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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Indro Montanelli, XX Battaglione Eritreo, 1936

concordanze di «quel»

nautoretestoannoconcordanza
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di gomito – così stretto, quel contatto, che ne scaturivano
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resse. Prese un mulo (quel mulo che per lui
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Italia, di quale lavoro quel fatto d’armi è
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si riflette, naturalmente, a quel che dovettero essere la
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quello strumento meraviglioso che quel tale giorno, in quel
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quel tale giorno, in quel tale luogo, fece quello
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ricordi belli e inutili, quel po’ di esperienza di
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sua anzianità. ¶ Coll’ascaro quel po’ di crosta democratica
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desiderio di meta, contagioso quel modo di pensare al
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suocero a proposito di quel capretto che fu venduto
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per mezzo tallero a quel tale Uolde Maryam Negussè
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stessa un miracolo, con quel che di eterno essa
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credo anch’io a quel che si dice: che
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superficie. ¶ Il pensiero di quel sangue, a me italiano
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colpevole. ¶ GHIZZONI (con imbarazzo): Quel ragazzaccio di Spada, Signor
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ha scritto più da quel giorno…? ¶ GHIZZONI: Sì, mi
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il mio tempo… e quel po’ di tenerezza umana
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T’ho raccontato di quel tuo Bulukbasci, là, come
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Gli voleva bene a quel ragazzo. ¶ GIUSTI: Tutti gli
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io di Patrie, in quel senso, non ne ho
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pensa? ¶ GHIZZONI (come sopra): Quel che ne penso è
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Fa un po’ male quel pezzo di piombo? ¶ GHIZZONI
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è morto anche lui, quel cretino! ¶ GUALTIERI (che è
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tre cannoni puntati verso quel confine ridicolo. Non lo
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si facesse automaticamente intorno. ¶ Quel giorno Pirzio tornava da
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Non sorridono essi. Faranno quel che farai tu. ¶ Allora
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obbligherai a sciamare da quel riparo che il tuo
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ecco perché piangeva in quel dato modo. Fosse stato
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e convulso. Facendo con quel pianto molto baccano, tutte
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sistema in difensiva su quel cucuzzolo lassù». «Lassù» è
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sull’orlo estremo di quel picco che sembra la
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l’amba. ¶ Sella Vrarà ¶ Quel sentiero che abbiam battuto
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in un cielo solitario; quel sentiero che abbiam battuto
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a lasciarmi assorbire da quel che mi circonda? E
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Io sapevo cos’era quel fegato, perché era uguale
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un mio grande amico quel tarlo: nelle serate d
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e non vecchia che quel tanto che le hanno
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braccio. Ma aveva già quel rosso cencio sul tarbush
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presentarono le armi. ¶ *** ¶ Da quel giorno Tesemmà non ha
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negarit, per timore che quel suono disturbasse il sonno
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vita pareva concentrata in quel tremito e nel lucore
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Un cespuglio. Ha visto quel cencio rosso e pam
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l’avevano spinto a quel passo che, Goitana stesse
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era Johannès Destà in quel momento: Johannès che non
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ascari guardavano stupiti tutto quel gran daffare che si
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metropoli e a piantarvi quel tricolore che Galliano aveva
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quasi annoiato di tutto quel discorrere inutile. Il fatto
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camminar gli ascari a quel modo: slittavano sulla roccia
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Tra i sassi di quel cucuzzolo scomparve. ¶ Noi ristemmo
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tua madre che torna, quel giorno di Napoli, quell
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Napoli, quell’addio triste, quel pettine di donna trovato
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di quanto non sia quel budello di Mar Rosso
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Mar Rosso congiunto a quel braccio di Mediterraneo. L
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quella nota di violino, quel tramonto di Valdarno: come
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intrufola e grufola: tutto quel resto sentimentale che, essendo
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a rifondere, di notte, quel che di giorno prodigava
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cosa ti succeda, sai quel che devi fare. Perché
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già si portava dietro quel bagaglio di sapienza che
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intorno ai loro fuochi. Quel giorno era stato bello
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Sassahà era sempre andato, quel giorno, avanti a tutti
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un ricordo preciso, ma quel qualcosa, quel qualcosa lontano
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preciso, ma quel qualcosa, quel qualcosa lontano. E, facendo
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vedo poco. Neanche più quel poco, dopo, quando dilaga