Giacomo Leopardi, Canti, 1837

il mare, ¶ Ligure ardita prole, ¶ Quand'oltre alle colonne

amore. ¶ Madri d'imbelle prole ¶ V'incresca esser nomate

spoglia intorno la romulea prole ¶ Di nova ira sfavilla

e scherno ¶ È la prole infelice ¶ A cui templi

Tu la nascente ¶ Lavinia prole, e gli anni ¶ Lieti

Pianger credè la sconsolata prole ¶ Quel che sommerse in

nativo, e di sua prole ignaro ¶ Le meste anime

canto, ¶ Voi dell'umana prole incliti padri, ¶ Lodando ridirà

sfere, e la novella ¶ Prole de' campi, o duce

californie selve ¶ Nasce beata prole, a cui non sugge

il nostro dolor. Negletta prole ¶ Nascemmo al pianto, e

manto ¶ Sottrar l'umana prole. Or s'altri, a

da parenti alla lor prole. ¶ Ma perché dare al

è gran guadagno. Umana ¶ Prole cara agli eterni! assai

suole, ¶ Divien l'umana prole. ¶ Quando novellamente ¶ Nasce nel

ove ricorra, ¶ Questa sensibil prole! ¶ Piacqueti che delusa ¶ Fosse

fratello il fratello, ¶ La prole al genitore, ¶ All'amante

mia lingua alla beata ¶ Prole mortal, se dir si

sì beata sorte ¶ Alla prole vegnente il ciel destina

o maschia certo ¶ Moderna prole. All'ombra de' tuoi

Gl'ispidi genitori, o prole infante, ¶ Eletta agli aurei

aspetti. ¶ Ridi, o tenera prole: a te serbato ¶ È

Che sembri allora, o prole ¶ Dell'uomo? E rimembrando

qual moto allora, ¶ Mortal prole infelice, o qual pensiero