Gian Giorgio Trissino, Sofonisba, 1524

fabricovvi una cittate, ¶ la qual chiamò Cartagine per nome

da quell'Enea, ¶ il qual venne da Troia in

sorse la pace; ¶ la qual durando un tempo ancor

vinto, ¶ chiamato Scipione, il qual volea ¶ tirar Siface in

re de' Massuli; ¶ il qual salì per questo in

dove mi lasci? ¶ CORO ¶ Qual spirto al mondo è

lacrimar vi muove. ¶ SOFONISBA ¶ Qual trista piangerìa, se non

la terra, e disse: ¶ "Qual speme o qual pensier

disse: ¶ "Qual speme o qual pensier vi reca ardire

vi reca ardire, ¶ o qual vostra sciagura vi conduce

una grazia sola, ¶ la qual è, che vi piaccia

gloriosa altezza, ¶ ne la qual poco avanti anco noi

possiate far, volendol fare. ¶ Qual è colui, ch'ardisca

estrema vi dimando; ¶ la qual è in vostra libertà

liberal vostra risposta; ¶ la qual si vede veramente degna

che la vita ¶ (la qual però da voi sola

affanni. ¶ Tu sai con qual dolore ¶ da un mal

esser al fin felici, ¶ qual vi s'aggiunge peso

tanta cura di noi, qual di se stessa, ¶ spero

sì gran signore, ¶ al qual fu primamente destinata, ¶ non

moglie di Siface; ¶ il qual esser intendo dei Romani

popolo di Roma, il qual l'ha dato ¶ il

ciò non vo' commemorarvi ¶ qual sia stato con voi

a le tende. ¶ SCIPIONE ¶ Qual avversa Fortuna v'ha

l'amor de la qual fui preso e arso

la mia fede; ¶ la qual troppo obligai senza pensarvi

oblazioni al tempio; al qual disìa ¶ che vogliate ir

la sua morte. ¶ Il qual fatto che sia, verrà

più le fia pietoso? ¶ Qual altra l'è rimasa