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Vittoria Colonna, [Rime], 1538

concordanze di «quel»

nautoretestoannoconcordanza
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vero. ¶ Per seguir poi quel divin raggio altero, ¶ Ch
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fiori, e 'l seme? ¶ Quel foco forse che 'l
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VII. ¶ Chi può troncar quel laccio che m'avvinse
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onde le lagrime ristagna ¶ Quel piacer, che dall'altro
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Ma nè questi nè quel m'appaga molto. ¶ La
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altro eterno; e in quel momento sente ¶ Lo spirto
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fido ardente ¶ Può far quel caro tuo più acuto
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or me la rende ¶ Quel bel principio ch'è
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congiunto modo. ¶ Questo è quel laccio ond'io mi
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acceso; ¶ Or hai lasciato quel noioso peso ¶ Ch'avesti
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tuo desir giammai conteso ¶ Quel ch'or vedi là
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disiri ¶ Nodriva in me quel sol che d'ogn
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Spregiando libertate, e 'n quel bel stato ¶ Passar con
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danni ¶ S'acqueta per quel dolce alto pensiero, ¶ Ch
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offese, ¶ Quando oscurar pensò quel lume chiaro, ¶ Ch'or
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viver vostro! e più quel lume santo ¶ Che sì
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Alzata al ciel da quel solingo e raro ¶ Pensier
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chiaro. ¶ Ed udii: Per quel nodo forte e caro
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dal mio cor tutto quel male ¶ Che gli amanti
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S'allegri più di quel ch'or più si
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verdi frondi adorna, ¶ Produce quel gran sol che sempre
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e allumi. ¶ SONETTO LIII. ¶ Quel giorno che l'amata
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mai non s'estinse ¶ Quel chiaro lume, come sa
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onde beltà nasce e quel vero ¶ Divino amor che
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ogni mio ben priva. ¶ Quel colpo che troncò lo
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me sparita ¶ E, per quel ch'io ne speri
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terren labirinto, ¶ E mosse quel che gli altri ferma
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Il parlar saggio e quel bel lume ardente, ¶ Che
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fido da lunge, ¶ A quel ch'esser solea, felice
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al viver mio. ¶ Or quel raggio che 'l ciel
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morte in un momento ¶ Quel, ch'era la mia
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è la legge di quel rio signore ¶ All'altrui
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Non vi fidate a quel ch'appar di fuore
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in questo e in quel pensier piangendo godo ¶ Tra
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passo lento ¶ Dietr'a quel mio gran sol, ch
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consuman, misera! cercando ¶ Pur quel mio sol per strani
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duolo interno. ¶ SONETTO LXXX. ¶ Quel fior d'ogni virtute
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e desiar la morte. ¶ Quel che gli altri occhi
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per te ha fatto quel, che per lo divo
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La fida scorta di quel vivo raggio ¶ Che morte
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intiera ¶ Serberà sempre; e quel soggetto raro ¶ Farà sì
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a me, nè a quel mio lume santo: ¶ Chè
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Quant'ella può da quel che 'l mondo vuole
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alte muse, e di quel sacro fonte ¶ V'è
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divin raro mostro. ¶ E quel cieco voler, che non
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sostenere il mondo. ¶ Se quel superbo dorso il monte
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è vera gloria), ¶ A quel che 'l vecchio Atlante
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padre tal decreto ottenne. ¶ Quel cerchio invidia tal mai
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costanza dell'animo suo. ¶ Quel bel ginepro, cui d
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gran pensieri ¶ Ristretto di quel sol ch'ama ed
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Rivegga intero in voi quel lume chiaro ¶ Del mio
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ogni desio. ¶ Or che quel sol, che solo in
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la mia mente ¶ Con quel picciol mio sol ch
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un picciol raggio ¶ Di quel gran sol, da lagrime
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fiamma altera ¶ Forse sdegna quel sol che la sostiene
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mal bubone ¶ Cantò in quel giorno tenebroso e cieco
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inchiostro. ¶ Piangeano intorno a quel gli Dei marini, ¶ Sentendo
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vi more, mora. ¶ A quel che arrisca l'un
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che il mondo intende ¶ Quel ch'io pria vidi
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che vive in ciel quel lume amato, ¶ L'ali
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Dissimil par, così a quel sole ardente, ¶ Se luce
