Lorenzo Marone, Un ragazzo normale, 2018

anni della mia infanzia, quando, fra le tante cose

più forte di me: quando ho saputo della casa

che lascia il tempo quando smette di scorrere: trenta

momento tranquillo della giornata, quando i nonni e papà

estremi. ¶ “Nulla...” mi discolpai, “quando trovo un manifesto che

sbuffò, come sempre accadeva quando trovavo il modo per

c’era Pertini e, quando parlava lui, il mondo

accorta di come diventi quando passa quella ragazzina...” ¶ “Di

tuo padre. Dice che quando passa per strada non

del Libro della giungla), quando il giornalista sbucò dal

testa di essere Zico), quando vidi sopraggiungere dal fondo

messia. ¶ Ma dicevo di quando vidi sbucare Viola e

pochi metri dal portone quando due ragazzini sbucati da

Non dissi nulla nemmeno quando papà si riunì a

era rivelato inutile o quando sollevai lo sguardo e

indietro nel tempo, a quando eri piccirillo e tenevi

crisi senza ritorno e quando Sasà, all’alba della

fosse un altro. Perciò, quando dopo cena lei si

una festa, aveva detto: “Quando torni da scuola, voglio

ancor più depresso di quando ero uscito, con il

nonno russava sulla poltrona, quando Sasà sbucò fuori alla

sparì dietro l’angolo. ¶ Quando fu in casa, si

della presenza dei ladri. ¶ Quando giunsi sotto casa avevo

tempo di rispondermi perché quando tentai di sfilare il

alba, distrutto ma felice, quando papà si girò infine

E le cose peggiorarono quando gli venne la fissa

aperta e pronta per quando sarebbe tornata da una

nasceva un serio problema. Quando, per esempio, papà si

quel periodo dell’anno. Quando eravamo saliti lassù in

toccare una meteorite. Perciò, quando ero stato costretto a

Sasà con una Harley quando un tizio con il

e non capivo mai quando scherzava, perché sapeva celare

soppiatto nel gabinetto: allora, quando potevo, quando i nonni

gabinetto: allora, quando potevo, quando i nonni erano distratti

mamma con la bocca quando papà le comunicò la

nemmeno chiuso gli occhi quando nel magazzino sbucò Viola

faceva imbestialire Angelo era quando Sasà si metteva a

aveva agguantato la caviglia quando Sasà si intromise nella

lavoro, lo pagano...”. ¶ “Da quando in qua sei amico

Io manco ti capisco quando parli...” ¶ “Sto cercando di

era fatto più vedere, quando il giornalista sbucò dall

di legno, solo che quando giunsi in strada Giancarlo

che si allontanava chiedendomi quando sarei riuscito a parlare

bomboletta spray recitava “ama”. Quando finalmente i fari della

nemmeno per intero, perché quando era iniziata Albachiara mi

Dodici... di già! Ricordo quando eri così”, e simulò

solo di cose belle. ¶ Quando mi poggiò la mano

Devo andare, ti citofono quando ho la cassetta”. ¶ Fece

tutti gli altri, che quando parlavo di scienza e

l’occhio. Aveva promesso. ¶ Quando rientrai in casa avevo

come mi capitava solo quando dovevo fare pipì, o

poco prima di cena (quando tutti erano indaffarati in

bianco di papà di quando, da giovane, per un

roteare sospesa nell’aria quando soffiavi nel tubo. ¶ Me

conto qualche giorno dopo, quando ebbi modo di avvicinarlo

Uagliò, io a te quando parli nun te capisco

Stavo pensando a questo quando Maradona siglò il terzo

calcio. Un anno prima, quando si era iniziata a

modo io già dormivo quando era stata confermata la

in un mese, da quando era iniziata la trattativa

e scirocco che trovavamo quando, dopo uno dei tanti

ancora arroventato dal sole quando un cigolio, lo stesso

mi aveva raccontato di quando faceva l’operaio e

mi aveva narrato di quando vendeva le scarpe alle

una grave violazione, invece, quando avevo sollevato lo sguardo

a me, un domani, quando ti sposerai, se tua

mi disse di uscire. Quando sbucai all’esterno del

religioso silenzio!” ¶ Ancora oggi, quando ripenso a quel fantastico

apre gli occhi?” chiesi quando la musica si arrestò

dopo il pranzo domenicale, quando nell’aria di Napoli

Lassù c’era Viola. Quando mi sarebbe ricapitata un

perfetto, secondo lui. ¶ Solo quando Sasà non era nei

e poi Bea da quando si era fidanzata non

del padrone di casa. ¶ Quando Morla ebbe finito di

a innaffiare le piante quando notai in lontananza Matthias

Ricordo la sensazione di quando percorrevamo il corridoio di

guardarmi con occhi curiosi. ¶ “...Quando il primo bimbo rise

a una fata. ¶ 10 giugno 1985 ¶ Quando aprii la porta di

detto mettendoglielo in mano quando le luci della casa

pipì per lunghissimi minuti. Quando aveva finito, a volte

ancora la nonna, che quando si trattava di spendere

il dieci giugno perché, quando tornai a casa, trovai

sembrata un complimento. Perciò, quando finalmente il nonno ebbe

in camera da letto. Quando aveva sentito la parola

madre. Tre anni dopo, quando la signora morì, lui

e già pensavo a quando mi sarei chiuso in

di lì a poco. ¶ Quando, infine, posò la cornetta

un bicchiere di latte. Quando, invece, Sasà non poteva

