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invenzioni verbali


Giacomo Leopardi, Canti, 1837

concordanze di «quel»

nautoretestoannoconcordanza
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nostra dolente madre ¶ Porto quel che mi lice, ¶ E
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ridotta sì che a quel che vedi, ¶ Fu fortunata
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sdegni, ¶ Mutato sei da quel che fosti in terra
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sempre ed uno ¶ Con quel de' tardi e vili
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né più mai rinverdirà quel mirto ¶ Ch'alleggiò per
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La stirpe vostra, e quel che pregia e cole
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servo lido. ¶ Vano dirai quel che disserra e scote
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industre, ¶ Al mattutino canto ¶ Quel desterà le valli, e
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credè la sconsolata prole ¶ Quel che sommerse in Eridano
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era la tua fra quel pensiero ¶ Presso al qual
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era noia ogni contento? ¶ Quel pensier che nel dì
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onda di lago. ¶ E quel di non aver goduto
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intaminato e puro. ¶ Vive quel foco ancor, vive l
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spenta. ¶ Vano è saper quel che natura asconde ¶ Agl
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scendesti in seno. Era quel dolce ¶ E irrevocabil tempo
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i segni ¶ Sentendo di quel dì che l'uom
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ben noti ardori. ¶ E quel volto celeste, e quella
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accadde. E non però quel giorno ¶ Con certo cor
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giammai, fra tante ambasce, ¶ Quel fiero giorno biasimar sostenni
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vita, ¶ Se quell'oprar, quel procurar che a degno
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Appar nel mondo, e quel che più benigna ¶ Di
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in ciel. ¶ Pur di quel pianto origine ¶ Era l
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fui! quanto dissimile ¶ Da quel che tanto ardore, ¶ Che
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Non chiude una favilla ¶ Quel bianco petto in sé
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SILVIA ¶ Silvia, rimembri ancora ¶ Quel tempo della tua vita
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Sedevi, assai contenta ¶ Di quel vago avvenir che in
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Lingua mortal non dice ¶ Quel ch'io sentiva in
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Perché non rendi poi ¶ Quel che prometti allor? perché
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lacrimata speme! ¶ Questo è quel mondo? questi ¶ I diletti
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spirò la vista ¶ Di quel lontano mar, quei monti
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speranze antiche, ¶ Ed a quel caro immaginar mio primo
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splendea, splendea negli occhi ¶ Quel confidente immaginar, quel lume
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occhi ¶ Quel confidente immaginar, quel lume ¶ Di gioventù, quando
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l'aria infinita, e quel profondo ¶ Infinito seren? che
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qui cagion di pianto. ¶ Quel che tu goda o
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sorge e di piacer, quel tanto ¶ Che per mostro
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che viene; ¶ Ed a quel suon diresti ¶ Che il
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ragionando io vivo, ¶ Cresce quel gran diletto, ¶ Cresce quel
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quel gran diletto, ¶ Cresce quel gran delirio, ond'io
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sola; ¶ Solo aspettar sereno ¶ Quel dì ch'io pieghi
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Ululando portai finch'a quel giorno ¶ Si fu due
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Né tu finor giammai quel che tu stessa ¶ Inspirasti
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Esecutor di musici concenti ¶ Quel ch'ei con mano
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movi o giocondo, ¶ Da quel tuo grave aspetto ¶ Mal
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chi però mai potrebbe, ¶ Quel che pur si dovrebbe
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simulacro ¶ Della scorsa beltà. Quel dolce sguardo, ¶ Che tremar
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In altrui s'affisò; quel labbro, ond'alto ¶ Par
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piena, ¶ Traboccare il piacer; quel collo, cinto ¶ Già di
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vedere, abominoso, abbietto ¶ Divien quel che fu dianzi ¶ Quasi
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E dalle menti insieme ¶ Quel che da lui moveva
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orecchio, in nulla ¶ Torna quel paradiso in un momento
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tuo! Con che costanza ¶ Quel che ieri schernì, prosteso
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quanta cura ¶ Convienci a quel dell'anno, al qual
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al qual difforme ¶ Fia quel dell'altro appresso, il
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corso. ¶ Troppo mite decreto ¶ Quel che sentenzia ogni animale
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io già, ma stolto, ¶ Quel che nato a perir
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piede ¶ Quale star può quel ch'ha in error
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mano; ¶ E poi tutto quel giorno ¶ La mi condusse
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e spegni. Anzi a quel modo ¶ La luna, come
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Gli arbori ch'a quel loco eran ghirlanda. ¶ I
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rivolse indietro. E in quel momento ¶ Si spense il