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il volo. ¶ E 'n quel punto che giunge lieto
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più d'altri chiaro. ¶ Quel divin, ch'or in
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e grave pondo ¶ Da quel celeste ardor sì leggiere
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sposo combattere gl'Infedeli. ¶ Quel sol, che m'arde
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sè sdegnoso e fiero ¶ Quel figlio, che non porta
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io nel suo, con quel diletto ¶ Che agguagliar sol
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la sua vita ¶ Di quel nutrica che tutt'altri
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io scriva nel cor quel ch'ei sostenne. ¶ Chiamar
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per sè non sale. ¶ Quel sol che alluma gli
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natural corso sovente ¶ Segue quel sol con piume alte
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e felice. ¶ Ben fa quel fuoco, che più d
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stessa m'avveggia ¶ Di quel ch'io dico, le
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oscuro, ¶ E vestirmi in quel punto il chiaro e
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e fida chiave ¶ Serro quel raggio, egli è schivo
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copre il vero intorno, ¶ Quel primo amaro o dolce
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nuoce il gelo a quel ch'entro la face
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Pria che l'aggravi quel, questo l'inonde; ¶ Tal
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spera ¶ L'alma in quel d'ogni ben ricco
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Ne cura, e più quel che più l'ama
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nostri desiri. ¶ SONETTO XXI. ¶ Quel pietoso miracol grande, ond
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solo eternamente, ma in quel punto ¶ Ch'agli altri
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Oh come breve par quel che circonda ¶ Apollo, all
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intenso affetto, ¶ Per mirar quel gran sol ch'a
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fosse albergo, e 'n quel breve soggiorno ¶ Sì mi
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teme; ¶ A che con quel che ride, e quel
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quel che ride, e quel che geme ¶ De' vari
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ella non entra in quel securo porto ¶ Della piaga
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che l'alma in quel soggiorno ¶ Segua il pensier
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s'estende ¶ Che spesso quel che 'n ciel piglia
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una fosca ombra ¶ Per quel sol vivo, e delle
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la voglia indegna ¶ Vince quel cor gentil che sproni
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erge il pensiero ¶ A quel di Cristo in croce
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e nero ¶ Nembo in quel punto, pur ch'al
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con umil barca in quel gran fondo ¶ Dell'alta
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l'interna vista inferma ¶ Quel fulgor cerca in altra
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sole; ¶ E da vicin quel picciol mio riveggia. ¶ SONETTO
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al primo onore, ¶ Per quel dell'umiltà securo calle
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e 'l popol duro ¶ Quel divino parlar velato oscuro
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regola e per guida quel di sopra ¶ Spirto, che
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prende tal virtù da quel valore, ¶ Che pender sol
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le mortal piume ¶ Senza quel di Gesù fermo sostegno
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in mortal petto ¶ Entra quel vivo raggio, che procede
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in mano ¶ Sempre serbò quel bel cristallo intiero. ¶ E
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fare al mondo giorno ¶ Quel sol che sempre gli
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conteste ¶ Divine umane in quel parto beato. ¶ SONETTO LXXXVI
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Non l'adombrasti, ma quel denso e nero ¶ Velo
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intende; ¶ Con Dio immortal quel grado ora in ciel
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occhio divin cotanto spiacque ¶ Quel secol forse men che
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acque; ¶ Prega che 'n quel furor umile e pura
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o scarsi. ¶ SONETTO XCIX. ¶ Quel chiaro spirto in cui
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e poi con noi quel nodo ¶ Che diè la
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io godo, ¶ Che 'n quel virgineo cor sì ben
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L'umil risposta e quel casto timore, ¶ L'ardente
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Spirto, al mio intelletto ¶ Quel chiaro raggio da cui
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Di propria man, con quel divino ardore ¶ Che pasce
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Come saresti sempre in quel conflitto ¶ Dell'angelo e
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caldo e molle rende ¶ Quel ch'ama e crede
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ama e crede; e quel superbo ingrato ¶ Che gli
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Tolse agli amici in quel sì bel morire ¶ Il
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ombra vana ¶ Che con quel lume il suo poder
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ardendo, imparo ¶ Che non quel dolce, che qui il