la conosceva davvero bene. ¶ Quando, l’inverno successivo, mamma

Papà era fatto così, quando era di buonumore mi

lassù, oppure pensavo a quando mi sarei ritrovato i

se ne accorge.” ¶ Solo quando ero ormai lontano, con

disparati, soprattutto dopo pranzo, quando ero certo che papà

che fosse buona educazione, quando moriva un amico o

in portineria con papà quando lei era sbucata dall

a leggere sul terrazzo quando lui se ne uscì

in mezzo alle auto, quando la mamma, a un

avesse bisogno di aiuto. Quando i nostri sguardi si

sulle camicie di papà quando esordì: “Mimì, nun te

stanchezza, io mi stancavo quando giocavo a calcio o

Stai attento la sera, quando rientri, questo è un

adesso?” chiesi strabiliato. ¶ “E quando? Siamo soli, nessuno che

di sembrare un sempliciotto. ¶ “Quando iniziamo?” fece lui dopo

sensazione che mi assale quando mio figlio mi corre

guardingo, come sempre accadeva quando nei paraggi c’era

altri erano già lontani quando Bagheera aveva deciso, finalmente

del cerchio. Come speravo, quando Bagheera aveva visto l

che fosse proprio così. ¶ Quando Viola si alzò dal

questa casa? Sembra che quando parlo io suoni la

in segno di resa. ¶ Quando, un’ora dopo, uscimmo

prese con il caschetto quando Sasà mi porse, infine

i panini al tavolo quando fuori dal locale si

po’ di buone maniere”. Quando lo rividi, a settembre

non indagare troppo, però quando si sistemava sulla poltrona

dispensa, le servivano per quando preparava le melanzane, i

rischi di farti male quando cadrai. Perché non desiderare

per una coincidenza, proprio quando hai smesso di pensarci

tondo nelle proprie bocce. ¶ Quando non avrai ogni cosa

a portata di mano, quando imparerai a sperare con

arretrato d’istinto, ma quando, pochi secondi dopo, ero

bicchiere di vino annacquato ¶ Quando papà mi aveva parlato

litigio in santa pace. Quando la nonna ebbe infine

ronzarmi in testa da quando Matthias mi aveva fatto

parola, almeno fino a quando non fu costretto dalla

delle mie fissazioni, eppure, quando guardano le notizie alla

nella cabina e precisò: “Quando hai finito, la voglio

papà, rosso in viso, quando mamma si presentò davanti

e a stento rispondeva quando veniva chiamata in causa

ne fu contagiata, soprattutto quando arrivammo in autogrill, e

verso l’uomo. Perciò quando papà suonò il clacson

da poco passato Ferragosto quando papà mi venne a

fondo con una maschera; quando lo chiamavo, non rispondeva

lo chiamavo, non rispondeva, quando lo strattonavo, sgusciava fuori

tornava a calarsi. E quando gli avevo afferrato di

più bravo di te. Quando ho finito, fai tu

tardi,” mi esortò papà, quando fui vestito. ¶ Non amavo

ti servono le storie quando la realtà è tanto

subito, Mimì, ma morirà.” ¶ “Quando?” ¶ “Non lo so, qualche

prendersi le mie lacrime. Quando riemersi, papà era ancora

subito a documentarmi e quando il nonno chiese cosa

era solo da sempre. Quando lo salutai per tornare

Stavo tornando da scuola quando vidi due poliziotti fermi

lui. Quattro anni dopo, quando finalmente il muro di

della mia presenza nemmeno quando avevo iniziato ad accarezzarle

accarezzarle il guscio, neanche quando avevo sussurrato il suo

perché assomigliava alla nonna quando si assopiva il pomeriggio

solo sorrisi in famiglia. Quando tornavo a casa con

non si sa Bea quando avrebbe usato, visto che

soldi che mi mancavano. ¶ Quando Bea aprì il pacchetto

nulla da fare. ¶ Da quando era tornato dalla colonia

un abbozzo di spiegazione, quando gli chiesi se volesse

finita, ma l’infanzia. ¶ Quando avevo rivisto Viola ero

a nutrirlo di nascosto, quando io non c’ero

prima o poi passano; quando la terra si era

più sapere di me. Quando li riaprii, la pioggia

dove dormire...” e sorrise. “Quando inizia la scuola?” volle

qualche metro di distanza quando si voltò. “Mimì...” ¶ “Eh

quale cantava Vasco e, quando partì la chitarra elettrica

Erano passate le otto quando suonarono alla porta. Io

spuntavano gli anfibi di quando era una punk e

sembravano indaffarate a cucinare. Quando ebbi tra le mani

più veloce di Morla quando avvertiva la presenza di

di entrare nel palazzo. Quando ci trovammo di nuovo

strano, però so che quando sono con te, mi

improvviso, a volte proprio quando hai smesso di desiderarle

di una chitarra. Solo quando scompaiono dietro l’angolo

vecchio cane che arrancava quando lo portavamo giù, e

animo umano. ¶ Quanto piansi quando seppi della morte di

pompon e i paraorecchi. Quando avvertì la mia presenza

per farmi riconoscere, e quando lei finalmente si produsse

in un’espressione attonita, quando sussurrò timida il mio

timida il mio nome, quando mi guardò con gli

pallido cinto dal cappello, quando infine mi abbracciò portandomi

il ricordo, sino a quando durerà lo spirito, che

nei quali possiamo rifugiarci quando arriva la sera. E

della mia presenza solo quando gli sono ormai davanti