Bernardino Martirano, Aretusa, 1618

dir i miseri lamenti, ¶ quando s'accorge, che per

tanti eroi famosi Aulide, ¶ quando il gran giuramento Grecia

gran giuramento Grecia feo, ¶ quando ai venti la figlia

il figlio di Peleo; ¶ quando la prima nave il

batten le incudi, ¶ come quando si fer l'arme

a te mi dei, ¶ quando giurasti non veder più

li dimostrava il mare) ¶ quando l'onde fa nere

ciel le fa balzare: ¶ quando Eolo scioglie dal cavato

l'aria fa turbare, ¶ quando Giunon con dispietata foggia

ancor la decima onda, ¶ quando da l'Aquilon superba

l'Aquilon superba stride, ¶ quando battendo l'una e

tuoi. ¶ 45 ¶ Né ti dimenticar quando vicino ¶ vedrai dal mar

poi fatto il tutto, ¶ quando ancor salvo a la

vendette. ¶ 49 ¶ La notte poi, quando ciascun posare ¶ devrebbe, a

pena al padiglion tornato, ¶ quando a l'arme udrai

lo svizzar non contese, ¶ quando sì ben l'ispano

piazza molta gente stese; ¶ quando al buon Golisan chiuse

avea il cortese giovenetto, quando ¶ ecco la gran Sibilla

le riempie il petto, ¶ quando le cose future fa

l'ultimo del canto, ¶ quando piena di Dio con

il fonte e come ¶ quando in Meandro il bianco