Pietro Aretino, Angelica, 1535

imparato a pianger con quel pianto ¶ che ad altri

collegio de le stelle, ¶ quel valor, di che lampa

si crede - ¶ dando a quel che n'udiro intera

meritar corona di martíri, ¶ quel dí che in mezzo

fortunato: ei vide espresso ¶ quel che 'l fece uscir

di veder desio ¶ di quel ch'ella ama sopra

umíl sembianza miro ¶ di quel ch'è piú di

delicato fiore ¶ che con quel dí che nasce con

dí che nasce con quel more -. ¶ 30 ¶ Ciò detto, afflitto

in questo et in quel clima translatarme, ¶ u' non

veloce il passo. ¶ 53 ¶ Con quel furor che l'acqua

giunto al fianco, ¶ con quel furor Ferraú move e

e il picciol rio, ¶ quel piano, questo monte e

nessuna fede fa di quel ch'ella era, ¶ sí

gran gente morta ¶ da quel crudel, non mai di

Aquilante e Torindo e quel che il freno ¶ pone

in questo e in quel camino? ¶ Esse squarciaro e

il bel viso di quel foco ¶ ch'infiammar rosa

che ben s'accorge quel ch'esprimer vole ¶ col

di fior reciso ¶ rassembra quel de l'angelico viso

costumi ¶ queste piante e quel rivo, io tengo certo

gioco amoroso, e in quel momento ¶ che de la

e fieramente rotte ¶ di quel che volle a Dio

unqua non arse ¶ di quel ch'accese in lei

favella: ¶ - O cavalier, per quel ch'io veggio, errante

e mogliere e sorella. ¶ 25 ¶ Quel che sposo mi fu

d'odio antico, ¶ e quel con l'arme corse

questo il petto, a quel la gola e il

ad amar sempre intesa ¶ quel che piú la consuma

lume ne le ciglia. ¶ Quel ch'Amor, mentre ardea

amonisce e me consiglia, ¶ quel formai, quel ritenni e

me consiglia, ¶ quel formai, quel ritenni e quello dissi

io vi giuro per quel nuovo ardore, ¶ del quale

non ha spinto a quel fin che vi credete

cor passomme quando in quel si tinse, ¶ e le

del nodo, ¶ ch'è quel morir che piú che

l laccio; ¶ eleggi tu quel fin ch'elegger vuoi

del spirto mio; ¶ ruppesi quel tosto ch'a lui

corpo offesi, ¶ che contra quel presi il ripar già

senza cor viva. ¶ 49 ¶ Allora quel, che ne le notti

parole: ¶ " Non die' volersi quel che 'l ciel non

ragiono, cibarme ogni volta; ¶ quel ch'io soffri' vederlo

insensibil petra. ¶ 56 ¶ Stetti in quel nuovo et empio abisso

pellegrin di biasmo accusa ¶ quel monstro uman che non

archi uscia ¶ questo e quel strale a tormi l

darmi al cor, di quel ferir contento, ¶ tanto piú

strazii e i torti, ¶ quel che far non potero

l'alma s'agghiaccia ¶ quel sol mirando a le

ei desia, ¶ e pate quel dolor teneramente ¶ che soffrisce

tempî ¶ e n'ha quel duol ch'avria se

propie membra abruciare in quel loco; ¶ pargli che 'l