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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, I racconti della quiete, 1896

concordanze di «quel»

nautoretestoannoconcordanza
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considerava in silenzio, dopo quel muto suo primo bacio
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veniva su da tutto quel verde, su cui il
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odio. Guardai Agata: su quel volto diafano, bianco come
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rancore!... ¶ La sera di quel giorno io era solo
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gettò nelle braccia. ¶ * ¶ * * ¶ Dopo quel giorno nulla più venne
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mia imprudenza e su quel fatto, Agata ritornò tranquilla
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posto di mia cugina. Quel posto vuoto mi stringeva
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riveduto lo zio, da quel breve momento a pranzo
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quella luce blanda, tra quel chiarore dei ceri, il
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roseo mi parve scoprire, quel mattino, un’insolita aria
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Che mai poteva in quel momento alterare siffattamente l
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costernazione che addolorava in quel momento il buon faccione
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delle sue vecchie mura. ¶ Quel mattino, dopo lasciato Franz
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Un poco più pallida, quel mattino: quindi più bella
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soave, per me, in quel momento. ¶ — Buon giorno – susurrò
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vostri occhi verdi di quel mattino, fraülein Delfina! Li
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Grazie – rispose semplicemente. ¶ Neppure quel grazie così dolce, così
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tra le mie. ¶ In quel momento la vigile Agnese
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io ricorderò ben sempre quel delizioso pomeriggio di aprile
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ci versava addosso in quel luminoso pomeriggio di aprile
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Italia, così lontana in quel momento, da me, e
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stato oggetto per lui quel benedetto corpo celeste.... ¶ Mi
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cui mi trovavo in quel momento nel suo studio
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Nörten tacque. E in quel silenzio io sentiva le
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sua corsa sino a quel cantuccio di terra sì
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volto. Quella piccola piazza, quel silenzio, la croce, il
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anch’esso come tutto quel triste paesaggio in quel
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quel triste paesaggio in quel momento. Però a’ suoi
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sorgeva in mezzo a quel breve cespo di verde
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voce del richiamo fra quel silenzio morto, finchè un
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piede qua dentro, da quel giorno. Tutti ne hanno
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rivivere per un momento quel fatale passato, nel quale
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s’era posata rabbrividendo, quel passato che per tanto
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in quelle stanze, da quel giorno. Dopo venticinque anni
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della vita di profanar quel luogo di cui la
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ricordò bambino, accoccolato su quel mobile bruno e severo
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corso il suo sangue; quel tappeto, a larghe macchie
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ruote del calessino. In quel momento la valle era
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un po’ spaurito da quel diavolìo di corsa. Passata
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Tonino: la natura, dandogli quel corpicciuolo infelice, gli aveva
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Povero sior Tonino! Da quel giorno che il Conte
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il calessino, guidato da quel diavolo di Rico, passava
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della vecchia villa. ¶ Ma quel mattino il vecchio cancello
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amorosamente di Giaco in quel punto. Tale dovette seguir
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Non ritenne altro, di quel momento, che la visione
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la completa signoria di quel perfetto angolo della quiete
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Povero maestro Piero!... Anche quel modesto paradiso doveva egli
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bianca e rilucente e quel bel giardino!... ¶ Io osservai
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Tutti quei colori sfacciati, quel suono, quell’odore penetrante
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del conte Oldrado! Di quel misterioso e rustico signore
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quella villa ove in quel momento madonna Tecla, sua
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scomparsa. Gli occhi a quel pensiero le s’empirono
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alla bianca stazioncina di quel primo paesello, sconosciuto a
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nel verde, ridevano come quel mattino, nella luce del
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che ripartiva: io riviveva quel mattino. Poi volli entrare
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mite e serena, sotto quel bizzarro pergolato di vite
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quale mi trovavo in quel momento colà. ¶ — Povera mamma
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essere un avvenimento per quel paesello, tanto poco conosciuto
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vagamente d’invidiarlo, in quel momento. ¶ Fine.