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cibo per noi, ma quel che suole ¶ Essere al
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volta, ¶ Perch'ella teme quel che l'altra spera
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ponno il vizio a quel gran lume ¶ Che dentro
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Spero che mandi omai quel saggio eterno ¶ Signor, vêr
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lungo volger d'anni ¶ Quel che il divin giudicio
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caduco onore, ¶ Se di quel di là su l
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nostro duce; ¶ E con quel capo abbraccia i membri
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e scorge, tua mercè, quel zelo ¶ Del quale ardesti
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ei scorge per ombra ¶ Quel ch'in prima scorgea
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alto verace ¶ Voler di quel Signor, che sol non
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che vive lieto in quel soggiorno, ¶ Dicendo: Almen pregate
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e duce ¶ Gli è quel che la fa andar
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pater, deh manda or quel favore ¶ Che un fido
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in me sotterra, ¶ E quel purga e dissolve: e
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Quanto lume riceve; e quel sol lodo, ¶ Che, tua
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a cui dolente preme ¶ Quel gran desio che sgombra
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ingiusta e indegna con quel largo manto ¶ Col quale
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dice: Oh quanto è quel ch'in questa ha
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luce pura ¶ Vedeste in quel gran specchio in croce
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fede, elesse e volse ¶ Quel primo Gaspar saggio, ond
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Della grazia divina, e quel valore ¶ Ch'illustra l
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nostro industria o ingegno: ¶ Quel corre più sicuro e
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mille rami intorno: ¶ E quel più verde che più
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a narrar mute, ¶ Come quel dolce infra quest'onde
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Per breve stilla di quel largo mare ¶ Si gusta
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vero spinto ¶ In croce quel celeste eneo dolce angue
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cima, ¶ Avvolta, unita a quel sacro sostegno ¶ Vuol rivederla
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te divina speme ¶ Credette quel, che per verace fede
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sacre carte, ov'è quel lume espresso ¶ Che all
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spirto vostro ombreggia, ¶ Ma quel vivo color, se ben
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spargesser pur di errore ¶ Quel seme che non mai
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via conduce: ¶ E scorgerò quel raggio che traluce ¶ Sin
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per aprirgli ognora ¶ In quel sì chiaro e lucido
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Questo l'accende, e quel spenge l'affetto, ¶ L
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sforza ¶ D'accostarsi a quel sol candida e bianca
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alte cose. ¶ So che quel vero, che nascesti, Dio
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vista sì, ch'a quel chiaro splendore ¶ Passar non
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mente, ¶ Ch'entrando in quel gran pelago si sente
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luci l'esempio di quel sole ¶ Manda, il cui
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legami del sangue, e quel più caro ¶ Nodo è
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dal possente ¶ Raggio illustrato, quel vostro vivace ¶ Spirto, cui
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occhio immortal, vedrete in quel soggiorno ¶ L'alto destin
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già smarrito onor, per quel tesoro, ¶ Ch'or questo
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or questo idolo, or quel con voi comparte. ¶ Correte
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ben può darmi ¶ Tutto quel bene onde 'l mio
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del suo carcer fuore, ¶ Quel che dall'un volea
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agli occhi miei disgombra ¶ Quel d'ignoranza vel, che
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intenti sì, che di quel poco ¶ Raggio che in
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quasi in un specchio quel che 'l cielo ¶ Sol
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ch'io possa ridir quel che pavento, ¶ Tu che
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imperador del cielo avea, ¶ Quel che scese fra noi
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E con sospir di quel solea gioire: ¶ Però dinanzi
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primo error m'invita; ¶ Quel del nostro gioir securo
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con altro caldo ¶ Da quel che i nostri fiori
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ascolta. ¶ E poichè a quel sinistro umil sentiero ¶ Mostrò
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di trionfi ornata ¶ Recar quel tanto sospirato giorno ¶ Che
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secura vita; ¶ Ma di quel vero ben non vede
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alta, severa ¶ Giustizia, pareggiò quel grave pondo ¶ Col divin
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oscura nube offende; ¶ E quel che a spegner l
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men fero. ¶ Chè come quel che per Vittoria nacque
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e del mio pianto ¶ Quel giorno vago, che il