Vittorio Alfieri, Agide, 1788

di noi. Sparta ridurre ¶ qual già la fea Licurgo

il vuole. — Ma, cagion qual altra, ¶ che il suo

in man ti dava ¶ qual Cleòmbroto re pur dianzi

accusa. Io tutto appieno, ¶ qual cittadin, qual eforo, ti

tutto appieno, ¶ qual cittadin, qual eforo, ti espongo; ¶ non

eforo, ti espongo; ¶ non qual nemico: a voi l

a trovarviti veniva... ¶ Agide ¶ Qual che ver me tu

ti piaccia ¶ della città, qual per l'addietro ell

della patria, i nomi: ¶ qual fia stupor, se tu

che cittadina, sei? Ma, qual sei, t'amo; ¶ né

sposa o figlia. — ¶ Ma, qual si appressa orribile tumulto

si appressa orribile tumulto? ¶ Qual folla è questa? oh

tu non sai, ¶ madre, qual rechi a me dolor

re la insopportabil taccia? ¶ Qual sia 'l mio core

d'uopo, ¶ per ischiarir qual bene io far tentassi

Io ben sapea ¶ con qual esca allettarlo. — Or, donne

or mi puoi trar qual reo; ¶ e dir, ch

vado ¶ securo in carcere, qual non sei tu in

fede, o Leonida? ¶ Leonida ¶ Qual fede? ¶ Che promisi? Giurato

ella ha due re, qual debbe, ¶ o s'un

mia forza io giuro, ¶ qual ch'esser possa, la

qui testimonio intera? ¶ Perché, qual suolsi ogni accusato, al

in giudicio stommi: e, qual ch'ei fia, ¶ no

Efori, Senatori ¶ Popolo ¶ Ei qual reo non favella: è

maestade lesa: a lui, qual pena ¶ giusta si aspetti

vita... ¶ Agide ¶ Oh ciel! qual mai mi porti ¶ terribil

padre in vita ¶ vorria;... qual vita! orba di te

indegna. ¶ Agiziade ¶ E di qual padre ¶ fu indegno mai

In volgar donna ammirerei, qual prova ¶ d'amore immenso

aver degg'io?... Dolor qual mai si agguaglia ¶ al

ancor ti abbracci... Oh! qual fragore?... ¶ SCENA V ¶ LEONIDA

In noi por mano ¶ qual di voi, qual, si

mano ¶ qual di voi, qual, si attenterebbe? — Il vedi