELETTRA ¶ Elettra

mio pensier di por pria in salvo Oreste. — ¶ Vil